Bonfire Heart
Your mouth is a
revolver firing bullets in the sky
Your love is like a soldier, loyal till you
die
And I've been looking at the stars for a long,
long time
I've been putting out fires all my life
Everybody wants a flame, but they don't wanna get burnt
And today is our turn
Tamburellò le dita sul
bancone al ritmo della canzone che stava sentendo per la prima volta in quel
momento e lasciò che l’alcool bruciasse lentamente il resto della sua
concentrazione. Certo, ciò che aveva bevuto fino a quel momento non sarebbe
stato neanche lontanamente sufficiente per una sbronza, ma era solo l’inizio di
una lunga serata, no?
“Birra al limone,
davvero?”
Assorto com’era nei suoi spiacevoli pensieri, l’uomo non si
era quasi accorto della donna che si era seduta accanto a lui e che adesso stava
fissando con un sorriso ironico la bottiglia quasi vuota della bevanda. Con una
semplice maglietta colorata e addirittura un paio di jeans addosso non sembrava
davvero lei, e quasi per accertarsi della sua assoluta sobrietà, Neal si voltò
completamente per osservarla con più attenzione e fu allora il suo turno di
sorridere.
“Regina”si decise a dire mentre un’espressione incuriosita
andava dipingendosi sul suo volto. “Non credevo fossi il tipo da venire in un
posto come questo…”
Regina si lanciò un’occhiata intorno, che le permise di avere
un altro assaggio dell’atmosfera di una serata come tante al “The Rabbit Hole”, poi alzò leggermente
le spalle e riportò lo sguardo sul suo accidentale interlocutore.
“Ci vengono tutti quelli che vogliono dimenticare”
“Io non voglio dimenticare nulla…”
Quella debole protesta le fece alzare un sopracciglio e
scuotere lentamente la testa con espressione quasi divertita.
“Emma” disse secca “Tu vuoi dimenticare Emma e il bel pirata
che te l’ha portata via” continuò, alludendo all’inaspettato recente fidanzamento
della Swan con il capitano Hook.
“Pensavo fosse il mio vero amore” rispose semplicemente l’altro,
colto alla sprovvista da quella tagliente schiettezza. “E francamente credo tu non
possa capire queste cose” aggiunse, restituendole il favore, in un tono
più aspro di quanto forse avrebbe voluto.
Una leggera risata le sfuggì dalle labbra a quell’ingenuo
commento e lo sguardo le cadde quasi involontariamente sull’anulare sinistro,
dove soleva portare l’anello di Daniel.
“Oh caro, ci sono tante cose che la gente crede di sapere su di me” sussurrò dopo
qualche istante, rialzando lentamente lo sguardo.
Neal osservò quella sequenza di gesti con sincero interesse e
quando i loro occhi si incontrarono, si sentì invadere da una tristezza quasi
insostenibile. C’era qualcosa di magnetico in quello sguardo che lo attraeva
terribilmente.
“Perché non mi dici la tua versione della storia, allora?” le
chiese d’un tratto abbozzando un sorriso quasi amichevole.
“E’ una storia lunga signor Cassidy”
rispose lei con un sospiro, rifiutando implicitamente la prospettiva di una
chiacchierata informale con quello che restava in fin dei conti solamente il
padre biologico del suo figlio adottivo.
“Ho tutto il tempo per ascoltarla… Il locale è aperto tutta
la notte” insisté lui allargando il sorriso, cercando di ristabilire quel contatto
visivo che si era creato tra loro.
Fu Regina stavolta a specchiarsi nell’oscurità di quelle
iridi, e fu il calore che emanavano forse a convincerla a rivalutare la
proposta e ricambiare con la stessa disponibilità il sorriso.
“D’accordo” si arrese finalmente, tornando casualmente a
guardare la bottiglia ormai vuota di birra “ma ti avverto: è una conversazione che richiede almeno due
cocktail decenti”
This world is getting
colder, strangers passing by
No one offers you a shoulder, no one looks you
in the eye
But I've been looking at you for a long, long
time
Just trying to break through, trying to make
you mine
Everybody wants a flame, but they don't wanna get burnt
Well, today is our turn
Un’ora e qualche drink dopo, una fiaba completamente nuova
era stata narrata e un’interpretazione totalmente nuova era pronta ad essere
data; solo un’ora e Regina aveva rilasciato una spontanea confessione, solo
un’ora e Neal poteva dire di essere uno dei pochi a conoscere la vera persona
che si nascondeva dietro la terribile maschera della Regina Cattiva.
“Sei una cattiva
convertita allora” mormorò semplicemente lanciandole un’occhiata
comprensiva.
L’espressione accigliata sul volto del sindaco di Stoybrooke lasciava intendere tutta la perplessità per
quella insolita definizione che le era stata attribuita. Scosse la testa e gli
restituì l’occhiata, colorandola con una traccia di scherno: non credeva che
potevano bastare due bicchieri di tequila per fargli sciogliere la lingua con
una così stramba scelta di parole.
“No dico sul serio, non sono ubriaco” la rassicurò lui con un
sorriso, cogliendo il significato di quello sguardo eloquente. “Sei una… buona senza possibilità e anche se le
cose che hai fatto sono terribili, sei stata guidata a compierle e mi sento
incline a giustificarti”
“Ti riferisci a mia madre… A come lei mi ha manipolato”
Quella secca constatazione voleva originariamente apparire
come domanda, ma nella sua formulazione Regina si era ritrovata
inaspettatamente a rinunciare al punto interrogativo e a concludere
l’intervento con una nota di completa amarezza. L’uomo la fissò per qualche istante
e poi, forse comprendendo la non prevista inflessione nella sua voce, annuì
lentamente.
“Già e in un certo senso Cora è
stata manipolata da mio padre… Tu sei
stata manipolata da mio padre“ riprese cercando di spiegare al meglio il
groviglio di considerazioni che si erano formate via via durante l’ascolto
della storia. “E tutto questo perché lui voleva ritrovare me… Capisci cosa vuol dire?”
“Che dovrei prendermela con te e lasciare stare Biancaneve?”
domandò lei sarcastica, facendo cenno al barman di servirle nuovamente da bere.
“No” disse immediatamente l’altro, non riuscendo tuttavia a
trattenere una leggera risata a quella battuta infelice. “Sto dicendo che è tutta
colpa della magia, perché la magia non genera che male e tu lo sai meglio di
me”
“Hai ragione su questo” concordò Regina tornando nuovamente
seria. “Ho perso Henry per colpa della magia” aggiunse fissando il bicchiere
adesso pieno, perdendosi per qualche istante nei suoi propri pensieri.
Neal si voltò completamente verso di lei a quel nuovo spiraglio
sulla sua interiorità che gli stava inconsapevolmente offrendo, e fu forse con
la stessa inconsapevolezza che lui finì per prenderle entrambe le mani tra le
sue.
“Non l’hai perso, Regina… Sei una madre meravigliosa, stai
provando a fare una cosa che tua madre non è riuscita a fare, che mio padre non
è riuscito a fare: stai scegliendo lui, tuo
figlio, invece che la magia… E hai fatto un ottimo lavoro con lui, non credo
che io sarei riuscito a fare di meglio” confessò sinceramente guardandola dritto
negli occhi.
Nell’udire quell’imprevedibile riconoscimento, la donna sentì
improvvisamente i suoi occhi farsi lucidi e si ritrovò a stringere di più
quell’appiglio e quel conforto che forse per la prima volta dopo tantissimi
anni le veniva donato per davvero. Lentamente, un sorriso sincero si disegnò
sulle sue labbra e una lacrima silenziosa le raggiunse impastandole di sale.
“Grazie… Baelfire”
Normalmente Neal avrebbe protestato sentendosi chiamare con
quel nome e invece si limitò semplicemente a sorriderle di nuovo.
Days like these lead to
Nights like this
lead to
Love like ours
You light the spark in my bonfire heart
Ancora fermi lì, seduti
l’uno accanto all’altra davanti al bancone del locale, erano pronti per il quarto
e ultimo giro di drink; l’operazione sbronza sembrava essere fallita
miseramente, ma restando quasi completamente sobri avevano ottenuto molto più
di quanto avessero sperato per quella serata che non era per entrambi partita
con il piede giusto.
“Posso farti un’ultima domanda?”
“Prego”
Neal si rigirò il bicchiere tra le mani e si prese qualche
istante prima di lasciar vincere la viva curiosità sull’improvvisa sconosciuta
paura che da qualche parte dentro di lui lo implorava di tacere.
“Perché mi hai raccontato tutte queste cosa? Insomma, perché
proprio a me?”
Regina voltò la testa di scatto verso di lui, e stette a
guardarlo in silenzio per un po’ insolitamente a corto di parole, finché la
consueta diplomatica ironia che la contraddistingueva tornò a incresparle le
labbra.
“Il dottor Hopper costa troppo” disse infatti strappando una
risata all’uomo. “Ma questo non spiega perché tu mi sia stato a sentire con così
tanta attenzione…” aggiunse poi rigirando la domanda e scoprendosi interessata
forse più del dovuto nella futura risposta.
Neal, all’apparenza per nulla sorpreso, tirò fuori dalla
tasca qualche banconota, la posò sul bancone e si alzò in piedi, avvicinandosi
a lei con un enigmatico sorriso.
“Mio padre e tua madre avevano una relazione… saremmo potuti
essere fratelli”
“Quindi… Mi presti attenzione perché sarei potuta essere tua
sorella?” domandò lei ancora seduta, guardando in alto verso di lui, incapace
di nascondere la nota di delusione che aveva assunto la sua voce.
“No” si affrettò a precisare, chinandosi sul suo viso e rubandole
un fugace bacio. “Perché fortunatamente
non lo sei”
People like us, we
don't need that much
Just someone that starts,
Starts the spark in our bonfire hearts
NDA:
Che ve ne pare? Non ho resistito alla tentazione di scrivere
una one-shot incentrata totalmente su questa coppia!!
La prima volta che ho sentito questa canzone giuro di aver capito “Bealfire Heart” invece di “Bonfire Heart” e mi era quasi
sembrato un inno ad una ipotetica ship Neal/Cora :O ahah Sentendola poi con
calma, non ho potuto fare a meno di notare quanto stesse bene con la Queenfire e quindi eccola qui… P.S. Sì, credo che l’unica
ubriaca alla fine sia io xD Fatemi sapere cosa ne
pensate e grazie per aver letto:)