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Autore: serelily    21/11/2013    6 recensioni
Lino era sempre stato un ammaliatore, un uomo che è capace di attirare tutti nella sua rete e tenerli stretti a sé.
Anche io ne ero rimasto catturato anni addietro, ma in qualità di migliore amico non ero mai stato preso in considerazione.
Vedevo andare e venire tantissimi ragazzi e poi, con il crescere, anche uomini. Mentre restavo fermo a guardarlo, lui andava avanti con la sua vita.
Anche io ogni tanto avevo qualche storiella, ma niente di serio.
Lino mi aveva catturato nella sua rete anni addietro, e niente avrebbe potuto farmi desistere dall’amarlo con tutto me stesso.
Questa storia fa parte della Challenge "Dal Nome alla storia" di Nonna Papera
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa storia fa parte della Challenge Dal nome alla storia  di Nonnapapera! Il nome in questione è Lino, che significa Rete :)
Vista la mia dedizione all'angst nell'ultima raccolta, ho deciso di scrivere questa Os più dolce come regalo di compleanno per Moonguardian :) che è uno dei pochi che mi legge sempre anche se odia l'angst... quindi grazie di tutto :D E ancora Auguroniiii :3
A domani con la raccolta Night Visions


DI COME CADDI NELLA TUA RETE


 
Lino era sempre stato un ammaliatore, un uomo che è capace di attirare tutti nella sua rete e tenerli stretti a sé.
Anche io ne ero rimasto catturato anni addietro, ma in qualità di migliore amico non ero mai stato preso in considerazione.
Vedevo andare e venire tantissimi ragazzi e poi, con il crescere, anche uomini. Mentre restavo fermo a guardarlo, lui andava avanti con la sua vita.
Anche io ogni tanto avevo qualche storiella, ma niente di serio.
Lino mi aveva catturato nella sua rete anni addietro, e niente avrebbe potuto farmi desistere dall’amarlo con tutto me stesso.
 
Per un certo periodo, frequentai un uomo americano, un certo Roger. Era molto maturo e autoritario, e con lui mi sentivo sempre uno scolaretto che aveva fatto una marachella e temeva di venire scoperto. A Lino non piaceva, diceva che mi dominava e che non mi lasciava la libertà che meritavo.
Io, che morivo d’amore per lui, mi infuriavo a sentire questi discorsi provenire dalla sua bocca. Dentro il mio cuore gli davo la colpa per il fatto che fossi finito con Roger.
Ovviamente, facemmo pace, ma Roger rimase un fantasma tra di noi per lunghissimo tempo.
Era da un po’ che non lo vedevo girare con uomini, così una sera lo invitai a bere qualcosa per raccontarmi della su vita.
Stava bene, aveva chiuso da poco una storia e si era di nuovo innamorato, ma questa volta non era corrisposto.
Io feci fatica a crederci, perché tutti cadevano nella rete di Lino, ma lui mi assicurò che era così. Aveva uno sguardo così triste che mi affrettai a cambiare argomento, temendo di avergli fatto rivivere brutti ricordi. Provai a parlare della mia ultima vacanza, ma il solo nominare Roger lo intristì ancora di più, così lasciai perdere.
Lino mi chiese a quel punto se volessi bere qualcosa di forte, e decisi che quella sera l’alcol mi sarebbe stato d’aiuto.
Non potevo immaginare che nemmeno un’ora dopo eravamo entrambi fin troppo brilli.
Mentre tornavamo a casa a piedi, ci eravamo messi a canticchiare vecchie canzoni per poi ridere come due idioti.
Nonostante non avessimo più vent’anni da un po’, fu molto bello ritornare ad essere ragazzi per una sera.
Quando arrivammo nel portico di casa sua, Lino mi prese per il colletto della camicia, cominciando a blaterare sul fatto che Roger non mi meritava, che io potevo avere di meglio e che stavo sprecando la  mia vita.
Nonostante l’ebrezza, provai a contraddirlo, quasi arrabbiandomi, finché non sentii qualcosa di caldo e morbido che mi impediva di parlare.
Era la sua bocca.
Lino mi stava baciando, come da tutta la vita avevo desiderato che facesse. Mi stava baciando con ardore, succhiandomi il labbro inferiore mentre le sue mani erano corse a circondare le mie guance.
Erano dolcemente calde e piacevoli, mentre continuavamo a baciarci come due ragazzini.
Si staccò da me di botto, guardandomi con i suoi lucidi occhi azzurri, per prendere le chiavi di casa e farmi segno di seguirlo.
Dopo nemmeno un minuto, mi aveva sbattuto contro la porta e mi stava baciando ancora più forte di prima.
Io cercai di protestare, perché dentro di me sapevo che stavo sbagliando: amavo Lino, ma non potevo tradire Roger, era contro i miei principi.
Lui, che mi conosceva così bene, capì cosa stavo pensando e usando la sua solita rete fece di tutto per catturarmi.
Non potei resistere un minuto di più.
Cedetti e lasciai che mi baciasse di nuovo, che mi slacciasse ad uno ad uno i bottoni della camicia, che mi sfilasse i pantaloni.
Io ero immobile, troppo sconvolto per fare qualcosa. Lui, invece, voleva prendersi cura di me in tutti i modi possibili, vezzeggiandomi con le sue carezze e i suoi baci.
Quando fui nudo, sentii la sua lingua curiosa che mi carezzava lì dove nessuno mai aveva fatto. Era una cosa che avevo sempre desiderato ricevere, ma Roger per principio non lo faceva, così mi ero sempre trovato a doverlo fare io senza mai essere ricambiato.
Lino sapeva tutto, invece; sapeva cosa mi piaceva, come mi piaceva e me lo stava donando con entusiasmo e amore.
Per un attimo, il ridicolo pensiero che Lino fosse stato catturato dalla mia, di rete, mi attraversò la mente.
Poi il piacere travolgente non mi permise più di pensare.
Dopo essere venuto nella bocca di Lino, lui mi prese la mano, conducendomi nella sua stanza da letto, dove mi fece stendere e si prodigò per spogliarsi il più in fretta possibile.
Mi eccitò di nuovo, per poi salire a cavalcioni su di me lasciandosi prendere.
Non potevo credere che facesse il passivo, non con me, ma non posso negare che la cosa mi lasciò di stucco e mi rese completamente felice.
Facemmo l’amore diverse volte, quella notte. Dopo un po’ non ero nemmeno più ubriaco, ma non mi importava.
Non mi importava più nemmeno di Roger, che era così autoritario e dittatoriale con me, che non voleva che frequentassi più i miei amici e pretendeva che io diventassi qualcun altro per poter stare con lui.
Lino, invece, mi aveva coccolato e vezzeggiato. Non sapevo se era stato l’alcol a muoverlo o qualcos’altro, e poco mi importava, perché quella era stata la notte più bella della mia vita e l’avrei conservata per sempre nel mio cuore.
 
La mattina dopo, quando mi svegliai, trovai Lino che mi guardava sorridente, con in mano un vassoio carico di Brioches e caffè.
Mi stava portando la colazione a letto.
Per la prima volta non vidi il solito Lino, quello ammaliatore, quello che con la sua rete poteva catturare chiunque. Vidi un uomo innamorato che mi versava il caffè e si sporgeva per un bacio sulle labbra al sapore di zucchero.
Mi disse che sarebbe venuto con me a lasciare Roger, che era ora che quel terribile americano che mi controllava sparisse dalla faccia della terra e che io mi mettessi con lui.
Non sono mai stato così felice di essere stato catturato dalla rete di qualcuno.
Quando quella sera tornammo a casa, dopo aver sistemato la questione Roger, Lino mi confidò di essersi accorto che mi amava, mi aveva amato da quando aveva capito che Roger mi avrebbe tenuto lontano da lui, forse per sempre.
All’inizio aveva pensato che io non potevo ricambiare, che amavo Roger e basta, poi, dopo aver fatto l’amore era stato illuminato dalla consapevolezza che invece poteva avere una speranza, con me.
Così, da quel giorno Lino divenne la mia metà, l’uomo della mia vita; a volte mi sembra di vivere in una favola, e temo che sia tutto un sogno.
A volte, invece, mi accorgo che finalmente ho trovato la felicità e che posso viverla appieno con l’uomo che amo.
   
 
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