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Autore: missdubhe93    25/10/2013    2 recensioni
Mr Pan: Ragazzo mio, quando vorrai crescere? Sei solo un bambino!
Peter si sentì travolto da una strana sensazione di vertigine. Improvvisamente tutto gli sembrò diverso. Aveva dei ricordi che non sapeva di avere. L'isola che non c'è, Capitan Uncino, i bambini sperduti e... Wendy. Wendy! Ora sapeva chi era la ragazza del parco. Era Wendy.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Campanellino, John Darling, Michael Darling, Peter Pan, Wendy Darling
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: La proposta di Trilly

 

Peter rimase fuori nella fredda notte ad aspettare l'arrivo della fatina Trilly. Ora che ricordava tutto, voleva ritornare subito all'Isola che non c'è. Aveva provato a crescere, ma il suo impegno non era stato capito da suo padre. Dopo un po' di attesa Trilly spuntò davanti alla faccia di Peter, svolazzando felice.

Trilly: Ciao, Peter!

Peter: Ciao, Trilly!

Trilly: Sono felice di vederti. Credevo che ti fossi dimenticato di me.

Peter: Solo per un po' di tempo. Perchè adesso ricordo tutto?

Trilly: L'incantesimo delle fate che hai usato per tornare a Mondofermo doveva far sì che tu dimenticassi le avventure vissute sull'Isola che non cè. Per te, sarebbe stato tutto un ricordo sfocato, come quando non hai memoria di un sogno appena fatto. Ora, hai risvegliato la tua mente perché hai desiderato nuovamente di non diventare adulto.

Peter: Capisco.

Trilly: Ora, Peter, cosa vuoi fare?

Peter: Tornare all'Isola che non c'è.

Trilly: Forse non ricordi più la strada...

Peter guardò la fatina con aria di sfida.

Peter: Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino.

Trilly: Allora hai bisogno della mia polvere di fata.

Trilly prese una manciata di polvere di fata e la fece cadere con cura sulla testa di Peter. Pochi istanti dopo Peter cominciò a sollevarsi da terra.

Peter: Faccio strada io?





 

Peter e Trilly volarono sopra alla grande città di Londra. La notte era fresca e illuminata dalle tantissime stelle che ricoprivano il cielo. Peter si sentiva felice e privo di pensieri, era da molto tempo che non provava la bellissima sensazione di leggerezza di quando si dirigeva verso l'Isola che non c'è. Quando Wendy e i bambini sperduti avevano deciso di crescere e tornare a casa, Peter aveva passato un po' di tempo a vivere nuove avventure, però poi si era sentito solo. Perciò aveva deciso che era giunto il momento di crescere, ma ora non desiderava altro che tornare sull'isola.

Trilly: Siamo arrivati.

Peter spalancò gli occhi emozionato. Sotto di loro c'era la grande isola verde circondata da splendidi arcobaleni.

Trilly: Bentornato a casa.

Peter provava una gioia indescrivibile, era esaltato dai colori e dai profumi che emanavano i fiori dell'isola.





 

Trilly e Peter atterrarono nella laguna delle sirene. Sin da subito, Peter si accorse che c'era qualcosa di diverso nella laguna che aveva sempre conosciuto. Si guardò intorno per qualche istante.

Peter: Trilly, dove sono le sirene?

Sul volto della fata, comparve un'espressione triste a angosciata.

Trilly: Mi dispiace dirtelo, ma le sirene non ci sono più.

Peter: Che cosa?!?

Trilly: Da quando te ne sei andato sono successe molte cose.

Peter: Ma... come è successo?

Trilly smise di volare e si posò su una foglia.

Trilly: Il pirata Cuorenero si è insiediato sull'isola. Lui e la sua ciurma hanno rapito tutte le sirene e e le tengono prigioniere chissà dove. Noi fate le abbiamo cercate ovunque, ma non siamo riuscite a trovarle.

Una piccola lacrima comparve sul volto di Trilly.

Trilly: Mi dispiace.

Gli occhi di Peter erano pieni di rabbia.

Peter: Non conosco questo... Cuorenero, ma la pagherà! Questo è poco ma sicuro.

Trilly: No, Peter! Non puoi farcela! Cuorenero è molto più forte di Capitan Uncino, affrontarlo da solo sarà una pazzia!

Peter: Ma cosa possiamo fare per aiutare le sirene?

Trilly: Forse c'è un modo, ma non ti posso promettere niente.

Peter: Dimmi tutto.

Trilly: Cuorenero ha rapito tutte le sirene, ma tranne una.

Peter: Cosa intendi dire?

Trilly: Sull'isola vive una ragazza, Tara, che è per metà sirena e per metà umana. Credo che lei potrebbe aiutarci, anche perchè Cuorenero non sa che lei è un ibrido.

Peter: Portami da questa ragazza.





Trilly fece strada tra la fitta foresta, fino a raggiungere una piccola costruzione in legno vicino alle montagne. Peter guardò più attentamente, l'abitazione era ridotta male e sembrava che stesse per cadere a pezzi.

Peter: Sei sicura che possiamo trovarla qui? Sembra abbandonata!

Trilly: Tara e suo padre abitano in quella casetta. Suo padre Simon è un ricercatore, un tipo disordinato e con la testa fra le nuvole.

Peter: Un ricercatore? Ma è pericoloso, non dovrebbe stare qui!

Trilly: La madre di Tara è stata rapita dopo averla data alla luce. La ragazza non ha mai conosciuto la madre, perciò suo padre ha studiato tutte le carte dell'isola e dei sette mari per poter riunire la figlia alla madre. Personalmente credo che abbia perso un po' la testa, ma in fondo è solo un padre disperato.

Peter: Ho capito.

Peter, seguito dalla piccola Trilly, si avvicinò silenzioso verso la casetta in legno.

Peter: C'è nessuno?

Peter non ricevette risposta, così si voltò verso Trilly con sguardo implorante.

Peter: Sembra vuota.

Trilly: Riprova.

Peter si posizionò davanti alla piccola particina della casa e bussò con forza.

Peter: C'è qualcuno in casa?

Peter sentì dei rumori provenire dall'interno della casetta. Dopo qualche istante, un uomo dall'aspetto trasandato aprì la porta. Aveva una corta barba grigia e capelli spettinati. Quello doveva essere Simon, il padre di Tara.

Simon: E tu chi sei?

Peter: Mi chiamo Peter Pan.

Simon: Mai sentito nominare.

L'uomo fece per chiudere la porta, ma Peter lo fermò all'istante.

Peter: Aspetta. Sono venuto qui con Trilly per aiutarvi.

L'uomo fissò il ragazzo e poi la fatina bionda che svolazzava lì vicino.

Simon: Noi non abbiamo chiesto aiuto a nessuno.

Peter: Ho intenzione di cercare le sirene che sono state catturate da Cuorenero. Le fate pensano che tua figlia Tara ci possa aiutare.

Simon: Che cosa sanno di lei?

Peter: Sanno tutto quello che c'è da sapere.

Il viso di Simon si fece improvvisamente preoccupato.

Simon: Vi prego! Non ditelo a Cuorenero, altrimenti prenderà anche la mia bambina!

Peter: Non ti preoccupare, noi non lo faremo.

Simon pareva essersi convinto dell'onestà di Peter, così gli fece cenno di entrare.

Simon: Tara ora non è in casa. L'ho mandato al campo indiano a prendere delle erbe, ma se volete accomodarvi potete spiegarmi quello che avete in mente.

Simon fece accomodare Peter su una piccola panca malridotta e prese una scatola di fiammiferi per far sedere Trilly.

Simon: Ecco fatto.

Peter: Non abbiamo ancora elaborato un piano, ma abbiamo intenzione di cercare le sirene.

Simon: Ma Tara come può aiutarvi?

Peter guardò Trilly.

Peter: Ancora non lo sappiamo. Ma Trilly convocherà una riunione straodinaria con le altre fate.

Simon: Io ho cercato la mia cara Rosemarine ovunque. Senza offesa, ma non credo che tu e un gruppo di fate riuscirete a trovare le sirene.

Peter parve avere un'idea e guardò la fatina.

Peter: E se cercassi di riportare qui Wendy e gli altri? Sono sicuro che ci darebbero una mano.

Trilly: Possiamo provare.

Peter tornò a guardare Simon.

Peter: Devo chiedere a un gruppo di amici di unirsi a noi. Devo sapere prima se appoggerai la nostra causa.

Simon strofinò le mani agitato.

Simon: Farei tutto il possibile per portare indietro la mia Rosemarine. Tara ha bisogno di sua madre.

Peter: Ben detto! Ora non mi resta che coinvincere gli altri a tornare, poi elaboreremo un piano.

Peter, con fare trionfante, si rivolse alla piccola fata.

Peter: Ora andiamo a prendere gli altri.

 

 

 

 

 

 

  
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