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Autore: Yoan Seiyryu    29/09/2013    4 recensioni
Red/Hook
Dopo la morte di Milah, Killian Jones tenterà di riportarla in vita, stringendo un patto con Cora. Si addosserà una maledizione che lo priverà dei suoi anni di vita e tenterà di vendicarsi in ogni modo. Sarà la vendetta a fargli incontrare qualcuno che come lui porta sulle spalle una maledizione, Cappuccetto Rosso.
***
-Non permetterò che muoia-
-Dovrai pagare un prezzo molto alto per salvarla- le labbra affusolate si arricciarono in un ghigno.
-Quanto alto?-
-Tanto quanto ciò che desideri salvare-
[...]
E Cappuccetto Rosso riuscirà ad accettare la sua doppia natura?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Killian Jones/Capitan Uncino, Ruby/Cappuccetto Rosso, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Time '
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XXIII. Epilogo





La lotta con Sinbad era giunta al termine e Proteo era riuscito a recuperare il Libro della Pace. Avevo spezzato la maledizione dell’orologio e al tempo stesso mi ero creato una nuova nemica. Cancellare la vendetta contro Tremotino e dimenticare poco a poco la morte di Milah fu più semplice del previsto.
Riuscimmo a recuperare la Jolly Roger che non era affondata insieme al kraken, per quanto sarebbero servite settimane per rimetterla davvero in sesto, avremmo continuato ad avere la nostra nave. Siracusa non era più un miraggio, finalmente avrei potuto visitare quella terra di cui Proteo mi aveva spesso parlato con nostalgia.
Ormai eravamo pronti a dividerci e a prendere ognuno la propria strada. Si era deciso a tornare nel suo regno per porre fine alle guerre dei sette paesi, così da ristabilire la tranquillità e diventare  il nuovo Re dopo suo padre.
Fummo accolti con il massimo rispetto possibile tra quelle strade luminose e colme di chiarore, Proteo era entrato in città come un eroe mostrando al suo popolo il Libro che lo avrebbe salvato. Suo padre quasi non riuscì a credere ai suoi occhi stanchi quando lo vide fare irruzione nella sala del trono, vestito come uno dei peggiori tra i pirati e seguito da altrettanti poco raccomandabili.
Il pianto di bentornato si prolungò il necessario, poiché poi sovvenne il racconto di tutto ciò che era accaduto durante la sua assenza. Nessuno desiderò ricordare la messa a morte del Principe e non vi fu nemmeno uno dei rappresentanti dei sette regni che volle richiamare alla mente quel gravissimo errore, soprattutto perché ormai Proteo era tornato come un salvatore.
Il Libro della Pace fu riaperto e posizionato all’interno di un’alta torre che fungeva da faro per il porto di Siracusa, per illuminare i popoli  e porre fine a quelle assurde guerre che per anni avevano distrutto uomini e famiglie.
Quella sera stessa si sarebbe organizzata una festa in onore del Principe e tutti noi eravamo stati invitati, io non ero propenso a rimanervi ma Red insistette, non potevo andare via in un momento così importante per lui.
La festa non tardò a giungere e mi ritrovai catapultato in un mondo che avrei preferito non guardare più da vicino. Come poteva Proteo riabituarsi ad un tipo simile di vita? Aveva affrontato avventure, era stato libero di fare della sua vita ciò che desiderava ma alla fine era tornato al punto di partenza.
Il Palazzo brulicava di nobili dai lunghi abiti e i miei uomini non si risparmiarono dal trafugare qualche prezioso gioiello dal collo di  gentildonne che cedevano alle lusinghe di uomini che aveva il fascino del vissuto.  Christian ovviamente fu l’invidia di molti aristocratici, riuscì a sfoggiare il suo miglior completo da sera per conquistare le dame più ricche di Siracusa e dei regni vicini.
Io me ne stavo accanto ad una colonna, ad osservare in silenzio ciò che vedevo intorno a me. Nella mie stanze avevo trovato un abito adatto all’occasione, il re ancora in carica teneva molto alle apparenze e non desiderava che per quella sera qualcuno potesse non essere perfetto. Certo, provai a vestirmi in quel modo ma vi rinunciai subito dopo, tornando ad indossare i miei soliti abiti. Non volevo mescolarmi con quelle persone e un po’ era anche un modo per protestare contro  la scelta di Proteo di rimanere lì.
Solo una pallida visione alla fine della sala mi fece riprendere da quei pensieri, quando incontrai l’esile figura di Red che si ergeva tra tutti come la più bella. O erano i miei occhi a vederla in quel modo?
Un lungo abito scarlatto scendeva perfettamente a delinearle le forme del corpo, i capelli corvini erano per metà raccolti, così da scoprirne meglio il viso sorridente.
Iniziai ad incamminarmi verso di lei, se non fosse che alcune dame la circondarono per poter sapere di più di lei e delle sue avventure, soprattutto erano curiose di conoscere la vita a bordo di una nave.
Probabilmente nessuna di loro sarebbe riuscita a sopravvivervi. Mi avvicinai, oltrepassando la loro curiosità fino a sostare davanti a lei, inchinandomi con eleganza per poi porgere la mano in avanti.

-Mia Signora, mi fareste l’onore di concedermi questo ballo?- domandai alzando leggermente il mento, per poterla guardare negli occhi.

Red non si limitò a sorridere e ad accettare con delicatezza la mia mano, ma aggiunse:
-Solo se me lo chiederete altre due volte, così da sembrare totalmente sconveniente [1]-.

Le altre dame ci guardarono con una leggera preoccupazione, era evidente che non fossimo poi così adatti a quel luogo, ma in fondo non eravamo lì per mescolarci tra di loro, piuttosto per presenziare ad un evento importante.
La condussi dunque al centro della sala, coinvolgendola in una danza che fortunatamente conoscevo abbastanza bene, in fondo avevo sempre detto di essere un gentiluomo.
Mentre la facevo volteggiare mi rendevo sempre più conto di quanto la mia vita fosse legata alla sua. Tutti i momenti trascorsi insieme mi giunsero alla mente per rischiarare il buio che tentavo di mandar via.
La musica non era ancora terminata che colto da un improvviso desiderio di togliermi del tutto la maschera di Capitan Hook e di dimostrarmi Killian Jones, quel Killian Jones che avevo abbandonato tempo fa. La avvicinai a me, avvolgendola per la vita e lasciando che il resto della danza la proseguissero gli altri.
Red mi guardò senza capire che cosa avessi intenzione di fare, in fondo nemmeno io ne ero piuttosto certo.

-Credo di amarti- quelle parole uscirono come un fulmine al ciel sereno, non le avevo previste e non ero riuscito fino ad ora a confessare qualcosa di simile, poiché tenevo per me quel sentimento che cresceva sempre di più. Per un attimo ebbi paura persino di sembrare uno sciocco o un bugiardo.

Red per un attimo distaccò le mani dalle mie spalle, trascinandole lungo i fianchi, stupita quanto me da ciò che avevo detto. Forse lo considerò come un momento di ubriachezza, o forse no.
-E te ne accorgi soltanto adesso?- il suo sorriso esplose al culmine della felicità –E’ dalla prima volta che mi hai vista che ti sei innamorato di me-.

Sgranai gli occhi, prima di scoppiare a ridere per quel sarcasmo inaspettato. Come si poteva ridere su una cosa così seria? Lo si poteva solo con lei, che era in grado di alleggerire qualunque pesantezza al mondo.

-Non proprio dalla prima, forse la seconda, ma sono sicuro che la terza fosse stata quella più…- non mi diede il tempo di finire che mi posò un dito sulle labbra per zittirmi.

-Vogliamo tornare a quello che mi hai detto prima?- mi fece capire che mi ero lasciato prendere dal nervosismo, non che ne provassi davvero, ma che evidentemente ormai ero entrato nella consapevolezza di amarla davvero. Non che avessi dubbi in proposito, ma affermarlo ad alta voce era una grande prova.

Tutti avevano smesso di danzare poiché il re desiderava brindare al ritorno del Principe, che non ero riuscito ad incontrare per tutta la serata. Io e Red ci dovemmo distoglierci dal nostro breve momento di solitudine e ci mettemmo in disparte per assistere al brindisi.
Mentre osservavo l’innalzarsi dei calici e il discorso iniziava a farsi avanti, provai un lieve moto di rabbia. Purtroppo non riuscivo a togliermi dalla testa che Proteo sarebbe rimasto a Siracusa e che non ci avrebbe seguito nel nostro viaggio.
Vi lasciai Red ad assistere, così mi rifugiai all’esterno della sala che conduceva ad una grande terrazza che si affacciava ad un giardino interno, mentre potevo con gli occhi osservare anche il mare che si stagliava all’orizzonte. Il cielo era trapuntato di stelle e la luna crescente si innalzava alta a segnare quasi lo scadere della festa.
Tamburellai con le mani sul parapetto di marmo, saggiandone la consistenza. Dopo diverso tempo dagli applausi generali all’interno della sala e le danze che ripresero, avvertii un rumore di passi farsi sempre più vicino.
Sapevo perfettamente a chi appartenevano, quindi non mi voltai.
Mi comparve sotto il naso un calice colmo soltanto a metà, che mi fu porto da Proteo, vestito come un vero e proprio Principe.

-Ti  donano questi abiti, davvero- lo schernii cercando di trattenere il veleno che mi scorreva nel sangue, ricacciando via quel rammarico che si avvertiva nella voce.

-Non siete mai stato bravo con i complimenti- mi sorrise di sottecchi –fareste meglio a non farne, soprattutto se non ci credete-.

Come poteva rivolgersi a me come se fossi ancora il suo Capitano? Perché si ostinava a comportarsi con referenza? Sarebbe diventato il Re di Siracusa, non mi doveva più nulla. Afferrai il calice che mi porgeva, avvicinandolo alle labbra, ma quando ne sorseggiai il contenuto rimasi stupito.

-E’ rum?- domandai spostando lo sguardo su di lui –non è una bevanda da nobilastri-.

Proteo si strinse nelle spalle, lasciando subito dopo un’intera bottiglia sul parapetto, appoggiando un dito sul tappo.
-Posso dire di aver fatto un po’ di rifornimento. Non si sa mai che decidiate di tornare qui, ci sarà sempre del rum ad accogliervi-.

Allontanai lo sguardo dalla bottiglia, ricacciandolo sul calice per poter bere di nuovo e cercare di calmare i sensi, iniziavo a ribollire e non desideravo entrare in una discussione spiacevole.
Dunque Proteo non voleva accantonare il suo breve passato al bordo della Jolly Roger, non voleva dimenticare.

-Sarà difficile riuscire a tornare qui una volta partiti. Dobbiamo raggiungere mete piuttosto lontane e non è detto che Siracusa si troverà sulla nostra rotta- dissi con tono fintamente orgoglioso.

Proteo sospirò, comprendendo quanto il mio dispiacere fosse grande e probabilmente potette condividerlo.
-Io vi devo molto Capitano. Senza il vostro aiuto e la vostra guida non sarei mai riuscito ad avere fiducia in me stesso e probabilmente non avrei trovato la forza per tornare a prendere ciò che era mio di diritto. Mi avete insegnato a lottare e a rendere preziosa la mia vita e ho cercato di servirvi nel migliore modo possibile. Ma se decidessi di proseguire la strada con voi mi dimostrerei solo un codardo. Non è facile tornare a vestire i panni di un Principe che ha abbandonato il suo popolo, non sarà altrettanto facile risistemare le cose in questo Regno. Però posso assicurarvi che ci sarà sempre posto qui a Siracusa per voi, Red e tutta la ciurma della Jolly Roger- le sue parole suonavano davvero come quelle di un futuro regnante.

Mi ero comportato in modo infantile, immaturo e con il timore di perdere per sempre un caro amico a cui spesso avevo affidato le sorti della mia vita.
Lui si era dimostrato molto più consapevole di sé di quanto non lo fossi io di me stesso. Il fatto che avesse scelto il suo passato non implicava affatto il voler dimenticare ciò che aveva trascorso a bordo della mia nave. I suoi amici sarebbero rimasti tali e noi saremmo sempre stati i benvenuti.

-Cerca di comportarti come un buon re o verrò a reclamare i diritti di tutta Siracusa- comprese con quella frase che non ero più adirato con lui a causa della scelta che aveva fatto.

Allungò la mano verso di me così da poterla stringere, quella stretta sancì un rinnovato patto di amicizia che difficilmente sarebbe stato spezzato.
Mi sentivo più tranquillo all’idea di lasciarlo con quella sicurezza, nonostante avesse perso molto durante la sua strada, si era fortificato e avrebbe guidato il regno con saggezza.

-Christian mi ha confessato che partirete l’indomani all’alba, se così fosse, vi chiederei di rimanere ancora qualche settimana per sistemare la nave. Ma dubito che vi lascerete convincere- la sua affermazione confermò quello che avrei detto di seguito.

-Sai, Siracusa non possiede il legno più adatto per ricostruire la nave e la Jolly Roger merita quello migliore al mondo- feci schioccare la lingua prima di terminare il rum.

Proteo fu mandato a cercare, era sparito dal centro della festa e gli invitati più eminenti desideravano conversare con lui. Fu costretto a rientrare ma non me la presi, ormai era entrato perfettamente nella parte.
Il veleno che avevo nel sangue smise di circolare, facendomi tornare a sorridere. In fondo ero il Capitano di una nave e potevo modificare la rotta a mio piacimento.
Con quell’ultimo pensiero tornai all’interno della sala, notando come i membri della mia ciurma si fossero ubriacati con il rum che Proteo aveva fatto distribuire loro.
Le lamentele degli astanti si susseguirono quando iniziarono a creare qualche disastro, ma in fondo era divertente e avevano passato talmente tanti guai che non avrei avuto cuore di fermare la loro serata libera.
Red tornò da me, con una mano poggiata su un fianco, come faceva ogni volta che voleva rimproverarmi.

-Lasciarmi sola per tutto questo tempo, ma che ti è venuto in mente? Come minimo devi farti perdonare- ovviamente stava scherzando, lo faceva solo per tentare di stuzzicarmi ma conoscevo bene il suo modo di fare. Quando si avvicinò posò una mano intorno al mio braccio –che ne dici di ritirarci? Sono stanca della vita di corte-.

Annuii, lieto di quella richiesta.
-So esattamente come farmi perdonare, soprattutto perché non ne posso nemmeno io di rimanere ancora qui. Sarà meglio che mi tolga di mezzo o Christian perderà metà delle sue spasimanti se rimango-.

Ricevetti un amorevole schiaffo sulla spalla.
-Sei troppo fiducioso nelle tue qualità, Killian Jones-.

Risi di gusto, prima di afferrarla per la mano e condurla via da quella eccentrica sala dai colori così sgargianti che rischiavano di confondere la realtà dal sogno.
-Ora non dirmi che ho perso tutto il mio fascino- così facendo le sfiorai le labbra, per evitare che rispondesse.

Diedi inizio ad un susseguirsi di baci che continuammo a scambiarci mentre salivamo le grandi scalinate del Palazzo, per poter raggiungere la camera degli ospiti che Proteo ci aveva dato.
Non fu la prima volta che facemmo l’amore, ma per quella notte risultò tutto diverso. Entrambi avevamo gettato via le nostre maschere, lasciandoci andare per dimostrare a noi stessi di poter essere ciò che eravamo, senza nasconderci dietro un lungo mantello rosso o un uncino, simbolo di protezione uno e di vedetta l’altro.
Quella notte fummo semplicemente Killian Jones e Red Hood, consapevoli che insieme avremmo potuto affrontare mille battaglie, persino quelle contro noi stessi.
Ed il giorno della partenza poi non tardò a giungere, fummo tutti riuniti al porto per salutare Proteo con la speranza di ritornare presto.
Molti dei miei uomini erano ancora sotto l’ebbrezza del rum, ma navigare non sarebbe stato un problema. Chiesi a Christian se desiderasse rimanere a Siracusa, sapevo che era molto legato a Proteo e sapevo anche che nessuno dei pirati poteva sciogliere il contratto iniziale senza una dovuta autorizzazione.
Ma lui rifiutò quell’offerta, nonostante avesse la possibilità di vivere onestamente e senza rischiare la vita troppo spesso.
Per quanto fosse meravigliosa per lui la prospettiva di rimanere, non volle lasciare la Jolly Roger. Essere di tanto in tanto un gentiluomo era divertente, ma esserlo per sempre sarebbe stato diverso. Lui era un pirata e la sua casa era diventata la Jolly Roger, mi sarebbe rimasto fedele fino alla fine.
Di certo non mi opposi e immediatamente lo feci tornare al lavoro. Proteo salì a bordo per l’ultima volta, salutando ognuno dei membri dell’equipaggio, per poi soffermarsi davanti a me e Red.
Non avevamo bisogno di altre parole che non ci fossimo già detti per dividere le nostre strade, Red lo abbracciò, sussurrandogli qualcosa che doveva riguardare di certo un nostro possibile ritorno.
Poi toccò a me e gli poggiai una mano sulla spalla, per dargli forza come era accaduto in tutti quegli anni, così come anche lui aveva fatto con me.
Quando discese dalla nave ci mettemmo in viaggio, ma fui io l’unico a guardare verso Siracusa anche quando scomparve dai nostri sguardi.
Sapevo che quella non sarebbe stata l’ultima volta in cui l’avrei visitata.




***




“Sposarci? Che razza di domanda è questa!” alzò gli occhi al cielo “Ebbene, devi sapere Edward [2] che tua madre mi ha chiesto e richiesto e strachiesto di sposarci e alla fine… non lo abbiamo fatto” sorrise stringendosi nelle spalle “e questa è la fine del racconto, siete soddisfatti?”  domandò il Capitano della Jolly Roger, tenendo le gambe incrociate e facendo lo stesso con le braccia, osservando i tre bambini che aveva davanti.
“Non è assolutamente vero, io non ho mai chiesto nulla del genere!” disse Red che stava passando proprio verso la loro direzione e che sorridendo si allontanò per tornare ad aiutare il resto della ciurma per il prossimo attracco.
Edward non parve affatto soddisfatto di quel finale, infatti aggiunse subito dopo:
“Ti dobbiamo insegnare proprio tutto, ogni storia che si rispetti  finisce con un ‘e vissero felici e contenti’”.
La bambina più grande che gli stava accanto gli tirò una gomitata che lo fece sobbalzare.
Killian si stupì nel sentire una frase del genere, qualcosa che aveva sentito pronunciare soltanto per gli eroi e per tutti i buoni delle favole. Ma non si soffermò su quel particolare.
“Che intendi con quell’insegnare? Non c’è più rispetto per il Capitano di questa nave! In effetti non c’è mai stato” bofonchiò, ricordando quando era Proteo stesso a rivolgersi a lui in quel modo.
Il bambino più piccolo scoppiò a ridere, prima di biascicare poche parole che fu costretta a tradurre la maggiore.
“Chiede dov’è che stiamo andando”.
Il Capitano si alzò, prendendo in braccio il figlio più piccolo mentre Edward e sua sorella si alzavano di rimando, per poter osservare davanti a loro.
“Riuscite a vedere lì in fondo?” domandò loro indicando la terraferma che si stagliava ormai a breve sul percorso che stavano attraversando “Quella è Siracusa. Stiamo andando a trovare il re”.
 



Note: 
[1] Richiamo Austeniano!
[2] Nome scelto da mia sorella, glielo dovevo. 


// Nda. 


Ed eccoci giunti all'epilogo di questa storia. 
Non posso che ringraziare infinitamente Ally M, Lilyachi, Lady Deeks e NevilleLuna che hanno recensito tutti questi capitoli, spronandomi a continuare per arrivare alla fine.
Ringrazio Laura e Giulia per avermi sostenuta e ringrazio sempre Laura (BlackFool) per aver creato le magnifiche illustrazion di questa storia. 
In più, ovviamente, i miei ringraziamenti vanno a tutte coloro che hanno aggiunto la storia tra le seguite ^^. 
Che dire? La Red Hook è una coppia che ormai mi è entrata nel cuore e di certo non finirà qui. In tal caso, come avete notato, la storia è stata molto incentrata sulla tipologia di avventura ma le prossime che ho in mente non saranno così, inoltre sarà presente anche la parte di Storybrooke.
Domenica prossima pubblicherò una nuova storia sulla coppia Mad Wolf ma in cantiere c'è anche una nuova Red Hook che si intreccerà con le vicende della Mad Beauty. 
Se vi va e volete seguire gli aggiornamenti con spoiler, foto e cose del genere, ho creato un gruppo appositamente per questo scopo: https://www.facebook.com/groups/507038592717142/
 

Vi ringrazio infinitamente, 
Giulia. 
   
 
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