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Autore: Chirubi    10/10/2013    6 recensioni
[ A Cre, della serie che è vero che chi trova un amico trova un tesoro. Tanti auguri, cara! ] [NamelessShipping Red/Green]
"«Esistono di tanti colori ma non sono verdi. È ingiusto».
L'ultima motivazione, invece di rimanere una voce astratta nella sua mente, si materializzò sotto forma di un sussurro fugace, di un attimo breve.
Quell'affermazione non fu frutto di ragionamenti complessi o affini, gli venne spontaneamente nonostante non avesse il benché minimo senso."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Green, Red
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Ohohoh, buonsalve!
Non pubblico da un miliardo di anni, e ammetto che non avrei pubblicato nemmeno oggi se non fosse stata una giornata speciale: è il compleanno di ringrin, precedentemente conosciuta come Faint, nonché una delle mie più care amiche!~
Come già le avevo preannunciato (tu vuoi troppi spoilz, Cre) questa è una Nameless, ma per comodità ho deciso di utilizzare il nome del manga di Green per il motivo che capirete leggendo 'sta cosetta.
E be', che dire, ci ho messo il cuore, anche perché non ho la possibilità di fare regali materiali a quest'autrice fantastica che mi sopporta da cinque mesi (yvb reddina mia).
E boh (come sono alternativa), sorbitemi.

Con tanto amore,
Feraligatr
 
_______________________

A Cre,
la mia stella.
Ti voglio bene, tesoro mio~




Miliardi di punti bianchi ed una distesa blu. Green si era sempre chiesto come questa combinazione avesse dato vita ad uno dei più grandi cliché del cinema rosa.
Per lui erano solo elementi privi di vita e di utilità, ma il suo accompagnatore non la pensava così.
Red pensava che guardare le stelle fosse una fonte di ispirazione, del resto era quello che aveva fatto notti intere prima di divenire Campione.
E poco a poco, quel passatempo privo di senso era diventato il simbolo di un grande traguardo sempre più vicino, sempre più reale.
Gli piaceva addirittura immaginare che la sera del suo grande trionfo una stella si fosse accesa per lui, come una piccola ricompensa divina dopo tanto duro lavoro.
Da quel giorno scrutò ogni sera silenziosamente il firmamento alla ricerca del suo astro, e quella sera con Green non fece eccezione.
Ma quest'ultimo non sembrava apprezzare il fatto che l'amico gli avesse aperto le porte di un suo rito serale, lo riteneva banale tanto da spingerlo a stilare mentalmente una lista di motivazioni per cui lo ritenesse stupido.
E, intento a riflettere, prese a far oscillare le gambe, le cui ginocchia erano recintate dalle braccia del ragazzo.
Uno: fissare dei maledettissimi punti a miliardi di chilometri non è redditizio.
Due: sto sprecando tempo, appunto.
Tre…

«Esistono di tanti colori ma non sono verdi. È ingiusto».
L'ultima motivazione, invece di rimanere una voce astratta nella sua mente, si materializzò sotto forma di un sussurro fugace, di un attimo breve.
Quell'affermazione non fu frutto di ragionamenti complessi o affini, gli venne spontaneamente nonostante non avesse il benché minimo senso.
Green odiava le stelle perché erano rosse, azzurre, gialle, bianche ma non verdi. Eppure il colore che rappresentava il suo nome era indice di speranza… o di invidia. Sì, verde d'invidia.
Perché Red aveva stelle che portavano il suo stesso colore e lui no?
Proprio quest'ultimo, inconsapevole, aveva colto quell'istante nel silenzio tombale dei colli di Biancavilla.
Ripeté la frase a fior di labbra, incerto sul suo soggetto.
«Cos'è ingiusto e non-verde?» domandò alla notte, assottigliando gli occhi con la convinzione che ciò potesse essergli d'aiuto nella riflessione.
«Nulla di interessante o che ti riguardi».
Green non si voltò nemmeno, continuò a guardare dritto avanti a sé.
Avrebbe dovuto dirglielo? Davvero avrebbe dovuto dirgli del suo capriccio infantile?
Ci rifletté su per qualche secondo, prendendo in considerazione anche il fatto che Red gli avesse aperto la porta su un suo segreto. E poi, se lo sarebbero dimenticati entrambi il giorno seguente, perché fare tante congetture?
«Le stelle. Le stelle non sono verdi. Ed è un peccato perché è un bel colore. Adesso prenditi pure gioco di me, non me ne frega» borbottò, lasciando che un sorrisetto vagamente ironico gli fiorisse sul volto.
Il corvino si girò, incuriosito dalla risposta.
«Perché dovrei? Credo che tu abbia ragione. È davvero un bel colore. Ma io una stella verde l'ho vista, ed è proprio la mia» mormorò aggiustandosi il copricapo rosso sui capelli, più serio di quanto Green stesso potesse immaginare.
Red aveva davvero visto una stella verde? Era sul punto di contestare, quando poi ricordò che in realtà la questione era stata tirata in ballo proprio da lui.
«E quando l'avresti vista, sentiamo?» trattenne a stento una risata, distogliendo finalmente anche lui lo sguardo dall'immensa distesa verdeggiante.
Passò qualche secondo che al Capopalestra sembrarono minuti interi, tanto era divorato dalla curiosità. Sapeva che gli astri di quel colore fossero una finzione, ma era davvero curioso di sentire cosa avrebbe risposto l'amico d'infanzia.
«La vedo tutti i giorni. E adesso è qui, accanto a me».
Il Campione pronunciò quella frase con il solito tono pacato e smorto, eppure in quell'affermazione c'era qualcosa di diverso, oltre uno sguardo intenso addolcito da un sorriso sincero.
Non ci volle poco per permettere a Green di metabolizzare la frase, e non appena ci riuscì tutto quello che potette fare fu biascicare due parole poco veritiere al vento.
«Che idiota.»
   
 
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