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Autore: Vanel    18/11/2013    12 recensioni
"Ero all'ottavo mese di gravidanza, avvertivo delle forti contrazioni così andai dal ginecologo.
Mi disse che c'erano dei problemi e che erano molto seri: di due gemelle ne potevo salvare solo una, e io avevo già preparato la cameretta di voi due, avevate già un nome, Carmela e Anastasia.
Carmela, nome che proveniva dall'ebraico e significava Giardino di Dio, e Anastasia che significava Resurrezione.
Il dottore mi disse che dovevo fare un parto d'urgenza, e mi chiese di scegliere quale delle due salvare.
Fu terribile, perché la scelta dipendeva da me.
Tra le due era Carmela quella più sana e in forma, e scelsi lei.
Ma il dottore sbagliò, non salvò Carmela, bensì te, una bambina piena di problemi, troppo piccola e magra, rifiutavi il latte, avevi sempre qualche problema, e non smettevi mai di piangere.
Ti odiai per questo, perché se tu non ci fossi stata, sarebbe stata Carmela quella a nascere, una bambina sana e in forma, non una malaticcia lagnosa.
Anastasia, tu sei nata per sbaglio."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Nata per sbaglio'
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Questa storia è un’opera di fantasia. Personaggi e
luoghi citati sono invenzioni dell’autrice e hanno lo
scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi
analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse,
è assolutamente casuale.

Non siamo nati soltanto per noi stessi. (I, 22)
Non nobis solum nati sumus.





"Ero all'ottavo mese di gravidanza, avvertivo delle forti contrazioni così andai dal ginecologo.
Mi disse che c'erano dei problemi e che erano molto seri: di due gemelle ne potevo salvare solo una, e io avevo già preparato la cameretta di voi due, avevate già un nome, Carmela e Anastasia.
Carmela, nome che proveniva dall'ebraico e significava Giardino di Dio, e Anastasia che significava Resurrezione.
Il dottore mi disse che dovevo fare un parto d'urgenza, e mi chiese di scegliere quale delle due salvare.
Fu terribile, perché la scelta dipendeva da me.
Tra le due era Carmela quella più sana e in forma, e scelsi lei.
Ma il dottore sbagliò, non salvò Carmela, bensì te, una bambina piena di problemi, troppo piccola e magra, rifiutavi il latte, avevi sempre qualche problema, e non smettevi mai di piangere.
Ti odiai per questo, perché se tu non ci fossi stata, sarebbe stata Carmela quella a nascere, una bambina sana e in forma, non una malaticcia lagnosa.
Anastasia, tu sei nata per sbaglio."

Sono queste le parole che mia madre mi disse un giorno dopo l'ennesima lite furiosa.
Lei soffriva tanto per la perdita di Carmela, e non era felice della mia nascita.
Avevo ormai sedici anni,  erano passati sedici anni dal 19 marzo 1997.
Mia madre non fu una madre per me, era cattiva, andava persino contro l'istinto di madre natura.
Come si può odiare una figlia?
Per lei ero solo un errore, una ladra.
Solo perché avevo deciso di vivere.
Da piccola non faceva altro che rimproverarmi o riprendermi se mi comportavo da bambina (la quale ero).
Ricordo ancora quel giorno, avevo sonno, ma mia madre mi aveva fatto fare la via crucis insieme a lei, ero l'unica bambina tra anziane.
Io non volevo, tutta quella gente mi metteva paura, mia madre mi strattono, prese il mio braccio con noncuranza, come se fossi stata una bambola di pezza.
Io sbadigliai a bocca aperta, poichè un braccio l'aveva mia madre e con l'altro portavo dei fiori da donare.
Mia madre non appena mi vide, mi lanciò uno sguardo glaciale, mi diede uno schiaffo violento.
Caddi a terra ma non piansi, era peggio.
Ero molto magra, infatti alla nascita pesai poco più di 2.00 kg, ero quella meno sana per lei.
Ma non le importava del mio fisico, neanche un pasto cucinato per bene, e io mi rifutavo di mangiare un minestrone freddo.
Se riuscivo a darmi forza era grazie a mio padre, il mio eroe, l'unico che mi dava forza e mi voleva bene, l'unico che mi regalava un pezzo di paradiso in quell'inferno.
Ma purtroppo lui lavorava in una fabbrica e il più delle volte non era presente.
Quando tornava ero felice, perchè avevo qualcuno che mi poteva proteggere, mamma infatti si limitava ad offendermi in sua presenza, ma quando succedeva mio padre le dava uno schiaffo.
Ma lui usciva di casa alle 8:00 e tornava alle 19:00, se non c'era traffico.

E così che sono cresciuta.
Senza un vero affetto, ero scontrosa, avevo pochi amici, anzi, diciamo la verità: nessuno, e il più delle volte preferivo restare sola.
Quando divenni più grande, iniziai anche a ribellarmi a quella donna crudele, le rispondevo, le urlavo a tono.
Cacciai un nuovo lato di me, e iniziai a farmi degli amici una volta alle superiori, nonostante però non volevo metterlo in mostra, sentivo la mancanza di quell'affetto materno, che avevano tutte.

Era il 19 marzo 2013, doveva essere un giorno di festa, doveva.
Ero arrivata in cucina, c'era mio padre seduto mentre beveva il latte, per me non c'era nulla, mia madre stava lavando i piatti.
Mi sedetti, mio padre non fece in tempo a darmi gli auguri che parlò mia madre:
-Oggi andiamo a messa, ho già preparato tutto -Lo disse con un tono freddo e congelato,senza amore, senza affetto.
-Perchè?-Chiese mio padre
-Come perchè?Oggi sono 17 anni che la nostra Carmela ci ha lasciato!
Mio padre la fissò sconvolto per alcuni secondi poi guardandomi mi sorrise e mi disse:-Auguri tesoro
-Grazie pa...
-COME AUGURI TESORO? Tu pensi al suo compleanno?? Massimiliano sono diciassette anni, e dico diciassette che abbiamo perso Carmela! Lei sarebbe stata perfetta! Adesso dovevi vedere! Io la sogno ogni notte!Mi parla nel sogno..
-ADESSO SMETTILA MARIA! Non puoi continuare così! Oggi è il compleanno anche di Anastasia e anche lei è tua figlia!-Disse mio padre alzando il tono e iniziando a tossire, era cardiopatico.
-Poteva essere il compleanno anche della regina Elisabetta, a me non interessa una minchia!
Papà guardandomi mi disse:
-Fa come vuoi, Anastasia, papà oggi ti viene a prendere a scuola, andiamo al ristorante!
Mia madre guardò papà con una faccia paralizzata.
Erano le 8:00 precise e papà si affrettò ad andare.
-Anastasia ricordati quindi che ti vengo a prendere io oggi, ok? Esci anche tu, vai a scuola, non ascoltare questa pazza!
Mia madre lo iniziò ad insultare utilizzando linguaggi volgari. e poi si rivolse a me con lo sguardo pieno di risentimento.
-E' colpa tua puttana! Se non fossi stata la gemella di Carmela a quest'ora avrei avuto la figlia perfetta!
Io andai via accelerando il passo, non volevo neanche sentirla, era il mio compleanno e lei doveva farmi maledire anche il giorno della mia nascita.
Iniziò a gridare e disse quelle parole ad alta voce per cinque volte anche quando io ero fuori.
Iniziai a correre verso scuola, ma mi dovetti fermare, scoppiai a piangere, non potevo sorridere dopo quelle parole, non dopo tutte le parole.
Perchè io ero la figlia nata per sbaglio, ero quella sbagliata, quella che il dottore fece nascere per errore.
 
  
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