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Autore: Iria    30/04/2008    12 recensioni
"L'invito del Diavolo arde e confonde, istiga ed uccide...
Le candide ali bagnate dal sangue dei peccatori sono la più seducente delle tentazioni.
Signore e Padrone, il banchetto è pronto."

Un'AU completamente nuova che spero apprezzerete nella sua umile forma.
Mi auguro mi lascerete un commento, anche negativo. Grazie.
Attenzione! Probabilmente questa fic subirà un mutamento a livello di genere. Al momento, aggiungo l'avvertimento shonen-ai.
Attenzione! Ho aggiunto il genere guerra.
Genere: Dark, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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тєαяѕ
 

“Similis ero Altissimo*.”

Il giovane era impegnato in quel momento nella nobile, come amava definirla, arte della scopata a tradimento.
Era un angelo dall’anima dannata, nera come la bocca dell’Inferno o come, che dir si voglia, le meravigliose ali di un Cherubino, il quale spingeva tra le braccia di Lucifero un innocente essere umano.
Oddio, innocente fino ad un certo punto visto le colpe di cui in vita si era macchiato.
Grave compito, il suo, anche se non mancavano momenti di sano divertimento come quello.
“Il diavolo non piange.”
Il peccatore aveva avuto la sua ultima occasione di divertirsi e, in un certo senso, il nostro demonio si era anche stancato di quel fiacco giochetto: persino in un Gamchicolh* la noia avrebbe presto preso il sopravvento…
Impuro, subdolo, tentatore e terribilmente affascinante era il modo vanesio e pigro con cui incantava le sue vittime, paragonabile in altre parole allo stesso metodo usato anticamente dal muto Astaroth*…
“Degno di un principe dell’Inferno.”
Lasciò che il fumo della sigaretta che aveva acceso investisse il volto della sua vittima, che imprudentemente si era avvicinata per concedergli un bacio.
“Mh, sei pronto?” Chiese con distacco, ignorando il tossire della povera creatura.
“La strada che porta all’Inferno non ha bisogno di segnalazioni: sono i suoi abitanti che ti conducono ad esso.”
“Se a condurmi tra le schiere della Stella del Mattino* sarai tu, non vedo perché non dovrei essere pronto.” Nella voce del peccatore il demone leggeva ironia.
“Non puoi liberarti delle fiamme dell’Inferno, Angelo Caduto.”
Il ragazzo si mise a sedere, scrutando con sguardo intenso l’animo della vittima.
“I cry, when angels deserve to die”
In fondo la morte era un avvento naturale della vita.
“Piangi demone?” Chiese ancora l'umano, notando una piccola lacrima nascere e morire negli occhi del giovane.
“Il diavolo non piange.” Soffiò l'altro in risposta, portandosi alle spalle della creatura di Dio e puntandogli un pugnale d’oro alla gola.
“Rido delle lacrime di fuoco e di ghiaccio che si perdono nei tuoi occhi, patetico…”
“Peccato che nel tuo caso non sia così.” Continuò l’anima dannata.
“Le tue ultime parole?” Lo freddò l’abitante dell’Inferno, ignorando quel maligno sibilio.
“In punto di morte c’è tanto di cui si vorrebbe discutere.” Bisbigliò l'uomo.
“Scegli qualcosa, non ho molto tempo.” Fece ironico il giovane.
La vittima sorrise.
“Le porte degli Inferi si aprono, scende il buio.”
“Scelgo di non scegliere: le costrizioni mi sono sempre state strette.” Rispose.
“Commovente, peccatore.” Le labbra del ragazzo si mossero appena nel pronunciare quelle parole.
Le sottili e bianche dita del dannato si strinsero intorno alla gola della creatura; il respiro veniva meno e Lucifero famelico attendeva il nuovo venuto.
La voce del Diavolo risultava dolce, profonda, sensuale e fredda; le labbra nere articolavano le parole di un’antica ninna nanna di morte.
Infine, sottile fu la scia di sangue che bagnò il pavimento, sporcando i piedi nudi del Caduto.
Il sangue bruciò sull’infernale pugnale dorato, mentre la ferita che si apriva sulla gola della vittima cicatrizzava: il corpo dell’essere umano giacque sul pavimento, immobile e morto.
“Mi pagassero almeno.” Fece quello ironicamente -ah, ma d'altra parte era stata una sua malsana scelta, quella- e, spegnendo la sigaretta che fino a quel momento aveva tenuto tra le labbra nel sangue della vittima, rivolse uno sguardo disgustato al cadavere del povero Cristo che aveva avuto la nera sfortuna di incontrarlo.
Certo, naturalmente anche il nostro demonio pretendeva il dovuto pagamento, ma una volta che anche l’Inferno ti aveva risputato fuori dalla sua nera e sporca gola, cosa potevi pretendere?
Lanciò un’occhiata al proprio riflesso nello specchio che occupava l’intera parete di fronte: ricambiava il suo sguardo quell’essere demoniaco dal volto angelico che aveva imparato ad amare ed odiare.
Aprì pigramente le ali scheletriche, liberandole dalla loro prigione di carne e sangue.
“Got lost in the fire”
In Paradiso aveva creduto di amare il freddo e il gelo, ma adesso era circondato, perso nelle fiamme, inevitabilmente scottato da esse.
La dannazione eterna non era una carica di cui andare fieri e il Grande Capo lassù -o comunque gli inetti a lui sottoposti- dava non poche rogne con il suo redimere, redimere, redimere, redimere…
Aveva dato la vita all’Inferno cacciando dal Paradiso Lucifero, qualcuno doveva pur tenere compagnia  a quell’altro scavezzacollo, no?
Sfiorò con la punta delle dita la superficie liscia e perfetta dello specchio, sorrise compiacendosi della propria bellezza, peccato per le lacrime che scendevano lungo le guance, guastando il quadro di quella perfezione divina.
“Il diavolo non piange!”
Guardò indispettito le gocce di acqua salata che evaporavano, trovando la morte, appena nate dagli occhi del demone.
“Le fiamme dell’Inferno ti faranno compagnia, per sempre.”
Quelle erano lacrime.
Lacrime.
Ma il diavolo, no...
Lui, lui non piangeva, o almeno le lacrime non potevano essere versate…
Già, il diavolo non avrebbe mai versato nulla di simile… gli angeli avrebbero riso, gli angeli non avevano il diritto di prendersi il gioco dei demoni.
Gli angeli erano, forse, creature ancor più immonde dei dannati.
I dannati sceglievano quella via per compiacere i propri istinti, non importava quale fossero le conseguenze, anche se un biglietto di sola andata per l’Inferno era assicurato.
Negli angeli, crudele, sorgeva la malignità quando questi avevano uno scopo da raggiungere: fosse anche il più viscido degli inganni.
… E Yurij Ivanov in quell’istante si mostrò non solo per quella grande troia quale egli era, ma anche per quel demone piangente che aveva sempre negato di essere: sulla ferita della vittima lasciò correre la lingua dove, quasi un istante dopo, caddero tre calde lacrime: il più bel fiore con cui un morto potesse essere sepolto.
“Non sprecare quelle poche lacrime che ti è concesso di versare.”
Il demone scomparve, il suo sorriso suadente fu l’ultima ombra del suo corpo a sparire.

 

Continua…(?)

(*)Similis ero altissimo: “Sarò simile all’altissimo” le parole pronunciate da Lucifero prima di schierarsi contro l’Altissimo e fallire.

(*)Gamchicolh:spiriti d’impurità guidati da Astaroth.

(*)Astaroth: Un principe dell’Inferno,che appunto seduce con vanità e pigrizia le sue vittime;è raffigurato come un uomo con mani e piedi di zampe di drago,grandi ali nere,e tra le mani (o sarebbe meglio dire zampe XDXD) ha una serpe;alle volte viene anche rappresentato in groppa a un lupo.

(*)Stella del Mattino:altro nome con cui si indica Lucifero,colui che era il più brillante,più bello,più intelligente,fra gli angeli. La Stella del Mattino è il pianeta Venere,che è appunto il più luminoso all’alba,come quando appena cala la sera (Stella del Vespero),scoperta dovuta al grande (???) Pitagora XDXD!

   
 
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