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Autore: franceskinayaoina    02/12/2013    2 recensioni
C'è una cosa che sogni fin da bambino, fin da quando emetti il primo vagito e vomiti il primo pasto.
Che il mondo sia fatto di cioccolato.
No, non quello.
Il matrimonio.
Oh sì, non c'è cosa più gloriosa del matrimonio, non c'è gioia più grande dello sposarsi. Non c'è miglior motivo per darsi al golf che un matrimonio pomposo e sfavillante.
Non c'è rompimento di balle migliore che perdere quei chiletti di troppo per entrare in quel maledetto smocking che tanto non indosserai per il resto della tua vita e rimarrà rilegato nell'armadio alla mercè di tarli che non avrai voglia di cacciare perché ti stanno simpatici.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione:
Piccola premessa per i coraggiosi lettori, questo testo non vuole essere nulla di serio. Nulla di importante, è solo un puro e semplice sclero dell'autrice. Preparatevi a parolacce, lieve dialetto toscano e italiano parlato. Se ciò soddisfa la vostra curiosità continuate pure nella lettura e spero che questo piccolo raccontino satirico vi abbia strappato una risata.
Se vi va, mandatemi un messaggio su come vivete la vostra vita di coppia, potrei tirarne fuori qualcosina per un futuro racconto. Aneddoti divertenti e momenti che vi hanno fatto battere il cuore.
Voi direte: Ma una bustaccia di affari tuoi no eh?
Buona lettura!



1. La proposta.
C'è una cosa che sogni fin da bambino, fin da quando emetti il primo vagito e vomiti il primo pasto.
Che il mondo sia fatto di cioccolato.
No, non quello.
Il matrimonio.
Oh sì, non c'è cosa più gloriosa del matrimonio, non c'è gioia più grande dello sposarsi. Non c'è miglior motivo per darsi al golf che un matrimonio pomposo e sfavillante.
Non c'è rompimento di balle migliore che perdere quei chiletti di troppo per entrare in quel maledetto smocking che tanto non indosserai per il resto della tua vita e rimarrà rilegato nell'armadio alla mercè di tarli che non avrai voglia di cacciare perché ti stanno simpatici.
Ma prima del matrimonio, alla base del matrimonio, devi avere qualcuno. E per avere qualcuno non intendo andare alla coop e chiedere un kg di "qualcuno". Ma intendo dare vita (e verginità) a una sola persona. Senza un uomo accanto (o una donna) il miracolo del matrimonio non si realizzerà e i vostri sogni infantili verranno infranti, arriverete a novant'anni con più amici nei necrologi che amanti nella vita.
Dopo aver trovato la persona giusta (nel mio caso un bellissimo uomo, alto, curvilineo e dalla faccia da pirla) ovvero la persona che avrà deciso, in possesso di tutte le facoltà mentali, di condividere la sua vita con te, ci vuole un anello.
Un anello e una proposta.
Da qui parte la storia del mio matrimonio, mettetevi comodi e pensate che mentre state leggendo queste cavolate, c'è qualcuno dall'altra parte nel mondo (o abusivamente dentro la vostra macchina) che sta cercando di concepire un figlio.
Dicevo, sono, ero, fidanzato con un sopra-citato bell'imbusto -faccia da pirla- mantenuto dalla bellezza di otti anni. Convivevamo da appena due anni e avevo già perso ogni voglia di vivere inciampando e rompendomi il collo nei suoi calzini fuori dalla cesta dei panni, ma passiamo oltre. Lavoro come animatore in una scuola materna, lavoro disgraziato, accidenti a me e a quando ho deciso di dedicare la mia vita a pulire vomito e a impedire ad un'accozzaglia di marmocchi di troncarsi un piede inciampando in una costruzione lego. Mi sono laureato da poco in ingegneria biomedica e posso dire di aver sprecato cinque anni in formule del cazzo che mi hanno portato in decomposizione i miei neuroni. Tant'è che in un atto di follia mi sono tinto i capelli di blu, tinta che ora porto con fierezza. Dicevo, convivevamo da appena due anni, il mio adorato consorte si chiama Thomas ed è un rompicollo disgraziato che non fa altro che muoversi come un ladro sperando che io non scopra quale altra bischerata ha combinato in un atto di pura ordinaria follia dove io finisco per prendere a calci il divano e a piangere sul mio piede lussato e gonfio.
Ma li mortacci.
Ma passiamo al dunque, quel giorno, quell'indimenticabile giorno, tornavo da un estenutante giornata di lavoro, dopo aver badato a un gruppo di mocciosi urlanti la cui unica utilità è quella di farmi perdere la pazienza, dopo essermi fatto riempire di germi per tossi e influenze varie e infine dopo aver pestato la cacca di cane sulla quale sono scivolato battendo contro una sventurata vecchietta, che inferocita ha incominciato a servirsi del suo bastone per picchiarmi, rientrai in casa, nemmeno sprecandomi di mostrare sorriso, salutando il mio compagno con un grugnito animalesco e buttandomi sul divano per poi drizzarmi subito dopo perché quel maledetto pirla ci aveva lasciato il telecomando.
Pensi che la tua giornata non possa andare peggio quando te lo ritrovi sudato come un ciclista dopo una maratona che ti abbraccia e ti bacia lasciandoti addosso quell'odore acre che tanto non sopporti.
Proprio mentre stai per tirargli un pattone sul muso, con l'intento di rivoltarlo con un calzino. Lui si inginocchia, ravana nella tasca e tira fuori un anellino di palese oro finto e con teatralità disarmante ti chiede di sposarlo.
A quel punto, dopo una giornata di merda, ti senti sollevato. Mi portai le mani alla bocca e trattenni un urlo da checca isterica che avrebbe svegliato pure il famoso can che dorme del proverbio.
Ovviamente risposi sì.
Ma non ero lucido.
Non lo ero affatto.
Il giorno prima della cerimonia, affamato per la dieta forzata e distrutto psicologicamente dai parenti, mi sono tuffato in un vassoio di profiterol.
IO AMO IL PROFITEROL.
 
   
 
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