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Autore: Archaix_Lemixia    17/11/2013    1 recensioni
Si sa, Sora è sempre stato allegro anche nei momenti più difficili e affronta il pericolo con un sorriso, perchè sa di poter contare sui suoi amici... e su una piccola promessa.
“E va bene, ma non piangere piccolo” disse lei inginocchiandosi per arrivare all’altezza dei suoi occhi azzurri. “non piangere, perché altrimenti questi occhi color del cielo si oscureranno. Devi sapere che il tuo nome, Sora, significa "Cielo": abbiamo scelto questo nome perché speriamo che ogni volta che tu lo guardi possa sorridere e ricordarti sempre che anche quando le tenebre sembrano aver preso il sopravvento… Da qualche parte si trova sempre la luce.”
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Sora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Per Sempre
 
*escono titubanti da un varco oscuro*
*si vedono arrivare una marea di pomodori e altri oggetti non identificati addosso*
Ok ok, ci dispiace davvero taaanto che in questo periodo non siamo riuscite a postare nulla… è che siamo letteralmente immerse nei compiti e nelle verifiche ma vi promettiamo che ci impegneremo a postare più in fretta. Nel frattempo potete gustarvi questa One Shot nata quasi per caso… Buona lettura!!
 
 







“MAAAMMAAA! PAPAAAAA!!”
Un grido proveniva dalla cameretta del piccolo Sora, probabilmente aveva fatto un altro dei suoi incubi. I due genitori si svegliarono di soprassalto e corsero in soccorso al figlio spaventato.
“C-c’è un mostro cattivo nell’armadio…Mi vuole mangiare…” rispose il piccolo piangendo.
“Oh, un altro mostro? Dimmi un po’ com’è fatto, forse riesco a capire come scacciarlo via” disse amorevolmente la madre che, sedutasi sul letto, aveva cominciato ad accarezzargli quei capelli castani che sembravano sfuggire alla legge di gravità.
Il bambino tentò di calmarsi e cominciò titubante a descriverlo: “è… è grosso e tutto nero, e ha degli occhi gialli che fanno paura, e dei grandi artigli e non ha la bocca.”
I coniugi si voltarono l’uno verso l’altro e per un attimo i loro volti si oscurarono. L’uomo fece un leggero segno col capo e la donna annuì, quindi tornò a guardare il volto del suo bambino rigato dalle lacrime che poco prima scorrevano sulle sue piccole guance tonde.
“Credo di aver capito di cosa si tratta. Ma non ti preoccupare, sappiamo bene come scacciare mostri del genere. Ora smetti di piangere, ci siamo noi con te.”
Sora la guardò negli occhi per un po’ di tempo, poi si portò le larghe maniche del suo pigiama al viso e strofinò con forza per mandare via tutte le lacrime, coprendosi interamente il volto. Quando finì si fermò un attimo, immobile, poi tirò giù le braccia per mostrare ai genitori un dolce sorriso di gratitudine.
“Grazie mamma e papà. Vi prometto che non piangerò più perché so che voi siete sempre con me!!” disse con un entusiasmo così naturale che ad entrambi i genitori scappò una leggera risatina. Il padre si avvicinò lentamente all’armadio: “e adesso vediamo di far sparire il mostro, alla mia maniera. Ti ricordi dome fa?”
“Sii!! Bim Bum Bam e il cattivone non c’è più!!” disse Sora con ancora più entusiasmo di prima. L’uomo sorrise e si mise in posizione davanti all’armadio, afferrando entrambe le maniglie e tirando con forza: tutto il coraggio del piccolo Sora svanì di colpo, tant’è che filò immediatamente sotto le coperte tremando di paura.
“Non ti preoccupare Sora ci sono io! Bim Bum B-“
Si fermò di colpo. Proprio come temeva. Non c’era nessun mostro lì, ma quel che ne restava era uno squarcio nella materia fatto di oscurità. Il buio che emanava era più scuro della notte stessa.
“Ehm.. Papà? Ti sei dimenticato -Bum-” disse il castano che, sbucato fuori da sotto le coperte, sembrava aver perso tutta la paura e guardava divertito il padre.
“Oh scusami è che.. qui non c’è nessun mostro Sora”
“Coosa??” esclamò il piccolo. Nessun mostro? Che se lo fosse immaginato?
“Su su, adesso torna a dormire, domani dobbiamo svegliarci presto così potrai andare sull’isolotto a giocare” disse amorevolmente la madre, stringendo il suo figlioletto fra le braccia: questo cercò di divincolarsi per fuggire e sfoggiò un grande broncio: “non è vero, io vi dico che c’eraaa!!” continuò indispettito. Se c’era una cosa che odiava era che lo contraddicessero. Però non voleva saltare la gita all’isolotto di domani, aveva promesso al suo amico Riku e alla nuova compagna Kairi che si sarebbero incontrati lì… Così facendo due più due (ci mise un po’) decise che per quella volta avrebbe potuto lasciar stare.
“Bene, ora che è tutto risolto noi torniamo a-“
“Nnuoooo portatemi con voooi ho pauraaaa” disse Sora attaccandosi disperatamente al pigiama della madre e minacciando si scoppiare nuovamente nel pianto.
“E va bene, ma non piangere piccolo” disse lei inginocchiandosi per arrivare all’altezza dei suoi occhi azzurri. “non piangere, perché altrimenti questi occhi color del cielo si oscureranno. Devi sapere che il tuo nome, Sora, significa -Cielo- : abbiamo scelto questo nome perché speriamo che ogni volta che tu lo guardi possa sorridere e ricordarti sempre che anche quando le tenebre sembrano aver preso il sopravvento… Da qualche parte si trova sempre la luce.”
 
Sora si bloccò dalla sorpresa. Non sapeva che il suo nome volesse significare una cosa tanto bella. Sorrise, e abbracciò i suoi genitori: “ grazie mamma e papà. Vi voglio bene.”
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono passati tanti anni ormai. Sora era seduto su una palma ricurva a fissare il grande cielo azzurro, interrotto da alcune rade nuvole cotonate. La sua mente era proiettata verso i ricordi di un tempo.
 
Aveva pianto così tanto quando i suoi genitori se ne erano andati. Si era dimenticato di quello che gli avevano detto, di non piangere perché anche se non erano lì vicino a lui sarebbero stati sempre insieme.
Ora, dopo tanto tempo, quei ricordi erano ancora fissi nella sua mente. Si era fatto molti amici, aveva viaggiato per così tanti mondi da perderne il conto, aveva costruito una grande famiglia che univa i loro cuori anche nella lontananza… E sapeva, sapeva che se i suoi genitori fossero stati lì sarebbero stati fieri di lui.
 
 
Sul suo viso si fece largo un piccolo sorriso.
Mamma, papà, sarete sempre con me. Per sempre.

 
  
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