Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: MadLucy    16/10/2013    6 recensioni
Sono passati ormai otto anni dalla prematura morte di re Joffrey; ora sul Trono di Spade siede Tommen Baratheon, bello quanto ignaro, manovrato con fine astuzia dall'intraprendente moglie, Margaery Tyrell. Al Nord regna Bran Stark: il suo improvviso ritorno è avvolto in una caligine di mistero, così come il sinistro e devastante potere grazie al quale ha conquistato il comando; al suo fianco c'è la moglie Meera, ma a corte tutti sanno che il re passa le notti nel letto del suo consigliere più fidato. Quando, per vendicare i torti subiti dalla sua famiglia in passato, il principe barbaro Rickon Stark si sporca le mani di sangue Lannister e rapisce la principessa Myrcella, non si può più tornare indietro: è guerra. Che parte interpreteranno Sansa Stark, Yara Greyjoy e Gendry Waters in tutto questo? Tra amori conflittuali, alleanze strategiche e scandali a palazzo, i nuovi concorrenti possono schierare le pedine: e che il gioco del trono abbia inizio.
(Bran/Jojen; Rickon/Myrcella; Gendry/Arya)
Genere: Generale, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bran Stark, Myrcella Baratheon, Rickon Stark, Shireen Baratheon, Tommen Baratheon
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Prologo
Prologo.









La notte lo avvolgeva come un mantello. Il ragazzo la percepiva alle sue spalle, al suo fianco, dentro di sè, un'entità possente ed inesorabile che scandiva i battiti del suo cuore. Le foglie gracidavano in un mormorio sommesso sotto le zampe del suo lupo, mentre una luna scheggiata dal lucore giallastro come zolfo seguiva i loro movimenti con silente reverenza. Il vento attendeva, tratteneva il respiro in tensione fra gli sterpi. Le figure che seguivano il ragazzo, fantasmi d'una storia dimenticata, erano profili esili ai bagliori allucinati delle stelle, tanto che il giovane aveva l'impressione di stare compiendo egli solo quel viaggio -loro c'erano, c'erano sempre stati ad accompagnarlo, eppure quella notte era sua, sua e basta.
D'un tratto, il lupo s'arrestò irrigidendo le zampe e drizzando le orecchie. Il naso fremette nel cogliere una calda nota olfattiva nell'aria. 
L'uomo che stavano cercando fu annunciato dal rumore ritmato degli zoccoli del cavallo. Era lui, con un drappello di pochi uomini; era lui, e il sangue del ragazzo si accese come un sole nero.
Li aveva visti, parati nel bel mezzo della piccola strada impervia che lui stava percorrendo per rincasare; il suo cavallo nero rallentò, fino a fermarsi a diversi metri da loro.
Probabilmente, l'uomo si stava chiedendo perchè quei girovaghi non si facessero da parte. 
-Roose Bolton.- La voce del ragazzo fendette lo spazio che li divideva, atona e sferzante come un lampo. Bolton aggrottò le sopracciglia diafane, contrariato.
-Che diamine sta succedendo? Chi siete voi?-
Il suo tono era basso e roco, senza nemmeno un'impronta d'incertezza. In un'altra epoca, in un'altra circostanza, il ragazzo sarebbe stato intimidito dal peso dell'autorità che lo invigoriva.
Un'autorità illegittima -un'autorità depredata con l'inganno. Gli occhi del ragazzo erano adombrati da una calma arida, di pietà prosciugata al midollo, di ferita spalancata fino all'osso.
-Sono venuto per saldare un debito in sospeso.- Quelle parole, soffiate dal vento, sciuparono la fronte distesa di Roose Bolton. Egli muoveva lo sguardo dalle tre figure intorno a quella dell'interlocutore, e poi s'immobilizzò nel riconoscere un lupo. Quel ragazzo stava cavalcando un lupo. Un lupo.
-Come sarebbe a dire?-
A quel punto la voce di Jojen, sottile ma vibrante, spezzò l'equilibrio instabile della situazione come il morso d'un serpente. -Fallo, Brandon. Ora.-
Bran Stark capì che tutto quel tempo, tutto quell'addestramento, tutto quel cammino e quella stanchezza e quel freddo conficcato nella carne erano stati per tendersi a quell'unico, imprescindibile, assoluto istante. Le sue pupille vennero inghiottite da uno spasmo feroce e il biancore della cornea s'affacciò come il presagio d'una maledizione.
Prima che i suoi soldati, o lui stesso, potessero accorgersi vagamente di quel che stava succedendo, Roose Bolton si afferrò la testa con entrambe le mani; un grugnito faticoso gli raschiò la gola.
L'uomo, il capo assalito da una potenza estranea e sconosciuta, fu sbilanciato da contorsioni simili a quelle d'un ragno invischiato nella propria tela; cadde a terra, dibattendosi, mentre un urlo inarticolato gli squarciava la bocca, scoppiando nella gola in un boato lancinante. Le pallide dita a stringergli le tempie si lordarono di sangue fresco, di colore talmente vivace da stridere nella cortina della notte. Lunghi rivoli voraci stillavano dall'orlo delle palpebre contratte, dalle labbra lacere, a disegnare un fato volubile nella terra polverosa. L'assedio terminò con un estremo gorgoglìo di voce insanguinata -e il cuore si spense, stremato, quasi che nella gabbia del torace vi fosse morto prigioniero.
Bran aprì gli occhi d'improvviso, con un ansito brusco, ma non c'era allarme nelle pupille salde. Aveva percepito il corpo smettere di combattere, arrendersi sotto pressione come avrebbe potuto fare uno di quei rami lì attorno. Sotto il pesante mantello, Jojen sorrise- in fondo sapeva che ce l'avrebbe fatta. Meera non proferì parola, incapace di distogliere lo sguardo dal dolce fluire di quei rigagnoli rossi, e stringeva duramente le labbra come se volesse imporsi l'evidenza.
Bran seguì con sguardo imperscrutabile i movimenti dei soldati che, inorriditi e confusi, si inchinarono davanti a lui senza nemmeno osar sfoderare la spada. Cosa poteva mai importare, ormai? Cosa poteva mai valere la vita spanta d'un lord cadavere? Cosa poteva mai importare, quando, a regnare su quel lungo inverno, era giunto uno Stark?
Bentornato a casa, sussurrò il vento ghermendogli i capelli castani ed avvolgendogli le orecchie in un carezzevole stordimento. Bentornato a casa, Bran.
 



































Note dell'Autrice: Ebbene sì, sto facendo esattamente quel che mi ero ripromessa di non fare più: cedere alla tentazione di cimentarmi in un'altra long. Però, però, a volte l'ispirazione è così, un po' bastarda. XD E quindi, che long sia.
Questo è solo il prologo e tendo sempre a scrivere prologhi brevi; ovviamente preparatevi a capitoli chilometrici! In quanto a me, non vedo l'ora d'introdurre Rickon nella storia.
Grazie moltissime per avere letto! Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate dell'idea. Posterò al più presto il primo capitolo!
Lucy
  
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