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Autore: PervincaViola    10/11/2013    13 recensioni
{ Finnick/Annie ♥ | Post Mockingjay }
Cosa è rimasto di quei due ragazzi innamorati, Annie?
Solo memorie di un tempo perduto, che si affastellano nella tua mente come fantasmi evanescenti che proprio non ne vogliono sapere di andarsene.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Nonsense | Avvertimenti: Spoiler!
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Sale sulle ferite

It still hurts
 

Nel Distretto Quattro, quel giorno soffiava un vento forte, aspro e freddo, di quelli che facevano ondeggiare pericolosamente le palme e che tu, Annie, odiavi. La superficie del mare era increspata, onde alte si accavallavano ad altre onde con schizzi salati, per poi infrangersi rabbiosamente sulla riva e abbattersi spumeggiando fra gli scogli. L'acqua aveva perso la sua brillante sfumatura di blu, sostituita da una pallida imitazione di quella lucentezza.
Ma l'inverno al mare era anche quello – e ne avevi visti tanti, vivendo in quel Distretto. I colori sembravano avvolti da una cupa patina, leggermente sfocati dal grigiore gelido delle giornate più fredde. Gli occhi color smeraldo di Finnick erano l'unica cosa rimasta vivida - o almeno questo era quello che pensavi.
Camminavate mano nella mano, la sabbia umida che ti faceva il solletico sotto la pianta dei piedi nudi, i lunghi capelli scuri che ondeggiavano davanti al tuo viso. Potevi quasi sorridere, tuttavia non c'è mai un momento di quiete nell'esistenza di un folle, Annie.
Poiché improvvisamente eri di nuovo nell'Arena, quell'Arena in cui tutto era diventato confuso e niente aveva più avuto senso.
Accadeva così spesso, che venissi colta da questi attacchi, che per lui era diventata quasi un'abitudine vederti in ginocchio, con le mani che stringevano convulsamente il capo, mentre una morsa di paura irrazionale ti attanagliava il cuore e la mente.

Ti chiamavano Annie la Pazza, la Pazza Annie, e non senza ragione. Nei momenti più bui, a volte ti chiedevi addirittura se non sarebbe stato meglio morire una sola volta, piuttosto che continuare con quell'agonia, il cui peso eri costretta a sopportare ogni giorno, mentre perdevi lentamente pezzi di te stessa.
Eri sopravvissuta, certo, ma a quale prezzo? Vivevi una vita in bilico tra un passato che trasudava sangue e morti e un presente che non riusciva a cancellare i ricordi – e non sapevi neppure se quella si potesse davvero definire vita.
 
La testa pareva scoppiare, il sangue pompava così forte nelle vene che il suo ronzio assordante era l'unico suono percepito dalle tue orecchie. La mente ti diceva di essere intrappolata di nuovo in quel luogo di morte e, anche se sapevi che non era così, che eri al sicuro, le immagini insanguinate proiettate davanti ai tuoi occhi erano troppo dolorose per essere ignorate. Così avevi urlato con tutto il fiato che avevi in corpo, a pieni polmoni, terrorizzata.

Allora Finnick ti aveva presa fra le braccia e per minuti interi aveva continuato a sussurrarti che non eri sola, che mai, mai e poi mai ti avrebbe lasciata, perché ti amava. A poco a poco le fitte si erano fatte meno intense, ma non per questo avevi allentato la disperata presa delle tue mani sulle sue spalle.
Solo dopo alcuni minuti lui si era deciso a parlare, con tono incredibilmente lieve.

«Fa ancora male, Annie?»
Avevi esitato, prima di rispondere. Avevi esitato perché la risposta non la conoscevi nemmeno tu. Poi ti eri resa conto che la scia salata delle lacrime si infrangeva sulle stesse labbra che Finnick accarezzava con tenerezza infinita, e in quel momento il sapore di quelle perle d'acqua non sembrava più tanto pungente, così come il dolore pareva essere scomparso. Ai tuoi occhi, anche il colore del mare si era fatto meno sbiadito.
Allora la risposta era sgorgata naturale.
«No».
C'era Finnick con te, che ti stringeva e ti baciava e ti sussurrava che tutto andava bene, e tanto ti bastava.


 
*


 
Cosa è rimasto di quei due ragazzi innamorati, Annie?
Solo memorie di un tempo perduto, che si affastellano nella tua mente come fantasmi evanescenti che proprio non ne vogliono sapere di andarsene. Ricordi che bruciano come sale sulle ferite sanguinanti del tuo cuore.

Gli occhi verdi di Finnick.
Il suo sorriso durante il vostro matrimonio.
Le sue braccia attorno a te, protettive.
Il giuramento infranto di non lasciarti mai sola.


Null'altro che frammenti bruciati di un passato che ormai non ti appartiene più.
Perché Finnick è morto e la sua promessa non è stata mantenuta. Perché adesso tu sei sola.
Perché non c'è più nulla che ti leghi a lui, nulla che ti trattenga dal diventare pazza per davvero: la tua follia è così spaventosamente vicina e reale, che non ti sorprendi nemmeno nell'udire la sua voce dentro la tua testa, cristallina e limpida come se lui non fosse mai morto.
Fa ancora male, Annie?
Sì.




 

Angolino della Vì:
Alors, questa cosa è molto, molto angst. Non è nemmeno il mio stile, infatti ho usato molto il polisindeto, però boh, ho voluto provarci, perché Finnick e Annie non si meritavano quel finale. Per niente.
E lo so che lei è incinta, quindi tecnicamente ha qualcosa che la lega a lui, ma ho ambientato la shot prima che scopra di aspettare un bambino. Ah, non so nemmeno se una giornata invernale possa essere descritta così: vivendo vicino alle Alpi non ho mai avuto modo di osservare il mare in questa stagione, quindi ringrazio Deb per la foto ^^
Mi farebbe piacere sapere il vostro parere!
Un bacio
 
   
 
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