CAPITOLO
QUARANTAQUATTRO
I
ragazzi erano partiti da un paio d’ore e non se
n’era
più saputo nulla. Ariel sperava che stessero bene, come
tutti in quella casa, e
che portassero quel dannato fiore in tempo. Sorseggiò un
altro sorso del suo
tè, guardando fuori dalla finestra. Non c’era gran
che da vedere e a dirla
tutta non stava nemmeno osservando qualcosa in particolare, era solo
persa nei
suoi pensieri. Era parecchio preoccupata, sentiva un terribile peso
allo
stomaco ma non voleva darlo a vedere. Non le piaceva provare queste
sensazioni,
preoccupazione o tristezza, la facevano sentire così debole
e vulnerabile e mostravano
quella parte del suo carattere che non voleva si mostrasse.
Finì
di bere il suo tè, che ormai era diventato
freddo, e ripose la tazza nel lavello. Poi cominciò a salire
le scale verso la
stanza di suo fratello.
Lo trovò steso a pancia in su sul letto, gli occhi chiusi,
che dormiva
profondamente. Si poteva vedere come il suo petto si alzava e si
abbassava ogni
volta che prendeva una boccata d’aria e poi la espelleva.
Lei
rimase per un po’ a guardarlo e poi si sdraiò
accanto a lui, attenta a non svegliarlo. Ma James parve sentirla lo
stesso
perché si scosse un po’ e aprì gli
occhi.
“Scusa,
non volevo svegliarti”, disse lei,
prendendogli una mano.
“Ariel”,
sussurrò lui con voce bassa, intrecciando
le dita con quelle della sorella e le sorrise.
“Ti
fa male?” gli chiese la ragazza, portando la
mano libera sulle bende che gli fasciavano la ferita.
“Solo
quando respiro”, rispose il moro, sarcastico. Ma
Ariel non rise. Voleva fare qualcosa per aiutarlo, ma oltre a dargli
degli
antidolorifici non c’era molto altro da fare. “Si
sa niente degli altri?”
La
bionda spostò lo sguardo verso il petto scoperto
del fratello. “No. Ma sono sicura che torneranno presto con
quel fiore”.
“L’importante
è che tornino”, commentò il ragazzo,
buttando fuori due colpi di tosse. “Se succede qualcosa a
John, poi chi lo
consola Charlie?”
Questa
volta Ariel scoppiò a ridere. James adorava
fare battutine su quei due alle loro spalle, ma in realtà
non vedeva loro di
vederli insieme.
“Chissà
quando capiranno che sono fatti l’uno per
l’altro”.
“Lo
capiranno prima o poi. Vorrei tanto esserci per
poterli vedere”.
Ariel
spalancò gli occhi e lo guardò con espressione
grave. “Certo che li vedrai! Andremo al loro matrimonio, tu
ballerai con Jolie
e suonerai la marcia nuziale”.
James
le sorrise teneramente, poi si voltò su un
fianco per guardarla meglio. “Ariel, ascoltami”.
Fece una pausa prima di
continuare. “Voglio che tu sappia che ti voglio bene e te ne
vorrò…”.
“No,
non dire queste cose!” lo interruppe lei,
alzandosi di colpo. Non gli tirò uno schiaffo soltanto
perché stava male. “Non
dire che mi vuoi bene perché io non te lo dirò.
Tu non stai per morire. Tu
starai bene e noi faremo tante cose insieme”. Per quanto
odiasse piangere, non
riuscì a trattenere le lacrime che le sgorgarono dagli occhi
in quel momento. “Noi
faremo tante cose insieme. Diventeremo famosi e canteremo insieme ai
concerti e
la gente… la gente ci adorerà e noi…
noi…”. Non riuscì più a
continuare a causa
dei singhiozzi che avevano preso a scuoterla.
“Ari”,
sussurrò James e la attirò a sé per
abbracciarla. Lei allora continuò a piangere contro il suo
petto, stringendosi
forte a lui.
“Io
continuo ad essere convinto che dovevamo
prendere l’altra strada”.
“E
io ti dico che questa è quella giusta”.
“Ma
non può essere!”
“Ragazzi,
la volete smettere?!”
L’esclamazione
di John riuscì a zittire tutti. Frank
lanciò un’occhiata storta a Sirius che
ricambiò con una altrettanto minacciosa.
Gli altri fecero finta di nulla e proseguirono lungo la strada,
facendosi largo
tra gli alberi e le sterpaglie.
Ad
un certo punto, però, sbucarono in una spiazzo
aperto dove si spalancava un enorme burrone, dal quale precipitava una
imponente
cascata che finiva in una specie di enorme fiume.
“Bene
e adesso che facciamo?” chiese Frank in tono
acido. “Io l’ho detto che era meglio seguire
l’altra strada”.
Sirius
e James si avvicinarono cautamente al bordo
per guardare. “Non è molto alto”.
“Certo
che no! Solo una ventina di metri!”
“Se
sapevo che rompevi così le palle, ti facevo
restare a casa, Frank”.
“Ok,
come facciamo a passare?” chiese Harry.
“Siamo
sicuri che dobbiamo per forza scendere?” fece
James.
“Vedi
altre strade tu?”
“Potremmo
volare”.
“Ma
qui la magia non funziona”.
E
mentre i cinque stavano a discutere, John,
portatosi a qualche metro di distanza dal burrone, prese una forte
rincorsa e corse
dritto verso il burrone. Poi si lanciò nel vuoto e,
lanciando un urlo degno di
Tarzan, precipitò verso il basso e cadde con un gran tonfo
nell’acqua scura. Gli
altri osservarono la scena con occhi spalancati e quando non lo videro
riemergere cominciarono ad agitarsi.
“Oh
Santo Merlino!”
“Tuo
figlio è completamente pazzo”.
“Si
sarà ammazzato”.
“Eccolo!”
gridò ad un certo punto Joel, indicando un
piccolo punto con l’indice. E quello era proprio John che,
sbucato dall’acqua,
se la rideva come un matto e faceva segno agli altri di raggiungerlo.
“Be’,
direi che un modo l’abbiamo trovato”,
commentò
Sirius, preparandosi anche lui al tuffo.
“Ma
siete matti? Volete tuffarvi anche voi?” chiese
Frank, completamente sbigottito.
“E
dai, Frankie! Ammettilo che sei un fifone”, lo
prese in giro James, raggiungendo l’amico.
“Non
è questo. E’ solo che non ho più
l’età per fare
certe cose”, borbottò l’uomo.
Ted
fissava ormai da mezz’ora il soffitto del
salotto, steso scompostamente sul divano. Si sentiva stanco ma non
riusciva a
dormire. Gli faceva male la testa e sentiva tutto il corpo indolenzito.
Quella sera
ci sarebbe stata la luna piena e decisamente non aveva voglia di
affrontarla. Non
sapendo che James non sarebbe stato con lui. Certo, c’erano
tutti gli altri, ma
James… insomma, era James, era il suo migliore amico, era
quello che lo capiva
meglio e che lo aiutava a stare meglio.
“Teddy?”
Il
ragazzo sobbalzò leggermente a quella voce che lo
chiamava. Spostò lo sguardo allo stipite e
incontrò la figura di suo padre
ferma sulla soglia.
“Stai
bene?” gli chiese questi.
Il
ragazzo non sapeva se si stesse riferendo al suo
stato fisico o quello psicologico. Ma in entrambi i casi si sentiva una
merda,
quindi…
Remus,
probabilmente intuendo i suoi pensieri, entrò
in salotto con passo silenzioso e si sedette sul tavolino di legno di
fronte al
divano su cui stava il figlio.
“James
si riprenderà”, cercò di rassicurarlo.
Teddy
spostò i suoi occhi dorati e tormentati su di
lui. “Non
lo so”.
“Cerca
di essere ottimista”.
“Me
lo dicono tutti. Ma l’ottimismo non porta da
nessuna parte”.
Lui
era quello pessimista, James invece l’ottimista.
Lui era la luna, James il sole. Lui era quello tranquillo e riflessivo,
James
quello impulsivo e deciso. Insomma, si completavano a vicenda. Come
avrebbe
fatto senza di lui?
Non riusciva nemmeno a concepire una cosa simile.
“Papà?”
“Hmm?”
“Tu
come ti sei sentito quando hai saputo che i tuoi
migliori amici erano morti?”
Remus
rimase un attimo a riflettere su quella
domanda. “Mi sono sentito come se mi fosse crollato il mondo
addosso”.
“E
poi che hai fatto?”
“Poi
ho proseguito con la mia vita perché sapevo che
era quello che James e Lily avrebbero voluto. Il dolore è
durato per molto
tempo, ma un po’ alla volta si attenuava. Ma loro
c’erano sempre nel mio cuore,
non se ne sono mai andati”.
“Ma
non era come averli al proprio fianco”.
Questo
no, certo, Remus lo sapeva. Solo Merlino
sapeva quanto avesse sofferto per quella perdita. E a tutto quel dolore
si era
aggiunto anche il tradimento di un amico.
“James
non morirà, Ted”.
“Come
fai a dirlo?”
“Ho
fiducia”.
Dopotutto,
nemmeno James e Lily erano morti, no?
“Dobbiamo
aggiungere un pizzico di sale anche, dopo
aver mescolato”, ricordò Charlie al padre,
rileggendo di nuovo la ricetta della
pozione che stavano creando per controllare se avevano messo tutto.
Piton,
impegnato a mescolare il liquido che c’era in
un grosso calderone, lanciò un’occhiata al ragazzo
seduto al tavolo della cucina
della sua casa in Spinner’s End che sfogliava attentamente il
suo libro di pozioni.
Non gli somigliava per niente quel ragazzo, era minuto, aveva un naso
sottile e
un viso molto dolce, gli occhi profondi. E sì, decisamente
era più carino di
lui. Però era intelligente come lui e bravo a fare pozioni,
ma dopotutto lo
aveva abituato fin da piccolo a quell’arte, o meglio,
l’altra versione di lui,
quella del futuro. Sicuramente dell’aspetto fisico doveva
aver preso molto da
sua madre.
“Il
fiore lo metteremo alla fine”, aggiunse il ragazzo,
richiudendo il libro.
“Ci
tieni a quel ragazzo”, disse Severus, tornando a
concentrarsi sul suo lavoro.
“E’
uno dei miei migliori amici”.
L’uomo
si sentiva lo sguardo di Charlie puntato
sulla schiena, ma non si voltò.
“Perché
proprio loro? Insomma… non sono nemmeno
della tua Casa”.
Lo
sentì sospirare. “Perché loro mi sono
stati
vicini, mi hanno accettato. Non sono così cattivi come
pensi”.
“Io
non penso che siano cattivi”.
“Sì,
lo pensi. O almeno sei convinto che i loro
padri lo siano”.
Su
questo non lo poteva contraddire, ma aveva anche
notato che i ragazzi del futuro avevano più buon senso di
quanto non lo
avessero avuto i loro genitori alla loro età. E vedeva anche
che Charlie si
trovava bene con loro.
Forse… forse presto lo avrebbe anche visto insieme a una di
quelle ragazze,
chissà, magari insieme alla figlia di Lily… oh
Merlino! Ma che andava a
pensare?
“Papà,
sei arrossito?” chiese Charlie, guardandolo
con un accenno di sorriso.
“Cosa?
No!”
“Sì,
sei tutto rosso”.
“E’
colpa di questo
fumo. Fa caldo”, cercò di giustificarsi
l’uomo, nascondendo il viso dietro i
capelli, ma comunque divertito anche lui nel vedere il ragazzo ridere
di gusto.
MILLY’S
SPACE
Ciao,
ragazzi. Era da un po’ che non mi facevo sentire,
ma ho avuto parecchio da fare in questi giorni.
Sapete che ieri sono stata al Luccacomics? E’ stato
bellissimo *------* ho comprato
un sacco di cose e fatto un po’ di foto, se riesco le metto
sulla mia pagina
facebook
(https://www.facebook.com/MillysSpace)
così
le vedete. E voi ci siete andati?
Raccontatemi
e ditemi anche che ne pensate di questo
capitolo.
Un
bacione : )
FEDE15498:
le
persone di carta e inchiostro sono le migliori, le preferisco di
più alle
persone vere ^^ (è una cosa grave secondo te? Mah). John e
Charlie, John e
Charlie *__ * come non adorarli? ^^ Spero di risentirti presto, un
bacione.
PUFFOLA_LILY:
eh, sarà ancora dura per James e Jolie… Martha
è un personaggio che mi sta
lasciando un po’ a desiderare. L’ho creata, ma non
ne sono molto soddisfatta. Tu
che ne pensi? Fammi sapere. Un kissss <3