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Autore: Luce Lawliet    06/12/2013    4 recensioni
[ Post Thor 2-The dark world. ]
Le leggende e i racconti narrano dell'odio profondo che Loki nutriva nei confronti di Odino. Un odio che tuttavia, non era nato solo dalla gelosia nei confronti di Thor.
Il Dio dell'Inganno custodiva, obbligato dal padre, un terribile segreto.
Lo stesso segreto per cui il Padre degli Dei era andato incontro, migliaia di anni prima, agli albori di una guerra contro Mùspellheimr.
Lo stesso segreto per cui i Giganti di Ghiaccio e quelli di Fuoco erano nemici, e lo sarebbero stati per l'eternità.
" Il tocco di uno Jötun è in grado di uccidere un Mùspell... "
Questa è la storia di Loki e di Angrboða.
Genere: Guerra, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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                                                          " IO PROVO RANCORE. "





Non era abitudine del Collezionista ricevere visite. 
Era raro che qualcuno si spingesse oltre i confini del proprio regno - da quel che ne sapeva, il Bifrost era l'unico passaggio tra i mondi e recentemente era andato distrutto, e se ne esistevano altri, erano gelosamente nascosti - per chiedergli qualcosa che soltanto lui possedeva. 
Il Museo era un luogo silenzioso lasciato in sospeso, la culla delle più antiche profezie tenute sottovetro, di incantesimi creduti persi da tutti i popoli dei nove mondi, delle tracce avvizzite, eppure ancora fresche della magia nera che migliardi di anni fa dominava le menti e i cuori di coloro il cui nome ancora veniva citato nelle canzoni dei menestrelli, durante gli intrattenimenti nelle serate di corte.
Questo era il suo hobby e gli aveva impedito più volte di perdere la sanità mentale.
Ecco il motivo per cui considerava quel luogo sacro al punto che non a tutti i pretendenti di passaggio era concesso insozzare il suo pavimento con i loro stivali.
Ma quando si trattava di regali... oggetti preziosi o incantesimi suggellati, per timore del loro distruttivo potere, che in mancaza di alternative venivano offerti a lui, lui solo, che avrebbe potuto custodirli per l'eternità senza rischiare di venire soggiogato dal loro fascino oscuro, allora era tutto un altro paio di maniche.



" Lasciateci. " fu l'unico ordine del Padre degli Dei, mentre le guardie asgardiane che lo avevano scortato fin lì si facevano da parte, per eseguire l'ordine del loro re.
Non c'erano aliene dai colori sgargianti e dai finti sorrisi, nè altri esseri viventi che potessero violare la loro privacy.
I loro unici ascoltatori erano le creature imbalsamate dal tempo, che se ne stavano immobili, dentro quelle teche di vetro.
Odino avanzò di qualche passo, portandosi al centro del salone, dove lo attendeva il Collezionista, voltato di spalle. Così preso ad ammirare uno specchio dalla forma ghirigorica e dalla superficie argentata e fluida, pareva quasi non essersi accorto della sua presenza.
Ma poi, proprio quando il silenzio stava per farsi insopportabile, il Collezionista parlò.
" Vorrei poter dire che è un onore. Due visite interessanti nell'arco di pochi giorni... troppo breve come periodo, per considerarla una coincidenza; troppo lungo per impedirmi di comprendere il motivo della vostra presenza. " si interruppe " Ma così mi fate un torto. "
" Un torto, dite? " ripetè il Padre degli Dei mentre avanzava di qualche passo, reggendosi su Gungnir, la sua inseparabile lancia d'oro.
" Fatevi avanti e mostratevi per colui che siete davvero. " Se la voce di quel misterioso personaggio non fosse stata rispettosa e morbida come il velluto, quella richiesta avrebbe potuto essere scambiata per un comando.
Odino fece per dire qualcosa, ma un sorriso di compiacimento prese forma sul suo volto, prima che si arrendesse alle parole del Collezionista, rivelando l'inganno.
" Non ti ricordavo così perspicace, Taneleer. " si complimentò Loki, liberatosi dalla sua stessa illusione. " Anche se hai avuto migliaia di anni, per fare pratica. "
Prese a passeggiare lentamente in tondo, ammirando senza reale interesse tutte quelle... cose. L'orgoglio del Collezionista era perfettamente percepibile attraverso i suoi oggetti da collezione, e al modo in cui li esponeva.
" Mi sopravvalutate, Loki di Jötunheimr. Vedete, questo è uno Specchio dell'Anima. " rispose questi, accarezzandone la cornice scheggiata " Unico nel suo genere. È in grado di penetrare attraverso qualunque illusione, svelando così la verità celata dalla menzogna dietro cui colui che al momento vi è riflesso si sta nascondendo. Non ne esistono altri. "
Loki si fermò esattamente davanti allo specchio, senza staccare gli occhi da Taneleer.
" Che strano " constatò infine, con un ghigno " Con te non funziona. "
E finalmente, il Collezionista si voltò.
" Con me? " ripetè, portandosi con enfasi le mani al petto " Perché dovrebbe riflettere qualcosa di diverso, dal momento che è questo ciò che sono? Nient'altro che un antiquario, che la vecchiaia sta per raggiungere. " 
E aveva ragione.
Era più vecchio di quanto Loki ricordasse, i capelli quasi candidi e la voce più strascicata. Però i movimenti eleganti e precisi erano gli stessi di sempre, e anche il blu conturbante dei suoi occhi - un blu che Loki aveva visto solo nei ghiacciai più profondi della terra di Jötunheimr - non si era minimamente affievolito.
" Io al contrario, sono diventato re. Di Asgard. " dichiarò lo Jö
tun. Ricordava bene il loro ultimo incontro; quella volta il Collezionista ne aveva approfittato, ma ora ci teneva a chiarire per bene con chi aveva a che fare.
" E per quale motivo siete costretto a nascondervi dietro le spoglie di vostro padre, se posso chiedere? "
" La cosa non ti riguarda! " ringhiò Loki, puntandogli contro Gungnir " Avevamo un accordo, non credere di cavartela con le scuse questa volta. Ho ordinato che ti venisse consegnato l'Either. Ora dimmi, mi sono guadagnato i tuoi servigi? Non era una gemma dell'infinito, ciò che desideravi? Il prezzo in cambio della tua conoscenza! "
Per un momento il Collezionista rimase in silenzio, vagando con gli occhi sulla superficie marmorea del pavimento.
" Dopo tutto questo tempo... " la sua voce aveva una nota di scetticismo " Provate ancora speranza? "
" Io provo rancore. " sibilò il Gigante di Ghiaccio " Perché credi che abbia bramato il trono di Asgard tanto a lungo? Per poter avere finalmente un esercito, e per vendicarmi di Odino. Per riprendermi ciò di cui mi hanno derubato. Per farlo, ho bisogno dei tuoi poteri, Taneleer. E tu lo sai. "
" Lo so. " asserì il Collezionista, sollevando lentamente le mani " Ma adesso, ve ne prego, abbassate quell'arma. Prima che la situazione degeneri e uno dei due si faccia male. "
Conscio del fatto che Taneleer avrebbe collaborato, Loki abbassò la lancia, per poi appoggiarla sul vetro di una delle molteplici teche da esposizione.
Subito dopo, estrasse il suo pugnale.
Sotto lo sguardo avido del Collezionista, appoggiò la lama affilatissima sul palmo della mano, e con quella sfregiò la pelle finchè il sangue non cominciò a colare copiosamente.
Il dio del caos strinse la mano ferita a pugno, facendo in modo che il sangue scarlatto colasse sulle mani di Taneleer, chiuse a coppa sotto la sua.
Il Collezionista si sfregò le mani, fino a sporcarsele completamente di sangue; poi si portò entrambi i palmi alle labbra, senza distogliere lo guardo da Loki.
All'improvviso, quell'insolito odore di chiuso, di polvere e di antico, si fece insopportabile; in preda a un'improvvisa vertigine, Loki temette di perdere i sensi, mentre Taneleer roteava gli occhi, fino a mostrare soltanto il bianco, tenendo i palmi delle mani rivolti verso l'alto.
Con la lingua aveva disegnato due rune identiche, sopra il sangue che gli macchiava la pelle.
L'aria divenne quasi irrespirabile. Sempre più sconcertato, Loki indietreggiò, cercando per quanto più potesse di mantenersi in equilibrio, ma gli risultava quasi impossibile. Soprattutto perché da qualche secondo non era più in grado di capire se fosse ancora in piedi, oppure no. Il pavimento di marmo millenario, le teche illuminate da quella sinistra luce artificiale, il tutto sembrava essere stato divorato dall'oscurità; una vibrazione di magia lo scosse fin dentro le ossa, sentì suonare un corno di battaglia, il suo palato si fece asciutto e davanti ai suoi occhi esterrefatti, il Collezionista divenne parte del nulla, e al suo posto apparve una fiamma, una meravigliosa fiamma blu che avvolse Loki, senza provocargli alcuna ustione, proiettandolo nello spazio.
Era come quando viaggiava con Thor da un mondo all'altro attraverso il Bifrost; le galassie, i buchi neri, tutto gli sfrecciava accanto in un'esplosione di luce. Solo che ora non si stava muovendo, stava semplicemente galleggiando, mentre assisteva a numerosi spettacoli già accaduti in passato.
Riconobbe i minuscoli frammenti color arcobaleno del ponte distrutto fluttuargli accanto pigramente, e subito dopo vide il raggio d'energia proiettato dall'allineamento dei pianeti, durante il periodo della convergenza.
Per vedere il futuro, il Collezionista veniva inevitabilmente a conoscenza del passato di colui che gli aveva offerto il proprio sangue.
Loki aveva ancora il pugnale in mano; quasi senza pensarci, strinse più che potè la presa sull'elsa. Ora come ora, era l'unica cosa abbastanza concreta da non farlo sentire completamente perduto in quell'encomiabile illusione. Perché di questo, per forza, doveva trattarsi. 
Midgard, si trovava su Midgard, adesso. Non comprese di preciso da cosa avesse riconosciuto quel pianeta, ma era certo di non sbagliarsi.
Stava attraversando intere foreste con la rapidità di una freccia, mentre le forme degli alberi si facevano imprecise, fino a trasformarsi in una patetica macchia di verde, e quando l'impatto sembrava ormai inesorabile, Loki piombò ancora una volta nell'oscurità, precipitando verso il basso, reclamato dalla più violenta delle gravità.
E improvvisamente, avvertì tre voci diverse: il pianto di un neonato, il grido di una donna, e la ninna nanna di un mostro.
Riconobbe il grido femminile e si protese in avanti, sollevando un braccio alla cieca, nella vana speranza di poterla toccare e portare via con sè, di non lasciarla in quello spazio oscuro, da sola con il mostro.
Sentire la paura e il dolore nella sua voce gli diede l'impulso di regire, richiamando a sè tutta la magia di cui disponeva, liberandola nella sua forma più distruttiva di energia. Ma a nulla prevalsero le sue arti stregate; il suo richiamo si perse tra le note di quella letale litania.



" Mio signore? "
La voce incolore di Taneleer lo risvegliò da quello stato di trance e Loki si ritrovò in piedi, immobile, esattamente com'era un attimo prima che il Collezionista facesse... be', quello che aveva appena fatto.
Loki fece un respiro profondo, guardandosi attorno. Era tutto come prima. L'aria non era più soffocante e si sentiva di nuovo padrone della sua mente.
Non aveva mai visto un'allucinazione così potente. Nemmeno lui era in grado di fare una cosa simile.
Il suo sguardo tornò su Taneleer, il quale gli rivolse un maestoso inchino " L'ho trovata. "
" Ebbene, dove si trova? " sibilò Loki " Sono pronto a scommettere che quel gigante codardo che ha l'alterigia di farsi chiamare re la tiene ancora prigioniera a Mùspellheimr. È così? "
" Temo di no. " rispose il Collezionista, con un ghigno che a Loki non piacque per niente " Si trova su Midgard. Da circa tre anni terrestri. "
Loki socchiuse gli occhi " E perché l'avrebbe mandata sulla Terra? "
" Mandata è un termine fin troppo gentile. " ironizzò Taneleer, accarezzando sovrappensiero un girocollo di rubini, esposto su un piedistallo " Ad un Mùspell è vietato uccidere un membro della propria razza. Potrei umilmente supporre che l'abbia mandata sul pianeta Terra, imprigionata in un corpo mortale in modo che fosse vulnerabile, soggetta alle malattie... eliminabile, insomma. Nemmeno la data sembra un caso. Coincide con il giorno in cui Midgard ha subito l'attacco dei Chitauri. "
Le labbra del Gigante di Ghiaccio si piegarono in un sorriso amaro.
Durante il periodo in cui era stato segregato nelle prigioni del palazzo di Odino, tutti gli Asgardiani pensavano la stessa cosa di lui; che fosse subdolo, meschino, l'unica creatura per cui non si sarebbe dovuta provare vergogna a desiderarne la morte.
Evidentemente, Asgard aveva dimenticato il temperamento dei Giganti di Fuoco.
" Va bene " mormorò Loki " Dimmi dove si trova esattamente. "
" Vi avverto " esordì Taneleer " Lei non è più come la ricordavate. I Giganti di Fuoco hanno fatto un lavoro accurato, con lei. Come farete in modo che le torni la memoria? "
" Questo non è un problema tuo. E comunque, so come fare. Ho avuto quasi duemila anni di riflessione per costruire un piano perfetto; tu dimmi soltanto " ripetè infine, impugnando Gungnir. Questa volta non ci sarebbero stati Odino, né tantomeno Thor a fermarlo. " ... dove si trova, esattamente. "




                                                                      continua





 
 
* La figura del Collezionista, Taneleer Tivan, appare nel film Thor 2, subito dopo i titoli di coda.

N.B. Per scrivere questa long ho preso solo qualche spunto dalla mitologia norrena, è perfettamente normale trovare delle incongruenze rispetto alla storia originale; ho giocherellato un po', soprattutto con l'identità di alcuni personaggi che appariranno in seguito.


Quest'ideuzza continuava a balenarmi in testa da quando ho visto al cinema Thor 2.
Spero che l'inizio vi abbia incuriositi e vi sarò molto grata se mi lascerete un parere; apprezzo volentieri chiunque possa aiutarmi a migliorare.

E grazie di cuore, HelenMZ, per il bellissimo banner!

A presto,

Luce L.



 
   
 
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