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Autore: KikiWhiteFly    27/10/2013    4 recensioni
{Tributo al Dottore e alle sue companion}.
Donna Noble: la donna che ha dimenticato.
"E, osservando quelle scene comuni e ripetitive, il Dottore non può fare a meno di pensare all'affetto ricevuto in quegli anni e, al contempo, al fatto che il suo cuore lo abbia sentito pesare sempre più. Questa è la condanna dell'avere due cuori, in fondo, nessuno potrà mai capire né dove inizia il dolore, né dove termina.
Il Dottore, allora, si allontana come un'ombra: la donna che lo ha dimenticato è stata la donna più importante dell'universo e, per quanto potrà far male, lo ricorderà egli stesso per entrambi".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: TARDIS, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Rose
sarebbe stata disposta a viaggiare per sempre, sino ai confini del mondo, pur di vivere una nuova avventura in sua compagnia.
Martha avrebbe passato tutta la vita nel TARDIS, nella speranza che il Dottore prima o poi si accorgesse di lei.
Donna era un animo sin troppo focoso, avrebbero fatto scintille insieme, ma sarebbero sempre giunti ad un compromesso.
Amelia avrebbe guardato ogni sera oltre la propria finestra, attendendo l'arrivo del suo Dottore stropicciato, pur consapevole del fatto che le probabilità non erano dalla sua parte.
River Song lo avrebbe sempre incontrato, in un modo o nell'altro, poiché la loro storia era cominciata così e così sarebbe terminata.
Clara sarebbe sempre stata un mistero, ma avrebbe viaggiato con il Dottore a qualsiasi costo: possibile o impossibile che fosse.
Negli ultimi anni ognuna aveva reso i suoi viaggi all'interno del TARDIS una grande esperienza dietro l'altra ma, a conti fatti, le avventure più belle erano proprio loro.
Se siamo tutti storie, alla fine, allora lo siamo insieme e da soli.





Piccole grandi storie





“We're all stories in the end. Just make it a good one, okay?
Because it was, you know. It was the best”.





1. Rose Tyler: la donna che ha amato.


Il Dottore vorrebbe dire tante cose prima che la crepa nell'universo si chiuda, ma le parole sembrano essere state anch'esse inghiottite da un vortice temporale. Che umorismo spicciolo, Dottore, pensa fra sé e sé, osservando con malinconia le lacrime che attraversano copiosamente le guance di Rose Tyler.
Non solo osserva quel viso, ma cerca di memorizzarne ogni esiguo particolare: non vorrebbe perderlo mai o, come disse una volta Rose, per sempre.
Mai e per sempre, le parole più pericolose dell'intero universo: entrambe così eterne e, al contempo, così infinite.
Il Dottore non le ha usate spesso nella sua vita, gli sono sembrate sin troppo melodrammatiche, ma Rose Tyler ne sembra valere la pena. L'unica cosa di cui riesce a rendersi conto in quel momento è che nulla può riuscire a spezzare quell'atmosfera tesa, ha a disposizione solo pochi istanti e dovrebbe usarli nel migliore dei modi possibili.
Ma proprio quando il Dottore sembra in procinto di svelare un segreto che, ormai, Rose Tyler sembra conoscere, le leggi che comandano l'universo intervengono e lui si ritrova da solo, nuovamente, al centro del TARDIS.
Un intero universo da esplorare e la solitudine da placare: forse siamo davvero più grandi all'interno.


2. Martha Jones: la donna che ha lottato.


Martha Jones è sempre stata una donna dedita alla scienza e, sin da piccola, ha immaginato la sua vita in un posto stabile e sicuro: il
suo ospedale, i suoi pazienti, i suoi orari prestabiliti.
Da quando l'ospedale è precipitato sulla luna, però, Martha ha dovuto fare i conti con i suoi punti fermi e iniziare a vedere il mondo in diversa prospettiva.
Il Dottore le ha aperto gli occhi, non solo le ha fatto vedere un mondo, bensì infinite galassie, da tanti punti di vista differenti: il tempo e lo spazio a portata di mano, ha potuto essere ovunque e chiunque, è come se la sua mente fosse stata infusa di informazioni che non avrebbe mai potuto leggere sui libri.
Eppure lo sguardo del Dottore è sempre velato da un invisibile retina di malinconia, ogni tanto sembra che i suoi pensieri galoppino lontano: Martha sa benissimo dove sono diretti e può solo chinare lo sguardo, aspettando che il giorno successivo sia migliore del precedente.
Ben presto, però, è arrivato il giorno in cui Martha Jones ha dovuto mettere da parte ogni rammarico, imbracciare il coraggio e le armi e raccontare la storia al mondo intero.
Su di lei circolano miti, leggende e favole: taluni dubitano della sua esistenza, altri la ritengono una pericolosa criminale. Martha Jones, in verità, è solo una
cantastorie che ha attraversato il mondo e ha lottato duramente affinché la sua voce arrivasse ovunque.


3. Donna Noble: la donna che ha dimenticato.


Alcune volte il Dottore posteggia il TARDIS in una zona isolata, in un viale che ormai gli rievoca ricordi malinconici, solo per assicurarsi che Donna Noble conduca una vita normale.
È la vita che non potrà mai avere – pensa il Dottore, appoggiandosi al colonnato e osservando la sua felicità –, è l'unica avventura che gli è stata negata.
Ironico, non è vero? Tutto il tempo e lo spazio sono a portata di mano, ma nulla sfugge dalle sue dita più della normalità. Quindi, pensa che sia una consolazione e al tempo stesso un supplizio osservare come uno spettatore discreto la vita di Donna Noble.
E, osservando quelle scene comuni e ripetitive, il Dottore non può fare a meno di pensare all'affetto ricevuto in quegli anni e, al contempo, al fatto che il suo cuore lo abbia sentito pesare sempre più. Questa è la condanna dell'avere due cuori, in fondo, nessuno potrà mai capire né dove inizia il dolore, né dove termina.
Il Dottore, allora, si allontana come un'ombra: la donna che lo ha dimenticato è stata la donna più importante dell'universo e, per quanto potrà far male, lo ricorderà egli stesso per entrambi.


4.
Amelia Pond: la donna che ha aspettato.


Amelia si rigira tra le dita una mela rossa, ingenuamente convinta che possa fungere da portafortuna. Dopo almeno quattro psicologi, un paio di terapeuti e una buona dose di realismo da parte di sua zia, Amelia Pond dovrebbe aver rinunciato al suo Dottore stropicciato. Tutti quanti continuano a ripeterle che si tratta solo di una fantasia e che sta compensando un vuoto con un'assenza di realtà, prima o poi dovrà lasciarlo andare. Ma Amelia sa bene ciò che ha visto, per non dimenticarlo ha riempito gli album di disegni e consumato pastelli, sino a sentirsi le dita spossate.
Amelia Pond, quindici anni, l'ennesima mela mai assaggiata e gli occhi levati verso l'alto: deve prestare attenzione, rischierebbe di non riuscire a distinguere una cabina blu da una volta stellata.
In fondo siamo tutti puntini nel firmamento, no?
Eppure ce ne sono alcuni più splendenti di altri, pensa Amelia, alcuni competono con le stelle: alcuni sono piccoli, ma al tempo stesso grandi.


5.
River Song: la donna inaspettata.


Ogni volta che lo vede il cuore le sale in gola, eppure dovrebbe esservi abituata: ha incontrato così tante versioni del Dottore, l'unica cosa da fare sarebbe accoglierlo con una battuta tagliente – quale copertura migliore, in fondo?
River Song, Melody Pond, la professoressa Song: sono gli epiteti che utilizza, tanto da non essere più a conoscenza della sua reale identità. Forse, anche se non lo ammetterebbe mai, viaggiare con il Dottore le serve per conoscere meglio se stessa.
Eppure questa volta è diversa dalle altre, stavolta è rischioso mettere in esposizione i suoi reali sentimenti, poiché quando il Dottore si volta non la riconosce davvero.
È una persona tra le altre, un'identità sconosciuta nella folla, sulle sue labbra indugia lo stesso sorriso che potrebbe rivolgere ad uno sconosciuto.
E, in quel momento, River Song non riesce proprio a farsi venire in mente una battuta di spirito oppure un commento sardonico: la mente è troppo presa da ciò che il cuore non osa ammettere, questa è la sua grande debolezza.


6. Clara Oswald: la donna impossibile.


Talvolta Clara ha l'impressione di non conoscere affatto il Dottore, nonostante ormai viaggino da qualche tempo, poiché tende a farle delle strane domande. Spesso brontola qualcosa circa una Londra vittoriana oppure un certo manicomio, tutte frasi che non hanno senso nella sua mente.
Lei è semplicemente la figlia della foglia, è stata portata dal vento e condotta nel futuro da un casuale fenomeno atmosferico; anche in quel momento, mentre sfoglia le pagine del diario di sua madre, se la rigira tra le dita come il più prezioso dei cimeli.
Il Dottore gira in tondo al centro del TARDIS, osservando il suo scanner con aria sospetta di tanto in tanto, poi si volta in sua direzione e si agita:
«Tu non sei possibile!».
Clara Oswald è un mistero, un complicato puzzle di cui non riesce ad afferrare il tassello mancante: lei è speciale, come chiunque nel mondo, ma cosa la rende
particolare?
«Dottore, così mi spaventi», denota Clara, issandosi in piedi.
Il Dottore ora le viene incontro, baciandole con innocenza la fronte, dichiarando per l'ennesima volta che si tratta solo della sua Clara. Quale sia il mistero, in fondo, è un nodo che non vede l'ora di sciogliere e l'esperienza gli ha insegnato che tali cose avvengono a tempo debito, nel più sorprendente dei modi possibili.




Svariati anni dopo il famoso Dottore è nuovamente da solo, di fronte alla sua console: sarà sempre così, in fondo, il TARDIS e colui che l'ha preso
in prestito. Sempre più blu, sempre più luccicante, nuovo e vecchio e saggio ed egoista: il TARDIS è incostante, proprio come lo sa essere la storia. Ma, d'altronde, sono gli uomini che fanno la storia e che diventano essi stessi simboli: è questo il Dottore, un simbolo di pace per alcuni, un acerrimo nemico per altri.
Rimarrà negli annali della storia, dei miti e delle leggende, ma per l'universo sarà sempre un pazzo con una cabina blu, degli orribili cappelli e l'ennesima stranezza che lo contraddistingue: andrà in giro con un volto diverso, ogni singola volta, un altro uomo prenderà il suo posto e volterà nuovamente pagina.


“Big and little at the same time, brand new and ancient
and the bluest blue ever. And the times we had, eh?
Would've had... Never had”.



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La citazione iniziale e finale proviene direttamente dall'episodio 05x12: “Siamo tutti storie, alla fine. Fa solo che sia una bella storia, okay? Perché lo è stata, è stata la migliore […]. Grande e piccola al tempo stesso, nuova di zecca eppure antica. Ed è blu, il più bel blu che esista. E che momenti abbiamo vissuto, eh? Che avremmo vissuto. Che non abbiamo mai vissuto”.
Ho cercato di incentrare la storia sulla solitudine del Dottore e su ciò che hanno significato le diverse companion per lui. Credo che ognuna sia stata unica e irripetibile, perciò ho voluto dedicare a tutte loro un tributo. La parte finale è ambientata in un futuro prossimo, vi è qualche citazione proveniente dal season finale della S4 e ho cercato di riprendere il discorso di Eleven nel season finale della S5.
Grazie per aver letto,
Kì.






   
 
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