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Autore: virgi_nihal    13/11/2013    5 recensioni
«Sei diversa dalle altre, Lily.» dice diventando improvvisamente serio «Per esempio, non so assolutamente niente di te!»
«Perché dovrei dirti qualcosa di me?» chiedo, riuscendo a sfidare il suo sguardo per un po’.
«E’ esattamente questo di cui parlavo.» continua, scompigliandosi i capelli.
«Conosco praticamente tutte le ragazze del nostro anno. Tu, invece, sei sempre sulle tue.»
Scuoto la testa e sorrido pensando alle “amiche” di James.
Non dubito del fatto che sappia molte cose di loro: è stato praticamente con tutte. [...]
-
Quando alzo gli occhi i suoi sono a due centimetri dai miei e io sobbalzo.
Avevo sempre avuto ragione dopotutto sugli occhi di James che tutti reputavano banalissimi occhi marroni. Li osservo attentamente e noto un cerchio verde scuro intorno alla pupilla e numerose pagliuzze dorate. Sono straordinari.
Mi accorgo di aver messo una mano sulla sua guancia solo quando sussulta lievemente.
La ritiro immediatamente maledicendomi per l'ennesima volta, ma le mie considerazioni vengono interrotte bruscamente quando la distanza tra i nostri visi si annulla del tutto e io mi ritrovo con la schiena al muro a baciare James Potter. [...]
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Prologo

 

Apro gli occhi di scatto mentre un rumore assordante mi perfora i timpani. Guardo con odio la sveglia con la voglia di lanciarla dalla finestra, ma poi, valutando che per farlo devo alzarmi in piedi, giungo alla conclusione che non ne vale la pena e mi giro dall'altra parte del letto con aria soddisfatta lasciandola squillare. Solo in questo momento il mio cervello assonnato arriva alla conclusione che forse dovrei alzarmi visto che sono già le dieci e mezza.

«Le dieci e mezza?» urlo scattando in piedi e afferrando la sveglia che finalmente ha smesso di suonare. Oh no, questo non va bene, non va affatto bene. Per arrivare alla stazione ci vogliono venti minuti di macchina, più preparare la mia valigia – perché diavolo non l'ho fatto ieri sera?- fare colazione, salutare i miei familiari, faccio un rapido calcolo mentale e.. oh merda,mi restano due minuti di tempo se non voglio perdere il treno. Scendo i gradini due a due e arrivo in cucina dove trovo Petunia seduta al tavolo intenta a sbriciolare un biscotto con aria annoiata. Appena entro mi guarda con odio e si volta dall'altra parte.

«Ciao Petunia» dico con un sorriso forzato «Sai dove sono mamma e papà?». Lei mi guarda di sbieco e non risponde.
Afferro una brioches dal tavolo e mi dirigo a grandi passi verso la camera dei miei genitori. «Mamma! Papà! E' tardissimo!» urlo bussando forte, sento la voce di mia madre dall'interno che dice che sono quasi pronti e così torno in camera mia. Guardo l'orologio: sono le dieci e trentacinque, quasi in orario. Apro l'armadio e prendo manciate di vestiti per poi gettarli a caso nel mio baule; quando la povera valigia è strapiena mi ci metto a sedere sopra per tentare di chiuderla. Dopo tre tentavi finalmente ce la faccio e guardo ancora l'orologio, mi resta appena il tempo di vestirmi.
Prendo un paio di jeans sbiaditi rimasti nell'armadio e una maglietta verde, un vecchio regalo di Petunia -quando ancora non mi odiava perlomeno- e me li infilo in fretta e furia guardandomi allo specchio. Quello mi rimanda la mia immagine: gli occhi verdi ancora pieni di sonno e i capelli rossi in uno stato inaccettabile.
Uso gli ultimi venti secondi per prendere una spazzola e rendermi presentabile. Appena scendo trovo tutta la famiglia al completo pronta per andare. Proprio tutta.

«Viene anche lei?» chiedo preoccupata indicando Petunia.

«Non fa piacere nemmeno a me sorellina» dice guardandomi con superiorità dai suoi dieci centimetri in più. Sospiro sconsolata, non capirò mai perchè odia il mio mondo.

Cercando qualcosa per controbattere il mio sguardo cade sull'orologio di papà.

Sono ufficialmente morta.

 

-------

 

Arriviamo al binario che manca un minuto alle undici e corro come una furia per arrivare al treno in tempo con i miei genitori e mia sorella che arrancano per venirmi dietro. Oltrepasso la barriera in fretta e vedo, tirando un sospiro di sollievo, che il treno rosso è ancora lì. Mi giro per salutare la mia famiglia e dopo aver dato un veloce bacio sulla guancia a mio padre e essermi sorbita tutte le raccomandazioni di mia madre mi giro verso Petunia con fare incerto.
A sorpresa di tutti lei mi abbraccia e -sì pensavo fosse un gesto di affetto- mi sussurra all'orecchio talmente piano che posso sentirla solo io «Io so cosa sei sorellina, nessuna persona normale fa le cose che fai tu. Tu non sei più Lily, sei solo un mostro. E per questo ti odio ». Mi tiro indietro barcollando: le sue parole mi hanno fatto male. Lei mi sorride falsamente e in quel momento penso che se fosse una strega sarebbe sicuramente una Serpeverde, ma questo non potrebbe mai accadere, lei è una semplice Babbana.
Corro verso il treno che ha già incominciato a fischiare, le porte si chiudono appena entro. Tempismo perfetto, se non fossi così triste lo troverei quasi divertente. Mi ricordo solo in questo momento che dovevo vedermi con Severus prima di salire sul treno e così comincio a cercarlo per vari scompartimenti. Apro l'ennesimo a caso dando un'occhiata veloce quando mi irrigidisco vedendo chi c'è dentro. Cerco di chiuderlo in fretta cercando di non essere notata. Tentativo vano.
«Evans!» mi chiama una voce fin troppo familiare. Apro lo scompartimento lentamente fino a posare lo sguardo sulle quattro persone lì presenti. I Malandrini.

«Hey Evans, sono qui!». Sposto svogliatamente lo sguardo su James Potter.

«Cosa vuoi Potter?» chiedo cercando di darmi un contegno ma senza riuscirci molto bene.

«Stavo parlando con Sirius di come Marlene, sì proprio la tua compagna di stanza» precisa facendomi l'occhiolino «sia perdutamente innamorata di me, non trovi Lily?». E poi continua a blaterare altre scemenze -e sì i suoi argomenti preferiti sono di quanto sia affascinante e di quanto sia bravo a quiddich- ma io non lo sto ascoltando più. Penso a Marlene e trovo impossibile che abbia una cotta per James, figurarsi esserne innamorata! Sono intenta nelle mie macchinazioni quando mi rendo conto che mi ha chiamato per nome e allora mi riscuoto pensando che in fondo a me non importa niente di James Potter e di chi esce con lui.

«Beh Lily, quando vuoi essere la prossima della lista fammi un fischio» dice sorridendo e scompigliandosi i capelli. Arrossisco fino alla punta delle orecchie.

«Mai Potter! Non sarò mai una delle tante!» urlo con quanto fiato ho in gola sbattendomi la porta alle spalle e riaprendola un secondo dopo solo per urlargli «E non chiamarmi Lily! Io per te sono solo Evans!». Sento le loro risate all'interno e mi arrabbio ancora di più. Possibile che l'abbia sempre vinta lui?

 

-------

 

Dieci minuti più tardi trovo Severus in uno scompartimento con altri Serpeverde.

«Puoi uscire un attimo?» chiedo con timidezza mentre sento lo sguardo dei suoi “amici” addosso. Lui si alza e mi segue senza dire una parola.

«Sev ho bisogno di parlarti» esordisco appena siamo nel corridoio. Lui alza gli occhi al cielo.

«Di cosa?» chiede arrabbiato «Di come ci siamo divertiti ad aspettare il treno insieme?». Sulle sue labbra aleggia un ghigno ironico. «Ti ho aspettata per un'ora Lily, un'ora» mi ringhia addosso.

«Mi dispiace» dico sentendomi tremendamente in colpa «ma ora ascoltami» sospiro «Petunia ha detto che mi odia, che sono un mostro» solo parlandone capisco quanto male mi ha fatto.

Lo guardo, nei suoi occhi ora non c'è più rabbia, soltanto tristezza, ma cerca di risollevarmi il morale.

«Avevi bisogno di una dichiarazione scritta?» chiede con un sorriso, un sorriso vero, non uno dei suoi soliti ghigni. Visto che non rispondo continua «Sappiamo entrambi che è gelosa di noi, è invidiosa dei tuoi poteri e si sente un'inutile Babbana» mi guarda «cosa che tra l'altro è» dice piano, ma io lo sento lo stesso e gli tiro un pugno scherzoso sul braccio per poi cominciare a ridere.
Incredibile, ma vero ha fatto passare in parte il dolore. Lo abbraccio felice e quando mi scosto vedo che si è avvicinato al mio volto.

«Ti voglio bene sai?» mormora guardandomi negli occhi.

«Lo so, sei il mio migliore amico dopotutto» dico con voce ferma accarezzandogli una guancia «ma ora devo andare siamo quasi arrivati e mi devo cambiare» mento cercando di sottrarmi a quel momento imbarazzante. 
Mi giro in fretta, ma non abbastanza per non vedere la smorfia di tristezza che gli attraversa il viso. Lui sembra accorgersene perché riacquista in parte il suo contegno «Devo chiamarti prefetto ,Lily? » mi urla. Sorrido e mi giro un secondo «Avevi qualche dubbio?». Scuote la testa e sento il suo sguardo sulla schiena mentre mi allontano e nella mia mente si allarga una consapevolezza nuova.
Sorrido amara: è il mio migliore amico ,sì, nulla di meno, ma nulla di più


ANGOLINO AUTRICE
Ciao a tutti!
Beh avrete già capito che è la prima storia che pubblico e l'ho fatto dopo un bel po' di indecisioni. Quindi... se lasciate anche una piccola recensione per sapere cosa ne pensate vi amerò per sempre!!
Innanzitutto volevo ringraziare la mia amica Irene che ha avuto la splendida idea di consigliarmi di scrivere una James/Lily e che mi ha sopportata. Cosa farei senza di te??
Detto ciò un ringraziamento a tutti quelli che sono arrivati a leggere fino a quaggiù e non si sono annoiati prima. Grazie mille!!
Al prossimo capitolo
Nihal

  
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