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Autore: Myrta Matisse    17/09/2013    1 recensioni
"Ai miei tempi la pubblicità sessista era davvero in voga, fior fiore di laureati in design delle telecomunicazioni si sbracciavano tra di loro per inventarsi ogni volta un nuovo modo per insultare le donne sia velatamente che in modi più espliciti. Il problema era che ultimamente per supplire a queste oscenità si prodigavano anche per offendere un po’ gli uomini e i tentativi erano così patetici che invece di confortarmi mi facevano incazzare. Una pubblicità in particolare era davvero quanto di più rognoso avessi mai visto, si trattava dello spot dei biscotti “Magretti” della famosa ditta Galbusera."
Delle volte si tratta solo di invertire i ruoli classici, delle volte basta poco per ridere su cose serie.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fantasie da pubblicità


Ai miei tempi la pubblicità sessista era davvero in voga, fior fiore di laureati in design delle telecomunicazioni si sbracciavano tra di loro per inventarsi ogni volta un nuovo modo per insultare le donne sia velatamente che in modi più espliciti. Il problema era che ultimamente per supplire a queste oscenità si prodigavano anche per offendere un po’ gli uomini e i tentativi erano così patetici che invece di confortarmi mi facevano incazzare. Una pubblicità in particolare era davvero quanto di più rognoso avessi mai visto, si trattava dello spot dei biscotti “Magretti” della famosa ditta Galbusera. L’innocenza e la stupidità con cui dipingevano la scena era davvero disgustosa: tutto iniziava con una donna di mezza età piuttosto bruttina che se ne sta triste nell’ascensore. La poverina si capisce subito che è sola perché non è abbastanza bella per avere un uomo, per fortuna con lei ha i Magretti che non solo servono per dimagrire, e quindi diventare più figa, ma soprattutto attirano gli uomini come il miele con gli orsi e ben presto l’ascensore si riempie di fighi che le fanno una corte spietata. Si capisce che l’unico motivo per cui sono attratti da lei è che anche a loro piacciono i biscotti anche perché prima che li tirasse fuori non l’avevano nemmeno degnata di uno sguardo, la tristezza della cosa risiede soprattutto nell’espressione di lei che si gode tutta questa attenzione e i suoi ottimi dolcetti, ma non è ancora finita! La telecamera inquadra scenograficamente sulle porte dell’ascensore quando queste rimangono semichiuse e una mano sexy spunta nella fessura, le due ante si riaprono e compare Il figo della situazione che porta sulle spalle una tanica da venti litri piena d’acqua, il bel tenebroso si avvia con sguardo malandrino verso la donna per calmare i suoi bollenti spiriti. La telecamera stacca con l’espressione febbricitante della protagonista che rovescia gli occhi mangiando il biscotto e pregustando il viaggio che l’attende nell’ascensore della perdizione.
Quella sera io e mamma eravamo sovraeccitate non solo per la sessione musicale con Renato Carosone, con “'e spingole frangese” e con Eugenio Finardi e la sua storia su Giai Phong, ma soprattutto per il film “La Duchessa” che racconta la storia di una sfigatissima Lady inglese di nome Georgiana che ne aveva passate più della Maria Maddalena.
Io ero piena di disgusto e pensai che se fosse proprio capitato a me di avere a disposizione cinque uomini sarebbe stata una vera goduria, ma per motivi decisamente diversi. Per prima cosa mi sarei ben goduta tutti i loro servigi, avevo già in mente quali sarebbero stati i loro compiti: il portatore di taniche che era sicuramente il più prestante a livello fisico avrebbe fatto il più grosso, gli altri comunque l’avrebbero certamente aiutato viste le mie capacità piuttosto scarse. La nostra collaborazione sarebbe stata più che proficua a livello emotivo e funzionale, ognuno di noi avrebbe compensato la mancanza dell’altro ed io mi sarei goduta una meravigliosa vita in comoda passività a osservare loro che si davano da fare. Tutto naturalmente sotto l’occhio vigile del mio gattino, lui naturalmente aveva la parte centrale di tutto e si sarebbe occupato di conservare l’ordine e la mia incolumità.
Io avrei provveduto a mantenere l’intera famiglia con il mio ben remunerativo lavoro da Archistar che mi avrebbe permesso di far vivere loro cinque, il gatto e mia madre nel lusso di un grande castello  che io e papà avremmo provveduto a ristrutturare in stile scarpiano e a misura di gatto, mamma avrebbe potuto avere un suo particolare padiglione in stile Farnesworth house in mezzo ad un enorme radura ricoperta da uno strato di prato fiorito circondato da una fitta boscaglia che le avrebbe potuto permettere di coltivare tutte le piante che avrebbe voluto nella massima privacy o di dedicarsi al decoupaje o alla creazione di borse all’uncinetto con la fettuccia che le aveva consigliato la sua amica Luciana.
A papà avrei regalato un enorme bosco pieno di selvaggina, una ventina di cani addestrati per la caccia alla volpe, un enorme destriero in grado di sostenere il suo “dolcissimo” peso fino in capo al mondo di nome Scaramacai e tutto quello che avrebbe desiderato per il suo hobby compreso una decina di fucili con il calcio in avorio decorato con bassorilievi raffiguranti scene di caccia inglese.
Per Luvi avrei compreso nel progetto diverse stanze a lui dedicate piene di cose buone da mangiare e cuscini riccamente imbottiti di piume d’oca sui quali potersi accoccolare e fare i più dolci riposini della sua intera vita felina.
I cinque, che sarebbero stati soprannominati come le tartarughe ninja (Donatello, Raffaello, Michelangelo, Leonardo e il quinto…. Piero della Francesca) avevano mansioni specifiche da soddisfare: il primo si sarebbe occupato delle cose umide, il secondo delle cose calde, il terzo delle cose morbide, il quarto delle cose gustose e il quinto delle cose sporche.
In fondo non sono così difficile da accontentare, poi a Donatello piace così tanto lavare i panni e la biancheria con l’acido muriatico a mani nude, almeno così sono sicura che quello che rimane è ben sterilizzato, lui poi non si preoccupa delle evidenti escoriazioni sulle mani perché dice che gli pruderebbero comunque anche se usasse la candeggina o l’acqua ossigenata al 70%.
Raffaello poi è raggiante tutte le volte che gli si mette in mano il ferro bollente dalla parte della piastra, delle volte per farsi la pulizia del viso si spinge persino a spruzzarsi il vapore bollente sulla sua bellissima e abbronzata pelle!
A Michelangelo appunto invece piace correre sui rollerblade per il castello con immense pile di biancheria da mettere negli enormi armadi a scomparsa delle aree più impervie del castello, delle volte solo per il nostro piacere si diletta a fare il giocoliere su palle e birilli vicino alle finestre sulla cima delle torri più alte con in bocca un uovo e tutti i panni di tutta la casa sulla testa e sulle mani.
Leonardo invece è un ottimo cuoco, conosce tutti i segreti del sushi e una volta ci ha servito persino un prelibatissimo e altrettanto raro machi alle dita umane, da quel giorno però ha perso l’uso della mano sinistra, ora non può più scrivere purtroppo perché quello era il suo lato dominante, ma lui non sembra curarsene molto soprattutto perché il suo nuovo moncherino si è rivelato molto utile per sostenere le pentole appena tolte dal fuoco.
Per non parlare del luccichio negli occhi di Piero quando gli si mette in mano una scopa di saggina dal manico rustico, quello che ti riempie di schegge tutte le mani, pensare che poverino lui è pure allergico alla polvere! Quando pulisce povero caro diventa tutto rosso e inizia a piangere calde lacrime, poi comincia a starnutire come fosse un lama, ma lui fa tutto questo solo per mio piacere come tutti i suoi compagni, lo fa perché mi ama senza riserve e perché soprattutto conservo tutti i Magretti dentro una dispensa nelle segrete chiusa con un catenaccio spessissimo, con un lucchetto direttamente prelevato dalla collezione di mio padre la cui chiave è custodita gelosamente nel collarino del mio Luvino dolce.
Il mio maggior diletto comunque consiste nel ritorno a casa quando tutti i miei cinque tesori, stanchi dalla giornata di lavoro sono così stremati da non riuscire a tenere aperti gli occhi, io sono così felice che la stanchezza passa in un minuto. Dopo aver consumato l’abbondante cena cucinata dal dolce Leonardo, ci sediamo tutti e sei sul divano di fianco al mio gattino che di solito si appollaia sulle mie ginocchia ronfando rumorosamente, i cinque, nonostante siano stanchissimi, si prodigano comunque con tutta la loro immensa dolcezza nel cercare di appropinquarsi alle mie grazie, io ne sono davvero lusingata, ma quando qualcuno si avvicina a me il gatto comincia a soffiare forte.
Io gli do sempre un buffetto leggero sulla guancia sgridandolo dolcemente poi faccio lo stesso con ognuno degli altri dicendo a che sono stati davvero dei bravi ciccini prima di ritirarmi nella mia stanza con il mio gattino.
La tristezza però sopraggiunge la notte quando sono costretta a dividere il letto solamente con il mio Luvino perché gli altri non osano disturbarmi mentre pratico il mio riposo di bellezza, poverini e pensare che mi farebbe solamente piacere!
Purtroppo penso però che si tratti della presenza del mio amatissimo gatto che tutte le volte che viene svegliato pretende a gran voce di essere nutrito con acuti e altissimi miagolii. Questa cosa poi, se fatta in mezzo alla notte, mi mette sempre una grande irritazione perché io odio essere destata da qualcosa di diverso dalla mia sveglia uccellino, soprattutto se non si tratta di una questione di vita o di morte. L’ultima volta che è successo, ad esempio, ho dovuto sostituire il precedente Leonardo e Piero si è dovuto dare un gran daffare a cercare di eliminare i pezzi di cervello incastrati nella passamaneria di pizzo delle tende di broccato.
L’unica cosa che mi resta da fare per cui nelle fredde notti invernali quando l’insonnia mi ruba il sopore è fantasticare sul cuoco della Stoneline che lavora con il “micro granulato di roccia”, nonostante abbia la statura di uno Hobbit, i baffi da Super Mario e la voce di un eunuco, l’idea di me e lui che ci rotoliamo nel temperato calore antiaderente della Stoneline mi mette una fregola addosso che nemmeno il gelo delle tempeste più avverse riesce a smorzare.

*Angolo dell'autrice*
Con la presente non vorrei davvero insultare nessuno men che meno la ditta Galbusera, ho usato la sua pubblicità come spunto per riderci un po' su, ma avrei potuto usare qualsiasi altro spot visto ormai l'andazzo. Sinceramente volevo solo scherzare un po', ma allo stesso tempo, solo dopo averlo riletto, mi sono accorta del fatto che molte donne al giorno d'oggi vivono la situazione di "Piero" o di "Leonardo" e lavorano sia fuori che dentro casa, stanno con uomini che non le soddisfano su nessun piano e sopportano tutto questo per mille ragioni. Non escludo che ci siano anche uomini in questa situazione, ma per tradizione, soprattutto in Italia, il ruolo della donna è legato a quello della cura dei figli, degli anziani e della casa. Personalmente spero che questo pregiudizio cada in disuso perchè al giorno d'oggi è incredibile pensare che le donne non possano far parte della società almeno quanto gli uomini, la chiave di tutto ciò secondo me sta nel fatto che abbiamo paura del giudizio maschile secondo cui se non sei una brava moglie e madre non vali niente, ma la verità è ben altra per cui dovremmo semplicemente farci un po' di coraggio e alzare la testa chiedendo a gran voce i nostri diritti. Ragazze ricordatevi "Se non ora quando?!"
Tra l'altro mi dispiace che le Tartarughe ninja siano solo quattro per cui salutate tutti il grande escluso della storia ossia il mitico Piero della Francesca detto Piero.

p.s. Il copyright della foto va a mastumblarsi rende cechi? thanks XD
   
 
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