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Autore: Yoan Seiyryu    10/10/2013    4 recensioni
Sleeping/Hook
Solo il bacio del vero amore può risvegliare Aurora dal sonno eterno, ma non sarà Filippo a salvarla dalla maledizione. Dunque che valore può avere un bacio dissimile da quello più potente di tutti?
Hook dimostrerà alla Bella addormentata che non sempre la magia è la risposta, a volte le persone sono legate da un filo sottile che prescinde dai propri desideri. Entrambi si ritroveranno ad affrontare un'avventura comune, riscoprendo loro stessi e ciò che il Destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Aurora, Filippo, Killian Jones/Capitan Uncino, Mulan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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XIV. Epilogo



La cerimonia ufficiale dell’incoronazione di Re Artù si era appena conclusa tra gli applausi di tutti gli invitati alla grande festa. I genitori di Aurora preferirono inviare a presenziare solo lei poiché gli effetti dell’incantesimo non erano ancora trascorsi e muoversi era impensabile. La profusione di sentimenti che vi fu durante il risveglio si colmarono con il ringraziamento di tutto il popolo, poiché erano stati salvati dall’unica fanciulla che aveva sacrificato se stessa per loro. La madre di Aurora era fiera di lei, così come il padre, tanto che per quel giorno preferirono evitare di intraprendere il discorso riguardo al pirata che aveva condotto con sé.
Non apprezzarono affatto quella compagnia, ma divenne invisibile nel momento in cui avevano ritrovato la salvezza e la loro unica figlia. In un secondo momento avrebbero affrontato l’argomento.
Aurora non era riuscita a dedicare nemmeno un briciolo del suo tempo ad Hook, che era rimasto in disparte per concedere loro la possibilità di raccontare ogni cosa.
C’era qualcosa in lui che iniziava a farsi strada, una consapevolezza alla quale non si sarebbe potuto tirare indietro.
La sala del Castello di Camelot era gremita di persone, l’abito che Aurora indossava le stringeva il petto, tanto da sentire il fiato che si smorzava poco a poco. O forse era semplicemente il timore di non incontrare colui che desiderava rivedere. Hook era partito la notte stessa per raggiungere Camelot prima di lui, Filippo voleva parlargli di una questione piuttosto importante e l’idea che fosse potuto andar via la faceva tremare.
Vide sfilare di fronte a lei Kayley che trascinava Garret in una danza piuttosto impacciata e poco studiata, entrambi erano stati nominati Cavalieri della Tavola Rotonda, insieme a degli altri che Aurora non aveva mai sentito nominare prima di allora.
Mentre era occupata a guardarli con un certo divertimento, le si accostò accanto quella persona che per un breve momento era riuscita ad odiare.
Mulan si soffermò al suo fianco, facendo tintinnare l’armatura che non aveva voluto togliere e si schiarì la voce.

“Prima che le nostre strade si dividano, principessa Aurora, vorrei solo dirvi che Filippo vi è rimasto fedele fino alla fine. Abbiamo impiegato due anni per far ritorno da voi e quando non vi abbiamo trovata…”

Aurora la interruppe, volgendole uno sguardo dolce.
“Non dovete cercare di scusarvi per i sentimenti che provate per Filippo. Siete stata per lui un’ottima compagna, molto più di quanto non mi sia rivelata io” la tolse dunque dall’imbarazzo, intravedendo sulle sue guance un certo rossore “piuttosto, perché indossate l’armatura?”.

Mulan si strinse nelle spalle, facendo tintinnare gli spallacci, in fondo  Aurora non sembrava affatto una donna viziata ed infantile,  nonostante per diverso tempo l’avesse detestata, in qualche modo era riuscita a cambiare idea.
“L’armatura mi dà forza e coraggio, senza di essa sono debole e fragile. Ne ho bisogno per vivere senza paura” confessò a voce bassa, non lo aveva mai fatto prima d’ora.

Aurora non riuscì quasi a credere a quelle parole, la donna che si celava sotto tutta quella ferraglia aveva davvero qualcosa di cui aver paura? Non credeva neppure che ne avesse, per come si era mostrata, aveva l’aria di chi non provasse alcun timore per nulla al mondo.
Ma evidentemente non era così.
“Ora non dovete avere più paura poiché c’è qualcuno accanto a voi che vi saprà proteggere, anche senza la vostra armatura” così facendo volse un’occhiata a Filippo o ad Artù come tutti iniziarono a chiamarlo.

Mulan sospirò ed arrossì ancora una volta, ormai non riusciva a controllare quel sentimento così forte che aveva fatto breccia nel suo cuore.
“Sono diventata un suo Cavaliere, spetta a me proteggerlo e lo farò per sempre” così dicendo le rivolse un inchino per poi potersi congedare.

Artù ne approfittò per poter condurre il suo Cavaliere con sé e rubare brevi momenti di intimità prima di tornare a comportarsi come un re avrebbe dovuto fare davanti ai propri sudditi.
Aurora sospirò e voltò le spalle di fronte a quella scena, lei avrebbe avuto la possibilità di una vita felice, felice come desiderava lei?
Fu richiamata prima che potesse allontanarsi da quella stessa voce che un tempo aveva amato e che era rimasta racchiusa all’interno dei suoi sogni. Si voltò per incontrare il viso di Artù che era  aveva sfoderato un sorriso caloroso.

“Dunque hai fatto la tua scelta, non è così? Un pirata” affermò prima di offrirle il braccio che lei con qualche tentennamento prese. “Chi lo avrebbe mai detto”.

Aurora sospirò, non del tutto certa di poterla definire una scelta, visto che di quel pirata non era rimasta alcuna traccia.
“Temo che nessuno possa biasimarmi per essermi innamorata di un uomo come Killian, ma c’è chi lo farebbe perché questo cuore appartiene ad una principessa”.

Artù si schiarì la voce, chinando leggermente la testa verso il basso.
“Per questo motivo l’ho mandato a chiamare. I suoi intenti erano avversi alla mia volontà, ma ti ha condotta in salvo e alla fine ha messo da parte se stesso. In passato gli chiesi di rimanere qui al Castello, ma rifiutò. Gli ho proposto di diventare uno dei miei Cavalieri e di abbandonare l’abito del pirata, ma la sua risposta è stata negativa” spiegò brevemente che cosa fosse accaduto.

Filippo, od Artù, aveva fatto tutto questo per dare ad Aurora la possibilità di sposare un uomo che rappresentasse non un pericolo per il regno, ma un motivo di orgoglio. Hook invece aveva rifiutato, senza dare spiegazioni. Perché? Perché non aveva accettato?

“Scusami, ho bisogno di prendere aria” disse lei lasciando il braccio del re che comprendendo la situazione, non la rincorse.

Fuggì via dalla sala, scontrandosi con tutti gli invitati che si ritrovarono sulla sua strada. Alzò appena i lembi dell’abito per evitare di inciampare, non riusciva a respirare e la gola si era chiusa in singhiozzi che tentava di reprimere in ogni modo.
Che fosse andato via? Che fosse andato via per sempre senza dirle addio? Avrebbe dovuto immaginare che sarebbe finita in quel modo, ma come al suo solito, aveva creduto in un sogno.
Uscì in direzione dei giardini interni per poter scappare dalla folla di invitati, dalle risate e dai sorrisi di tutti coloro che sembravano felici.
Rimase ferma sulle scale di marmo che conducevano in basso, verso la prima fila di fontane che costeggiavano i sentieri geometrici.
Sarebbe scoppiata a piangere se solo dietro di lei non avesse udito una voce calda e rassicurante, quella stessa voce a cui aveva affidato tutta se stessa.

“Ti stavo aspettando” disse Hook mentre teneva la schiena appoggiata ad una pianta rampicante che correva su tutta la parete.

Aurora si voltò lentamente, ricacciando indietro le lacrime ed alzando il viso verso di lui. Lo vide con le braccia strette al petto, il mento basso e gli occhi blu come le profondità dell’oceano.
“Credevo fossi andato via, credevo che non ti avrei più rivisto”.

Hook sorrise all’angolo della bocca, distaccandosi lentamente per potersi avvicinare.
“Senza nemmeno salutarti? Sono pur sempre un gentiluomo”.

Quando provò a prenderle la mano, Aurora si discostò compiendo un passo indietro. I suoi occhi esprimevano diffidenza e al contempo non riuscivano ad evitare di desiderare quel contatto più di ogni altra cosa. Sapeva quel che sarebbe accaduto da lì a poco ma il suo cuore non riusciva a smettere di sperare in un qualche ripensamento.

“Quindi hai preso la tua decisione, andrai via di qui” sussurrò irrigidendosi subito dopo aver pronunciato quelle parole.

Il pirata chiuse le labbra in una smorfia, non era stato certo quello il modo in cui avrebbe voluto affrontare l’argomento. Ma ci aveva riflettuto, ci aveva riflettuto a lungo e non riusciva a trovare una soluzione migliore.
Il suo animo era libero e privo di catene, vivere una vita non sua lo avrebbe condotto verso un destino che non poteva appartenergli. D’altra parte chiedere ad Aurora di seguirlo avrebbe significato chiedere di abbandonare la sua reale natura. Lei era nata per regnare e per amministrare il suo regno in modo giusto, per illuminare il popolo e tutti coloro che le erano attorno.
Lui era nato per affrontare i pericoli del mare e non per chiudersi in una prigione di materassi piumati. Aveva rifiutato già un tempo la proposta di vivere una vita simile, non avrebbe rinunciato a se stesso sapendo che in futuro tutto ciò l’avrebbe potuto risucchiare.

“Io sono un pirata, tu sei una principessa” rispose rimanendo al suo posto, tornando con le braccia incrociate al petto “dobbiamo rispettare ciò per cui siamo nati e non uscire dagli schemi per perdere noi stessi”.

Aurora non volle ascoltare quelle parole e si gettò su di lui, appoggiando le mani al petto dove fece scivolare le lacrime cariche di afflizione e nostalgia che avrebbe sentito in futuro.
“Perché dobbiamo farlo? Perché non possiamo vivere insieme? Io ti amo Killian, io ho bisogno di te!”.

Lui le alzò il mento perché i loro occhi potessero incontrarsi e appoggiò la fronte a quella di lei, prima di occuparsi delle sue lacrime ed asciugarle con una dolcezza che non aveva mai avuto.
“Non credere che io ti ami di meno. Proprio perché ti amo devo lasciarti andare” cercò di sorriderle, anche se avvertì una morsa all’altezza dello stomaco,  iniziava a comprimere ogni pensiero fino quasi ad allucinarlo. Non aveva mai compiuto una scelta tanto razionale prima d’ora, in vista solo del bene altrui.
“Inoltre tu non hai bisogno di me, nessuno ha bisogno degli altri per vivere” questa volta riuscì a prenderle entrambe le mani con l’unica che gli era rimasta e se le portò alle labbra. “Tu hai una forza incredibile Aurora e il tuo regno ha bisogno di te. Per questo non ti chiedo di seguirmi”.

Le lacrime che stavano rotolando sulle guance iniziarono a fermarsi poco a poco, ascoltando le sue parole. Si era dimostrato saggio ed ancora una volta era riuscito ad insegnarle qualcosa. Non si sarebbe mai arresa, in nessun caso, alla possibilità di rivederlo. Il suo cuore non avrebbe mai amato nessun altro e non avrebbe permesso ad alcuno di avvicinarsi a lei nel modo in cui era riuscito a fare Killian.

“Se mai un giorno dovessi cambiare idea, io sarò qui ad aspettarti” sapeva bene che non sarebbe accaduto e che se fosse tornato non lo avrebbe fatto per restare.

“E’ proprio nella tua natura attendere l’uomo che ami, non è così?” le domandò con un mezzo sorriso, mentre le accarezzava quel viso che lo avrebbe sempre accompagnato nei suoi sogni e in tutti i quei momenti a cui avrebbe ripensato alla loro avventura “ed io verrò a cercarti”.

Così facendo si appropriò delle sue labbra sospingendola tra le proprie braccia per poter assaporare per l’ultima volta di un bacio che sarebbe rimasto sempre nei suoi pensieri.
Lui era un pirata e lei era una principessa, ma i loro cuori non si sarebbero mai divisi, poiché vi era un legame profondo ad unirli, un legame che li aveva divisi a lungo ma che li aveva anche fatti ritrovare. Non si sarebbe mai spezzato, per nulla al mondo.
Il giorno della partenza di Hook, Aurora si ritrovò su quello stesso picco in cui la loro avventura era terminata. Il Palazzo di Malefica non esisteva più e dalle macerie sarebbe sorto un Castello del tutto nuovo, un luogo in cui colui che veniva dal mare avrebbe potuto trovare casa. Una casa che non aveva vele, né alberi, né ancore a cui appoggiarsi.
Il vento sfiorava l’abito candido di Aurora mentre osservava l’orizzonte e la Jolly Roger che si allontanava sempre di più dalla costa, fino a scomparire dai suoi occhi. Il tramonto accompagnò l’ultimo sguardo che rivolse all’uomo che amava, la cui libertà non poteva rimanere compressa e che non sarebbe potuto rimanere incatenato a nessuno.
Trascorse esattamente un anno da tutti quegli avvenimenti, quando per la prima volta fu adocchiato un veliero che si avvicinava alle coste in gran fretta, accompagnato dal soffio del vento che spirava positivamente verso la terraferma.
Aurora era cresciuta ed era diventata una principessa amata che sapeva amministrare il regno accanto ai suoi genitori, i quali non potevano che apprezzare un animo tanto gentile e buono.
Nonostante ciò, il suo sguardo era perennemente in cerca di qualcosa che si stagliava oltre il mare, quel mare che portava con sé i ricordi di un passato troppo vicino per essere dimenticato.
Ma quando proprio in quel giorno si avvide che un veliero si approssimava a fermarsi su quelle coste, discese immediatamente sulla spiaggia che sorgeva al di sotto del picco e lì si fermò per poter guardare davanti a sé.
Con un incredibile stupore si rese conto che su una barca di dieci uomini che volgeva verso la riva, vi era in piedi l’unico che i suoi occhi erano riusciti a vedere. Il soprabito nero correva davanti a lui in direzione del vento, come se la sua missione fosse stata quella di ricondurla da lei.
Quando finalmente giunsero sulla riva, il pirata si bagnò gli stivali dell’acqua salmastra confondendoli con la sabbia umida.
Aurora condusse le mani alle labbra per mascherare l’improvvisa felicità che il suo cuore aveva appena provato e rimase immobile, in attesa della sua venuta.

“Ho viaggiato in lungo e in largo per le terre di questo mondo. Ho visitato luoghi meravigliosi e conosciuto culture diverse” disse mentre avanzava verso di lei “ma nessuno di questi posti mi permetteva di non pensare a te. Nessuno di questi posti sarebbe potuta essere la mia casa. Quindi ho capito una cosa, una cosa che non mi era chiara all’inizio del mio allontanamento” una volta giunto davanti a lei, si inchinò con rispetto e risollevò lo sguardo per incrociare i suoi occhi “la vera libertà non è andare via, ma scegliere di rimanere”.

Aurora non riuscì a trattenere un sorriso, uno di quei sorrisi che strappano l’anima di chi lo vede per ricongiungerla con quella a cui sarebbe dovuta appartenere fin dall’inizio.
La vera libertà è scegliere di rimanere. Per un pirata, era una confessione difficile da fare. Ma un pirata innamorato non poteva esimersi dal confessare ciò che il suo cuore aveva bramato così a lungo. 





// Nda: 

Ed eccoci qui al gran finale! Non mi sembra quasi che sia passato così tanto tempo dalla prima pubblicazione di questa storia, ma sono riuscita a portarla a termine, con tutti i dubbi che mi son tirata dietro. 
Non posso che ringraziare infinitamente tutte le ragazze che mi hanno seguita fino a questo punto, che mi hanno stimilato ad andare avanti e a raggiungere una fine che mi sembrava quasi impossibile da vedere. 
Sono molto contenta e per questo vi ringrazio ancora una volta. Spero che questo epilogo vi sia piaciuto, avevate paura che Killian non sarebbe tornato? Inizialmente la mia idea era stata proprio questa, cioè di non farlo tornare per niente da Aurora, ma non potevo spezzare i cuori della Sleeping Hook a cui tengo molto. 
In preparazione però ho una nuova Sleeping Hook che non sarà l'unica coppia di una storia AU che è ancora in fase di stesura, non so ancora quando riuscirò a pubblicarla, la trama è piuttosto complicata. 
Se vi va di seguire gli aggiornamenti delle prossime storie, potete iscrivervi a questo gruppo: https://www.facebook.com/groups/507038592717142/?fref=ts

 
   
 
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