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Autore: SylviaGreen    16/11/2013    3 recensioni
Stephen King ha definito Dolores Jane Umbridge il cattivo peggiore della letteratura dopo Hannibal Lecter. Ma da dove deriva tutta questa crudeltà? Da dove viene il suo odio per i bambini e per gli ibridi?
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Non sono una psicologa, non so se ho trovato un motivo valido. Giudicate voi.
In ogni caso, spero che vi piaccia :) Ogni parere è sempre bene accetto! :D
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolores Umbridge
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Non solo Severus: dieci personaggi in cerca di riscatto.'
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The New Voice
 
 
«Shh, cara, non è successo niente».
«Davvero, tesoro; è una brutta cosa, ma finirà».
«La supererai presto, amore; devi solo essere forte e tutto sparirà».
 
Potevano dire quello che volevano e anche oltre, ma Dolores Umbridge non avrebbe mai dimenticato.
Non l’avrebbe mai dimenticata.
Sua madre. Jane Cathwick Umbridge.
Si era solo trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato, no?
Non era colpa sua … non era stata per niente colpa sua, lei non aveva fatto niente …
Eppure era successo.
Per raggiungere quella dannatissima casa dei suoi zii, a lei che piaceva molto camminare, cosa non era più piacevole che attraversare la foresta, invece di smaterializzarsi?
In fondo era colpa sua, se aveva detto quelle parole?
Quelle sei fottutissime parole?
«Perché non andiamo a piedi, mamma?».
 
Ci erano andate, a piedi.
E avevano trovato una piacevole mandria di centauri imbufaliti.
Dalla paura, Dolores era rimasta paralizzata, e sua madre si era attardata per salvarla. L’aveva presa e gettata da una parte con forza e delicatezza insieme, la foga nel salvarla e la cura con cui la trattava che erano un tutt’uno.
L’aveva nascosta dietro un cespuglio, tra il fitto sottobosco.
Cadendo vittima della corsa sfrenata dei centauri.
 
«Non puoi dare la colpa a loro».
«Non l’hanno vista».
 
Lei se lo ricordava, eccome.
Non l’avevano vista, già …
L’avevano calpestata.
Persi in chissà quale lotta tra branchi, non si erano resi conto che un’umana aveva osato passare tra loro.
Non si erano resi conto che, nella loro inutile furia, stavano deturpando un bellissimo viso.
 
«Non erano interessati».
«Non hanno potuto vederla».
«Pensavano sicuramente che avreste dovuto saperlo …».
«Che non vi sareste azzardate …»
 
Il primo zoccolo le era caduto sulla nuca. Aveva prodotto uno schianto sordo, come se il cranio stesse urlando il suo disappunto.
Lei non aveva detto niente, né chiesto aiuto. Non si era voltata, né aveva fatto qualcosa per sfuggire al centauro ignaro.
L’ultima volta che Dolores aveva visto il viso di sua madre integro era stata quando l’aveva messa al riparo.
Poi più nulla.
 
«È stata una donna fantastica e una grande sorella, per me».
Suo zio si era alzato. Aveva la voce bassa e grave e fissava il pavimento; parlava più per se stesso.
«Non era la fine che meritava, certo che no», convenne suo padre.
«Assolutamente no», aggiunse il nonno.
«E non è stata colpa sua», intervenne la nonna.
«No, non lo è stata», rispose il nonno.
«Ma nemmeno dei centauri», assentì suo padre.
«Non l’ho mai pensato», disse suo zio. «Mai. Non è stata colpa di nessuno. Doveva andare così, ecco».
 
«Hem hem».
Una tosse arrochita e isterica li interruppe.
Era dell’unica persona che non aveva parlato fino a quel momento.
Tutti i suoi parenti, uno dopo l’altro, si voltarono a guardarla; e quasi non la riconobbero più.
 
Dolores sembrava appena uscita da un pestacarne a misura d’uomo. Era rimasta sulla sedia accanto al capezzale di sua madre fino a quel momento, rannicchiata su se stessa, con le mani sulla faccia per non vedere e sulle orecchie per non sentire. Le occhiaie sotto gli occhi erano profonde, gli occhi arrossati talmente sfregati che rischiavano di uscire dal cranio.
Non era più una ragazzina di dodici anni: sembrava invecchiata di un secolo in un colpo solo.
 
Quando si alzò in piedi, era sconvolta, disperata e sull’orlo di una tremenda crisi, ma era a testa alta.
 
«Zio … non devi dire bugie».
 
Quasi tutti fecero un salto, nel sentirla parlare.
La piccola Dolores aveva sempre avuto una voce dolce e calda, che aveva ereditato da sua madre.
Ma ora non più.
Sembrava che le lacrime le si fossero incastrate in gola, logorando le sue corde vocali.
 
Era terribilmente cambiata, in peggio.
La sua voce, la sua famiglia, la sua vita.
 
«Non devi dire bugie».
Il suo tono era acuto e isterico; e nessuno seppe da dove veniva.
Lei sì.
 
Era un urlo, che aveva cacciato con tutta la forza che aveva in gola quando aveva sentito quello schiocco.
Era l’urlo che avrebbe voluto continuare a gridare, se il panico, la paura e la consapevolezza di non poter fare niente non
l’avessero fermata.
 
Quell’urlo ancora riecheggiava dentro di lei.
Tutti l’avrebbero sentito ogni volta che avrebbe aperto bocca.
 
Era stata lei ad aver causato la morte di sua madre.
Lei che aveva proposto di attraversare la foresta.
Lei che, nella sua stupida infanzia, era stata così ingenua da far andare così le cose.
 
Si odiava.
E avrebbe odiato tutti i bambini, perché avrebbero fatto lo stesso al posto suo.
Pensando solo a se stessi.
 
«Non devi dire bugie».
 
Era la nuova voce di Dolores Jane Umbridge.




*Angolino autrice*
Non so quanto abbia senso. Forse non ne ha per niente, o almeno da un punto di vista psicologico; ma ho visto che di storie che spiegano l'origine del male della
Umbridge non ce ne sono molte (questa e un'altra dovrebbero essere le uniche, se ho visto bene su EFP), e quindi ho pensato di scriverci qualcosa.
E boh, nient'altro. Spero che vi sia piaciuta! :D Fatemelo sapere con una recensione, mi renderete felice!
Il che non sarebbe una cattiva idea, dato che sono depressa.
Tanti olmi a tutti quanti!

PS: il cognome della madre inizia con cat. Ho pensato che da quel momento avrebbe amato i gatti, ma non ho avuto il modo e l'ispirazione di metterci dentro questa informazione. Volevo solo farvelo sapere.
PPS: devo mettere OOC tra gli avvertimenti? Perché io ho provato a spiegare l'origine del comportamento della Umbridge, quindi non so se sono andata fuori dal personaggio ... ditemelo voi!

 
   
 
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