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Autore: naley3gwain46    06/10/2013    7 recensioni
Destiel of course ...Dean è un poliziotto un detective della omicidi di Ny si trova alle prese con un misterioso Killer si è portato via la madre di suo figlio..e come se non bastasse c'è un nuovo detective in città che sconvolgerà la sua vita...I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro... Il telefono squillava, Dean si girò cercandolo a tastoni sul letto,dove diavolo lo aveva messo? Doveva rispondere al più presto. La sveglia diceva 3.05, non che aspettasse buone notizie, del resto se il tuo telefono squilla in piena notte e sei un detective della omicidi in servizio sai già quello che ti aspetta, ma aveva comunque urgenza di rispondere altrimenti gli squilli avrebbero svegliato la persona che dormiva nella stanza accanto alla sua.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'ANGELS KILLER '
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Scusate per la lunga pausa.. e per essermela presa comoda ..questi tizi mi hanno dato filo da torcere e così la mia ispirazione *spero che vi piaccia* ho fatto del mio meglio come al solito ..i finali li odio nulla va mai come deve andare ... manca solo un capitolo questo non sarà l'ultimo *grazie per il supporto e per continuare a leggere nonostante la lunga pausa* enjoy ..ci rivediamo alla fine.. i personaggi non mi appartengono infatti fanno quello che vogliono ... ..
















 
 
Dean aprì gli occhi.
 
La luce  filtrava da dietro le tende.
 
Era l’alba.
 
Girò lo sguardo verso la persona che dormiva alla sua sinistra dandogli le spalle.
 
Castiel era sdraiato nel  letto accanto a lui.
 
Lo spiraglio di luce che filtrava dalla tenda risaliva la sua sagoma illuminando il lenzuolo bianco che lo copriva fino al busto, risalendo lungo la sua schiena scoperta, e poi  più su  sulle sue ampie spalle per  poi accarezzare il suo collo e terminare sui suoi capelli sparsi sul cuscino.
 
I ricordi della notte appena trascorsa erano vivi  e nitidi  nella sua testa.
 
Avevano passato la notte insieme.
 
Ed era stato nuovo e bellissimo.
 
Era la prima volta che Dean passava la notte con un uomo, ma non c’erano stati imbarazzi tra di loro, tutto era venuto molto naturale, come se fossero stati destinati a quello da sempre.
 
Semplicemente dopo il bacio si erano lasciati andare ai loro sentimenti e la passione aveva fatto il resto.
 
Dean non riusciva a spiegarlo razionalmente neanche a se stesso, era sorpreso e spaventato al tempo stesso, ma non aveva dubbi sul fatto che fosse stata la notte più bella della sua vita.
 
Mai con nessuna donna si era sentito così in sintonia, mai si era sentito così coinvolto così giusto così completo,  da dimenticarsi tutti i suoi guai.
 
Da dimenticare  per una notte, suo fratello in un letto d’ospedale e suo figlio in mano ad uno psicopatico.
 
 In quel momento esistevano solo lui e Castiel.
 
E si, sentiva un egoista per questo.
 
E si, sentiva divorare dal senso di colpa.
 
Ma quella notte aveva provato la felicità vera per la prima volta e non aveva intenzione di lasciarla andare, non importava a cosa avrebbe dovuto rinunciare per questo.
 
Castiel si girò nel sonno.
 
Dean si ritrovò la sua fronte premuta contro quella di lui.
Gli occhi verdi di Dean incontrarono quelli azzurri e assonati  di Cas.
 
-Dean..- disse Cas dolcemente tra il sonno e la veglia.
 
Ma non appena i fumi del sonno si diradarono e il ricordo della notte precedente riaffiorò alla sua memoria prepotente, Cas spalancò gli occhi sveglissimo e si tirò su a sedere come se avesse preso la scossa.
 
-DEAN!-  urlò come se si fosse accorto solo allora della sua presenza, tirandosi il lenzuolo addosso per coprirsi e scoprendo in questo modo il corpo nudo di Dean.
 
-Cioè io .. tu .. noi.. insomma ..Sei nudo! Sono nudo! Siamo nudi!- constatò allarmato e imbarazzato.
 
-Wow ..Cas.. per essere un poliziotto hai un acuto senso d’osservazione–Rise Dean divertito.
 
Castiel  lo guardava imbarazzato, non sapeva che dire o che fare, aveva trascorso una notte bellissima, si era sentito felice e appagato come non mai prima d’ora,  ma ora era giorno e che avrebbe dovuto fare?
Si sarebbe dovuto comportare normalmente come se nulla fosse accaduto, o avrebbe dovuto parlarne, ammettere quello che provava ?
 
Non sapeva davvero come venirne fuori e continuava a fissare Dean, che lo guardava malizioso e divertito, e la cosa stava iniziando a dargli fastidio, che Dean si stesse prendendo gioco di lui?
 
-Sai credevo che quello che avrebbe dato di  matto dopo un tale risveglio sarei stato io.. –constato Dean e  continuò fissandolo furbo:
 
- Comunque se non ti piace quello che vedi…- si interruppe e tirò il lenzuolo verso di se per coprirsi.
 
 – A me non dispiace…- disse fissandolo mentre lo  lasciava completamente nudo  e evidentemente impacciato a guardare in tutte le direzioni tranne che nella sua.
 
-Non è divertente Dean- iniziò Cas che arrossiva dall’imbarazzo.
 
-Non sembrava la pensassi così ieri sera- gli rispose ironico Dean.
 
-Smettila … -disse Cas alterato dal fare canzonatorio del collega e si sporse verso di lui per riprendersi il lenzuolo.
 
Ma Dean fu più svelto , bloccò il suo braccio e coprì le sue labbra con un bacio appassionato.
 
Castiel perse il filo dei suoi pensieri , scordandosi completamente perché era infastidito o imbarazzato o di cosa si stesse mai lamentando, e si ritrovò impotente a rispondere a quel bacio, le sue braccia passarono sul collo di Dean e lo strinsero  a se sempre di più come se non volesse mai più lasciarlo andare .
 
-Allora..-  disse Dean sarcastico dopo essersi staccato da Cas –vuoi che la smetta?-
 
-No..-rispose Cas arrendendosi all’evidenza –Ma voglio lo stesso che tu mi restituisca il lenzuolo!-
 
Detto questo gli strappò il lenzuolo di dosso e lo gettò ai piedi del letto.
 
                                                                                 
                                                                                          ****
 
 
 
Il telefono stava squillando e Dean si svegliò di colpo si affrettò a rispondere non voleva che Castiel si svegliasse.
 
Cercando di fare il più piano possibile si liberò dal braccio che Castiel gli aveva passato attorno al busto, si erano addormentati nella classica posizione a cucchiaio.
 
Lui ,Dean winchester, e un suo collega poliziotto, se solo qualcuno glielo avesse raccontato una settimana prima lo avrebbe preso per matto.
 
Prese in mano il cellulare e uscì in punta di piedi  dalla camera, sul display  c’era scritto “ID sconosciuto”.
 
Dean rispose incerto:
-Pronto?-
 
- Finalmente ho il piacere di parlarti Detective Winchester-
 
Quella voce glaciale e canzonatoria fece scoppiare definitivamente la bolla di felicità dove  Dean si era rifugiato fino a quel punto riportandolo in un batter d’occhio alla dura realtà.
 
-Chi parla?- ma Dean era già a conoscenza della risposta.
 
-Non lo immagini? Dove è finita tutta la tua perspicacia investigativa detective?… Vediamo se questo ti può servire come indizio.. C’è qui qualcuno che vuole parlarti …- continuò la voce all’altro capo del telefono.
 
Ci furono alcuni rumori indistinti e poi una voce familiare sostituì quella dell’uomo al telefono.
 
-Dean.. sei tu?- Dean riconobbe subito la voce di suo figlio e un milione di emozioni lo attraversarono contemporaneamente, prima sollievo e enorme gioia nel constatare che Ben fosse ancora vivo e subito dopo terrore e paura nel non sapere che cosa quel pazzo gli avesse fatto e infine una crescente rabbia e frustrazione, quel tizio si stava prendendo gioco di lui, stava giocando come il gatto col topo, che gioca con la sua preda prima di mangiarla.
 
La voce di Ben suonava spaventata ma sicura, non stava piangendo, teneva sotto controllo le sue emozioni e Dean provo un inspiegabile moto d’orgoglio verso suo figlio.
 
-Ben sei tu? stai bene? dove sei? Che cosa  ti ha fatto?- si affrettò a chiedergli Dean.
 
Perché quell’uomo aveva rapito suo figlio cosa aveva intenzione di fargli,cosa voleva da lui.
 
-Sto bene Dean non preoccuparti per me e non fare quello che ti dice è una trap-
 
Dean sentì distinto il rumore di uno schiaffo.
 
E immaginò che quel tizio avesse picchiato Ben per farlo smettere di parlare.
 
- Lascialo stare vigliacco se lo tocchi di nuovo giurò che t’ammazzo.-Urlò Dean in preda ad una rabbia cieca.
 
-Cosa centra lui? Lascialo andare e prenditela con quelli della tua taglia..-continuò.
 
-Come siamo coraggiosi Detective.. le tue parole mi feriscono comunque ..- rispose sarcastico e aggiunse:
 
-Dovresti insegnare a tuo figlio a rispettare le autorità ..parla troppo per i miei gusti e comunque hai ragione.. lui non c’entra nulla.. è solo un mezzo per arrivare a un fine per me ..e la colpa è soltanto tua detective.. è soltanto con te stesso che devi prendertela questa è la tua punizione, per esserti messo in mezzo al mio disegno, alla mia missione, chi intralcia i piani celesti va punito non lo sapevi ? Tuo figlio morirà e sarà soltanto colpa tua Winchester! Ma voglio essere misericordioso,  non è  necessario che muoia da solo, se vuoi puoi  venire a fargli compagnia. Posso mandarti l’indirizzo ora ma devi venire da solo e sappi che se vedo anche solo un poliziotto con te,  farò un bel buco nella testolina di tuo figlio prima che tu possa  dire A… allora detective ci stai?.. vuoi provare a salvare tuo figlio e vederlo morire oppure vuoi abbandonarlo a se stesso??.. - 
 
Dean sapeva che stava andando dritto in una trappola ma quale altra scelta aveva?
 
Doveva rischiare, doveva provare a salvare Ben, e si, decise, sarebbe andato da solo.
 
Castiel non l’avrebbe presa bene, ma non avrebbe più rischiato che nessuno si facesse male per colpa sua tanto meno Cas.
 
Ed era comunque troppo rischioso, Nick non era uno con cui si poteva ragionare, era completamente pazzo e invasato e alla vista dei poliziotti era sicuro avrebbe sparato, perciò avrebbe dovuto risolvere questa faccenda da solo stavolta.
 
-Dimmi solo dove devo venire e ci sarò- rispose risoluto.
 
-Che bravo Paparino..- fu il commento canzonatorio che ebbe in risposta.
 
Nick gli aveva dato un indirizzo e Castiel stava ancora dormendo, così Dean decise di non svegliarlo perché sapeva che una volta sveglio non gli avrebbe mai permesso di andare da solo.
 
Si vestì in fretta prese le chiavi della sua macchina e scrisse un biglietto che lasciò sul cuscino, si sentì come se stesse facendo un torto al suo collega a lasciarlo li senza una spiegazione, ad abbandonarlo così, quando Cas non l’aveva mai fatto con lui, ma si ripeteva che era per il suo bene, si girò sulla porta a fissarlo, si disse che avrebbe potuto guardarlo dormire per sempre, e poi pensò che fosse un pensiero talmente patetico e smielato che si stava disgustando da solo . Stava davvero diventando la principessa di un film d’amore? E questo pensiero gli diede la scarica giusta, riuscì finalmente a staccarsi dalla porta e ad andarsene lasciandosi il suo collega alle spalle. Non sapeva se l’avrebbe più rivisto ma sperava lui potesse capirlo e perdonarlo.
 
 
                                                                                                         ****
 
Castiel  si svegliò allungando una mano sul letto, era pronto a sentire il calore del corpo  di Dean contro il suo  palmo ma tutto quello che si ritrovò tra le mani con suo enorme disappunto fu un pezzo di carta freddo.
 
Si sveglio del tutto e si tirò su a sedere, si guardò attorno, Dean non c’era doveva essersene andato via.
 
Aveva paura di leggere quello che c’era scritto sul foglio, se Dean si fosse pentito e se fosse scappato via, la  cosa lo terrorizzava.
 
Eppure Castiel non riusciva a spiegarsi il perché avrebbe dovuto, avevano trascorso una nottata e poi una mattinata fantastica.
 
Dean era felice come non l’aveva mai visto e per lui era la stessa cosa.
 
Ok, non avevano trascorso il tempo proprio a parlare, si disse, ma a volte non c’era bisogno di parole per capire che sei esattamente nel posto dove devi essere, con la persona con cui devi stare nonostante tutto e nonostante tutti.
 
Per cui non credeva che Dean fosse scappato spaventato da quello che era successo tra loro, anzi si vergognava di aver avuto lui una crisi isterica, preso dal panico di aver rovinato la sua amicizia con Dean, invece Dean era sembrato sorprendentemente tranquillo, come se andare a letto con gli uomini fosse una cosa del tutto naturale, come se quella non fosse stata la sua prima volta, come lo era del resto per Cas.
 
Per Castiel infatti era stata tutta una novità, ma non era stato spaventato neanche un po’, era venuto tutto naturale, stare con Dean era stato fantastico e si era rilassato subito, lasciando che le cose facessero il loro corso.
 
Avvampava se solo ripensava a quello che era successo, ai suoi baci alle sue carezze al modo in cui Dean cosi autoritario e orgoglioso si era abbandonato tra le sue braccia lasciandosi guidare da lui.
 
No Cas lo sapeva se lo sentiva era successo qualcosa, magari era successo qualcosa a Sammy, o forse aveva avuto notizie di Ben, magari brutte notizie, ma perché non chiamarlo, non svegliarlo non riusciva proprio a spiegarselo.
 
Mise da parte l’ansia e si decise a leggere il biglietto.
 
Sul biglietto c’era scritto:
 
-Ho bisogno di te Cas.. ma ho più bisogno che tu stia al sicuro .. mi dispiace. Dean –
 
Quei biglietto paralizzo Castiel una fitta di freddo gli attraverso la schiena.
 
Quell’idiota stava cercando di proteggerlo?
 
Ma per farlo si sarebbe fatto ammazzare, era evidente che Nick avesse chiamato e con tutta probabilità quell’idiota non aveva avvertito nessuno e si stava andando dritto a cacciare in una trappola, non poteva starsene li senza far niente.
 
Se Dean aveva pensato veramente che lui se ne sarebbe rimasto buono buono ad aspettarlo a letto, allora non lo conosceva proprio.
 
Compose il numero della centrale:
 
-Anna sono Castiel passami il capo è urgente!
                                       
 
                                                                                      ****
 
Nick lo aveva fatto girare a vuoto per ore per essere sicuro che non fosse seguito poi, finalmente, gli aveva detto l’indirizzo di un vecchio magazzino abbandonato appena fuori città, un posto in disuso da tempo, dove nessuno avrebbe pensato di passare per caso a ficcanasare.
 
Dean decise di entrare.
 
 Non era per niente sicuro  di quello che stava facendo, ne di quello che avrebbe trovato una volta all’interno dell’edificio.
 Sentiva che stava finendo dritto dritto in una trappola, ma ormai aveva deciso, aveva fatto la sua scelta, non sarebbe tornato indietro, succeda quello che succeda disse tra se e se.
 
 Doveva andare da suo figlio, doveva salvarlo.
 
Dean entrò nel magazzino attraversando la serranda semicalata, all’interno il luogo era buio e deserto, doveva essere stato un magazzino alimentare di qualche sorta, c’erano scatoloni di merce scaduta abbandonati ovunque, ci dovevano essere sicuramente anche infiltrazioni di acqua e muffa a giudicare dall’odore che quel posto emanava. Teneva la guardia alta e  la pistola pronta e guardava in tutte le direzioni, ma il suo sguardo non poteva coprire tutte le zone d’ombra, quel posto era enorme, e le montagne di scatole formavano come un labirinto, dietro ogni angolo poteva esserci Nick ad aspettarlo, ma nonostante questo doveva continuare.
 
-C’è nessuno?- gridò. Ma nessuno rispose.
 
 Sapeva che sarebbe stato inutile ma gli era venuto istintivo.
 
Se non altro aveva spezzato quel silenzio sovrannaturale che avvolgeva ogni cosa.
 
- Ben- grido di nuovo. -Sei qui?-
 
Ma nessuno rispose.
 
 Dopo circa dieci minuti che girava in quel luogo enorme, con la tensione alle stelle e le mani che gli sudavano pronte sul grilletto della pistola, arrivo di fronte a una porta di metallo, dall’interno venivano dei mugoli soffocati.
 
 -Beeeen- grido dean di nuovo -Sei li dentro?-
 
 I mugolii si fecero più forti e Dean decise istintivamente di entrare poteva esserci suo figlio li dentro e poteva essere in serio pericolo al diavolo la prudenza.
 
-Polizia di New York!- si annunciò come da procedura.
 
-Sto entrando- avvertì e con un calcio spalanco la porta.
 
 Legato e imbavagliato al centro della stanza Dean vide suo figlio.
 
 Era un po’ ammaccato, aveva un labbro spaccato e un taglio sotto l’occhio sinistro, ma stava bene.
 
 Fu in quel momento che commise un errore molto stupido.
 
Colto dal sollievo abbasso la guardia, si precipitò ad aiutarlo, gli corse incontro e cerco di slegarlo, ma il ragazzo era ammanettato e serviva la chiave per liberarlo.
 
Suo figlio però non sembrava contento di vederlo, i suoi occhi erano spalancati dallo spavento e fissavano un punto dietro la sua spalla.
 
-Non preoccuparti Ben, ci sono qui io, andrà tutto bene..- cercava di rassicurarlo Dean ma non sembrava servire.
 
E in quel momento fece per toglierli la benda dalla bocca  ma fu colpito così forte alla testa che perse i sensi.
 
                                                                                         ****
 
 
Dean aprì gli occhi.
Era legato accanto a suo figlio,  ma stavolta Ben non era più imbavagliato e nemmeno lui.
 
Davanti a loro stava uno strano dispositivo automatico, collegato a un timer che terminava con una pistola puntata alla testa di Ben.
 
-Ben- disse Dean spaventato -Che cosa è successo?-
 
-Ho cercato di avvertiti Dean- iniziò a spiegare Ben, la sua voce tremava, i suoi occhi erano gonfi e rossi, aveva pianto, ma adesso stava cercando di trattenersi.
 
-Era una trappola fin dall’inizio, non dovevi venire, mi ucciderà comunque, e tu sarai costretto a guardare è sempre stato questo il suo piano fin dall’inizio- continuò.
 
-Elementare Watson!- aveva esclamato una voce sarcastica alle spalle di Dean.
 
-Ma che bravo il mio piccolo detective- disse Nick che ora si era posizionato davanti ai due e fissava Dean negli occhi con disprezzo.
 
-Hai rivelato il mio piano e mi hai tolto tutta la sorpresa, beh poco male mi sono stancato di questo gioco!- continuò.
 
-Che cosa vuoi fare bastardo?- strillò Dean cercando di liberarsi dalle manette che gli stringevano i polsi e lo immobilizzavano alla sedia.
 
-Detective Winchester… Dean..posso chiamarti Dean?- Nick continuava a prendersi gioco di lui.
 
- Cosa credi che succederà ora ? Cosa pensavi di poter fare venendo qui da solo senza rinforzi ? Vuoi fare l’eroe? Perché non ti è riuscito bene fin’ora.. sei davvero così stupido? ..pensavi che avrei rilasciato tuo figlio in cambio di cosa? ..Della mia libertà ? Non credi che sarei potuto scappare da un pezzo se solo avessi voluto?..No.. la fuga non è nei miei piani.. io voglio vederti soffrire Dean. Voglio che tu veda con i tuoi occhi la vita abbandonare quella di tuo figlio, voglio che tu sia consapevole che questa è tutta colpa tua, voglio che tu impari che cosa succede a coloro che si frappongono fra Dio e la sua volontà. Io dovevo compiere il suo piano Dean e tu me lo hai impedito.. e adesso la tua punizione sarà tremenda, perché te la sei cercata, perché questo è quello che meriti.  Dio si prenderà la vita di tuo figlio e io sarò la mano che guiderà la sua volontà perché lui mi ha scelto per fare giustizia, per ripulire il mondo dalle false fedi ,e punire i miscredenti come te. – Rise. Una risata sguaiata e priva di senno.
 
Dean capi che quell’uomo era completamente pazzo, che non sarebbe servito a nulla provare a ragionare, aveva combinato di nuovo un guaio si era lasciato guidare dalle emozioni, come quella volta in quel bar, ma allora alle sue spalle aveva avuto Cas.
 
 Ma adesso cas  non c’era, era solo, e la vita di suo figlio era appesa a un filo sempre più sottile e non sapeva proprio come fare.
 
-Come puoi vedere tuo figlio è collegato a un dispositivo automatico a sua volta collegato ad un timer, quando il tempo scadrà, la pistola farà fuoco e tuo figlio si beccherà una bella pallottola in fronte, e tu sarai li legato e al sicuro a guardare tuo figlio morire , l’ho settato in modo che saresti stato sveglio quando fosse successo non male eh?-disse orgoglioso del suo marchingegno.
 
-Ci rimangono 5 minuti per la cronaca, quindi sarò buono me ne starò seduto qui a guardare in silenzio, nel caso voleste dirvi qualcosa di importante..-concluse.
 
- Brutto figlio di puttana- lo interruppe Dean
 
- Tic tac Dean- lo rimproverò Nick - non sprecherei il tuo tempo con me- concluse con un sorriso di trionfo sulle labbra.
 
 Fu Ben che fino a quel momento non aveva detto nulla ed era rimasto in silenzio a parlare per primo:
 
- Dean..-  iniziò cercando di sforzarsi di rimanere forte
 
Dean guardava suo figlio che aveva solo 13 anni, e che si era trovato di fronte situazioni così gravose e difficili anche per un uomo adulto, lo guardava affrontarle con la dignità di un uomo e non poteva che essere orgoglioso di lui, certo non sapeva cosa suo figlio stesse provando in quel momento, l’unica cosa che sapeva era che non si erano lasciati esattamente in maniera amorevole, e che voleva fargli sapeva che gli dispiaceva e che gli voleva bene sopra ogni cosa.
 
Così non lo fece parlare.
 
Si precipitò a dire quello che sentiva prima che fosse troppo tardi .
 
- Mi dispiace Ben ..per tutto.. per essere una delusione per te.. per tua madre.. mi dispiace di tutto ..ma vedrai che ne verremo fuori  ok? andrà tutto bene.. vedrai ..- cercava di infondergli speranza e coraggio ma forse lo faceva più per se stesso che per Ben.
 
- Sono io la delusione per te- iniziò Ben
 
- Vorrei essere più forte.. vorrei somigliare di più a te –
 
- Oh Ben neanche io vorrei somigliare a me smettila..- lo interruppe Dean
 
Ma ben continuò:
 
-Vorrei essere un figlio di cui tu possa essere fiero, vorrei essere degno di essere tuo figlio..-
 
- Ma cosa dici idiota, ascoltami bene e apri le orecchie ..tu sei il ragazzino migliore che io conosca, non avrei voluto nessun altro al tuo posto, io sono fiero di te, lo mi  sono sentito onorato da sempre di essere tuo padre, e mi dispiace per lo schiaffo, mi dispiace se mi odi ..- disse Dean
 
-Papà non è verò, non è vero che ti odio –  disse Ben non facendolo finire di parlare.
 
Ben non aveva mai chiamato Dean in quel modo, a Dean suonava strano e bellissimo al tempo stesso, era un padre e aveva un figlio fantastico, di cui andava orgoglioso, un figlio testardo capace e coraggioso esattamente come lui e quel tizio stava per portarglielo via per sempre.
 
Non era giusto non era affatto giusto, Ben non doveva pagare per le sue colpe, quel tizio aveva ragione non sarebbe riuscito a sopravvivere a questo.
 
Ben sembrò leggere questo suo pensiero nei suoi occhi perché disse:
 
-Non preoccuparti per quello che succederà papà io ti voglio bene e  non è colpa tua non ho paura se tu sei qui con me- cercava di rassicuralo suo figlio, poco più che un bambino, cercava di dargli coraggio.
 
-E’ tutta colpa mia invece  Ben mi dispiace- disse e poi aggiunse rivolto a Nick che sembrava divertito dalla sua sofferenza
 
- Lascialo andare ti prego, uccidi me, è solo un ragazzino.. – lo implorò.
 
-Avresti dovuto pensarci prima detective, avresti dovuto riflettere prima di intralciare i miei piani, ora la via vendetta non si fermerà, la punizione divina calerà su di te e tu dovrai restare a gua…-  Nick non riuscì a finire la frase una pallottola aveva colpito in pieno stomaco e lui era finito a terra disteso nel suo sangue.
 
Dean e Ben tentarono di voltarsi per capire ciò che stesse accadendo senza riuscirci.
 
Che cosa era successo?
Chi aveva sparato?
Erano finalmente salvi?
Quell’incubo era finito?
 
Nick era steso a terra probabilmente morto ma il timer continuava a scorrere e Ben era ancora in pericolo.
 
Il terrore paralizzava ancora Dean finché  alle sue spalle non  udì una voce familiare dire:
 
  -mi avevano proprio stancato i suoi sproloqui!-
 
L’avrebbe riconosciuta tra mille, ancora prima che la figura potesse arrivare alla loro visuale, Dean sapeva che si sarebbe perso nel blu dei suoi occhi, ancora una volta lo aveva trovato e lo aveva salvato proprio come se fosse un angelo custode, il suo angelo custode.
 
Cas prese le chiavi delle manette dal corpo privo di sensi di Nick e si precipitò a liberare Ben.
 
-stai bene Ben? - Gli chiese
 
- Adesso si - gli rispose Ben e continuò - sapevo che ci avresti trovati, sapevo che ci avresti salvati, non poteva essere finita finche ci sei tu a coprirci le spalle! Insomma papà non poteva essere tanto idiota da venire qui da solo no? Dovevo aspettarmelo- concluse sicuro.
 
Dean non disse nulla.
 
Cas non lo stava guardando continuava a trafficare con le manette di Ben, e di sicuro era incazzato nero per il biglietto della mattina .
 
Una volta libero Ben abbracciò stretto Cas che rispose al suo abbraccio.
 
-Ci hai fatto prendere un bello spavento – disse Cas era davvero felice che il ragazzo fosse finalmente al sicuro sano e salvo.
 
-Non dirlo a me- gli rispose Ben e continuò serio - ma sapevo che voi due mi avreste trovato- e sorrise, negli occhi brillava una totale e completa fiducia, quella fiducia totale  che solo i giovani sanno dare e che Cas sentiva di non meritare affatto.
 
-Pensi che dovremmo chiamare un ambulanza per questo qui? – disse rivolto  a Nick steso a terra.
 
-Non preoccuparti stanno già arrivando insieme ai rinforzi saranno qui a minuti.- gli disse Cas.
 
 -Dai liberiamo papà e allontaniamoci il più possibile da questo posto- concluse Ben categorico.
 
Cas non disse niente ma si accorse del fatto che adesso Ben aveva smesso di chiamare Dean per nome, se non altro questa brutta storia era servita a farli avvicinare si disse.
 
-Fosse per me lo lascerei li – disse serio a Ben.
 
Ma non era vero aveva una gran voglia di abbracciarlo e stringerlo a se.
 
Aveva creduto di non rivederli mai più entrambi.
 
Una volta liberatolo Cas fissò Dean negli occhi e con aria di rimprovero  gli urlò in faccia:
 
-Brutto idiota!- gli diete uno spintone e lo allontano via da se ma subito dopo lo tirò di nuovo a se, Dean pensava che lo avrebbe picchiato e invece  e lo abbracciò.
 
Lo abbracciò  talmente forte e talmente a lungo che Dean guardando Ben che li fissava  non sapeva che fare e alla fine disse sottovoce con la sua solita risata ironica:
 
- ok mi metti in imbarazzo-   e Cas lo lasciò ma continuò a guardarlo storto.
 
-Sei venuto da solo? Si può sapere come mi hai trovato?- gli chiese
 
- Ringrazia la tua buona stella Winchester, ho fatto rintracciare la tua auto ci ho messo un po’..si mio caro Ben ,tuo padre era venuto davvero da solo e senza rinforzi , e siccome so che è incline a fare di queste stupidaggini, gli ho messo un dispositivo di segnalazione nell’auto, volevo aspettare l’arrivo dei rinforzi ma non c’era più tempo e sono dovuto intervenire, fortunatamente quell’idiota era talmente preso dai suoi monologhi da cattivo di terz’ordine che non si è nemmeno accorto della mia presenza-
 
 In quel momento alle loro spalle risuonò il colpo automatico i cinque minuti evidentemente erano scaduti ,si voltarono tutti e tre distratti in direzione dello sparo.
 
E fu questione di un secondo.
 
Nick aveva ripreso i sensi e aveva estratto la pistola dalla sua giacca e aveva sparato in direzione di Dean.
 
E nel momento esatto in cui Castiel si rese contò di quello che sarebbe successo si buttò senza pensarci di fronte a Dean prendendosi la pallottola in pieno petto al posto del suo compagno.
 
 
 
 




 e questo è quanto ... che succederà ora??? che farà Dean restate con noi e scopritelo... *un grazie speciale a tutti quelli che leggono e recensiscono con entusiasmo vi amo un wings hug a tutti* xoxo Mishaminios
  
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