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Autore: millyray    02/11/2013    3 recensioni
Ariel Martinez arriva ad Hogwarts per frequentare il quarto anno. Ma sembra nascondere un segreto, oltre al fatto che deve aiutare Harry Potter a sconfiggere il Signore Oscuro. Chi è in realtà? Da dove viene? Chi è la sua famiglia? (Storia ispirata a Came back to the hell di Ino Chan).
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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CAPITOLO QUARANTAQUATTRO

I ragazzi erano partiti da un paio d’ore e non se n’era più saputo nulla. Ariel sperava che stessero bene, come tutti in quella casa, e che portassero quel dannato fiore in tempo. Sorseggiò un altro sorso del suo tè, guardando fuori dalla finestra. Non c’era gran che da vedere e a dirla tutta non stava nemmeno osservando qualcosa in particolare, era solo persa nei suoi pensieri. Era parecchio preoccupata, sentiva un terribile peso allo stomaco ma non voleva darlo a vedere. Non le piaceva provare queste sensazioni, preoccupazione o tristezza, la facevano sentire così debole e vulnerabile e mostravano quella parte del suo carattere che non voleva si mostrasse.

Finì di bere il suo tè, che ormai era diventato freddo, e ripose la tazza nel lavello. Poi cominciò a salire le scale verso la stanza di suo fratello.
Lo trovò steso a pancia in su sul letto, gli occhi chiusi, che dormiva profondamente. Si poteva vedere come il suo petto si alzava e si abbassava ogni volta che prendeva una boccata d’aria e poi la espelleva.

Lei rimase per un po’ a guardarlo e poi si sdraiò accanto a lui, attenta a non svegliarlo. Ma James parve sentirla lo stesso perché si scosse un po’ e aprì gli occhi.

“Scusa, non volevo svegliarti”, disse lei, prendendogli una mano.

“Ariel”, sussurrò lui con voce bassa, intrecciando le dita con quelle della sorella e le sorrise.

“Ti fa male?” gli chiese la ragazza, portando la mano libera sulle bende che gli fasciavano la ferita.

“Solo quando respiro”, rispose il moro, sarcastico. Ma Ariel non rise. Voleva fare qualcosa per aiutarlo, ma oltre a dargli degli antidolorifici non c’era molto altro da fare. “Si sa niente degli altri?”

La bionda spostò lo sguardo verso il petto scoperto del fratello. “No. Ma sono sicura che torneranno presto con quel fiore”.

“L’importante è che tornino”, commentò il ragazzo, buttando fuori due colpi di tosse. “Se succede qualcosa a John, poi chi lo consola Charlie?”

Questa volta Ariel scoppiò a ridere. James adorava fare battutine su quei due alle loro spalle, ma in realtà non vedeva loro di vederli insieme.

“Chissà quando capiranno che sono fatti l’uno per l’altro”.

“Lo capiranno prima o poi. Vorrei tanto esserci per poterli vedere”.

Ariel spalancò gli occhi e lo guardò con espressione grave. “Certo che li vedrai! Andremo al loro matrimonio, tu ballerai con Jolie e suonerai la marcia nuziale”.

James le sorrise teneramente, poi si voltò su un fianco per guardarla meglio. “Ariel, ascoltami”. Fece una pausa prima di continuare. “Voglio che tu sappia che ti voglio bene e te ne vorrò…”.

“No, non dire queste cose!” lo interruppe lei, alzandosi di colpo. Non gli tirò uno schiaffo soltanto perché stava male. “Non dire che mi vuoi bene perché io non te lo dirò. Tu non stai per morire. Tu starai bene e noi faremo tante cose insieme”. Per quanto odiasse piangere, non riuscì a trattenere le lacrime che le sgorgarono dagli occhi in quel momento. “Noi faremo tante cose insieme. Diventeremo famosi e canteremo insieme ai concerti e la gente… la gente ci adorerà e noi… noi…”. Non riuscì più a continuare a causa dei singhiozzi che avevano preso a scuoterla.

“Ari”, sussurrò James e la attirò a sé per abbracciarla. Lei allora continuò a piangere contro il suo petto, stringendosi forte a lui.

 

“Io continuo ad essere convinto che dovevamo prendere l’altra strada”.

“E io ti dico che questa è quella giusta”.

“Ma non può essere!”

“Ragazzi, la volete smettere?!”

L’esclamazione di John riuscì a zittire tutti. Frank lanciò un’occhiata storta a Sirius che ricambiò con una altrettanto minacciosa. Gli altri fecero finta di nulla e proseguirono lungo la strada, facendosi largo tra gli alberi e le sterpaglie.

Ad un certo punto, però, sbucarono in una spiazzo aperto dove si spalancava un enorme burrone, dal quale precipitava una imponente cascata che finiva in una specie di enorme fiume.

“Bene e adesso che facciamo?” chiese Frank in tono acido. “Io l’ho detto che era meglio seguire l’altra strada”.

Sirius e James si avvicinarono cautamente al bordo per guardare. “Non è molto alto”.

“Certo che no! Solo una ventina di metri!”

“Se sapevo che rompevi così le palle, ti facevo restare a casa, Frank”.

“Ok, come facciamo a passare?” chiese Harry.

“Siamo sicuri che dobbiamo per forza scendere?” fece James.

“Vedi altre strade tu?”

“Potremmo volare”.

“Ma qui la magia non funziona”.

E mentre i cinque stavano a discutere, John, portatosi a qualche metro di distanza dal burrone, prese una forte rincorsa e corse dritto verso il burrone. Poi si lanciò nel vuoto e, lanciando un urlo degno di Tarzan, precipitò verso il basso e cadde con un gran tonfo nell’acqua scura. Gli altri osservarono la scena con occhi spalancati e quando non lo videro riemergere cominciarono ad agitarsi.

“Oh Santo Merlino!”

“Tuo figlio è completamente pazzo”.

“Si sarà ammazzato”.

“Eccolo!” gridò ad un certo punto Joel, indicando un piccolo punto con l’indice. E quello era proprio John che, sbucato dall’acqua, se la rideva come un matto e faceva segno agli altri di raggiungerlo.

“Be’, direi che un modo l’abbiamo trovato”, commentò Sirius, preparandosi anche lui al tuffo.

“Ma siete matti? Volete tuffarvi anche voi?” chiese Frank, completamente sbigottito.

“E dai, Frankie! Ammettilo che sei un fifone”, lo prese in giro James, raggiungendo l’amico.

“Non è questo. E’ solo che non ho più l’età per fare certe cose”, borbottò l’uomo.

 

Ted fissava ormai da mezz’ora il soffitto del salotto, steso scompostamente sul divano. Si sentiva stanco ma non riusciva a dormire. Gli faceva male la testa e sentiva tutto il corpo indolenzito. Quella sera ci sarebbe stata la luna piena e decisamente non aveva voglia di affrontarla. Non sapendo che James non sarebbe stato con lui. Certo, c’erano tutti gli altri, ma James… insomma, era James, era il suo migliore amico, era quello che lo capiva meglio e che lo aiutava a stare meglio.

“Teddy?”

Il ragazzo sobbalzò leggermente a quella voce che lo chiamava. Spostò lo sguardo allo stipite e incontrò la figura di suo padre ferma sulla soglia.

“Stai bene?” gli chiese questi.

Il ragazzo non sapeva se si stesse riferendo al suo stato fisico o quello psicologico. Ma in entrambi i casi si sentiva una merda, quindi…

Remus, probabilmente intuendo i suoi pensieri, entrò in salotto con passo silenzioso e si sedette sul tavolino di legno di fronte al divano su cui stava il figlio.

“James si riprenderà”, cercò di rassicurarlo.

Teddy spostò i suoi occhi dorati e tormentati su di lui.  “Non lo so”.

“Cerca di essere ottimista”.

“Me lo dicono tutti. Ma l’ottimismo non porta da nessuna parte”.

Lui era quello pessimista, James invece l’ottimista. Lui era la luna, James il sole. Lui era quello tranquillo e riflessivo, James quello impulsivo e deciso. Insomma, si completavano a vicenda. Come avrebbe fatto senza di lui?
Non riusciva nemmeno a concepire una cosa simile.

“Papà?”

“Hmm?”

“Tu come ti sei sentito quando hai saputo che i tuoi migliori amici erano morti?”

Remus rimase un attimo a riflettere su quella domanda. “Mi sono sentito come se mi fosse crollato il mondo addosso”.

“E poi che hai fatto?”

“Poi ho proseguito con la mia vita perché sapevo che era quello che James e Lily avrebbero voluto. Il dolore è durato per molto tempo, ma un po’ alla volta si attenuava. Ma loro c’erano sempre nel mio cuore, non se ne sono mai andati”.

“Ma non era come averli al proprio fianco”.

Questo no, certo, Remus lo sapeva. Solo Merlino sapeva quanto avesse sofferto per quella perdita. E a tutto quel dolore si era aggiunto anche il tradimento di un amico.

“James non morirà, Ted”.

“Come fai a dirlo?”

“Ho fiducia”.

Dopotutto, nemmeno James e Lily erano morti, no?

 

“Dobbiamo aggiungere un pizzico di sale anche, dopo aver mescolato”, ricordò Charlie al padre, rileggendo di nuovo la ricetta della pozione che stavano creando per controllare se avevano messo tutto.

Piton, impegnato a mescolare il liquido che c’era in un grosso calderone, lanciò un’occhiata al ragazzo seduto al tavolo della cucina della sua casa in Spinner’s End che sfogliava attentamente il suo libro di pozioni.
Non gli somigliava per niente quel ragazzo, era minuto, aveva un naso sottile e un viso molto dolce, gli occhi profondi. E sì, decisamente era più carino di lui. Però era intelligente come lui e bravo a fare pozioni, ma dopotutto lo aveva abituato fin da piccolo a quell’arte, o meglio, l’altra versione di lui, quella del futuro. Sicuramente dell’aspetto fisico doveva aver preso molto da sua madre.

“Il fiore lo metteremo alla fine”, aggiunse il ragazzo, richiudendo il libro.

“Ci tieni a quel ragazzo”, disse Severus, tornando a concentrarsi sul suo lavoro.

“E’ uno dei miei migliori amici”.

L’uomo si sentiva lo sguardo di Charlie puntato sulla schiena, ma non si voltò.

“Perché proprio loro? Insomma… non sono nemmeno della tua Casa”.

Lo sentì sospirare. “Perché loro mi sono stati vicini, mi hanno accettato. Non sono così cattivi come pensi”.

“Io non penso che siano cattivi”.

“Sì, lo pensi. O almeno sei convinto che i loro padri lo siano”.

Su questo non lo poteva contraddire, ma aveva anche notato che i ragazzi del futuro avevano più buon senso di quanto non lo avessero avuto i loro genitori alla loro età. E vedeva anche che Charlie si trovava bene con loro.
Forse… forse presto lo avrebbe anche visto insieme a una di quelle ragazze, chissà, magari insieme alla figlia di Lily… oh Merlino! Ma che andava a pensare?

“Papà, sei arrossito?” chiese Charlie, guardandolo con un accenno di sorriso.

“Cosa? No!”

“Sì, sei tutto rosso”.

“E’ colpa di questo fumo. Fa caldo”, cercò di giustificarsi l’uomo, nascondendo il viso dietro i capelli, ma comunque divertito anche lui nel vedere il ragazzo ridere di gusto.

 

 

MILLY’S SPACE

Ciao, ragazzi. Era da un po’ che non mi facevo sentire, ma ho avuto parecchio da fare in questi giorni.
Sapete che ieri sono stata al Luccacomics? E’ stato bellissimo *------* ho comprato un sacco di cose e fatto un po’ di foto, se riesco le metto sulla mia pagina facebook
(https://www.facebook.com/MillysSpace) così le vedete. E voi ci siete andati?

Raccontatemi e ditemi anche che ne pensate di questo capitolo.

Un bacione : )

FEDE15498: le persone di carta e inchiostro sono le migliori, le preferisco di più alle persone vere ^^ (è una cosa grave secondo te? Mah). John e Charlie, John e Charlie *__ * come non adorarli? ^^ Spero di risentirti presto, un bacione.

PUFFOLA_LILY: eh, sarà ancora dura per James e Jolie… Martha è un personaggio che mi sta lasciando un po’ a desiderare. L’ho creata, ma non ne sono molto soddisfatta. Tu che ne pensi? Fammi sapere. Un kissss <3

  
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