Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: TaliaAckerman    25/09/2013    5 recensioni
[Revisione in corso]
Primo capitolo della serie del "II ciclo di Fheriea"
Dal diciottesimo capitolo:
"Pervasa da un senso di feroce soddisfazione, Dubhne alzò il braccio destro in segno di vittoria. La folla intorno a lei urlava e scandiva il suo nome, entusiasta. E la cosa le piaceva."
Salve, e' la prima fan fiction che pubblico in questa sezione. Più che una ff però è un romanzo, il mio romanzo, ideato e steso in più di due anni di fatiche e grandi soddisfazioni. Spero vi piaccia^^
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'II ciclo di Fheriea'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
32




Claris la fissò un istante sentendo quelle parole, e dovette notare il lampo di determinazione che attraversò le calde iridi di Dubhne. Meglio così, almeno avrebbe capito che faceva sul serio. Più una cosa è improbabile, più il desiderio di raggiungerla si fa sentire.
A volte Dubhne si era vergognata dei propri pensieri infantili; da bambina aveva immaginato se stessa come una Guerriera centinaia di volte, lo sguardo sicuro, i capelli chiari che ondeggiavano al vento. Appoggiata alle finestre della sartoria del signor Tomson aveva posato lo sguardo verso ovest per nottate intere, il naso appiccicato sulle gelide lastre e gli occhi lucidi.
Ora, seduta sulla brandina bianca, nella sua mente vorticarono immagini confuse: lei e Clia che duellavano, le ferite, il sangue, la vittoria…
No. Piedi per terra. La giovane si sforzò di apparire tranquilla. Clia doveva essere una semplice avversaria, nulla di più. Era brava, molto brava, ma dicendo a Claris che avrebbe vinto Dubhne non aveva mentito.
– Ce la farò - alzò gli occhi, stupendosi nel constatare che anche gli occhi di Xenja erano leggermente appannati. Claris invece le prese una mano. – Lo so - fu lei a dirlo quella volta. – Ci fidiamo di te.- aggiunse l’altra ragazza, anche se senza riuscire a nascondere un tremito. Phil pareva dubbioso, ma mormorò lo stesso un: “buona fortuna.” Quasi senza esitare, Dubhne si alzò dal bordo del letto su cui era seduta, afferrò la sciabola che pendeva dal comodino di legno e ignorando le parole agitate di Lisax si diresse verso l’ingresso. Kala la bloccò appena prima che uscisse:- Dove credi di andare tu? – chiese in tono duro.
– Ad allenarmi.- rispose lei freddamente. – Se voglio sperare di vincere non posso più rimanere qui.
– Se vuoi sperare di vincere devi aspettare di esserti rimessa del tutto, almeno! Cosa credi che dirà Malcom Shist dopo che sarai crollata dalla fatica, nell’Arena?
Dubhne ignorò la fitta di dolore alla spalla. – Hai ragione. – il suo tono suonò più calmo ma, in qualche modo, più terribile. – Io non voglio sperare di vincere. Io in quella Arena vincerò e basta.
La ragazza non udì neppure i commenti piccati dell’infermiera, e seguita a ruota da Claris e Xenja superò il portone.
Ma evidentemente non era l’unica ad aver avuto l’idea di allenarsi. Nel gigantesco e spazioso cortile di pietra che si apriva davanti al palazzo Cerman, c’era anche qualcun altro.
Peterson. Jackson. E Clia. Più qualche altro Combattente che era rimasto all’aperto per godersi lo spettacolo di quei due assassini che duellavano. Dubhne aveva pensato che Jackson sarebbe stato in grado di spazzare via la ragazza in pochi minuti, eppure Clia era ancora lì, che lottava con le unghie e con i denti. – È… bravissima. – sussurrò Claris suo malgrado, digrignando i denti.
A quanto pare anche Peterson la pensava così. Cambrel stava in piedi a pochi passi da loro, dandogli la schiena. Fissava il combattimento che stava avendo luogo senza un battito di ciglia, ma con un vago sorrisetto arrogante sulle labbra.
– Andiamo via prima che ci noti. – Dubhne non aveva alcuna intenzione di cadere di nuovo in una conversazione umiliante con quell’uomo. Spinse di lato le due ragazze.
– Non hai più niente da invidiargli, Dubhne. – osservò Xenja mentre si sistemavano più in là, sotto i portici. Lei rispose con un lieve moto di stizza:- Non è per quello. Io… non mi importa nulla di quello che fanno in allenamento.
In verità guardare Jackson e Clia l’aveva fatta vacillare pericolosamente; immaginandosi i duelli di Clia, la giovane non le era sembrata troppo brava, ma ora che la vedeva da vicino capiva che poteva arrivare a dare del filo da torcere anche a Jackson. Che l’uomo fosse più esperto e – se possibile – violento di lei non era un segreto, ma il Combattente poteva trovar pane per i suoi denti nella fulminea furia della ragazza. L’idea di una finale tra quei due le mise addosso un’ansia insopportabile. Concentrati, pensò poi mentre Claris estraeva il pugnale. Si mise in posizione d’attacco e si preparò a combattere.


Le gradinate dell’Arena erano gremite. In tutti quei giorni Dubhne non aveva mai visto una simile folla, neanche agli scontri di Jackson. Ma d’altronde, chi si sarebbe perso uno scontro del genere? Da una parte lei, Dubhne, la Ragazza del Sangue. Principiante arrivata alle semifinali stupendo se stessa e il mondo intero.
E poi Clia. Assassina dai modi spietati, gelida, letale. Così maledettamente abile da aver battuto senza difficoltà avversari molto più maturi ed esperti di lei.
Dubhne guardava dritta davanti a sé; la terra battuta del campo era secca, e la leggera brezza estiva di quel giorno trasportava di qua e di là piccole manciate di polvere. I muraglioni di pietra parevano brillare sotto la luce del mattino. Dietro alla ragazza, Malcom stava in piedi silenzioso, così come James, Mia, Socka e tutti gli altri. Tutti? No. Mancavano Xenja e, soprattutto, Claris. Per punirle, dopo la rapida fuga intrapresa dall’Arena il giorno prima, Shist aveva loro categoricamente vietato di assistere al combattimento con Clia, che fosse dagli spalti o dalla galleria. Anche se lievemente rincuorata dalla presenza di James, che avrebbe duellato con Jackson quel pomeriggio, Dubhne si sentiva terribilmente sola.
Da fuori, Rodrick sbraitava praticamente a caso commenti e incitamenti, ma lei era così tesa da non riuscire a comprendere le parole eccitate.
Capì che era il momento. Controllando alla meglio la tremarella, si voltò verso James. – Ce la puoi fare. – le disse lui, le braccia incrociate. Le labbra della ragazza ebbero un fremito.
– Io… lo so. – disse per l’ennesima volta, ma con fare insicuro non resistette; appoggiò il viso su una spalla del giovane e lo abbracciò. Lui le accarezzò la testa, che era scossa da tremiti irrefrenabili. – Vai e falla finita.- sussurrò sorridendole piano. Dubhne si separò da lui e guardò Malcom in volto, il quale, leggermente annuì.
– Buona fortuna. – mormorò timidamente Drembow da dietro. Dubhne sorrise nervosamente e chiuse gli occhi, concentrandosi solamente sul proprio respiro.
Alla fine, udì un solo nome:- … DUBHNE!
Mandando al diavolo ogni insicurezza, la Combattente si affrettò ad entrare nell’Arena. Doveva apparire sicura. Si guardò in torno, e sulle gradinate scorse Illa, Lisax e qualche altro Combattente della squadra di Ellison Pets. Alzò lentamente un mano in cenno di saluto. Il clamore della gente crebbe a quel leggero gesto.
– E dalla squadra di Peterson Cambrel…- la voce del commentatore crebbe d’intensità. - … ecco a voi la splendida Clia!
Lei si diresse in campo con passo sicuro, la folta chioma rossa brillante sotto i raggi solari. Nei suoi gelidi occhi verdi non si leggeva nulla, se non determinazione e una sorta di gelido furore. La giovane fece un leggero cenno di saluto in direzione dell'avversaria. - Dubhne.
- Clia. - fece lei di rimando. Clia si aprì in un mezzo sorriso: - Finalmente ci incontriamo, eh?
Trattenendosi dallo scagliarsi su di lei ancor prima dell'inizio del duello, Dubhne annuì. Clia non abbandonò l'espressione arrogante:- Credimi, sarà un vero piacere battermi con te.
- Anche per me, stanne certa. - ringhiò lei, stringendo i pugni.
Mentre la folla attendeva trepidante che lo scontro cominciasse, Rodrick sbraitò:- E signori e signori, questo è in assoluto il primo anno i cui due semifinaliste sono Combattenti femmine! Ma d’altronde, cosa ci si poteva aspettare da queste due guerriere provette?
Applausi concordanti dalla folla. Dubhne non ce la faceva più ad aspettare. Alla fine, Rodrick annunciò: Bene, la battaglia può… INIZIARE!
Dubhne agì senza riflettere: con furia, si gettò sull’avversaria. Abbatté la sciabola su di lei, sperando disperatamente che i colpi andassero a segno e al contempo cercando di mirare alla meglio. Clia schivò tutto senza apparenti particolari difficoltà, ma se non altro non trovò il tempo per contrattaccare. Dopo alcuni secondi, le due si allontanarono leggermente l’una dall’altra.
Ansimando, Dubhne tentò di ignorare il dolore pulsante che la ferita alla spalla le infliggeva ancora. Va bene. Va bene, stai calma. Clia la stava squadrando con un’ombra di scherno negli occhi chiari, ma Dubhne non si lasciò intimorire. Non avrebbe fatto il suo gioco. Le due cominciarono a muovere lenti passi di lato, senza staccarsi lo sguardo di dosso. Fa’ qualcosa!
La giovane scartò di lato come per tentare un attacco laterale, ma poi deviò all’improvviso cercando di sorprendere Clia da davanti; non servì a nulla. La ragazza rise:- Andiamo Dubhne… credi che basti questo per battermi?
- E tu hai intenzione di fare qualcos’altro che non sia schivare?- rispose lei glaciale, o almeno sperò di sembrare tale. L’avversaria non rispose più, limitandosi a ridere seraficamente. Senza riuscire a controllare l’irritazione, Dubhne si avventò nuovamente su di lei, la lama alzata. Finalmente Clia contrattaccò, deviando il fendente con un colpo di coltello. – Guarda e impara, ragazzina! – esclamò, con in viso stampato un mezzo superbo sorriso. Fulminea, menò un pericoloso fendente nella direzione di Dubhne, e un altro, e un altro ancora. Colta alla sprovvista da una tale velocità, la ragazza si ritrovò costretta a schivare, arretrando sempre di più.
– Andiamo…- la stuzzicò Clia, senza però smarrire la concentrazione. – Non vuoi farmi vedere di che cosa sei capace? Oppure non c’è più niente della Ragazza del Sangue?
Digrignando i denti infuriata, Dubhne parò l’ennesimo colpo della Combattente con il piatto della sciabola, poi attaccò nuovamente mirando alle gambe dell’avversaria. Ma Clia, agile come una gazzella, spiccò un salto praticamente perfetto, portandosi a distanza di sicurezza. Era veloce. Troppo veloce. Anche per lei. Quel pensiero ottenne il risultato di aizzarla ancora di più, e forse fu un bene perché altrimenti avrebbe probabilmente buttato la spugna, arrendendosi e implorando la giovane di finirla in fretta. Le due Combattenti si scontrarono di nuovo, Dubhne picchiando potenti fendenti con al sciabola, Clia schivando e talvolta stuzzicando l’avversaria con lievi colpi al corpo. Le braccia le si riempirono in fretta di tagli; lievi e superficiali, ma brucianti e fastidiosi allo stesso tempo. Era quello lo schema di Clia: stancarla, procurarle dolore un po’ alla volta; in uno scontro che superasse la mezz'ora di tempo la Combattente sarebbe stata senz’altro avvantaggiata, con quel fisico snello ed elegante…
Dubhne riuscì per un attimo ad eludere la guardia della ragazza, infliggendole un doloroso taglio sotto il torace; ma non ebbe il tempo di festeggiare: inviperita, Clia si lanciò all’attacco con più foga di prima e i due fluide e rapide mosse incise sul suo volto due profondi sfregi. Ricordando di ciò che la guerriera aveva fatto a Phil, Dubhne arretrò rabbiosa. Il sangue sgorgava dalle ferite sul suo viso, scivolandole sul corpetto e impedendole un buona visuale. Clia avanzò verso di lei con in volto un’espressione fredda e feroce…
Non voglio morire!
La giovane strinse l’impugnatura sulla sciabola e si preparò a riprendere a combattere. Clia non esitò a tentare di colpirla, ma questa volta anche Dubhne era pronta; con qualche difficoltà schivò tutti i colpi dell’avversaria, e riprese a picchiare il metallo della propria lama in direzione della Combattente. Continuarono a duellare così ancora per alcuni, interminabili minuti, e poi accadde.
Fu un momento. Un istante. Trasportata dalla furia e dal dolore, Dubhne abbatté un colpo potente sul braccio di Clia dal basso verso l’alto, facendole volare via l’affusolato coltello. Le Combattenti rimasero a fissarsi, entrambe stupefatte. Il sorriso si gelò sul viso di Clia. Poi, senza riflettere, così veloce da non permettere all’avversaria di fare nulla, la giovane assestò a Dubhne un potente manrovescio in pieno volto. Dubhne arretrò, quasi inciampò nei propri piedi mentre la sciabola cadeva a terra anche a lei e Clia, guidata dall’istinto e dalla disperazione, continuò a massacrarla di pugni diretti al volto. Cercando di ricordarsi ciò che Malcom le aveva spiegato sui combattimenti corpo a corpo, la ragazza si portò le braccia al petto, tentando di proteggere viso e torace.
Il pubblico stava letteralmente esplodendo dall’entusiasmo, e le sue grida perforavano le sue orecchie come lame ghiacciate. Dubhne mollò all’avversaria un poderoso colpo ai fianchi, praticamente alla cieca, ma mozzandole il respiro. Poi mirò al viso; le sue nocche urtarono gli zigomi di Clia emettendo un suono di ossa spezzate, e procurandole una nuova fitta di dolore. Ringhiando rabbiosamente, Clia reagì colpendola a sua volta in viso. Dubhne sentì il pugno destro della giovane schiantarsi sul suo naso, da cui schizzarono immediatamente abbondanti schizzi rosso porpora. Non era più un duello ormai; era una lotta mortale. Clia tentò ancora di colpirle la faccia, ma Dubhne schivò i suoi fendenti piegando la testa all’indietro, con il sangue che zampillava ovunque. A malapena riusciva a tenere gli occhi aperti. Clia, trionfante, alzò una gamba e con furia le assestò un potente calcio negli stinchi, scaraventandola a terra. Disperata, gemendo per il dolore e con il viso imbrattato di sangue, Dubhne vide qualcosa scintillare davanti a sé. Era una lama. Una lama argentea e affusolata: il coltello di Clia. La Combattente lei si avvicinò fulminea, ma fu troppo tardi.
Senza ragionare, senza averlo premeditato, seguendo solamente il proprio istinto Dubhne afferrò l’arma della sua avversaria e, mentre questa abbatteva ancora una volta il pugno sulla sua schiena, si voltò e con tutta la forza che le era rimasta picchiò il manico del pugnale sulla sua tempia.
Clia ricadde su di lei a peso morto. Incredula e sconvolta, Dubhne ci mise un istante a capire che la battaglia era finita.







Note: Salve a tutti finalmente ho aggiornato ^-^ Lo so, sono in ritardo come al solito xD Grazie come sempre a tutte le persone che hanno recensito, in particolare a Miwako Honoka e The13 che hanno commentato per la prima volta. Grazie! :D Un bacio a tutti i lettori, Talia :3
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: TaliaAckerman