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Autore: Crona Lunatica    02/11/2013    0 recensioni
con questo principio convive Alexa Delini, e sarebbe facile se lei non fosse in realtà una vampira. Per questo, ha deciso di vivere nutrendosi di anziani in fin di vita alleviando così le loro pene, ma cosa succede quando uno di questi la morde?
Genere: Comico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 5 febbraio, Brescia.

Alexa si apposta sul tetto dell’ospedale, Adam atterra pochi passi più indietro, nessuna luce è accesa. << Quinto piano, quarta finestra, c’è un malato di leucemia fulminante>> << E’ sicura? Il suo sangue sarà ormai marcio>> << Se non ti aggrada, c’è un malato di cancro al piano superiore>> replica lei. Adam alza gli occhi al cielo << No, grazie, credo che farò una visita ai pazienti in coma, hanno un sapore migliore. Sa bene che il sangue dei malati di cancro proprio non mi va giù, ha un non so che di…cancerogeno>> Alexa sospira << Muoviti, dai, e non azzardarti a passare nel reparto maternità, mi sono spiegata?>> << Tranquilla, Alexa, sa bene che non farei mai del male a dei bambini, specie se neonati>> << Non è di loro che mi preoccupo, ma di quella bella ostetrica a cui hai messo gli occhi addosso l’altra notte, vedi di non importunarla, d’accordo? Non dobbiamo dare nell’occhio>>. << Certo, signora Delini>> Adam si lascia scivolare lungo la grondaia, e poi via, sul cornicione, agile come un gatto e leggero come un ombra seguito poi da Alexa. La donna scende ed entra nella stanza del malato. L’uomo è disteso sul letto, la pelle ha preso un colorito scuro; << Non si preoccupi tra poco sarà tutto finito>> sussurra avvicinandosi. Da un bacio sulla fronte dell’uomo, poi accosta gentilmente le labbra alla sua gola e vi affonda i denti affilati e bianchissimi. Il malato comincia a sussurrare parole sconnesse, il nome di una donna affiora dalle sue labbra << Ssst>> Alexa lo invita al silenzio con un messaggio mentale << Non sentirai nulla, e quando sarai dall’altra parte non avrai più nulla di cui patire, dormi, bambino, e raggiungi coloro che ami nella terra dove la vita è eterna>>. Alexa sente la vita scivolare nel suo corpo attraverso la gola, il sangue dell’uomo è come latte andato a male, ma placherà la fame della donna fatale e metterà fine alle pene del malato. Lei sente il battito cardiaco affievolirsi sempre più, sino a cessare del tutto. Le sue labbra rosse si staccano dalla gola del morto, e vi passa un dito per ripulirle “Ecco, ora hai finito di patire” pensa Alexa chiudendo gli occhi del corpo, che ancora conserva un poco di calore. La notte porta con sé la morte, all’alba la vita ricomincerà. Alexa si dirige verso il reparto maternità e guarda i bambini mentre riposano nelle loro culle. Ricorda ancora il suo bambino, morto ormai da anni, che lei amava e che aveva stretto dopo il lungo e doloroso travaglio del parto. Ma non è il tempo di perdersi nei ricordi, così si allontana ed esce da una finestra. Adam la aspetta sul tetto, come sempre. << l’ho vista, non menta, lei ha nostalgia della sua vita passata>> Alexa lo guarda, i suoi occhi dimostrano tutti i suoi anni << Leggi nel mio cuore, Adam. Sì, è vero, ho nostalgia della mia vita passata, ma ormai è proprio questo, parte del passato, e non posso ritornare indietro…vieni, è tempo che tu sappia>> è la prima volta che Alexa si apre con Adam, lei,  solitamente così schiva e riservata. Balzano da un palazzo all’altro e corrono nascosti dalle ombre e dal buio della notte fino ad un parco immerso nell’oscurità.
 
Diario di Aurora Crepuscoli

E’arrivata! Alexa Delini è comparsa sulla soglia della nostra porta con una valigia nella mano, un tailleur nero i capelli scuri sciolti in morbide onde sulle spalle e il trucco perfetto, pareva più un avvocato che una colf.
Zio Giovanni le ha stretto la mano; credevo avrebbe storto il naso vedendo come era conciato lo zio, con i suoi jeans da contadino sporchi di letame, invece ha risposto alla stretta con calore << E’ un vero piacere conoscerla signore, sono Alexa Delini>> ha un accento strano, sembra quello delle persone provenienti dall’Europa orientale, e il suo incarnato è così pallido… ha i lineamenti delicati e un portamento regale, quasi principesco. Ma che diavolo ci fa una così a fare la badante?
Quando lei ha stretto la mano del nonno ha fatto un bel sorriso e gli occhi del nonno si sono illuminati.
Forse questa signora non è poi così male, anche se quando mi ha vista un’ombra le è passata nello sguardo, ma è scomparsa dopo pochi secondi.
<< Ciao>> mi ha salutato << Salve signora Delini, io sono Aurora>> ho risposto tutto d’un fiato stringendole la mano.
Zio Giovanni mi ha poggiato una mano sulla spalla e ha spiegato << Aurora vive con noi, se ha bisogno di aiuto potrà darle una mano quando non ci sono>> << è un vero piacere conoscerti>> ha detto Alexa con un sorriso caloroso. Le abbiamo fatto fare il giro della casa e mostrato la sua stanza; quella che un tempo usava mio fratello! Spero tanto che Lorenzo non torni tanto presto o dovrò condividere la stanza, anche se in fondo non mi dispiace, mi mancano le notti in cui ci addormentavamo insieme per non avere incubi.
 
Diario di Aurora Crepuscoli

Alexa è la cuoca migliore che abbia mai incontrato!
Una cena leggera ma completa per il nonno e bresaola con ricotta, minestra e insalata per me e zio Giovanni.
Ha molta fantasia e da sempre il massimo, si è già orientata nel mucchio di pastiglie del nonno e ha avuto un esperienza come infermiera, per cui non è un problema fare iniezioni. Almeno non dovrò più vedere quella antipatica della dottoressa Debora. Ne approfitta sempre per sottolineare che il mio incarnato pallido è segno di anemia mediterranea e che presto o tardi morirò a meno che non mi faccio ricoverare nella clinica del cognato. Fissata! Se non fosse per il fatto che è il nostro medico della mutua dal tempo degli egizi e che è la più vicina, avremmo fatto a meno di lei da tempo. Una volta ha ordinato a zio Giovanni un medicinale che gli ha fatto venire un’ulcera! E a me ha fatto ingerire delle pillole che mi hanno fatto comparire delle bolle sulla schiena, e se non mi avessero portato da un medico serio adesso sarei...beh, non so in quale stato.
 
8 febbraio 2012 casa di nonno Leonida.
Alexa scende le scale veloce e silenziosa come un ombra prima di arrivare alla porta della stanza del nonno di Aurora; apre la porta lentamente, senza fare il minimo rumore, ed entra nella camera.
L’anziano dorme respirando lentamente e con regolarità, un filo di bava gli cola dalla bocca storta e lei gli si avvicina fino ad essere ad un soffio dal suo collo rugoso.
<< Non si preoccupi, tra poco sarà tutto finito>> mormora come di consueto muovendo le labbra carnose verso la carotide e sfoderando i canini affilati. Apre la bocca già pregustando il sapore del liquido rosso scuro dal sapore amarognolo e deteriorato degli anziani…
quando il vecchio spalanca gli occhi e affonda i denti nella gola bianca di Alexa. Lei spalanca gli occhi a sua volta per la sorpresa prima di staccarsi da quella debole presa e di ritrarsi nell’ombra.“Mio Dio quell’uomo mi ha morso!”
 
Diario di Aurora

Mio Dio, è un miracolo! Questa mattina eravamo seduti a tavola come di consueto, il nonno a capotavola, zio Giovanni alla sua destra, Alexa a sinistra e io accanto allo zio, e quando Alexa stava per portargli le pastiglie con le fette di riso senza grassi e il solito tè deteinato senza zucchero, nonno Leonida si è alzato in piedi dalla sedia a rotelle e ha esclamato: << Ma insomma, è mai possibile che debba sempre mangiare questi pezzi di polistirolo annacquati e quelle schifose pastiglie?>> a zio Giovanni è andato per traverso il caffè, io ho sputato il latte che stavo bevendo e la signora Delini ha fatto cadere la tazza di tè che si è frantumata a terra con il contenuto. Il tutto seguito da un coro di tosse da parte mia e dello zio mentre il nonno si risedeva e Alexa sbiancava e spalancava la piccola bocca in un’esclamazione in lingua ungherese. << Nonno…ti sei alzato in piedi!>> ho balbettato, anche il nonno, resosi conto della sua impresa, era parecchio perplesso. Tentò di rialzarsi in piedi, ma le forze gli mancarono e ricadde seduto.

<< Vado a chiamare Debora, saprà darci una spiegazione>> disse zio Giovanni stupendo tutti quanti

<< Lo farai dopo>> lo ha interrotto il nonno << prima vai in paese e comprami una brioche alla crema, con un cappuccino>>

<< Certo, certo>> zio Giovanni si è affrettato ad ubbidire, mentre il nonno afferrava le fette di riso e ci spalmava sopra un dose generosa di marmellata.

<< Il diabete, signor Leonida!>> gli ricordò Alexa debolmente.

<< Me ne sbatto del diabete e della glicemia, mi sento così bene che potrei mangiare per un esercito!>> e lo stomaco del nonno sottolineò il concetto con un sonoro grugnito
  
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