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Autore: SylviaGreen    14/11/2013    6 recensioni
Omero è disperato: i suoi affari non vanno a gonfie vele, così come la sua vita sessuale. La concorrenza nell'antica Grecia è spietata e lui non sa che cosa fare: è vero che i poeti vivono di sogni e di chimere, ma qualche recensione ogni tanto non fa male!
In preda al panico, telefona alla musa Calliope per chiedere aiuto ...
Tratto dal Proemio.
Una bella storia appassionante e nuova è quel che ci vuole!
Sì, ma qualcosa di veramente nuovo! Qualcosa che nessuno ha mai fatto! Tu che ne pensi, eh? Io pensavo a qualcosa tipo una bella raccolta di drabbles sui momenti d’amore delle varie schiave con i loro padroni. Basta qualche avvertimento Bondage e siamo a posto. Così poi fomentiamo anche la carica erotica della sala, e magari qualche bella donzella finisce sul poeta di turno che, tra parentesi, sarebbe il sottoscritto. Il quale ci godrebbe assai. E tu che mi proponi, musa?
Come dici?
L’ira di Achille Pelide?

ATTENZIONE. È una fanfiction che può avere effetti indesiderati anche gravi: tenere fuori dalla portata dei bambini e leggere attentamente il foglietto illustrativo.
STORIA INTERROTTA
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Pronto? Pronto, musa? Ci sei?
Musa colei-che-ha-una-bella-voce Calliope non è al momento raggiungibile. La invitiamo a riprovare più tardi.
Irraggiungibile, come al solito. Sicuramente avrà il telefono spento. Come se sull’Olimpo non ci fosse già poco segnale! Sempre a pulire quella sua tavoletta e ad affinare quello stilo … che poi, scrivesse mai qualcosa! Invece di farsi gli affari suoi per tutto il tempo, potrebbe anche aiutare i poveri poeti a guadagnarsi qualcosa di più di sogni e chimere. Che so, una recensione ogni tanto!
Eh? Ah, c-ciao. Sei in ascolto, eh? E scommetto che hai sentito tutto quello che ho detto e che mi vuoi fulminare vivo. Si, beh, non che cambi molto dalle altre volte, no? Tu minacci e poi non fai mai niente …
Scusa! Mamma mia, che suscettibile!
Ma ormai ti conosco, santo cielo, devo proprio …?
Va bene, va bene.
Rendo onore e grazie alla musa Calliope, colei che ha una bella voce e che molto canta, eccetera eccetera. Sì, vabbé, ma il punto era ch– … d’accordo, d’accordo. Rendo onore e grazie anche a Clio, Euterpe, Talia, Tersicore, Erato … e … mmm, quali erano le altre? Ne ho dette cinque, ma … ah, sì, c’era anche Polimnia e … e Urano, no … sì, Urania, grazie; e poi c’era … diamine, ne manca una! Sono sicuro che c’entrano le mele, in qualche modo …
Eh, no, non mi viene. Chiedo l’aiuto del pubblico.
Ah, ecco, sì: Melpomene!
Ma avranno o no un brutto nome le tue sorelle?
Comunque, Calliope, torniamo a noi. Ed è inutile che minacci di fulminarmi di nuovo, perché anche tu hai un nome di merda.
Ascolta, dovrei scrivere un poema e mi piacerebbe farlo sulla guerra di Troia.
Come perché? Perché è una cosa fighissima, ecco perché! Vuoi mettere? Una guerra durata dieci anni, morti di qua, feriti di là, eroi invincibili, forze brute, sesso sfrenato … sai quanto pubblico c’è per una roba del genere! Specialmente per il sesso sfrenato!
No, non è vero che dato che ho le idee così chiare, allora potevo anche lasciarti in pace. Non è vero proprio per niente; e tu dovresti sapere tutto, tra parentesi: ma che dea sei? Comunque il punto è che conosco due o trecento poeti circa che hanno parlato della guerra di Troia, ricevendo un sacco di complimenti; ma gli ultimi non ci hanno mica fatto una bella figura, dato che hanno presentato tutti e cinque lo stesso tema trito e ritrito della morte di Patroclo … ventimila versi su quanto fosse straziante per Achille, e le sue urla, e i suoi gemiti e la forfora sui capelli che si strappò, sai che roba. E così li hanno bocciati tutti: tre recensioni negative ciascuno e segnalazione all’amministrazione.
Lo sai anche tu che hai otto muse a cui tener testa sull’Olimpo che c’è concorrenza.
Ma ti dirò: io ho capito che cosa serve al pubblico.
Innanzitutto, un bel po’ di banchetti sfrenati, con una buona dose di apparato genitale maschile e/o femminile. Preferenza di quest’ultimo per i ciechi della stanza. E quando sono tutti belli ubriachi e pazzi d’amore – sì, d’amore … – a quel punto una bella storia appassionante e nuova è quel che ci vuole.
Sì, ma qualcosa di veramente nuovo! Qualcosa che nessuno ha mai fatto! Tu che ne pensi, eh? Io pensavo a qualcosa tipo una bella raccolta di drabbles sui momenti d’amore delle varie schiave con i loro padroni. Basta qualche avvertimento Bondage e siamo a posto. Così poi fomentiamo anche la carica erotica della sala, e magari qualche bella donzella finisce sul poeta di turno che, tra parentesi, sarebbe il sottoscritto. Il quale ci godrebbe assai. E tu che mi proponi, musa?
Come dici?
L’ira di Achille Pelide?
Ha! Ma te sei fuori di testa! Chi leggerebbe mai ventiquattro canti sull’ira di Achille? Farei fatica a scriverci due versi, figurarsi un poema intero! E poi Pelide … ma che caspita vuol dire? Ma figurati se la gente capisce che vuol dire figlio di Peleo … che poi avrebbe molto più senso dire chi è la madre piuttosto del padre, dato che la prima viene dall’Olimpo e il secondo è un re sfigato di una regione altrettanto sfigata che ci ricordiamo solo grazie ad Achille. Anche se Tetìde[i] fa quasi più schifo di Melpomene. E poi, scusa, ma non è che quell’incazzatura di Achille abbia tanto aiutato gli Achei, o no? Ne ha fatti ammazzare a frotte perché non voleva sporcarsi le sue belle manine d’oro … se parlassi di questo, allora dovrei automaticamente parteggiare per i troiani. E se poi gli Achei mi fanno un culo così? Voglio dire, sono stati là dieci anni e hanno perso un sacco di uomini: oltre al danno, anche la beffa?
Come dici?
Niente ira, niente Iliade.
Ma neanche un po’ di sesso sfrenato?
Neanche se metto l’avvertimento PWP?
D’accordo, d’accordo.
Ma almeno se faccio quello che dici tu mi aiuti?
E non lo dici a nessuno?
Nessuno nessuno nessuno?
Nemmeno a Nessuno?
Okay, allora ti credo. Ci si risente, eh!
Ah, aspetta, aspetta! E se poi gli altri poeti se ne accorgono? Non è che mi fai solo da beta, insomma: il tuo intervento si vedrà!
Musa? Musa?
Calliope, ci sei?
Niente, ha riattaccato. E mo’ come faccio? Se poi mi segnalano?
Dovrei metterlo nelle note dell’autore. O in un posto del genere, dove si capisca che sto parlando io e non la voce narrante. Che poi sarei sempre io, ma si sa che i libri di epica devono confondere le cose.
Mm, credo che lo chiamerò Proemio.
Oh, che nome figo!
 
Dunque … vediamo un po’ … potrei scrivere qualcosa come …
 
« Cantami, o diva, del Pelìde Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi,
e di cani e d'augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l'alto consiglio s'adempia), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de' prodi Atride e il divo Achille.
 »
 
Io vi ho avvisati, eh!
E ora chi s’è visto s’è visto.
Anzi, a dir la verità: qualcuno ha visto la schiavetta di quel greco che abita laggiù in fondo?

 
 
 
[i] Sul dizionario ho scoperto che Tètide è la versione letteraria rara di Teti; dunque ho messo l’accento sulla i per sottolineare invece la somiglianza con Pelìde, il cui accento mi è stato confermato dalla professoressa di italiano e da Wikipedia. Fiu, perché altrimenti non sapevo proprio come uscire dall’impiccio. Per non parlare del fatto che si può anche confondere con Tetide, l’oceano che c’era tra Laurasia e Gondwana un bel po’ di milioni di anni fa sulla terra. Ma tralasciamo.



*Angolino autrice. O Proemio*
E boh. Non avevo niente da fare. Sarà che il libro di Wodehouse che ho appena finito mi dà alla testa.
Naturalmente tutte le battute maschiliste e misogine fatte da Omero ci sono semplicemente perché per i Greci, alla fine della fiera, le donne erano una fonte di sesso e di bambini. Non amore, no: quello era solo tra uomini. Era già tanto se ci davano la possibilità di procreare.
La foto iniziale è presa barbaramente da Wikipedia - che a sua volta afferma che il testo in greco derivi da Wikisource - e sono i primi 7 versi dell'Iliade. Invece il Proemio dell'Iliade è tratto dalla traduzione di Vincenzo Monti del 1825, e sono fiera di annunciarvi che è dalla seconda media che me lo ricordo a memoria. Uguale uguale uguale.
A parte gli affari miei, spero che vi sia piaciuta questa piccola stupidaggine che ho scritto. Naturalmente la continuerò per tutta l'Iliade, ma dato che ho 394 storie in sospeso, non aspettatevi aggiornamenti frequenti. 
Una recensione mi farà molto piacere, dato che io non sono una poetessa e sicuramente i sogni e le chimere non mi bastano :D
L'ideale sarebbe un giovane donzello anche per me, ma dato che non si può avere tutto ...
Ciao a tutti e alla prossima! :D

 
   
 
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