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Autore: Cassiopea Malfoy    18/09/2013    6 recensioni
“Perché te la prendi? Non è successo niente quella sera. Niente! Non capisco perché ti arrabbi tanto.” Le mie parole volevano ferirlo e ci riuscì. Vidi vacillare la sua corazza di freddezza. La vidi crollare come quella sera.
“La tua Digipietra non ti si addice per niente. Non ne capisci proprio niente di sentimenti e di amore.”
“Di che diavolo stai parlando adesso Yamato?”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sora Takenouchi, Yamato Ishida/Matt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La tua Digipietra non ti si addice per niente


Mi avviai verso casa con l'aria fredda che mi sferzava il viso.
“Sora! Sora, aspettami!”
Mi voltai di scatto verso la voce  che mi aveva chiamato, anche se sapevo già chi fosse: Yamato. Il cuore iniziò a battermi furiosamente nel petto e le guance presero a colorirsi di rosso. Era sempre così quando si parlava di Yamato. Però prima non ero così imbarazza. Prima almeno riuscivo a parlare in modo normale, senza sembrare una ritardata. Tutto questo prima che mi venisse la brillante idea di portargli un dolce al suo primo concerto, di fargli capire che mi piace e di farmi salvare come una stupida principessina.
“Senti, posso accompagnarti a casa? Avrei bisogno di parlarti.” Il solito tono serio, lo sguardo freddo e deciso, i capelli biondissimi e spettinati e la postura elegante. Arrossi di botto accorgendomi di essermi messa a fissarlo. Annui vigorosamente e ripresi a camminare. In ogni caso non sarei riuscita a spiccicare una parola. La mia salivazione era andata a farsi fottere e la voce era bloccata chissà dove. Lo vidi affiancarsi a me e con la coda dell’occhio notai che mi fissava. Sentì nuovamente le guance andare a fuoco sotto il suo sguardo. Non resistevo più alla curiosità. Volevo sapere che cosa aveva da dirmi. Questa situazione di imbarazzo si stava tirando avanti da troppo tempo e non riuscivo più a sopportarla.
“Allora, di cosa volevi parlarmi?” Avrei voluto risultare fiera e sicura di me ma tutto che mi uscì fu una voce gracchiante per colpa della gola secca.
“Volevo parlati di quella che era successo al concerto. Sai, dopo tutto il casino che è successo non abbiamo più avuto molto tempo per chiarire e.. Ho anche avuto l’impressione che tu mi stessi evitando.” Fece una scatto e mi si parò davanti, fermando la mia corsa. Fu talmente rapido che andai a sbattere contro il suo petto. Sentì il calore del suo corpo e i battiti del suo cuore e mi sentì al sicuro, a casa. Ma per la sorpresa feci un balzo indietro, allontanandomi da lui. Sentì una morsa al petto. Ormai stargli lontana stava diventano un dolore fisico. Incatenò i suoi occhi ai miei e fece un passo verso di me, avvicinando il suo viso al mio. Ero completamente bloccata.
“Sora, ho ragione? Mi stai evitando?” Il suo respiro caldo sul viso mi causò forti brividi lungo la spina dorsale. Ma mi allontanai di nuovo. Mi sentì offesa. Io forse l’avevo evitato ma lui non aveva di certo fatto niente per avvicinarsi a me, fino ad oggi.
“No.. Io.. Io non ti sto evitando. Al massimo sei tu che mi ignori. E per quanto riguarda quello che è successo al concerto.. Dimenticalo. Io.. Non so cosa mi sia preso.” Non sapevo perché gli avevo mentito. Sapevo solo che un suo rifiuto mi avrebbe uccisa. Non potevo permettermi di essere di nuovo debole davanti a lui. Non sarei più stata una principessina da salvare.
“Io ti ignoro!? E che diavolo significa che dovrei dimenticarlo!? Perché mai dovrei farlo? Io non voglio dimenticare Sora!” Il tono della sua voce si era alzato e i suoi occhi mandavano scintille. Scintille di rabbia e.. Dolore. Ma in quel momento non mi importò. Non sopportavo che mi urlasse in faccia. E così lo attaccai. Attaccai come facevo sempre quando mi sentivo messa all’angolo.
“Perché te la prendi? Non è successo niente quella sera. Niente! Non capisco perché ti arrabbi tanto.” Le mie parole volevano ferirlo e ci riuscì. Vidi vacillare la sua corazza di freddezza. La vidi crollare come quella sera.
“La tua Digipietra non ti si addice per niente. Non ne capisci proprio niente di sentimenti e di amore.”
“Di che diavolo stai parlando adesso Yamato?”
“Cristo Sora, io ti amo!” Fece una lunga pausa prima di ricominciare a parlare come un fiume in piena. Lasciò che le sue parole mi arrivassero dritte al cervello e al cuore. “Volevo parlarti di questo.. Volevo dirti..” Ma io ormai non lo stavo più ascoltando. Le sue parole mi rimbombavano nel cervello.

Cristo Sora, io ti amo!
Sora, io ti amo!
Io ti amo!
Ti amo!


Mi aveva detto che mi amava e io restavo lì imbambola come una scema. Feci la prima cosa che mi passò per il cervello e capì in quel preciso istante che avrei dovuto farlo molto tempo fa. Mi gettai sulle sue labbra bloccando il flusso delle suo parole. Dopo qualche secondo di sorpresa e sgomento mi strinse le braccia intorno alla vita e rispose al bacio. Mi lasciai completamente andare, lasciai correre le mia dita tra i suoi capelli biondi e mi beai del suo profumo.
Mi staccai e gli sorrisi. “Cristo Yamato, ti amo anche io!” Si mise a ridere e mi baciò di nuovo, travolgendomi completamente. Perché Yamato era questo per me: sentimenti, emozioni, attesa, imbarazzo, rabbia, aspettative.
Yamato era tutto. E tutto questo era mio. Yamato era mio.



Spazio d'autrice
Salve a tutti! Questa è la prima storia che pubblico su EFP. Ne sto scrivendo un'altra abbastanza impegnativa sul mondo di Harry Potter e così ho pensato di scrivere qualcosa di un po' più leggero intanto. Amo la coppia SoraXYamato! Spero che vi piaccia e di ricevere qualche recensione
 
  
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