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Autore: Vella    30/10/2013    5 recensioni
Vi siete mai chiesti da dove provenga il famoso giochetto "Trik'r Treat"? Avete mai pensato che una frase così innocente possa contenere un segreto maligno? Cosa nasconde veramente halloween? E chi introdusse questa usanza?
Noi, personalmente, sappiamo solo della storia sul signor Adams, la cui notte del trentun ottobre, senza saperlo, si condanna a morte.
E' una vicenda fatta di suspense, dedicata interamente al giorno di halloween. E' una vicenda a cui potremmo anche non crederci.
Ma in fondo, se ci pensiamo, morte è il miglior sinonimo di Halloween.
Genere: Dark, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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«Dolcetto o scherzetto?!»


Halloween è una festività celebrata soprattutto negli Stati Uniti. Halloween è sempre stato considerato un vero giorno di festa, dove le persone -finalmente- potevano godersi in santa pace una libertà surreale, impegnandosi, però, ad accontentare qualunque bambino si presentasse alla porta. Tutti hanno il diritto di acciuffarsi dolci e dolcetti a destra e a manca. Nessuno poteva essere così spregevole da chiudere la porta in faccia a quelle tenere creature che il giorno di halloween decidono di mettersi nei panni di orribili mostri solo per assaggiare qualche goduria in più.
Non tutti l'hanno sempre pensata in quel modo. Nella notte di halloween è usanza riunirsi attorno ad un tavolo e lasciare libero spazio alla fantasia, raccontando storie d'orrore. Storie che non danno tregua al calmo animo umano.
Si è soliti a raccontar soprattutto -quasi come un rito- la storia del Signor Adams, da cui proviene la nascita del famigerato e senza sconto: dolcetto o scherzetto?
Ma in fondo, la storiella è sempre stata storpiata sul finale. Chi vuole veramente raccontare ai propri figli di un uomo così? E di ciò che successe quella notte?
Si sa, per certo, che Mr Adams non era altro che un vecchio barbuto sui cinquantacinque anni. Indossava perennemente una camicia a quadrettoni e i suoi jeans chiari gli regalavano un'aria country che le donne avevano apprezzato fino ai trent'anni. Dopodiché i trentuno erano stati un fiasco: lui invecchiava precocemente secondo la dottoressa Hall che aveva il compito di visitarlo ogni dodici mesi.
Il signor Adams aveva due vizi, uno più accattivante dell'altro: il fischio ed il fumo.
Quella sera vagamente ricordava che fosse l'ultimo giorno del mese di ottobre e quindi, senza alcun dubbio, halloween. Il continuo schiamazzare che proveniva dalle strade iniziava ad infastidirlo sempre più. Era seduto su una sedia a dondolo fatta di legno che scricchiolava ad ogni movimento del vecchio. Il fuoco nel camino di fronte a lui era quasi morto; le braci sul punto di spegnersi regalavano alla casa una luce fioca ed una temperatura mite.
L'uomo teneva stretta tra le dita callose una bionda, o meglio dire: una sigaretta quasi del tutto consumata. Il suo viso era sciupato e ripetutamente punto dalle rughe.
I suoi occhi erano di un grigio velato, oscuro, triste, l'unica parte del suo corpo completamente libera. Quelle sue iridi così chiare riuscivano ad infondere un brutto senso di instabilità, forse per questo non aveva alcuna vita sociale. Ma a lui non interessava, era un pensiero che aveva deciso di non dolersi, di lasciarlo tramortito nei meandri della sua mente.
La corrente elettrica era un optional nei giorni freddi. Il buio, in fondo, gli piaceva.
Tutti quegli anni di vita senza nemmeno una briciola di carriera a renderlo fiero.
Non aveva mai festeggiato halloween. E questa, a primo impatto, era una cosa normale per lui. Nessun bambino - sempre dall'epoca dei trent'anni- aveva osato bussare alla sua porta per cantilenare la tenera filastrocca da rito.
Stranamente anche lui la conosceva a memoria. I suoi genitori adoravano quel giorno, avevano cercato di convincerlo e di convertirlo, avevano cercato persino di travestirlo quand'era piccolo ed ogni sera, in ogni giorno dell'anno, invece di raccontargli la storia dei Tre porcellini, si dilettavano nel gioco del chi sapesse meglio esprimere la Filastrocca di halloween*.

"Halloween è vicino e mi travesto da micino. Se tu felice vuoi farmi basta dolcetti regalarmi."


Era così veloce che molte volte i bambini non finivano neanche di concludere una parola del primo verso che già si trovavano al quarto tutti speranzosi e con gli occhi luccicanti.
Ma a chi vogliamo prendere in giro? Pensava -minimo- dieci volte al giorno il signor Adams. Come se credesse che qualcuno prima o poi l'avrebbe risposto.
Quella sera, quindi, aveva deciso di starsene buono sulla sedia a dondolo, davanti al fuoco anch'esso nell'aldilà, e una buona dose di whisky e soda, bevuto con avidità direttamente dalla bottiglia a stomaco vuoto.
Si sa che neanche l'arte culineria fosse il suo forte.
Quando qualcuno gli bussò alla porta, stava cercando di capire quanto tempo ancora sarebbe passato per percepire il primo conato di vomito.
Chiuse gli occhi: era stata solamente un'allucinazione per lui.
Di nuovo il campanello venne suonato. Mr Adams tossicchiò sentendosi lo stomaco contrarsi e la bottiglia di whisky - ancora per metà piena- frantumarsi sul pavimento, il rumore che ne provenenne fu davvero assordante e una maledizione verso le orecchie del vecchio unendosi all'odore acre della bevanda.
Sarebbe stato costretto ad alzarsi ed aprire la porta.
Quel pensiero non si formulò mai nella mente dell'uomo: nessuno bussava a lui, doveva convincersi del fatto che stesse sognando. Che fosse davvero troppo ubriaco per connettere la realtà con l'illusione. Si accasciò di nuovo sulla sedia a dondolo e premette con fermezza la testa sul cuscino, cercando di tappare il suo cervello ed anche le orecchie.
Il fuoco non faceva più rumore, era spento quasi del tutto, l'unico suono era il suo respiro e quello che stava succedendo fuori.
Qualcosa andò a sbattere contro la finestra che dava al cortile, Mr Adams si scosse, svegliandosi da quella specie di sonno e si girò di scatto, boccheggiando.
Fu, proprio in quell'attimo, che qualcuno suonò per la terza volta il campanello di casa sua, e che un uccello più nero della pece si schiantava per la seconda volta sulla finestra di casa sua, cercando, invano, di entrare nell'abitacolo.
Poteva essere tranquillamente un pipistrello finto, lanciato da qualche stupido fanatico in città, eppure il vecchio signore aveva uno strano groppo in gola, la saliva s'era fermata e seppur non avesse mai avuto paura in vita sua, un brivido leggero gli oltrepassò la spina dorsale.
Si alzò. Barcollando appena. Socchiuse gli occhi per portare un po' di ordine nel suo cervello e di trattenere i primi segni della sbronza.
Lentamente si diresse verso il portone di casa, non sapeva bene dove fosse, e a tentoni, nel buio, vaneggiò per qualche minuto.
Quando impugnò la maniglia, un altro brivido gli percorse la schiena.
Aprì.
Trattenne quel poco di fiato che gli era rimasto.
Gli occhi scesero in basso, e il sopracciglio destro si alzò leggermente.
Un piccolo batuffolo rosso lo stava osservando dal basso. Era una bimba così piccina da far paura, indossava un mantello più rosso del sangue, e poteva essere scambiata per una normale Cappuccetto Rosso, ma ad halloween non c'erano travestimenti macabri? Perché quella bambina sembrava, allora, così innocente davanti agli occhi del Signor Adams?
Un rutto gli uscì dalle labbra e si appoggiò al pilastro della porta per sostenersi meglio.
«Cosa vuoi, mocciosa?» un sussurro flebile.
«Dolcetto?» disse la creatura. La voce apparve squillante, forte, chiara. Aveva due grossi occhione neri, brillavano alla luce della luna e, la piccola, si sforzava di sorridere all'uomo.
«Dolcetto?!» ripeté Mr Adams trattenendo anche lui una piccola risata amara. «Da quand'è che si us-s- sa dire 'dolcetto'? Cosa c'è? La filastroc-ca è diventata troppo lunga? I tuoi genitori hanno deciso di dar libero spazio alla tua i-i-immaginazione?» esagerava, parlava a vanvera, di tanto in tano guardava verso le stelle, poi ritornava ad osservare la creatura e si dimenava in stupide frasi di circostanza balbettando per via della sbronza.
«Dolcetto?» ripeté la bimba, spalancando ancor di più gli occhi e tirando sempre più le labbra all'insù.
«No! Va' via, stupida mocciosa!» l'uomo si sporse in avanti barcollando e con, davvero, un equilibrio che lasciava a desiderare, lasciò sfogare la sua gamba ed inflisse alla bambina un calcio nella pancia che dolé non solo a lei.
Quando la porta si fu richiusa dietro le sue spalle, Mr Adams ripeteva tra sé la parola "dolcetto" e rideva divertito. Il respiro s'era fatto affannoso, la casa immersa nel buio spaesava persino un sobrio. Era diretto verso la sedia a dondolo e ad una nuova bottiglia di whisky. Appena raggiunse entrambe si lasciò andare ad una frase esuberante e alquanto inaspettata: «Io odio i bambini!»
"Soprattutto quelli con i cappucci rossi" aggiunse pensando.
Un sospiro di sollievo, gli attraversò la bocca diventando suono appena fu di nuovo sulla sua sedia a dondolo. Chiuse gli occhi con fermezza, alzando la bottiglia di whisky e dirigendola direttamente in gola.
La bottiglia venne ancor di più spinta verso l'interno del suo corpo da una piccola mano.
Un braccio, ora, gli stringeva la gola e con l'altro spingeva il whisky nella gola di Mr Adams. Nessuno sentì l'urlo squartante che ne seguì dopo.
Si seppe, solo il giorno dopo, che un coltello da cucina aveva messo fine alla vita dell'uomo.
Ma nessuno - e quando dico nessuno, è davvero nessuno- sapeva che quell'urlo straziante tanto da rompere qualunque corda vocale, era stato dovuto allo sguardo dell'assassino. Quando il signor Adams vide negli occhi la bimba impugnare il coltello da cucina ed affondare lentamente la punta nella sua carne calda, gli occhi diventarono un subbuglio di sbagli. Il sangue scese a fiotti lungo la sedia a dondolo e il rumore assordante di quando si muoveva, divenne ancora più insopportabile appena ci fu la seconda coltellata direttamente in gola, dove la lama fu veloce e senza via di scampo.
La bambina nuotò nel sangue della sua vittima facendo diventare la mantellina ancora più rossa.
Lei, che non aveva più di quattro anni, si avvicinò alla bocca, infine, del signor Adams, e prima di rapire il suo ultimo respiro osò dire: «allora scherzetto». .

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S|S: Bene *coft*, ora tocca a me dire qualcosina e.e .
Per prima cosa questa è una storia suspansosa(?), ma non ha decisamente nulla di pauroso. O quasi e.e . Sono curiosa di sapere i vostri primari pensieri e cosa vi ha subito rapito u.u, OVVIAMENTE le recensioni negative sono le più belle(?) e molto ben accette (mi diverto a leggerle °-°), ma, cosa più importante, mi aiutano a "crescere".
Ed ora? Ora tocca a voi dirmi la vostra! E non vedo l'ora :3 Buon halloween!
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*E' stata una mia scelta scrivere halloween con la lettera minuscola.
*La filastrocca è inventata da me e pertanto è sotto copyright.
   
 
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