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Autore: Stria93    19/09/2013    8 recensioni
E se Rumpelstiltskin si trovasse a dover prendersi cura di una Belle malata, affetta da una febbre che può essere curata solo con una pianta molto rara che cresce solo nella lontana e misteriosa terra di Agrabah?
Il Signore Oscuro non si è più preso cura di nessuno dopo la perdita di Bae, ma ora Belle ha bisogno di lui, ed egli giura che farà di tutto per farla guarire.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storybrooke, ventotto anni dopo...


Rumpelstiltskin entrò in camera con la solita andatura claudicante, reggendo una tazza fumante con una mano e appoggiandosi all'impugnatura del bastone con l'altra.
Belle, seduta a gambe incrociate sul letto, tra le coperte, alzò gli occhi dal libro che stava leggendo, ma il sorriso col quale era pronta ad accogliere l'uomo che amava svanì non appena le giunse alle narici un odore nauseante che difficilmente avrebbe potuto dimenticare.
Lui si sedette sul bordo del letto e le accarezzò una guancia calda e arrossata, sorridendole con dolcezza: - Come ti senti, dearie? -
- Potrei stare meglio, ma non mi sento così male da dover ingurgitare quella schifezza. - Rispose la ragazza indicando il contenuto della tazza.
Rumpelstilskin fece un sorrisetto malizioso: - Oh, andiamo tesoro. Non fare la bambina. Sai che ti farà guarire in men che non si dica. -
Belle incrociò le braccia al petto e mise il broncio: sapeva che l'uomo si stava divertendo un mondo, mentre lei era malata e ora le toccava anche mandare giù quell'intruglio disgustoso.
- Perché non posso prendere le medicine di questo mondo? - Pigolò - Alcune hanno un buon sapore di arancia, limone, miele e comunque sono certamente meglio di questo... -
- Ma sono decisamente meno efficaci, dearie. Con questo infuso invece ti rimetterai in meno di tre giorni, lo sai bene. - L'uomo sospirò paziente, come si fa quando si cerca di spiegare qualcosa ad un bambino cocciuto.
- E poi, quando ti sarà passata la febbre, potremo festeggiare la tua guarigione come si deve. - Aggiunse con una voce suadente e carica di promesse.
- So cosa stai cercando di fare, ruffiano di un folletto. Ma non berrò mai più quella roba. Non se ne parla. -
Gli occhi di lui brillarono di una luce furba e un po' maligna, mentre sul suo volto comparve il solito ghigno scaltro e divertito che tanto le era mancato: - E va bene, dearie. L'hai voluto tu. -
Così dicendo schioccò tranquillamente le dita e il libro che la giovane teneva aperto in grembo svanì all'improvviso in una nuvoletta violacea che si dissolse all'istante.
- Che cos'hai fatto?! - Esclamò lei indignata. - Mi piace moltissimo e per di più devo ancora finirlo! Ridammelo! -
Rumpelstiltskin sogghignò di nuovo: - Diciamo che ora il tuo prezioso romanzo è mio prigioniero, dearie. Lo potrai riavere solo quando avrai bevuto l'infuso fino all'ultima goccia. Abbiamo un accordo? -
Belle fece per protestare ancora, ma sapeva che insistere sarebbe stato completamente inutile, quindi sospirò rassegnata e fece una smorfia: - Ricattatore. - poi acconsentì a prendere la tazza dalle sue mani e a portarsela alle labbra di malavoglia.
Il sapore del rimedio era, se possibile, anche peggio di come lo ricordava.
Rabbrividiva dal disgusto ad ogni sorso ma cercò di trangugiare tutto il più in fretta possibile senza soffermarsi troppo sul pessimo sapore, finendo quasi per ustionarsi gola e lingua. Alla fine riuscì a svuotare completamente la tazza e la mostrò all'uomo, che osservava sorridendo le sue smorfie disgustate: - Visto? Ora posso riavere il mio libro? -
Lui annuì, sempre più divertito: - Un accordo è un accordo, dearie. -
Schioccò di nuovo le dita e il volume riapparve esattamente nel punto in cui era svanito poco prima, aperto alla stessa pagina.
- Grazie. - Borbottò Belle, ancora un po' stizzita. - Un giorno mi dirai quali ingredienti servono per creare qualcosa di tanto rivoltante. -
Rumpelstiltskin, che stava per andarsene, si bloccò sulla soglia della porta e si voltò di nuovo verso di lei con aria pensierosa: - Credo che sia colpa soprattutto del cuore di pipistrello...o forse dell'occhio di rana. -
La ragazza impallidì all'istante e lo guardò allibita.
L'uomo allora non potè trattenere una risata: - Oh dearie, sei sempre la solita credulona. Rilassati, sono solo innocue erbe medicinali anche se capisco che non abbiano proprio un buon sapore. -
A quel punto Belle afferrò un cuscino e lo scagliò nella sua direzione, mancandolo di molto.
Il sorrisetto di lui si allargò ancora di più: - Devi perfezionare la mira, tesoro. Torno più tardi a vedere come stai. Chiamami se hai bisogno di qualcosa. -
Lei annuì, poi tornò alle pagine del suo libro, sorridendo tra sé: era felice di vedere finalmente un po' di serenità negli occhi tormentati del suo amato.
I ventotto anni trascorsi sotto l'effetto del sortilegio avevano cambiato molto l'aspetto del Signore Oscuro che Belle aveva conosciuto nella Foresta Incantata: la pelle squamosa dai riflessi dorati era svanita, i capelli avevano perso quella piega ondulata e un po' ribelle, e il viso assomigliava molto di più a quello di un normale essere umano, ma quella vena malinconica e triste non l'aveva abbandonato e la giovane riusciva ancora a intravederla dietro le sue iridi color nocciola.

Quella sera Rumpelstiltskin si coricò accanto a Belle nel letto matrimoniale dell'elegante camera.
- Dovresti dormire, dearie. Ti farà bene e vedrai che domani mattina ti sentirai molto meglio. -
Lei sbadigliò e in effetti si rese conto che le palpebre si erano fatte pesanti come pietre e gli occhi le si chiudevano inesorabilmente, impedendole di continuare a leggere.
Richiuse il libro e lo posò sul comodino accanto al termometro, spense l'abat-jour poi si rannicchiò contro il fianco di lui, proprio come aveva fatto ventotto anni prima al Castello Oscuro.
Gli posò una mano sul ventre e l'uomo la strinse nella sua, mentre con l'altra sistemò meglio la coperta intorno alle spalle della ragazza e iniziò a giocherellare affettuosamente con i suoi capelli.
- Rumpel? -
- Sì, Belle? -
- Mi racconteresti di nuovo quella storia? -
- Quale storia? -
- Oh, non fare finta di non capire. Intendo quella che mi avevi raccontato al castello, quando ero malata. C'entravano un principe e una fata se non mi sbaglio... -
- Ah, vuoi dire quella del principe Ahmed e della fata Parì-Banù. -
Belle annuì: - Esatto. -
- E va bene, tesoro, ma tu cerca di dormire, ok? Allora... c'era una volta... -

L'uomo raccontò la storia esattamente come se non fosse trascorso un solo giorno da quel tempo lontano in cui la sua pelle era ricoperta di squame e si era seduto sul bordo del letto della camera della sua domestica a narrarle quella stessa favola. Non cambiò nemmeno una parola.
Rumpelstiltskin finì il racconto e stette per un po' sveglio a riflettere, accarezzando distrattamente i capelli della ragazza che respirava piano al suo fianco.
Ripensò a quella volta in cui si era preso cura di lei: gli tornarono alla mente la terribile sensazione di orrore e paura davanti al possibilità di poterla perdere, il dolore provato nel vederla sofferente e scossa dai brividi, la tenerezza che l'aveva travolto quando gli aveva chiesto con quel filo di voce di restare con lei per la notte.
All'epoca entrambi provavano già sentimenti forti l'uno per l'altra, ma erano troppo timidi, orgogliosi e timorosi di non essere ricambiati per farsi avanti, invece ora condividevano lo stesso letto senza più alcuna paura o imbarazzo, cercavano volontariamente il contatto tra i loro corpi e l'amore che li univa era più forte che mai e finalmente in grado di manifestarsi.
Rumpelstiltskin posò le proprie labbra sulla fronte calda della giovane, che inarcò le labbra in un sorriso sereno.
Non avrebbe saputo dire se si fosse già addormentata oppure no.
Una nuvola di passaggio nascose la luna piena per un attimo, gettando ombre scure sulle pareti della camera, per poi allontanarsi così com'era arrivata e lasciar filtrare dalla finestra la luce del globo argenteo che si stagliava alto contro il cielo, sovrastando i tetti di Storybrooke.
Pareva davvero lo stesso astro che splendeva fuori dalle vetrate del Castello Oscuro quella notte in cui Rumpelstiltskin era rimasto a vegliare sul sonno della sua domestica malata.
Ventotto anni erano passati da allora: ventotto interminabili anni durante i quali aveva creduto di aver perso per sempre il suo Vero Amore, e per di più se n'era sempre fatto una colpa, ma ora lei era lì, accanto a lui. Era reale. Era viva.
Era come se il sole fosse finalmente risorto dopo una notte lunga e buia, senza luna o stelle a rischiararla. Era come la fine di un inverno particolarmente rigido, quando il calore della primavera, trasformatosi ormai in uno sbiadito e dolce ricordo, scioglie la neve e risveglia la natura e ci si stupisce di aver quasi dimenticato quanto tutto questo possa essere meraviglioso e piacevole.
Da quando il sortilegio si era spezzato, Rumpelstiltskin aveva perso il conto di quante notti insonni avesse trascorso per paura di addormentarsi e, al risveglio, rendersi conto brutalmente che non si era trattato che di un bellissimo sogno.
Belle, come se avesse avvertito quei foschi pensieri, si strinse ancora di più a lui, affondando il viso nella morbida casacca di seta del suo pigiama.
L'uomo sorrise e riprese ad accarezzarle i capelli. Non l'avrebbe persa, non di nuovo. Sarebbero stati insieme per sempre e finalmente avrebbero avuto il lieto fine che per tanto tempo era stato loro negato.

 

 

 

 

Da Stria93: Sì, lieto fine....come no. -.-
Comunque, eccoci alla conclusione della storia con un brevissimo epilogo ambientato a Storybrooke dopo che il sortilegio è stato spezzato. Mi auguro che questo salto di tempo e spazio non sia risultato fuori luogo ma mi piaceva tanto l'idea e non sono riuscita a tenerla per me. Spero che questa sorpresina finale vi sia piaciuta. :)
E ora passiamo ai ringraziamenti ufficiali: ovviamente un grazie infinite a tutti coloro che hanno inserito questa storia tra le seguite e le preferite, specialmente a chi ha avuto la pazienza di leggere tutti i capitoli dall'inizio alla fine.
Grazie mille a tutti i lettori silenziosi e ancora di più a chi mi ha lasciato il proprio parere, ma in particolar modo grazie ad annachiara27, DreamWriten, Euridice100, gelb_augen, jarmione, Julie_Julia, Nimel17, Norma per le splendide recensioni che mi hanno accompagnata, consigliata e sostenuta nella stesura di questa breve long. :)
A presto e ancora grazie di cuore a tutti! <3

  
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