Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: _Hikari    24/11/2013    3 recensioni
«Emma».
Socchiude gli occhi, cercando di proteggersi dai granelli di sabbia portati dal vento.
«Cosa c’è, David?» sbuffa, continuando a camminare, l’odore della salsedine nei polmoni; le iridi fisse dinanzi a sé, che tentano di cogliere qualunque profilo, qualunque presenza che non sia solo una delle tante ombre che l’affiancano.
«Non sono suo padre, miss Swan». Sussulta impercettibilmente nell’udire la solita punta d’ironia farsi strada nella voce dell’uomo; non è acuminata, pungente, non riesce a trapelare d’ilarità a ferire, dilaniare la carne come una volta. Ma c’è,
è presente, per quanto fioca.
Esattamente come quella persona che l’ha raggiunta, che le cammina accanto, nonostante l’andatura stanca e gli occhi spenti.
Quand’è stata l’ultima volta che un barlume li ha attraversati? Due, quattro, sei mesi fa?
«Questo lo sapevo» risponde, leggermente stizzita, mentre lascia vagare il proprio sguardo sugli alberi che li sovrastano, che si stagliano imponenti contro il cielo dell’Isola che non c’è, proseguendo la loro disperata ricerca.
Oh, al diavolo, cosa pensa di vedere? Henry che le corre incontro libero e sano?

{«Di parole portate dal vento» | Mr. Gold/Emma Swan}
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’eco delle parole non dette.
#09

«Credo che lo zucchero si sia ormai sciolto», sussulta nell’udire la voce dell’uomo, alzando a malincuore lo sguardo da quel vortice quasi ipnotico, formatosi nella tazzina.
Non sarebbe male se ce ne fosse uno in grado di inghiottire tutti i suoi problemi, constata, puntando le proprie iridi in quelle di Gold, che le sorride pacato.
«Sì, direi di sì», sospira, portandosi la tazzina alle labbra e cercando di ignorare quella fastidiosa morsa in cui è stretto lo stomaco.
Dio, i suoi occhi.
Perché devono essere così simili?
Rimane per qualche attimo immobile, sorseggiando il caffè, tentando di concentrarsi sul suo sapore, sul calore che emana, che dovrebbe emanare, eppure una sgradevole sensazione sembra aver deciso di pervaderle le membra, logorarla come una fiamma letale, restia a spegnersi.
Adesso non è lei a poter osservare ogni mattina quei globi.
«Miss Swan?». La voce di Gold si fa strada attraverso i suoi pensieri, come una sciabola che fende tutto ciò che la circonda, per farsi strada.
«Sì?» emette quasi con gratitudine, tornando al presente.
Che sciocchezze, si dice, rabbrividendo, come se questo possa permetterle di scrollarsi di dosso quei pensieri.
Eppure non può far a meno di constatare che si è sbagliata.
Posseggono la stessa tonalità, ma quelli dell’uomo sembrano costantemente in cerca di qualcosa, come se siano in grado di trafiggere l’anima e carpirne ogni pensiero, come se sappiano.
«Oserei quasi ipotizzare che stia pensando a qualcuno» replica con un sorriso, ed Emma si dice che se un giorno dovesse scoprire che può leggere nel pensiero ciò non la stupirebbe.
Poi scuote impercettibilmente il capo, rimettendo a fuoco la sua persona. «A nessuno» sbotta. «Ed adesso mi spieghi che cosa vuole».
«È una bella giornata, non trova?» prosegue l’uomo, ignorandola, quell’insopportabile flessione di labbra che persiste sul volto.
«Gold, mi dica che cosa vuole da me» insiste, stizzita.
«Non posso semplicemente invitarla a prendere qualcosa?» risponde finalmente, inclinando lievemente il capo per osservarla meglio.
«Be’, sì…» ribatte Emma, stringendosi nelle spalle. E, chissà, forse sarebbe così, se ogni sua azione non debba avere uno scopo. «Ma non credo sia questo il caso».
Gold non risponde, si limita ad abbassare lo sguardo sulla propria tazzina, con un sospiro, mente la donna rivolge automaticamente un’occhiata all’orologio.
Mancano solo dieci minuti alle sette, eppure sembra che sia di ritorno da chissà quale impresa.
Indugia per qualche attimo – decisamente di troppo – sul suo profilo, gli occhi sono contornati da sfumature violacee.
A quanto pare non è l’unica ad aver trascorso la notte ad osservare il soffitto della propria stanza.
«Devo… andare, il lavoro mi attende» dice, e le parole che volteggiano nell’aria le arrivano distanti, come se non sia stata la sua bocca a pronunciarle, le proprie labbra a formulare ogni sillaba.
Senza che se ne sia resa conto sta già stringendo il tessuto della borsa e issandosi sull’arto libero per alzarsi.
«Ci sono persone che hanno bisogno di venire convinte per lasciarsi salvare, Emma».
Volta il capo di scatto, incontrando di nuovo i suoi occhi.
La ricerca è scomparsa, lasciandosi alle spalle soltanto un barlume, un luccichio che funge da muta richiesta.
Per un attimo resta immobile, confusa, tentando di comprendere questa supplica, prendendo in considerazione l’idea di voltarsi, far finta di niente.
Insomma, forse si sbaglia, forse non vogliono dire proprio un bel nulla, ed è soltanto lei che si sta immaginando tutto.
Si morde il labbro inferiore; le ultime tre parole che le martellano la mente, si susseguono come linee di quello stesso vortice che ha osservato fino a qualche minuto fa.
L’ultima volta che le ha pensate è stato dopo aver sconfitto un drago ed essere scesa da una pianta di fagioli.
Si concede ancora un attimo per osservare le iridi di Gold e comprende, comprende che capirà, e che sa esattamente di chi stanno parlando.
Infine annuisce piano e, per un attimo, ha quasi l’impressione che il sorriso dell’uomo stia tentennando.
«Buona giornata, allora» si accomiata, mettendosi in piedi.
«Buona giornata, sceriffo».
Si allontana. Le pareti del locale improvvisamente diventate opprimenti, come se in quella sequenza di minuti lo spazio sia diminuito e i muri abbiano acquisito la capacità di muoversi verso di lei. La sensazione di qualcosa a cui non sa dare un’identità che si spezza e cade, si frantuma e perde, ormai alle spalle.
Continua ad avanzare, imponendosi di non iniziare a correre e, nel momento in cui raggiunge la porta, ha quasi l’impressione che alla bocca dello stomaco sia stato creato un altro vuoto, accompagnato da una nuova e fastidiosa stretta.
Scrolla le spalle, non ha tempo per queste cose.
Infine spinge la maniglia, lasciando che la brezza mattutina le scosti i capelli dorati dal volto, mentre l’orgoglio continua a pulsare.
Eppure, da qualche parte – la sente, nonostante tutto, è lì, presente, tanto indelebile che nemmeno il fuoco del Tartaro potrebbe cancellarla –, segregata dalla negazione, c’è una parte che riesce ancora ad avvertire l’eco delle parole non dette, dei rimpianti non ancora venuti a galla. Una parte che sta soltanto iniziando a bruciare, lenita da ciò che resta del muro.

Ma non era un addio, quella parte sa anche questo.


Note: ciao a tutti. :)
Come prima cosa mi sento in dovere di chiedere perdono per il terribile ritardo; senza rendermene conto mi sono ritrovata a essere quasi completamente assente dal fandom.
Per quel che riguarda l'aggiornamento di oggi: è una OS abbastanza breve – me ne rendo conto –; scritta qualche mese fa (non mi ero resa conto che il tempo scorra così velocemente O.o) tra uno sguardo rivolto alla TV e uno allo schermo del pc.
Avevo immaginato che Gold avesse parlato con Emma, prima dell’ultimo episodio della seasion 2. Non credo che sapesse molto riguardo Tamara, ma qualcosa – magari anche riguardante Bae da un punto di vista sentimentale – l’abbia intuito.
E con questa Golden Swan/Swanfire mi trovo a concludere la raccolta. Prima di lasciarvi andare, però, desidero ringraziarvi uno per uno, così com'è giusto che faccia.
Grazie a chi ha inserito la raccolta in una delle tre categorie (Julie_Julia; ctdg; _Wingless_; coccinella75; Stria93; The_Werewolf_girl) e a chi ha recensito (Stria93; Julie_Julia ed Euridice100).
Spero che abbiate gradito la lettura. :)
Un abbraccio, Dream.

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: _Hikari