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Autore: Vorarephilia    03/11/2013    3 recensioni
Soleil aveva sedici anni e una vita che a molti potrebbe apparire semplice.
Amelie aveva sedici anni e un'esistenza priva di significato.
Soleil aveva un'amica immaginaria, una volta.
Amelie aveva qualcuno con cui passare il tempo, una volta.
Soleil amava guardarsi allo specchio.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Epilogo

Il mio ultimo ricordo

 

 

Amelie

 

Il mio ultimo ricordo era di una voce e di capelli come il sole e occhi come il cielo notturno.

E di urla e sangue e paura e morte.

Il mio ultimo ricordo era di Soleil, non solo perchè la riguardava, ma perchè a lei era andata la scintilla di vita che avevo perso.

E quando la guardai, il pezzo di vetro piantato nello stomaco e il mento sporco di sangue, le sue pupille mi parvero più bianche che mai e i suoi capelli un po' più grigi di quanto non avrebbero dovuto essere e le iridi un po' più slavate, un po' più chiare.

Il mio ultimo ricordo era di lei e solo di lei, perchè non me n'ero mai accorta prima, ma io ero stata sua quanto lei era stata mia.

E quando entrambe ci ritrovammo distese sull'erba fresca, che tante volte ci aveva accarezzate da bambine, capimmo.

Capimmo che stavamo morendo perchè nessuna delle due se n'era accorta.

Di come non ci avrebbero mai potuto separare.

Di come fossimo, a tutti gli effetti, una cosa sola.

Capii e non seppi dire se il calore che sentivo nel petto, quel cuore che tante volte avevo sperato di non avere, fosse solo mio o solo di Soleil o di entrambe.

Il mio ultimo ricordo era suo e non avrei potuto esserne più felice, perchè il suo era il mio e tutti e due erano nostri.

Ed era uno solo.

Un solo ricordo per due persone.

Due persone Giuste.

Due Riflessi.

Perchè io meritavo quella vita, quel rumore e Soleil era sempre stata un po' il Riflesso del suo Riflesso.

Il mio Riflesso.

Il nostro ultimo ricordo era di un giorno soleggiato e di una ferita che faceva male ad entrambe, perchè, e lo capii solo quando ormai le palpebre si abbassavano su occhi color ciano dalla pupilla bianca, e il sipario si abbassava su una vita che non avevo mai compreso o vissuto davvero, io e Soleil non eravamo in due.

Io e Soleil eravamo Uno.

 

E quando morii, mi sentii bene.

Nonostante i miei crimini, sapevo che sarebbe stato tutto meraviglioso.

Perchè io avrei avuto per sempre la mia Amelia.

E perchè sarei per sempre stata sua e sua soltanto.

 

Amelia

 

Quando ero piccola, avevo sempre amato guardarmi allo specchio.

Nello specchio c'era lei, la mia metà, il mio riflesso.

Con occhi color acqua e capelli grigi e pupille bianche.

E pelle pallida come la neve.

E quel candore lo avevo sporcato di rosso.

Perchè Amelie era pericolosa, pericolosa come la tempesta che infuria violenta e spazza via ogni cosa che trova.

E lava via lo sporco.

E purifica.

Amelie era pericolosa, ma mi aveva schiarito le idee.

Con i suoi omicidi e la sua sete di sangue e la sua follia, lei mi aveva fatto capire che eravamo troppo uguali per odiarci.

Troppo legate perchè una delle due riuscisse a sopravvivere all'altra.

Troppo innamorate per sopportare di vedere l'altra morire.

Il mio ultimo ricordo era di un parco soleggiato, sebbene freddo d'inverno, e di Amelie distesa al mio fianco, con le labbra teste in un sorriso, e ciocche bionde tra i capelli e pupille nere e vuote e occhi giusto un po' più blu.

 

Forse avremmo potuto sopravvivere insieme, a cavallo dei due mondi, o forse no, ma non aveva più importanza, perchè su quel prato, – in quel parco che ci aveva viste da bambine e ci aveva permesso di raccogliere bacche e ci aveva sentite ridere e aveva sentito le mie lacrime di solitudine e le aveva bevute e asciugate – proprio in quel momento, noi stavamo morendo e stavamo diventando una cosa sola.

Come avremmo dovuto essere da sempre.

Unite in uno stesso corpo.

Non avrebbero mai dovuto separarci, nessuno avrebbe dovuto intromettersi tra di noi.

E lo capii tardi, quando ormai coloro che ci avevano provato erano morti.

Ma andava bene così, mentre stringevo le sue dita, fredde come sempre, tra le mie, e il mio corpo, a fatica, si avvicinava al suo.

 

Il mio ultimo ricordo era di un parco soleggiato e di calore dentro al petto e di una ragazza che sapeva di pioggia, ma che era bollente come sole.

Il mio ultimo ricordo era Amelie ed ero io.

Insieme.

 

 

Quando a Mary e John venne chiesto di identificare le loro figlie, quello che trovarono fu talmente sconvolgente che non riuscirono a parlarne mai con nessuno.

Quella ragazzina, Amelie, di cui loro non avevano mai voluto accettare l'esistenza, era ora attaccata a Soleil tramite il braccio destro.

I loro capelli erano biondi e grigi e gli occhi avevano pupille grige e iridi di un vivido blu chiaro.

Quello che non dissero nemmeno alla polizia, che le aveva trovate accoltellate in un parco, fu che loro non avevano mai avuto due figlie.

­


NdA: Ed eccoci alla fine di un'altra storia.
Onestamente parlando, non so nemmeno se sia considerabile Horror oppure no, a volte mi sembra di aver fatto solo stronzate, ma comunque ormai non importa. Se avete suggerimenti su dove potrei collocarla, sono sempre bene accetti.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito e inserito da qualche parte.
Alla prossima storia.
JinnyorJolly
  
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