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Autore: Carmilla Lilith    05/12/2013    2 recensioni
Alyssa è cambiata profondamente dopo aver ucciso Manuel, il ragazzo del quale era innamorata quando era ancora umana. L'unico punto di riferimento che le resta è Helena, la sua compagna di viaggio, ma persino il loro rapporto potrebbe mutare durante una singolare festa in maschera.
Seguito della mia raccolta "Alyssa", che è consigliabile aver letto per la comprensione del testo, partecipa al contest "E tu chi scegli?" indetto da _Aras_ sul forum di Efp.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Bad blood'
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frozen
Alyssa raggiunse la zona adibita a bar e chiese alla barista bionda un bicchiere d’assenzio, per poi voltarsi a guardare la buffa folla che la circondava: umani travestiti da vampiri, che idiozia! Se avessero almeno avuto un’idea vagamente realistica dei suoi simili la cosa sarebbe risultata quantomeno accettabile, invece quegli sciocchi indossavano abiti sfarzosi e assumevano un atteggiamento forzatamente cupo e misterioso, che per nulla rispecchiava la natura della maggior parte dei vampiri.
Sarebbe stato bello credere nell’acquisizione di un qualche fascino tenebroso dopo la vampirizzazione, ma Alyssa sapeva fin troppo bene che non era così, non si cambiava quasi per niente. Si restava semplicemente intrappolati in un’età della propria esistenza per tutta l’eternità, si era costretti a evitare la luce del sole e nutrirsi diventava decisamente più complicato. Bell’affare.
La giovane ringraziò la barista, che le stava porgendo un bicchiere in cristallo ricolmo di un liquido verde sporco, e si diresse verso un divanetto. Imprecò tra sé un paio di volte, dato che era sul punto d’inciampare nella pomposa gonna in seta verde smeraldo del suo abito: apprezzava il fatto che Helena l’avesse spinta a uscire, d’altro canto era quasi un mese che non si avventurava fuori dal loro rifugio, ma non capiva perché la sua amica l’avesse trascinata a una pagliacciata simile. Vedere tutte quelle persone fingere di essere qualcosa che in realtà non erano la faceva stare male, veramente male.

***

Dopo l’incidente con Manuel, Helena aveva fatto il possibile per starle accanto, affittando un piccolo appartamento in cui le due si erano potute rifugiare e trascorrendo con lei la maggior parte delle notti, evitando persino di uscire a cacciare. La vampira bionda aveva fatto del suo meglio per non lasciare sola Alyssa, ma dopo tre settimane trascorse a nutrirla grazie alle sacche di sangue che conservava per realizzare i suoi cocktail all’assenzio, non aveva più resistito ed era andata a procurarsi del sangue fresco.
Solo quando era rimasta sola, Alyssa era riuscita ad alzarsi dal letto in cui giaceva da quasi un mese e si era diretta verso il piccolo bagno dell’appartamento. Aveva riempito la vasca di bagno con calma, per poi immergersi nell’acqua bollente. O meglio, l’acqua era sicuramente bollente, ma lei non lo sentiva.
Era scivolata sott’acqua e aveva trattenuto il respiro, senza sentirsi male per la mancanza d’aria. Era rimasta lì per molto tempo, dando finalmente ascolto allo strano disagio che avvertiva dal giorno dell’incidente farsi largo dentro di lei e prendere delle sembianze più concrete.
Fu quando emerse dalla vasca e si sedette sul bordo che finalmente capì con chiarezza ciò che le stava accadendo: da quando aveva undici anni aveva sempre amato uscire dalla vasca da bagno e oziare qualche istante sul bordo della stessa, rabbrividendo e facendosi venire la pelle d’oca, per poi placare l’umida sensazione di freddo con l’aria calda del termoventilatore e il caldo abbraccio dell’accappatoio. Ora, invece, non sentiva più nulla, assolutamente nulla.
Nessun brivido.
Nessuna pelle d’oca.
Niente.
Solo l’insensibilità di un corpo freddo e ormai privo di vita. In fondo era questo che era realmente, soltanto che si era ostinata a negarlo per tutti quegli anni, rifugiandosi nell’inutile illusione di essere rimasta più umana dei suoi simili. Tutte bugie: era una vampira e ora comprendeva, forse per la prima volta, che cosa significava in realtà.
Non sollevò nemmeno lo sguardo per cercare il suo riflesso nello specchio, sapeva che non l’avrebbe trovato. Si limitò a togliere il tappo della vasca e a raccogliere le gambe al petto, restando in silenzio ad ascoltare il familiare rumore dell’acqua che defluiva placidamente nello scarico.

***

Helena sospirò, notando Alyssa seduta sul divanetto, persa nei suoi pensieri come spesso accadeva nelle ultime settimane. Qualcosa nella sua giovane amica era cambiato, se n’era accorta fin troppo bene: era diventata incredibilmente silenziosa e il suoi occhi azzurri erano diventati gelidi, privati di quel bagliore di vivacità che aveva sempre contraddistinto la sua compagna di viaggio.
Maledetto Manuel, maledetto lui e tutti gli uomini! Aveva sinceramente sperato che quella festa, dove tra gli esseri umani si nascondeva persino qualche vampiro in incognito, avrebbe messo a proprio agio Alyssa e l’avrebbe invogliata a cacciare, mentre ora la sua amica sembrava ancora più triste di prima, rifugiata in quell’ostinato e apatico silenzio.
Facendosi largo tra la folla danzante, Helena raggiunse rapidamente l’amica e si sedette al suo fianco, senza accorgersi che qualcuno, seduto all’angolo bar, la stava osservando con un sadico sorriso sul volto.
 
“Non ti andrebbe di concedere un giro di valzer a una vecchia amica?” domandò Helena, sorridendo alla ragazza dai capelli corvini, che si limitò a scuotere silenziosamente la testa.
“Non sarei mai in grado di farti ai partner, non riesco nemmeno a camminare con questo vestito!” si giustificò dopo qualche istante.
“Ehi! Stai forse offendendo il vestito che ti ho fatto con tanto amore?” domandò la vampira bionda, fingendosi ferita nell’orgoglio. Riuscì nel suo intento, dato che Alyssa non riuscì a trattenere un sorriso alla vista del suo finto broncio.
“Coraggio, vampiretta! Ti ho portata con me per farti cacciare, non per restare in disparte a guardare tutta questa carne fresca imitare noi vampiri!” disse Helena, dando un affettuoso colpetto sulla spalla alla sua amica, che finse un gemito di dolore.
“Grazie, non so cosa farei senza di te!” la ringraziò Alyssa, una volta alzatasi dal divanetto.
“Probabilmente saresti morta di fame, ecco tutto.” sentenziò l’altra, facendole l’occhiolino.
Mentre si metteva alla ricerca di una possibile preda, Alyssa non poté fare a meno di notare Helena che avanzava verso un bel giovane. Sapeva che non sarebbe mai stata come lei, le bastava osservarla camminare con grazia nonostante il suo vestito blu fosse ben più ampio del suo, senza contare il lunghissimo strascico, e notare come molti degli sguardi dei presenti, umani e non, fossero puntati su di lei. Eppure non riusciva a essere invidiosa, perché sapeva che a Helena quelle attenzioni non importavano e mai le sarebbero importate, l’unica cosa che contava per lei era la sua amicizia e nell’ultimo mese lo aveva dimostrato ogni singolo giorno.
Sorridendo, la giovane vampira mosse qualche passo verso un uomo dai lunghi capelli biondi, quando venne interrotta da un leggero tocco sulla spalla scoperta. Si voltò e vide un meraviglioso sconosciuto alto, slanciato e dai magnetici occhi turchesi: era un vampiro, senza ombra di dubbio.
“Mi concede questo ballo, mia cara?”
 
L’angolo dell’autrice
 
Buonsalve, miei cari! Eccomi di ritorno con una minilong che porta avanti la mia serie Sanguis meus tibi non iam perbibendus sit. Da questo “episodio” in poi i vari racconti della saga non saranno più leggibili a sé e finalmente avranno una qualche sequenza logica e forse c’è qualche speranza in una trama articolata con un finale sensato… almeno credo. Il fatto che Helena ami bere sangue umano mischiato ad assenzio viene detto nella one-shot Angel Face.
Aspettatevi aggiornamenti in tempi brevissimi, dato che questa storia partecipa al contest di _Aras_  E tu chi scegli? indetto sul forum di Efp e devo pubblicare l'ultimo capitolo entro sabato! 
A prestissimo,
Carmilla Lilith.
   
 
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