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Autore: LawrenceTwosomeTime    04/10/2013    4 recensioni
Un uomo senza nome si imbarca in un'odissea burocratica che poco a poco gli fa perdere il senso della realtà. Ne sarà valsa la pena?
Genere: Demenziale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto ciò che sapeva era che doveva far firmare un modulo.
A chi – o per cosa – non gli riusciva di ricordarlo. Era iniziata quasi in sordina, come un sassolino nella scarpa che si è troppo pigri per togliere: passavano i giorni, passavano le settimane, e lui sentiva un peso nel petto che cresceva sempre di più, finché non gli sembrò di essere schiacciato da un macigno.
Il sassolino si era ingrandito.
Così si era deciso e aveva speso un pugno di ore per rintracciare l’incartamento su internet. Probabilmente aveva a che fare con qualche università o comunque un’istituzione simile. Quello che gli era parso strano, l’indomani, è che fosse necessario inviare una copia del documento all’agenzia delle entrate prima della convalida, ma a quel punto era in ballo e doveva stare alle regole del gioco.
Dopo aver atteso un’altra settimana per ottenere la conferma, si recò nell’edificio preposto, salvo scoprire che il firmatario riceveva solo su appuntamento. E l’appuntamento andava fissato tramite mail.
Due settimane dopo ripeté il viaggio, ma gli comunicarono che il suo uomo era stato trasferito in un’altra struttura. Bestemmiò e si prese il tempo necessario a individuarla e raggiungerla. Laggiù il sistema informatico era in crisi, dovette aspettare tre ore per parlare con qualcuno e poi accettare il fatto che nessuno poteva aiutarlo.
Recuperò il numero di telefono dell’erede di Houdini, fece ventinove chiamate, gli lasciò venticinque messaggi – uno più esasperato dell’altro.

E stava per gettare la spugna e darsi alla bulimia, quando finalmente l’altro gli rispose. Fu facile. Andò, fece firmare il modulo e ripiegò verso la stazione dei treni. Era talmente entusiasta che si rigirava tra le mani il pezzo di carta, incerto se fidarsi dei suoi sensi oppure no, e una folata di vento glielo strappò dalle dita e lo fece finire in acqua. Passarono due mesi.

Era dimagrito molto. Ormai non dormiva quasi più.
Naturalmente era riuscito nell’impresa, ma la quest era ben lungi dall’essere conclusa. C’erano l’apposito timbro da apporre, il contromodulo, poi la ricevuta di cambio da faxare, la rettifica sul sussidio di disoccupazione, l’attestato di frequenza. Non sapeva più nemmeno chi era: si limitava a correre avanti e indietro come un pupazzo a molla, schiavo di una forza intangibile composta da impiegati sorridenti, uffici colorati e profumo di menta.

Un giorno si stava domandando da quanto tempo non mangiava – di lavarsi, neanche a parlarne – l’ennesimo modulo stretto nella presa spastica della sua mano destra, quando giunse a quella che pareva una biglietteria eretta nel centro del nulla. La nebbia si arricciolava in spesse volute, l’umidità si poteva quasi toccare.
Dietro un lurido pannello di plexiglas, un uomo di età indefinita gli fece un cenno amichevole.
“Desidera?”
“Io… uh… devo acquistare una marca da bollo da 14,62 per questa esenzione…”
“La vedo provato”
“Ah… ehm…”
“Non si preoccupi, è finita”
“Come?”
“L’odissea. È giunta al termine”
“Non è possibile”
“Si fidi di me, io accolgo le persone che effettuano il passaggio finale”
“Lei è un angelo”
“Ah ah ah, non esattamente”
“Allora è davvero finita. Mi può dire a cosa serviva quel dannato modulo?”
“A morire”
“A… come?”
“Si, beh, di recente anche la morte è stata burocratizzata: sa com’è, bisogna omologarsi”
“Un momento, ci dev’essere uno sbaglio…! Io sono rimasto invischiato in una procedura infernale che mi ha consumato un giorno dopo l’altro, un mese dopo l’altro! È stato questo a uccidermi!”
“Quando si muore, cause e conseguenze si fondono: persino gli interrogativi filosofici più stringenti perdono di validità. Col tempo se ne accorgerà”
“Com’è che lavora qui? Le hanno dato una promozione o si è autoeletto?”
“Crede che mi diverta? “
“No, no, le chiedo scusa. Se non altro, adesso potrò starmene in pace”
“Ne dubito”
“Che?”
“Beh, adesso che sta per raggiungere l’Aldilà, ci sono una serie di cosette che deve sbrigare, controlli a cui presentarsi, c’è la schedatura e la convalida del visto, e poi l’assegnazione dell’identificativo, l’attivazione del pass, la stesura della polizza per…”
“Voglio morire”
“Non può, quello l’ha già fatto”

Tirò un sospiro rassegnato e oltrepassò la Porta. Essere ateo non l’aveva estromesso dall’incubo della Procedura.
  
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