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Autore: IlQuokkaDaWonderland    14/11/2013    0 recensioni
Chiamiamola recidiva. Un'altra Adrian / Cain con un ricordo del piccolo Cain, quindi dopo "L'Ordine della Croce". Un'altra flashfic, perché sono a corto di parole. E un po' di fluff, perché ci piace.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adrian Blackmore, Cain Blackmore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Perché tu sei la mia fine e il mio inizio. '
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Perché io ti amo e tu mi ami

Perché io ti amo e tu mi ami


Adesso.



“Maestro! Maestro!” Una voce di bambino, cristallina e chiara come l’acqua.

L’uomo sorride, come l’etichetta gli impone, ma non gli riesce così difficile, in fin dei conti quel fanciullo gli sta molto a cuore.

“Sei contento che sono tornato, maestro?” Chiede il piccolo con sguardo ammirato e speranzoso, abbracciandolo con dolcezza e affetto.

“Molto principe, così riprenderemo le nostre lezioni di pianoforte.” S’inchina poi ai genitori del bambino che, invece, si riserva di scoccargli un’occhiata delusa e arrabbiata.

“Pensavo che eri contento e basta del mio ritorno! T’interessano solo le lezioni, sei cattivo!” Borbotta, battendo i piedi a terra, incrociando le braccia e mettendo il broncio tipico dei bambini.

“Temo che dovremo anche riprendere le altre lezioni, mio principe.” Gli sorride abbassandosi alla sua altezza e arruffandogli i capelli dolcemente, per poi rialzarsi non appena la madre del principe si avvicina.

“Haydan, non dare fastidio ad Adrian. Siamo appena tornati, non puoi già attaccarti alle sue gambe!” Lo rimprovera divertita Clarisse, cercando di portarlo via. “Scusalo Adrian, non ha fatto che chiedere di te per tutto il viaggio di ritorno.”

“È un bambino, mia regina. Non mi sta infastidendo.” Sorride ancora con dolcezza, guardando poi il bambino con aria perplessa.

Il principe, infatti, gli aveva appena tirato un calcio.

“Haydan!” Urla Clarisse.

“Io ti voglio bene e tu non me ne vuoi, ecco! Te lo meriti! Ti odio!” Strilla il biondino, correndo via verso la propria stanza.


“Non mi hai mai chiesto scusa per quel calcio, sai?” Mormora il redivivo, accarezzando la testa bionda dell’amante che ha appena smesso di parlare.

I suoi ricordi, infatti, racchiusi in chissà quale anfratto della sua mente, avevano iniziato a fluire sempre più chiari e sempre più abbondanti.

“Lo so.” Una risata cristallina che ricorda tanto quel bambino. “Ti ho ignorato per tre lunghissimi giorni.”

“Non è esatto. Mi hai seguito ovunque ugualmente, fissandomi però con aria risentita e offesa. Pensavi che non ti vedessi, forse.” Gli fa sollevare il mento, tenendolo tra le dita, specchiandosi nei suoi occhi verdi.

“Avevo otto anni Adrian…” Il giovane non più principe arriccia il naso.

“Non mi pare che le cose siano cambiate con la crescita.” Sorride, felice che non sia cambiato nulla.

“Non è esatto, una cosa è cambiata.” Si sistema sopra il corpo nudo del moro, vestito lui stesso solo della propria pelle, e lo bacia con dolcezza e desiderio.

“Questa volta hai ragione.”

 

Perché io ti amo e tu mi ami.

Adesso.  









*Nella tana della Lepre*

E poi boh, pubblichi la seconda "Cadrian" in due giorni.
Sempre dedicata alla stessa persona.
Questa volta mi sono immaginata un Cain piccolino e non so, lo vedo un po' rompipalle lol
Non ho altro da dire, se non...
Ciao! (°-°)/
   
 
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