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Autore: Liberty89    27/10/2013    2 recensioni
Se il giorno prima si era preoccupata per il bizzarro comportamento del suo compagno, ora si trovava nell’imbarazzo completo. Era accoccolata sulla solita poltrona, con un nuovo libro in grembo, quando il ragazzo s’era presentato davanti a lei con un fiore tra le mani, colto da chissà dove nell’immenso giardino che circondava la loro casa.
Una TerraxAqua fluffosa senza pretese, ambientata prima degli eventi di BBS.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Aqua, Terra
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Titolo: Fiore di campo
Autore: Liberty89
Genere: Fluff, Sentimentale
Rating: Verde
Personaggi: Terra, Maestro Eraqus, Aqua
Pairing: TerraxAqua
Avvertimenti: One-shot
Note dell’autrice: Buona sera (notte ormai xD) a tutti! :3 Torno con una TerraxAqua, ma non temete che lavoro anche al resto ù.ù Non so che dirvi, quindi vi lascio direttamente alla fic ù.ù Buona lettura!

Ps: un grazie enorme alla mia patatrottola per il sostegno <3

Disclaimer: I personaggi e l'ambientazione di questa storia non mi appartengono, ma sono degli aventi diritto. La fic non è stata scritta a scopo di lucro.


Fiore di campo

Accettami così
ti prego non guardare
nella mia testa c'è
un mondo da ignorare.
Voglio che tu sia
mia complice discreta
accettami e sarai
la mia bambola di seta.

Alex Britti - Una su un milione

Quando l’alto portone dell’arena si aprì, il ragazzo fermò il suo allenamento e sorrise. Il Maestro gli aveva detto che sarebbe arrivato un nuovo allievo e lui fremeva per l’imminente incontro. Non vedeva l’ora di conoscere colui che sarebbe stato il suo rivale. La persona con cui avrebbe condiviso gioie e dolori di quell’addestramento e che l’avrebbe spronato a dare sempre il meglio di sé.
-…E questa è l’arena per gli allenamenti al chiuso.-
Sentì pronunciare al Maestro Eraqus, che s’incamminò verso il centro dell’area per raggiungerlo. Non riusciva a scorgere il suo futuro compagno perché nascosto dalla figura del keyblader anziano. Era davvero così minuto? Che fosse più giovane di lui?
Il keyblade svanì dalla sua mano, finalmente aveva imparato a evocarlo e aveva potuto smettere di usare quello di legno che aveva costruito con le sue mani, e chinò il capo in segno di saluto. -Buongiorno Maestro.-
-Buongiorno Terra, ti dispiace interrompere i tuoi allenamenti per oggi? Vorrei che aiutassi il nuovo allievo ad ambientarsi.-
-Certamente Maestro.- rispose, rialzando lo sguardo.
L’uomo sorrise compiaciuto. -Molto bene, allora la lascio nelle tue mani.- disse poi, spostandosi di un passo per far avanzare la fanciulla che aveva celato dietro di sé.
-Ma che…- pensò il giovane, sconvolto nel trovarsi di fronte una ragazza esile e dal viso gentile, incorniciato da una chioma di corti capelli cerulei.
-Lei è Aqua. Come te, è un guerriero molto promettente e questo, insieme ad altre cose, mi ha spinto a prenderla come allieva.- illustrò al castano, che annuì in maniera distratta. -Aqua, lui è Terra. Da domani sarà tuo compagno di allenamento, spero che andrete d’accordo. Vorrei spendere due parole per ricordarvi le regole non scritte del vostro apprendistato: voi siete e sarete sempre due compagni che in futuro vigileranno sulla pace dei mondi, quindi non lasciatevi alienare da sciocche rivalità o altri sentimenti che potrebbero interferire con i vostri studi. Intesi?-
-Sì, Maestro.- risposero in coro i due.
-Bene, ora vi lascio. Avete il resto della giornata libera per conoscervi meglio.-
Terra si arrese e vide l’immagine mentale del suo fortissimo rivale andare in frantumi come i bersagli che faceva a pezzi durante le sessioni d’allenamento più dure. Gettò uno sguardo dubbioso a quella ragazza così piccola, che dava l’impressione di poter essere spazzata via al primo soffio di vento. Come potevano essere simili agli occhi del Maestro? Sussultò quando incrociò i suoi occhi blu e arrossì senza un motivo, come se fosse stato scoperto a compiere chissà quale marachella.
Aqua ridacchiò, coprendosi appena le labbra con le dita esili. -Mi affido a te, Terra.-

Da quel giorno era passato un mese.
Lentamente, il primo allievo di Eraqus si era abituato alla presenza della nuova compagna, che si era rivelata tranquilla e molto più agguerrita di quanto apparisse. Durante gli allenamenti gli dava filo da torcere: nonostante faticasse a tenergli testa con la forza fisica, riusciva a riscattarsi con le magie e la sua incredibile agilità, che la rendeva sfuggente come una lepre. Inoltre, la loro convivenza in quel grande castello silenzioso era pacifica e spesso involontariamente cercavano la compagnia l’uno dell’altra, per sostenersi anche nei momenti di riposo.
Fu proprio durante una sera come le altre, che Terra si ritrovò a guardare la ragazza, ormai amica, con uno sguardo diverso. Scoprì che gli piaceva guardarla mentre leggeva. Dopo aver scelto un libro dell’infinita biblioteca a loro disposizione, Aqua si accomodava sulla poltrona sotto la finestra, raccogliendo le gambe sotto il corpo per tenerle al caldo e concentrandosi su ogni riga con un’espressione serena, che non mutava mai. Senza accorgersi, Terra rimase ipnotizzato dal movimento delle sue mani quando giravano le pagine con cura, quasi avesse timore di far del male al libro. Come potevano delle mani così delicate brandire un keyblade con quella forza?
Si stava ancora interrogando su quel quesito irrisolvibile quando incontrò le iridi della compagna, che insieme a un sopracciglio inarcato, trasmettevano tutto il suo dubbio.
-Terra qualcosa non va?-
-Eh? No! No, affatto!- rispose a raffica, scattando in piedi, col viso in fiamme.
-Sei sicuro di star bene? Sei strano oggi…- replicò lei, chiudendo il libro per alzarsi.
-Sto benissimo, tranquilla! Continua pure a leggere, vado a prendere una boccata d’aria!- sparò ancora, per poi fiondarsi fuori dalla stanza con lunghe falcate.

Se il giorno prima si era preoccupata per il bizzarro comportamento del suo compagno, ora si trovava nell’imbarazzo completo. Era accoccolata sulla solita poltrona, con un nuovo libro in grembo, quando il ragazzo s’era presentato davanti a lei con un fiore tra le mani, colto da chissà dove nell’immenso giardino che circondava la loro casa.
-Per te.- disse Terra, puntando gli occhi azzurri, incredibilmente determinati, in quelli di lei e allungando il braccio. -Io so che è vietato, però non credo di poter andare avanti tacendo quello che provo. Non sono riflessivo come te, io agisco d’istinto e il mio istinto… il mio cuore, mi ha spinto a rivelarti tutto.- proseguì, mettendole il fiore tra le dita e avvolgendole con la propria mano. -Mi piaci, Aqua. Forse dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti.- rivelò. -Spero che accetterai i miei sentimenti per te.-
La ragazza rimase in silenzio forse per un minuto di troppo, tanto da far credere al castano di aver fallito nel suo intento. Infatti questo chinò il viso e chiuse gli occhi, cercando la forza di lasciare la sua mano.
-Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona.*- citò Aqua, posando la mano libera su quella dell’altro che ancora la stringeva.
-Eh?- reagì Terra, non capendo la frase della giovane che rise e si alzò in piedi, trascinandolo con sé.
-Camminiamo, intanto ti spiego.- asserì lei con un sorriso incoraggiante a cui il castano rispose con uno luminoso e caldo, che le fece tingere di rosso le guance candide.




*citazione dal V Canto dell'Inferno della Divina Commedia
  
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