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Autore: UomoStagno    25/10/2013    2 recensioni
Una lettera dall'oscurità fa luce su una cruda verità.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'alito condensato salì nell'aria. Era freddo, quella sera, e la guardia non ne era per nulla contenta. "Guarda te se devo stare qui al congelarmi le palle per due spiccioli al mese", pensò, cercando di capire se il freddo gli aveva congelato il cervello o se nulla andava davvero per il verso giusto.
Mentre il gendarme cercava di riscaldarsi le estremità esposte al freddo pungente, un piccolo fruscio ruppe il silenzio invernale. Il rumore risvegliò la guardia dalle sue preoccupazioni e si avvicinò ad una zona molto scura. Guardò dritto negli occhi dell'oscurità. Dopo qualche secondo si allontanò. "Devo essermelo immaginato, questo freddo mi sta facendo impazzire", pensò mentre tornava al suo solito posto.
"Per un pelo, dovrò fare più attenzione.." pensò l'oscurità e strisciò alle spalle della guardia che non si curava di quello che accadeva attorno a sè. L'oscurità lo guardò e si chiese se a quel tipo importava davvero quello che stava succedendo. Avanzò lentamente nel vialetto e notò le microcamere nascoste nelle fronde degli alberi. Si frugò nella borsa e prese un portatile. Dopo qualche minuto riuscì a entrare nel sistema di controllo delle telecamere e le spense. Sostituì i file video con un file registrato la notte precedente. Chiuse il portatile e lo ripose nello zaino, e nel frattempo pensò alle guardie che tenevano sottocontrollo le videocamere, che probabilmente non si sono accorte della breve interruzione di segnale. Si avvicinò lentamente alla porta e osservò la serratura. Era molto complessa, gli strumenti di scasso si sarebbero solo sciupati. Allora dallo zaino tirò fuori una piccola fialetta e ne fece scivolare qualche goccia sulla serratura. Piano piano, la serratura si sciolse e si schiuse, permettendo agli occhi di ghiaccio dell'oscurità di studiare il suo interno. Trovò subito le scale che portavano al suo obbiettivo e si avviò verso di esse. Si muoveva molto lentamente, guardandosi attorno nel caso ci fossero stati problemi. Salì silenziosamente le scale e si mosse in direzione della porta scelta.
Era aperta. Si fermò sulla sommità e pensò che tutto questo era troppo semplice. Le guardie svogliate, gli antifurti semplici, le porte aperte... Tutto questo era frutto della vittima designata. Poteva piangere solo se stesso se i suoi tesori sarebbero spariti quella sera. Si avvicinò alla cassaforte e la forzò; e, appena aperta, si stupì del suo contenuto. Tantissimi lingotto impilati uno sopra l'altro, piccoli cubi che governano le teste, le sorti e il nebbioso futuro del mondo. Mise il prezioso contenuto nello zaino e si dileguò più silenzioso di prima. La guardia nel frattempo si era addormentata nel posto di guardia con addosso una coperta. L'oscurità estrasse un walkie-talkie scuro dalla tasca, lo accese e dopo una piccola interferenza informò a qualcuno il successo della missione. "Perfetto, ci troviamo al rifugio più vicino", rispose l'apparecchio. Bene, pensò, finalmente posso godermi la luce, e sparì nella notte.
La notizia si diffuse velocemente, il giorno dopo. Il sindaco di Clerville era stato derubato durante la sua assenza. La folla si ammassava davanti alla villa, un po’ per curiosità, un po’ per godersi la faccia disperata del sindaco. Ginko arrivò con una volante, guardò la confusione e improvvisamente sentì la mancanza del letto. Si fece spazio tra la folla e entrò nel vialetto, e vide le telecamere. "Sicuramente saranno state manomesse", pensò. Si avvicinò e si accorse anche della serratura forzata con l'acido. Nemmeno un granello di polvere era stato spostato durante il furto. Salì le scale e trovò il sindaco che fissava continuamente la cassaforte vuota, come se guardasse una bara che aspettava il suo corpo. Si avvicinò lentamente a un poliziotto che era giunto prima di lui sul luogo e gli chiese -: Allora, sergente, cos'avete scoperto?:-
-:Sembra che il furto l'abbia fatto il vento: non c'è nemmeno una traccia, a parte scassi e cassaforte vuota." Ginko distolse lo sguardo pensante. -:Però..:- -questa parola catturò di nuovo l'attenzione dell'ispettore- -: ...abbiamo trovato questo biglietto ai piedi della cassaforte.:- Ginko afferrò il foglio e lo scrutò avidamente. -:E' stato semplice derubarti, signor sindaco. :- lesse Ginko. -: Il frutto del tuo governo si sente anche sotto casa tua. Le guardie sono svogliate, se ne fregano di quello che fanno e di quello che succede, le porte vengono lasciate aperte e gli antifurti non vengono minimamente controllati. Ma di questo puoi rimpiangere solo te stesso. Hai basato tutta la tua potenza sul denaro. L'hai promesso, l'hai fatto annusare, hai portato tutta la città sotto i tuoi artigli promettendo riduzioni di tasse, spese pubbliche e stipendi alti. Hai tolto le tasse aggiungendone altre, prestato soldi a associazioni e ripresi in altri modi, hai alzato gli stipendi dei tuoi parenti, amici e leccapiedi per abbassarlo a persone che lavorano duramente per mantenere la propria famiglia. Anzi, molte di queste persone non lavorano più per fare spazio ai tuoi lecchini. La città si è indebolita, inasprita e impoverita mentre tu, ormai cieco dal potere, hai accumulato montagne di soldi che tenevi solo per mostrarti potente. Ma non preoccuparti, ora i tuoi soldi li ho io. Piano piano, a partire dai tuoi lecchini, la gente si rivolterà contro di te, vedendo che il tuo non era potere, era solo fumo negli occhi. So già che parlerai male di me, come tutti, del resto. Mobiliterai tutte le pattuglie, farai comunicati alla televisione e alla radio, e, sicuramente, prometterai soldi per la mia cattura! Ma, sai, io penso che in questa città ci sarà sempre bisogno di me. Io almeno il ladro lo faccio di professione. :-
Ginko rilesse mentalmente la lettera e poi alzò lo sguardo. Il sergente lo guardò fisso negli occhi e in pochi istanti capì tutto. -: E' stato lui, vero? :-
-: L'ho sempre sospettato. :- disse l'ispettore accartocciando il foglio.
  
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