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Autore: aladoni    12/11/2013    3 recensioni
Un'idea balenata così, a due settimane dal mio esame della patente (sperando di non tirarmela!)
Un contesto normalissimo, gente normalissima, una realtà quotidiana.
Qualche risata, spero. Qualche sorriso, qualche sospiro.
Quel poco di Romantico/attrazione che non guasta mai.
Chiara Muller , semplicissima diciottenne che aspira ad ottenere la patente per poter guidare la sua macchina e Leonardo de Francis, esaminatore giovane, stronzo, bello, severo, che va a simpatie - forse è stato raccomandato, forse è semplicemente bravissimo.
Un esame di guida, una ruota che deve essere cambiata.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Sei tesa? >> 
<< Chi, io?! Ma figurati, sono nata per guidare! Altro che Niki Lauda, Tommy! >>
<< In bocca al lupo, allora... Ti hanno raccontato un po ' come funziona l'esame per la patente? >>
<< Mmmm sì, qualcosina.... >>


<< Non ci credo! Ti hanno bocciato! E perché mai? >>
<< Non puoi immaginare... >>
<< Dimmi! >>
<< Praticamente, questo stronzo mi tiene dieci minuti fuori dalla macchina a fare tutte domande teoriche sulle spie, sulle ruote, sull'aderenza ... >> << Okay... >>
Merda, devo cominciare a rivedere un po' la teoria. Ma dove avrò messo quel dannato libro? 
<< E poi siamo saliti in macchina. Ho fatto un giro del Villaggio Olimpico, poi mi chiede di parcheggiare. Faccio un parcheggio da urlo, ok? E lui fa "bene, ora esca pure" ... Io metto la freccia, mi sporgo per vedere ed era deserta la strada! C'era solo un vecchio in bici. Lo lascio passare, poi a quel punto parto ed esco dal parcheggio. >>
Annuisco e mi siedo sul banco di scuola, ascoltando il mio amico Luigi che è appena stato bocciato all'esame della patente B. Mi protendo maggiormente verso di lui, per cercare di sentire meglio - i nostri compagni di classe stanno giocando a pallone in classe, facendo un baccano micidiale -.
<< E a     quel punto il tizio mi fa "Grazie, il suo esame finisce qui." >>
<< Cosa?! >> 
Luigi ride e annuisce << Avevo capito che non era positiva come cosa. Ero in macchina da cinque minuti. Allora gli chiedo perché e lui mi dice che non avevo rigirato la testa, una volta passata la bici, prima di uscire dal parcheggio. >>
Sbarro gli occhi, sconcertata. Sì okay, errore stupidissimo... però...
<< Sei stato bocciato, per questo?! >> domando ancora. 
<< Già. >>



<< Allora, Chiara. Per la millesima volta, fammi vedere come esci. >> mi dice Fabio, il mio simpaticissimo istruttore di guida. Amico di papà, ahimé romanista sfegatato.
Annuisco, mi sgancio la cintura, mi spiaccico con il naso contro il finestrino, controllo che non ci sia nessuno, metto la mano sulla maniglia, apro - il naso ancora incollato al finestrino, ovviamente! - e faccio toccare il piede sinistro a terra. A questo punto, e solo ora, riprendo una posizione umana ed esco dalla macchina. Fabio annuisce, soddisfatto. 


<< Ad una mia amica hanno fatto cambiare la gomma della ruota, durante l'esame. >>
Mi strozzo con un morso del panino. Con gli occhi lucidi e la gola affaticata, riesco a malapena a imprecare. << Che stai dicendo? Lo chiedono?! >>
<< Potrebbero! >>
<< Se mi chiedono di cambiare la ruota... >>



<< Te lo dico, Fabio! Se all'esame mi chiedo cose assurde tipo parlargli del motore... >>
<< Questo potrebbe succedere! >>
<< O peggio, di cambiare una gomma.. vedrai cosa farò! >>
<< E sentiamo, signorina, cosa vuoi fare? >>
<< Gli dico che sono una donna e che, tanto per cominciare, nel 2013 nessuno cambia più una gomma! Chiamo il 1254 e mi faccio dare il numero di un carratrezzi! >>
Fabio sospira rassegnato. << Pensa a guidare, va' >>
<< Ma io sono serissima! >> protesto, immettendomi nel traffico di Roma.
<< Lo so benissimo, e la cosa non mi piace. Vai, va' >>

<< Chiara! Rallenta!! >>
<< Ma sto andando pianissimo! Come prima, che dicevi che correvo troppo! Andavo sì e no a venti chilomentri orari! >>
<< Ma come minimo sarai andata a sessanta, come adesso! >>
<< Ma che stai dicendo, Fabio? Guarda qua, sto andando a venti! >>
Fabio guarda la mia mano puntata verso il contachilomentri. O per lo meno, quello che io consideravo il contachilometri. Mi guarda, disperato. << Stai scherzando, vero? >>
Io lo guardo, apparentemente senza capire, poi torno a guardare avanti, incrociando con lo sguardo alla sinistra del volante, dove IL contachilometri segna i cinquantacinque chilometri orari.
Quello a destra è il contagiri.
<< Oddio... >> sussurro, imbarazzata per l'enorme stronzata appena sparata.
<< Che devo fare con te, eh? Ucciderti?! Dovrei scrivere un libro su tutte le cazzate che dite durante le ore di scuola guida.
Tu vanteresti di certo qualcosa come dieci capitoli solo per te. >>
<< Non sei divertente... >>
<< Tu, invece, lo sei, eccome! >>



<< Allora Chiara, il tuo esaminatore si chiama Leonardo de Francis, è piuttosto giovane per il ruolo che ricopre - non credo arrivi neanche ai trenta - ed è particolarmente infame. Va a simpatie, ma è anche molto severo. Quella di fare gli esaminatori è quasi una tradizione di famiglia. >>
<< Questo spiega perché a un ragazzo venga consentito di dare o togliere patenti a persone di dieci anni più piccole di lui! Che schifo... >>
<< È l'Italia... Comunque, cerca di non fare stronzate e di non risultargli antipatica. Sei in grado di passare l'esame, ma non si sa mai... >>
<< Se mi chiede di cambiare la ruota, lo mando direttamente a fanculo! Sicuro lui non la sa cambiare! >>
<< Ci vediamo domani e ripassiamo bene il motore e tutto... per l'amor di Dio, dai una letta a come si cambiano le ruote. Te la stai tirando, non vorrei che ti venisse chiesto per davvero! >>






<< Facciamo una pausa, e poi passiamo a te, okay? Prenditi un the, o magari una camomilla... >>
<< Delizioso, Fabio! Ma com'è? Questo de Francis? >>
<< .... >>
<< Tremendo, eh? >> mormoro, sconfitta in partenza. Grandioso, ciao macchina! Continuerai a stare in garage ancora un pochino.
Fabio sospira e mi manda via con un gesto della mano, probabilmente l'esaminatore sta arrivando.
Mi dirigo sconsolata verso il bar, dove la mia amica Camilla, anche lei - e forse, tra un po', solo lei - neopatentata, che mi aspetta ad un tavolino con due bei caffé.
<< Pare che questo sia uno stronzo. >>
<< Pare sia un gran fico! >> esclama invece lei, facendomi ridere.
<< Ci guadagno poco! Mi massacrerà, ma almeno avrò la gioia di vedere un bello spettacolo... >>
<< Dai, Chiara! Piaci a tutti, piacerai anche a lui. >>
<< Sì, beh, penso lo scopriremo tra poco. >>
<< Come sta andando a scuola? >>
<< Mmmm, mancano sei mesi alla maturità. Non ne voglio parlare! Tu, all'università? >>
<< Diciottenne, più piccola di te, ed ho già dato degli esami! Son soddisfazioni! >> e ride, contagiando il mio umore non proprio dei migliori. Mi sciolgo la coda e passo le dita tra i miei capelli castani, cercando di sciogliere un po' alcuni nodi. << Non ti vantare, adesso! Sei un anno avanti, ricordatelo. >> 
<< Uscirai da diciannovenne, pensa che vecchia! >>
<< Diciannovenne e, forse, ancora senza patente! Vado, ci sentiamo quando finisco! >>
<< In bocca al lupo... o meglio, all'esaminatore! >>
<< Crepi! Non il lupo, ovviamente... mi dispiacerebbe per lui >> mi lazo e mi dirigo verso il parcheggio, dove Fabio, fumandosi una sigaretta, mi sta aspettando.
<< Pronta? >>
<< Speriamo abbastanza da convincerlo. >>
Fabio annuisce e mi dà un buffetto sulla guancia, facendolo sorridere. Poi torna serio, osservando una figura alta e distinta che si avvicina a noi. Porca miseria...
<< Signorina... Chiara Muller? >> domanda il ragazzo. Leonardo de Francis, è lui.
Ed è veramente bello, non c'è che dire! Alto, biondo, occhi azzurri...e che fisico, poi.
<< Sì, signore >> dico, sentendomi a disagio. Ha forse poco più di dieci anni più di me, eppure deciderà se darmi la mia patente o meno. Perché questo bastardo ce l'ha lì, in borsa... 
Il ragazzo mi guarda, ammiccando. Porca miseria, cosa sei...
<< Lei è per caso imparentata con il famosissimo Muller, vice-presidente della Lazio? >> chiede.
Porca miseria, che voce!
Sorrido. << Era mio zio >> confermo. 
Leonardo de Francis sorride e si passa una mano nei capelli, permettendomi di ammirare anche quelle dita  affusolate... E quelle braccia! Porca miseria
<< Ah, beh, è un peccato, allora! Si dia il caso che io sia uno sfegatato romanista, signorina Muller. Comincia male, con me >>
Il mio delicato sorriso si congela. Cerco di mantenermi calma, e sicura di me. Proviamole tutte, Chiara! O la va o la spacca!
<< Potrebbero bastarmi pochi minuti per farLe cambiare idea, signore. >> sorrido, cercando di sembare simpatica e a mio agio.
<< Davvero? >>
<< Potrei farla diventare uno sfegatato laziale entro la fine del mio esame di guida >> continuo, cercando di rompere un minimo il ghiaccio. Credo che Fabio non apprezzi, mi hanno detto tutti di dover rimanere seria e professionale. E zitta, soprattutto. Diciamo solo che non mi riesce molto bene...
<< Staremo a vedere, allora! Accenda la macchina, e mi elenchi tutte le spie presenti. >>
Annuisco e rispondo velocemente alla domanda, senza sbagliarne neanche una.
De Francis annuisce appena, sorridendo leggermente. Porca miseria, che bocca...
<< Ed il motore? Possiamo dargli un'occhiata? >> chiede. Aggrotto le sopracciglia e faccio come richiesto, cercando di dare le definizioni nel modo giusto. Mi scosto i capelli da davanti agli occhi e mi sfilo la sciarpa, iniziando a sentire caldo per la tensione.
L'esaminatore mi osserva, impassibile, mentro decanto tutte le mie conoscenze in materia.
Non mi stacca gli occhi di dosso neanche un secondo.
<< Benissimo, possiamo passare alle guida... >> mormora. Mi sorride... non fa altro che sorridermi! 
Pare stia andando bene! Guardo Fabio e gli faccio un occhiolino. A quanto pare gli sono simpatica.
Tiro un sospiro di sollievo, raddrizzandomi e chiudendo il cofano della macchina.
E questa è andata...
Mi avvicino allo sportello della macchina, salgo, sto per chiudere la portiera ma la mano di Leonardo di Francis mi ferma. << Un'ultima cosa, signorina Muller, prima di procedere con la guida. >>
Annuisco, il cuore che mi batte all'impazzata dalla paura.
Che altro mi puoi chiedere? 
<< Non se la sta cavando affatto male... >> mi comunica, come se riuscisse a leggermi nel pensiero.
Lo credo! Ho detto tutto... 
<< La vede quella macchina là? Mezza distrutta? >> mi chiede, indicando una Panda in lontananza.
<< Sì >> affermo.
Che altro vuoi?! Non vorrai mica...
<< Andiamo a cambiare la gomma a quella macchina, signorina Muller. >> dice, l'espressione seria.
Ma dentro so che se la ride, questo brutto stronzo! Lo capisco dal modo in cui mi ha fatto passare, dal modo in cui si è acceso una sigaretta, probabilmente pensando che sarebbe stato uno spettacolo indimenticabile. Lo capisco dal modo in cui mi ha guardato, come a sfidarmi.
Fabio, alle mie spalle, sospira rassegnato. 
<< Vuole che cambi una gomma ad un'auto? >> domando, le mani che mi tremano - prbabilmente per la voglia di prenderlo a schiaffi - e le guance arrossate. L'esaminatore sorride
<< È forse un problema? >>
Raddrizzo la mia postura, al massimo, cercando di sembrare più alta e, beh, anche più spaventosa.
<< Assolutamente no >> dichiaro, prima di voltarmi per incamminarmi verso la macchina.
Mortacci tua....



Mi chino nuovamente a terra, osservando soddisfatta la mia opera. Fabio, alle mie spalle, sorride, fiero.
Lo stronzo del mio esaminatore, invece, se ne sta comodamente appoggiato alla macchina, un sorriso strafottente e quegli occhi azzurri che mi hanno accarezzato la schiena per tutto il procedimento.
<< Che ne pensa, signor esaminatore? >> chiedo, palesemente scocciata. Devo controllarmi, lo so.
<< Che per essere un lavoro di un laziale, non è affatto male. >> scherza, chinandosi accanto a me.
<< C'era tutta un'altra prospettiva, dall'alto >> mormora a bassa voce, accompagnado la frase da una bassa risata ed un'occhiata strana. Osserva la ruota della macchina, poi si alza e mi tende la mano.
<< Vogliamo procedere, o preferisce restare lì e lasciarsi osservare da questa posizione? >> chiede, facendomi infuriare. Mi alzo di scatto e gli passo accanto, superandolo.
<< Ai suoi ordini, signore >> dico, notando poi il suo sorriso.
Che ho detto? 




<< Si parcheggi lì, signorina >> mi dice Leonardo di Francis, il mio delizioso esaminatore.
In questi quindici minuti di guida non abbiamo fatto altro che lanciarci piccole frecciatine, sguardi - assassini da parte mia, divertiti da parte sua - e sorrisini più o meno strani, finti, accattivanti.
Sono un fascio di nervi, avrei voluto mettere sotto una vecchietta che ha preteso di attraversare la strada senza guardare, a chilometri dalle strisce pedonali, avrei voluto mandare a quel paese i due ragazzi in macchina accanto a me al semaforo, che mi lanciavano occhiatine e commenti del tutto inappropriati...

Sbuffo e mi impongo di ignorarli, quei due cretini alla mia sinistra.
Continuo a chiacchierare tranquillamente con Fabio di calcio, con lui che mi minaccia affinché io non veda la partita di stasera della Roma.
Scatta il verde e la Mito alla mia sinistra parte, non senza avermi salutato con un colpo di clacson. Vorrei davvero tamponarli.
<< Dovresti tamponarli >> mormora Fabio. Io scoppio a ridere, partendo.
<< Riscuote successi ovunque lei giri, signorina Muller? >> chiede Leonardo, che non si è perso neanche un istante dei miei movimenti , delle mie occhiate, delle mie parole. Vorrei ignorarlo, ma non voglio rischiare. << Decisamente no, signore. >> dico, guardandolo attraverso lo specchio retrovisore.

Cio che vedo, ahimé, mi piace da morire.
<< Allora devo essere io... >> mormora a voce bassissima. Inarco le sopracciglia, avendo colto solo un lieve sussurro, niente di più. << Come ha detto? >> tento.
Leonardo de Francis scuote la testa. << La prossima a destra >>



Compio uno dei  peggiori parcheggi nella mia storia - brevissima, ma intensa - di guidatrice e tremo, sfinita. Leonardo mi chiede di spegnere e scendere dalla macchina.
Dio, non vorrei sbagliare proprio ora. Non dopo questo parcheggio giusto, ma schifoso.
Mi spiaccico contro il finestrino ed eseguo il rituale da deficienti per poter scendere da quella macchina, in cui iniziavo veramente a stare troppo stretta.

Scendo e sospiro. Sono sfinita, accaldata, tremante, e bisognosa di una sigaretta.
Come se mi leggesse nel pensiero - e forse questo brutto stronzo lo fa per davvero, a quanto pare -, Leonardo de Francis mi porge il suo pacchetto di sigarette, dopo essersene accesa una. 
<< L'ho per caso sfinita? >> chiede, sorridendo.
<< Non se ne vanti >> borbotto, avvicinandomi a lui per farmi accendere la Marlboro.
I nostri occhi si incontrano. 
<< Non è curiosa di sapere se è passata? >> chiede ancora, espirando.
<< Ho prima bisogno di calmarmi, se l'esito dovesse essere negativo. >> mormoro
<< Le faccio questo effetto? Non l'avrei mai detto, ne sono lusingato! >> ride, facendomi sbuffare.
<< Su, me lo dica! Mi ha bocciato? >>
<< In quale materia? Simpatia? Arguzia? Acidità? Bellezza? Prontezza nel rispondere alle mie frecciatine? >> domanda ironico, osservandomi intensamente. Avvampo.
<< Guida, signor de Francis. L'esame di guida Ho preso la patente B? >>
Anche se non mi dispiacerebbe sapere le altre materie...
<< Oh, beh. in quel campo... Sì, lei è promossa. In tutte le materie, a dire il vero. >>
conclude, lasciandomi di stucco. Eccitata, emozionata, felice, esausta.
Lascio cadere la sigaretta a terra e mi butto tra le sue braccia, senza neanche rendermene conto.
<< Oh mio Dio!!! GRAZIE! Grazie mille! Ti ringrazio!! >> esclamo, euforica.
Leonardo ride e mi osserva mentre mi stacco, improvvisamente imbarazzata.
Figura di merda!
<< È stato un piacere. Ecco a te. >> dice, con un modo molto più affabile e piacevole.
Ci diamo del tu, mentre ci dirigiamo verso l'uscita. Firmo e prendo la patente, entusiasta.
Saltello verso Fabio sventolando la patente. È andato a prendersi un caffè, apparentemente menefreghista.
Ma io lo so, che si è affezionato a me!
<< Mi sono liberato di te? >> domanda, sorridendo.
Annuisco con un sorriso smagliante << Dai, lo so che ti mancherò! >>
<< Certo... >>
<< Come ti mancherà la mia parlantina asfissiante durante le lezioni, non negarlo. >>
<< Oh, quella di certo non mi mancherà! >> esclama, ridendo.
<< Sei un bugiardo, Fabio. Ma i patti vanno rispettati. Ti regalo una radio per la Panda, così che potrai ascoltare qualcun altro con la parlantina alla radio... O il Walkie Tolkie, come preferisci! >>
Scoppiamo a ridere tutti e due, Leonardo si avvicina a noi.
<< Devo ammettere che, in poco meno di un'ora con te, ho potuto sperimentare la tua parlantina. Non mi stupisce che il signore non ti sopporti più! >> dice lui, intromettendosi nella conversazione. Il tono, però, non è acido né maleducato. È divertito, Leonardo. Ed anche io.
<< Mancherà anche a te, la mia parlantina. Il prossimo esame sarà una noia, ammettilo! >> dico, tranquilla e felice. Mi poggio contro il muro, sorridendo. Fabio risponde al cellulare, mentre Leonardo si avvicina a me. << Mi mancherà da morire, ad essere sincero. >> confessa, lasciandomi piacevolmente stupita. Giuro che scherzavo!
Sorrido ancora di più, non sapendo come rispondere. A me mancheranno i tuoi occhi, ad essere sincera? No, non è il caso.
Fabio torna verso di noi, l'espressione corrucciata. << Chià, io devo andare. Vieni con me oppure...? >>
Mi stacco dal muro, pronta per incamminarmi, ma Leonardo de Francis, il mio esaminatore, il ragazzo di soli dieci anni più di me, mi posa una mano sul braccio. << Posso riaccompagnarla io, se per Chiara non è un problema, ovviamente. La mia guida è sicuramente impeccabile, di questo può starne certo, signore. >> Io scoppio a ridere, ripensando alla conversazione mia e di Fabio sugli esaminatori.

<< Ma questi esaminatori, come guidano? Da Dio?! >>
<< Come no! >>
<< Sul serio? >>
<< Ma che dici! Guidano da cani, malissimo! >>


Fabio fa spallucce e mi guarda, lasciando a me la possibilità di scegliere.
Io li fisso entrambi, dubbiosa. Leonardo mi sorride, tranquillo.
Che faccio?!
<< Ehm, per me, ecco... Credo vada bene, sì. Sempre che tu possa veramente! >> rispondo, osservando Leonardo esibirsi in un sorriso smagliante.
<< Non è un problema. >> ripete. Io annuisco. Ormai è fatta.
Saluto Fabio con un caloroso abbraccio e poi rimango lì, davanti al baretto, davanti a questo bellissimo ragazzo-uomo, con quel suo viso così bello, quelle labbra così fine, quei capelli così mossi, quelle spalle così ampie, con quel...
<< Va bene? >> mi chiede Leonardo, distraendomi.
Io sbatto le ciglia un paio di volte, riprendendomi. << Scusa? >>
Leonardo ride << Ti va un caffè, prima di andare? >>
Esito un secondo, poi annuisco. << Volentieri, grazie. >>
Ci accomodiamo, Leonardo mi offre un'altra sigaretta. Ordiniamo.
Ci fissiamo negli occhi, lui sorride. Io non posso fare a meno di ricambiare.
Il tuo esaminatore si chiama Leonardo de Francis, è piuttosto giovane per il ruolo che ricopre ed è particolarmente infame. 
Pare sia uno stronzo.
Pare sia un gran fico.

Pare sia intenzionato ad offrirmi un caffè. Pare interessato a me.
Sorrido al cameriere.
Se mi chiede di cambiare la ruota, lo mando direttamente a fanculo! Sicuro lui non la sa cambiare!
Mi sporgo un po' più avanti, avvicinandomi a lui.
<< Leonardo, ma tu, la sai cambiare la gomma di una ruota? >> chiedo.
Leonardo scoppia a ridere ed iniziamo a parlare.
La mia patente ben stretta in pugno, il mio bellissimo esaminatore a meno di un metro da me.
Porca miseria...



BUONA SERA!! Allora, delirio venutomi in mente così, a buffo. Sto cercando di prendere la patente e  - non ditelo al mio futuro esaminatorie! - molto di ciò che ho scritto qua sopra è vero. :) per cui, speriamo bene!!
è una cosa semplicissima, spero vi faccia sorridere :) e passare una buona serata!
è la seconda one-shot nel campo delle Originali che pubblico. aprrezzerei un vostro commento :)

Spero di essere riuscita nel mio intento!!!
un bacio,

Chiara




 
   
 
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