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Autore: Retirw    27/10/2013    6 recensioni
Gli occhi erano rossi e ad ogni sua lacrima di sangue una bambina nel mondo moriva
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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c'era una volta una bambina.
Viveva in una casa vicino ad un lago.
Non usciva mai le era vietato, se fosse uscita il sole le avrebbe scaldato e sciolto il cuore di ghiaccio.
Aveva la pelle bianca, un bianco innaturale, come porcellana.
I capelli erano neri e scivolavano lunghi sul suo magrissimo corpo.
Gli occhi erano rossi, e ad ogni sua lacrima di sangue una bambina nel mondo moriva.
Era la figlia della morte e dell'inganno.
La sua bellezza era paragonabile a una pozza di sangue su un lucido pavimento di marmo, affascinante, inquietante e incontrollabilmente attraente.
Non conosceva alcun sentimento.
Un giorno, nel periodo più freddo di tutti i tempi, mentre tutti si riparavano nelle case, si sentiva suonare nel vento ghiacciato la sua bella voce.
Cantava specchiandosi nel lago.
Quello stesso giorno compiva sedici anni.
Suo padre la morte decise di farle un dono:il carillon delle tre emozioni.
Era composto da due pagliacci neri e uno bianco, queste tre figure avevano sul volto un'espressione ditristezza e di dolore.
Con un giro avrebbe conosciuto la paura, con due giri l'invidia e con tre il tradimento.
Prese il dono ringraziò il padre e andò a casa.
Ma il padre la fermò e con tono severo la avvertì, non avrebbe potuto piangere più di una lacrima altrimenti la bambina che sarebbe morta sarebbe stata lei.
Ella annuì rassicurandolo.
Arrivata a casa pose a terra il carillon e si ci sedette di fronte, poi lo prese e lentamente lo girò una volta.
Si ritrovò in un bosco, grigio e poco illuminato.
Davanti a lei tra gli alberi c'era uno specchio.
Si guardò.
La pelle cominciò ad invecchiare, gli occhi a sbiadire, i denti a ingiallire, il suo corpo marciva.
Stava morendo.
Divorata da un senso incontrollabile di terrore chiuse gli occhi e cominciò ad urlare, finchè non si ritrovò di nuovo davanti al carillon.
La mattina dopo lo riprese, questa volta girò due volte...
Era in una camera rossa, c'era della musica.
Una donna meravigliosa le apparve, era sua madre.
Le disse che avrebbero fatto un gioco.
C'erano due specchi, quello che per primo sarebbe fiorito alla vista di una o dell'altra avrebbe significato che questa era la più bella.
Lo specchio della madre comincìo a essere incorniciato da rose che crescevano sempre più fitte.
La bambina sentì dentro di se un fuoco consumarle le viscere, un senso amaro di invidia.
Trattenne a stento le lacrime e si mise nuovamente ad urlare.
In un attimo era di nuovo sul pavimento davanti al carillon.
Rimanevano soltanto tre giri.
Nel silenzio lentamente girò tre volte.
Si ritrovò in un deserto.
Davanti a lei c'era un ultimo specchio.
Esso rifletteva il sole.
Non lo aveva mai visto, desiderava ardentemente guardarlo.
Si voltò.
Ma subito il sole quasi la accecò, e dai profondi occhi cadde una lacrima di sangue.
A quel punto comparve la morte.
La bambina stava morendo, guardò suo padre e lo implorò di farla tornare indietro, aveva mantenuto la promessa: solo una lacrima avrebbe dovuto versare e solo una lacrima i suoi occhi avevano pianto.
Ma la morte si voltò.
Questo era il tradimento.


Il lago era ancora ghiacciato, le persone comiciavano a uscire di casa, il vento gelido si calmava, il carillon era sul pavimento, ma il pagliaccio bianco aveva cabiato la sua triste espressione in un ghigno letale.
 
  
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