“I Maya credevano che il cacao avesse il potere di liberare i desideri nascosti...e di svelare il destino.”
- Chocolat
Il tempo al Castello Oscuro trascorreva
velocemente per Belle.
I giorni si trasformarono presto in
settimane e poi in mesi, mentre l'autunno se ne andava, portando via
con sé i suoi colori caldi e anche le poche foglie che erano
tenacemente rimaste ancorate al proprio ramo, rifiutandosi di unirsi
alle loro sorelle che giacevano al suolo formando un tappeto rosso e
giallo.
Belle si stupì di come l'inverno
giungesse in fretta in quella regione e accolse con gioia la prima
neve; corse perfino fuori dal castello per sentire sulla pelle il
tocco lieve e gelido dei fiocchi candidi che si scioglievano appena
entravano in contatto con il suo viso, provocandole una leggera e
piacevole sensazione di solletico.
Rumpelstiltskin la osservava da dietro
una finestra scuotendo la testa, a metà tra il divertito e
l'esasperato: la sua domestica rideva, saltellava e girava su se
stessa con l'entusiasmo di una bambina. Per qualche strana ragione,
vederla così felice gli fece inarcare le labbra in un sorriso appena
accennato.
La lasciò scorrazzare un po' per il
giardino, poi la obbligò a rientrare e lei si accomodò vicino alla
finestra, immobile come una statua di cera, ad osservare con occhi
incantati lo spettacolo della neve che turbinava e volteggiava con
grazia al braccio del vento, come in una danza.
Sui rami spogli degli alberi si
formarono splendidi ghiaccioli scintillanti che splendevano di
riflessi colorati quando catturavano la luce del pallido sole
invernale.
Non c'era alcun dubbio, il paesaggio
che circondava il Castello Oscuro era magnifico avvolto in quella
coltre bianca e luccicante, inoltre Belle adorava l'inverno. Quando
ancora la giovane viveva ad Avonlea, suo padre mandava a chiamare gli
scultori più abili di tutto il regno e li incaricava di creare delle
meravigliose statue di ghiaccio che ornassero l'immenso giardino che
circondava il palazzo reale; nelle sale, i camini venivano animati da
un bel fuoco che scoppiettava allegramente e donava un'atmosfera
intima e calda agli ambienti, la notte del solstizio aveva luogo uno
splendido ballo in maschera al quale erano invitati tutti i regnanti
e i nobili della Foresta Incantata, allora la sala da ballo si
riempiva di luccichii, musica e colori vivaci e brillanti.
Naturalmente le cose erano molto
diverse ora che viveva al Castello Oscuro come domestica, ma la
ragazza non si lamentava: le piaceva in particolare accoccolarsi
davanti al fuoco a leggere mentre Rumpelstiltskin filava e la neve
fioccava senza sosta.
Una sera, proprio nel bel mezzo di una
formidabile tormenta, Belle entrò nella sala dell'arcolaio con un
libro e una coperta, dopodiché si raggomitolò sulla poltrona
davanti al camino.
Non era trascorsa neanche mezz'ora
quando la ragazza alzò la testa dal volume e si mise ad osservare le
fiamme con aria pensierosa: - Hmmm... -
Il folletto sbirciò la sua domestica
da dietro la ruota di legno: - Be'? Che ti prende, dearie? Ti sei
trasformata in una statuina di marmo? Non che la cosa mi dispiaccia,
potrei sistemarti tra i pezzi della mia collezione ma poi chi
sbrigherebbe le faccende? - Ghignò.
Lei gli rivolse un lieve sorriso
divertito: - Stavo pensando...non trovate che manchi qualcosa? -
Lui le restituì uno sguardo perplesso:
- Non so di cosa tu stia parlando, dearie. Potresti essere più
precisa? -
Belle indicò gli oggetti che la
circondavano: - Ci sono il fuoco del camino, un buon libro pieno di
avventure, una coperta soffice e calda. Eppure manca qualcosa che
renderebbe tutto perfetto, un tocco finale se volete chiamarlo
così. -
Rumpelstiltskin si strinse nelle
spalle: - Non saprei, dearie; ma se devi restare lì immobile a
fissare il vuoto tutta la sera, tanto vale che tu ti renda utile e
vada di sotto a prepararmi una tazza di tè. -
Gli occhi azzurri di lei s'illuminarono
a quelle parole e il suo volto si aprì in un sorriso: - Ma certo!
Ecco di cosa si tratta! Manca qualcosa di caldo da sorseggiare pian
piano mentre fuori nevica. Sì, ci vorrebbe proprio una bella
cioccolata fumante. -
Il Signore Oscuro contrasse le labbra
in un sogghigno beffardo e la punzecchiò: - Attenta, dearie. Non
vorrai mettere a rischio il tuo bel figurino. -
Il sorriso di lei s'incrinò appena: -
Mi sembrate la mia vecchia balia. - Commentò amaramente, poi
stralunò gli occhi come se avesse visto un fantasma e iniziò a
gesticolare freneticamente, parlando con una vocetta stridula e
isterica: - “Oh no, principessa! Ma cosa fate?! Ricordate che il
cioccolato fa ingrassare e venire i brufoli. Non sta bene che una
principessa come voi si strafoghi di dolci! Posate immediatamente
quella fetta di torta o riferirò tutto al Re, vostro padre!”-
Belle era così comica mentre si
esibiva nell'imitazione della balia che Rumpelstiltskin non poté
trattenere uno dei suoi soliti risolini
acuti.
La giovane si ricompose e sorrise,
felice di essere riuscita a farlo ridere: erano molto rari quei
momenti in cui il viso del folletto perdeva, anche solo per un
istante, l'espressione tormentata.
- Allora è deciso! Vado subito a
preparare un paio di tazze. -
E prima che lui potesse dire qualsiasi
cosa, Belle si era già precipitata fuori dalla sala.
Ben presto l'aria della cucina di
pietra del castello venne pervasa da un invitante aroma di cacao.
La ragazza inspirò a fondo quel dolce
profumo e una valanga di ricordi la travolse, provocandole una
piccola fitta di nostalgia al pensiero di casa.
Proprio in quel momento le tornò alla
mente un piccolo segreto che una giovane cuoca di nome Vianne le
aveva rivelato quando era una bambina e s'intrufolava nelle cucine
all'insaputa di suo padre: un pizzico di peperoncino nella cioccolata
calda donava un tocco magico ed
esotico a quella bevanda già deliziosa.
Memore del consiglio, Belle aggiunse
quell'ultimo ingrediente e sorrise, decisamente soddisfatta del
risultato.
Come ultima cosa zuccherò la sua tazza
ma non quella del folletto: egli infatti non dolcificava mai neanche
il tè; aveva una strana e incomprensibile predilezione per le
bevande amare.
Un vero peccato, pensava lei; era
infatti fermamente convinta che un po' di dolcezza in più avrebbe
giovato molto al Signore Oscuro.
Quando si presentò al piano di sopra,
reggendo cautamente il vassoio, trovò Rumpelstiltskin comodamente
seduto al tavolo, in sua attesa.
Belle gli sorrise, posò il tutto e
prese posto accanto a lui, osservando compiaciuta la propria tazza
dalla quale si levavano dense nuvolette di fumo profumate.
- Sapete... - Incominciò, - ...con un
po' di panna sarebbe davvero perfetta. -
Il Signore Oscuro fece una smorfia: -
Non vogliamo farci mancare proprio nulla, eh? -
Subito dopo, con grande sorpresa della
giovane, il folletto schioccò le dita e fece apparire nella sua
tazza una generosa dose di panna montata soffice e candida.
Lei gli scoccò un'occhiata raggiante,
poi prese un sorso di cioccolata e per un attimo buona parte del suo
viso scomparve nel dolce cumulo bianco; quando ne riemerse, sotto il
naso e intorno alle labbra della ragazza erano rimaste alcune tracce
di panna che le conferivano un aspetto decisamente buffo.
Rumpelstiltskin scoppiò in una fragorosa risata a quella vista.
Belle lo guardò confusa, totalmente
ignara di cosa avesse scatenato quell'improvvisa ilarità: - Si può
sapere che vi prende? -
Il folletto tentò di riprendere fiato:
- Oh, dearie! Certe volte mi sembra di avere per domestica una
bambina di cinque anni! -
La giovane capì e avvampò,
affrettandosi ad afferrare un tovagliolo e a ripulirsi.
Il Signore Oscuro scosse la testa,
senza smettere di ridacchiare, e si portò la propria tazza alle
labbra, saggiandone il contenuto quasi con cautela.
La cioccolata gli scivolò in gola
provocandogli un gradevole brivido caldo, tuttavia il sapore del
cacao sulla sua lingua sembrava avere qualcosa di strano, pareva
quasi leggermente...speziato!
Allontanò da sé il recipiente e
osservò sospettoso la sua domestica: - Che cosa ci hai messo,
dearie? -
Lei fece un sorriso furbo: - Ho usato
un ingrediente segreto. Se ve lo dicessi rovinerei tutto. -
Rumpelstiltskin sogghignò: - Non fare
questi giochetti con me, Belle. Ricorda che posso farti parlare
usando la magia. Allora? Quale sarebbe questo ingrediente segreto?
- Accompagnò quelle ultime parole con un gesto teatrale e
volutamente esagerato.
A quel punto Belle incrociò le braccia
al petto e sbuffò, irritata: - Non è giusto! Siete sleale! -
- Sto aspettando, dearie. - Incalzò
lui severamente, senza dare minimamente peso alla protesta.
- E va bene. Ho aggiunto solo un
pizzico di peperoncino; me l'ha insegnato una cuoca che lavorava a
palazzo. -
Il folletto osservò la tazza,
perplesso: peperoncino nella cioccolata calda? Non aveva mai sentito
una cosa simile, però doveva ammettere che i due sapori si sposavano
alla perfezione e la spezia aggiungeva quel tocco in più alla
bevanda. Fece schioccare la lingua soddisfatto e prese un altro sorso con più convinzione.
In meno di venti minuti entrambe le
tazze erano state completamente svuotate.
Dopo l'ultimo sorso, Belle si alzò e
tornò a raggomitolarsi sulla poltrona con un mugolio soddisfatto,
immergendosi di nuovo nella lettura.
Rumpelstiltskin la seguì con lo
sguardo e, per qualche strana ragione, avvertì l'insensato impulso
di sistemarsi accanto a lei.
Quando la pendola suonò gli undici
rintocchi, la ragazza si lasciò sfuggire un sonoro sbadiglio, poi si
stiracchiò, chiuse il libro e raggiunse il folletto all'arcolaio.
- Credo proprio che ora andrò a
dormire. Buonanotte, Rumpelstiltskin. -
Lui esibì il solito sorrisetto sghembo
e furbo: - Oh, è ancora presto, dearie. Perché non rimani ancora un
po' a farmi compagnia? -
Belle spalancò gli occhi, incredula:
da quando il Signore Oscuro le chiedeva di restare? Solitamente era
proprio lui a spedirla a letto senza tanti complimenti quando si
faceva tardi, borbottando qualcosa sul fatto che non avrebbe
tollerato un solo minuto di ritardo la mattina seguente.
Ma no, probabilmente aveva capito male.
- Co..come dite? -
- Mi hai sentito benissimo, dearie. -
Così dicendo si alzò dallo sgabello, la prese gentilmente per il
polso e l'attirò a sé, passandole un braccio intorno alla vita
sottile e immobilizzandola contro di lui.
- Ora non puoi più scappare. -
Mormorò, divertito.
La giovane fremette al contatto con il
corpo del folletto e si morse istintivamente il labbro.
Queste reazioni non sfuggirono a
Rumpelstiltskin, che sorrise e si sedette di nuovo all'arcolaio,
facendo accomodare la ragazza sulle proprie gambe, senza togliere il
braccio con il quale le cingeva i fianchi.
Belle lo osservava sempre più allibita
e vagamente imbarazzata: - Ma che state...? -
Il Signore Oscuro le pose delicatamente
un dito sulla bocca, soffiando dolcemente: - Shhhh... -
Ancorò saldamente i suoi occhi da
rettile a quelli celesti di lei che lo scrutavano impauriti, confusi
ma anche indubbiamente colmi di un desiderio proibito e
inconfessabile.
- Oh, Belle... - Sussurrò il suo nome
gustandone ogni singola lettera, mentre con il dorso della mano le
sfiorava una guancia.
Lei trattenne il fiato a quel tocco e
il folletto poté sentire il suo cuore accelerare sempre di più
sotto il corpetto del vestito azzurro, la cui scollatura non era mai
apparsa così invitante ai suoi occhi.
Rumpelstiltskin fece scorrere
lentamente le dita tra i capelli castano-ramati della giovane come se
stesse accarezzando una delle sete più preziose di Agrabah, poi le
scostò una ciocca in modo da lasciare il suo collo liscio e sottile
completamente scoperto, vi accostò il viso e inspirò avidamente il
profumo della sua pelle, in quel momento più intenso e inebriante
che mai.
Belle lo lasciò fare e non si oppose,
anzi si lasciò sfuggire un sospiro di inequivocabile piacere che
accese ancora di più i sensi del Signore Oscuro.
Da quanto tempo non avvertiva quel
brivido! Da quanto tempo non si sentiva così vivo!
Quando alzò lo sguardo si ritrovò a
pochi centimetri dal viso della ragazza; il suo respiro caldo sapeva
ancora di cioccolata ed era come un invito irresistibile ad un
assaggio.
Ed ecco che la poca distanza tra loro
si annullò e le loro labbra si sfiorarono dolcemente.
- Rumpelstiltskin? Vi sentite
bene? -
Il Signore Oscuro venne riportato
bruscamente alla realtà. Sbatté le palpebre, confuso, e si guardò
intorno: era seduto sullo sgabello e la sua domestica lo stava
squadrando con aria preoccupata.
- Certo, dearie, certo. Ehm...cosa
stavi dicendo? - Domandò, smarrito.
- Vi ho appena dato la buonanotte,
ricordate? Vi siete messo a fissarmi in modo strano e ho pensato che
non vi sentiste bene. -
Lui fece un gesto elusivo con la mano:
- Sto benissimo, dearie. Ora va' a dormire. Ci vediamo domani
mattina. -
Belle esitò un attimo, ancora
insospettita da quell'insolito comportamento, ma alla fine uscì
dalla stanza, lasciandolo solo.
Rumpelstiltskin fece un gran sospiro e
tornò a filare, cercando di focalizzare la propria attenzione sul
movimento della ruota e di non indugiare oltre sulle immagini che si
erano formate nella sua mente poco prima e che ancora sembravano
divertirsi a stuzzicarlo maliziosamente. Come diavolo aveva potuto
pensare a Belle in quel modo?!
Come
se il suo subconscio avesse voluto trovare una risposta razionale a
quella domanda, lo sguardo gli cadde casualmente sulle due tazze
vuote che erano rimaste sul tavolo: Maledetta cioccolata!
Da Stria93: Ciao
a tutti, dearies! :)
Rieccomi
qui con una OS deliberatamente ispirata al film Chocolat
con Johnny Depp e
Juliette Binoche, tratto dall'altrettanto splendido libro di Joanne
Harris.
Vianne, il nome
della cuoca, è ovviamente un riferimento palese alla protagonista di
quest'opera, così come l'accenno al peperoncino e l'introduzione,
che è proprio una citazione tratta dal film.
Purtroppo ho
dovuto limitarmi a giocare con i pensieri di Rumpel, alimentati dalla
cioccolata e dalle sue indiscusse proprietà, anche se avrei tanto
voluto poter descrivere una simile scena RumBelle senza dover
costantemente tenere a memoria che un singolo bacio tra i due avrebbe
spezzato la maledizione dell'Oscuro, provocando un putiferio.
Mi sono divertita
ad immaginare Rumpelstiltskin che inizia a fantasticare sulla sua
domestica e rimane imbambolato davanti a lei, ma spero che non sia
risultato poco IC.
Sclero post 3x08:
Wow! Che puntatona, ragazzi! È stata un'emozione dopo l'altra
dall'inizio alla fine! Rumpel da piccolo è assolutamente un amore e
ho amato come finalmente siamo venuti a conoscenza della sua
(tristissima) storia. Le due zie sono state una piacevole sorpresa:
mi aspettavo due donne arcigne, severe e cattive nei confronti del
piccolo, invece mi sono piaciute tantissimo. Ho sempre shippato Bae e
Wendy e mi sono sciolta quando lei gli ha rivelato di essere tornata
a Neverland solo per lui. <3
L'Ombra che parla
con la voce di Marilyn Manson, così profonda e cupa, mette i
brividi, ma credo che non potrebbe esserci doppiatore più indicato
per questo personaggio oscuro, inquietante e misterioso.
Robbie Kay è
davvero un mostro di bravura e la sua scena con Robert davanti alla
clessidra è stata incredibile. Parlando di Henry invece...be', direi
che ha ereditato l'acutezza mentale di nonno Charming. -.-”
Non posso credere
che ora ci siano ben due settimane di attesa prima della 3x09!
Come sempre,
ringrazio tantissimo tutti i lettori, chi mi lascerà il proprio
parere o anche solamente chi avrà aperto questa storia. :)
Baci! :*