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Autore: Damien Dixon    11/12/2013    1 recensioni
La storia è ambientata dopo il finale di mezza stagione e segue una story-line di mia completa invenzione. In questo racconto ho inserito elementi di altre serie televisive (che specificherò in seguito più dettagliatamente nelle note d'Autore) che spero abbiate visto (altrimenti no problem, son qui per questo...) creando così una sorta di cross-over. Spero di avervi incuriosito e che apprezzerete. Sono gradite critiche di ogni genere, detto ciò... Go!!!
(Tratto dalla 3x11)
- Deaton: È pericoloso per più di una ragione: darete nuovo potere al Nemeton, un luogo che non ha avuto potere per molto tempo. Questo tipo di potere è come una calamita. Attrae il sovrannaturale, quel tipo di cose con cui una famiglia come gli Argent riempirebbe le pagine di un bestiario. Li porterà qui, come un faro.
- Stiles: Non sembra... peggio di quello che abbiamo gia visto.
- Deaton: Sareste sorpresi da quello che ancora dovrete vedere!
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 5 - UN OSCURO RISVEGLIO (Parte 2)


BEACON HILLS PRESERVE ore 17:35
L'ipnotico mantra fendeva l'aria come una spada perfettamente affilata, ma ancora nulla era accaduto a parte la sonnolenza che intorpidiva i loro corpi. Fitte tenebre erano calate come un sipario isolandoli dall'ambiente circostante, ma erano solo le palpebre che risentivano del rilassamento muscolare e nient'altro. Nulla che potesse essere definito magico. Solo calma e quiete assoluta fino a quando lo squillo di un cellulare risuonò a pochi millimetri. Il suono era persistente e nessuno si degnava di rispondere. Alla fine divenne impossibile mantenere la concentrazione.
- Porca miseria, qualcuno spenga quel maledetto aggeggio! - tuonò Stiles roso dalla rabbia.
Ma nessuno rispose perché nessuno poteva sentirlo.
C'era solo lui. E Chace. E Stiles che reggeva in mano il proprio telefono.
Poco ci mancò che perdesse i sensi - Ma che... - sussurrò appena.
Una mano gli toccò la spalla scuotendolo appena - Credo che ci siamo! - la voce tradiva un leggero entusiasmo nascosto sotto la coltre di apparente serietà.
Stiles stava ai piedi di se stesso e si guardava dal basso verso l'alto con la bocca spalancata. Il suo doppio invece fissava il cellulare squillante indeciso sul da farsi.
- Chi è? - domandò la strega curiosa mentre si tirava in piedi per osservare più da vicino la scena. Afferrò per la mano il suo compagno di viaggio e lo rimise in piedi accanto a lui e accanto allo Stiles di dodici giorni addietro. La bocca della foresta stava di fronte a loro, ma non ci badarono troppo. Gli sguardi erano rivolti al display e alla chiamata che ancora non era stata accettata. Ne rifiutata. Il nome del mittente era contrassegnato come "Papà". All'improvviso il proprietario fece cadere a terra l'oggetto che continuò a risuonare nel freddo silenzio della notte.
I due viaggiatori guardarono la scena sconcertati.
- Nessuna distrazione! - esclamò serio il proprietario dell'apparecchio, parlando a se stesso - Questo è il MIO momento! -
Stiles vide se stesso allontanarsi nella foresta con passo lento, ma deciso. Si avvicinò quindi allo strumento squillante cercando di afferrarlo per metterlo a tacere, ma i suoi tentativi si rivelarono inutili. Le sue mani circondavano il dispositivo, tuttavia sebbene schiacciasse il tasto di risposta numerose volte nulla accadeva - Te l'avevo detto - disse la voce di Chace - Noi siamo qui solo come osservatori: non ci è concessa alcuna interferenza con ciò che ci circonda. Tutto ciò che vedi è gia avvenuto, come una registrazione, e non possiamo alterarlo in alcun modo! Ora seguimi - lo invitò.
Pedinarono passo dopo passo l'ombra passata del giovane Stilinski che sembrava tremare vagamente e con tutte le probabilità ciò non era dettato dal freddo.
- Come ho potuto gettare via il telefono, è da pazzi! - si lamentò Stiles.
- Non ti sei ascoltato? - obiettò la strega - Non volevi alcuni distrazione che s'intromettesse col tuo momento, il che è perfettamente naturale se soffrì del complesso di Robin -
Infastidito il ragazzino si giustificò - Io non soffro del complesso di Robin! -
Sentendolo Chace si fermò e si voltò guardandolo di traverso - Ho visto le foto in camera di Scott, siete amici da così tanto tempo che forse nemmeno rammentate da quanto e credimi, so per esperienza personale quanto possa far male diventare l'ombra di qualcuno. È un duro colpo per la propria autostima, soprattutto se l'individuo in questione è una persona a cui si è particolarmente legati! - disse piano con lo sguardo perso nel tempo - Ma sta tranquillo, nessuno è qui per giudicare il tuo comportamento, fidati - assicurò.
Il ragazzo, di primo acchito colpito nell'anima da come quello sconosciuto lo aveva compreso istantaneamente, si sentì ancora più attratto da quella figura così saggia - Giusto, siamo qui solo per conoscere la verità - disse. Si sentiva a suo agio sebbene non conoscesse affatto il compagno che gli camminava affianco e, mentre seguiva tra gli alberi il sé passato, decise di azzardare di più - Così anche tu sei stato un "Robin"? - non voleva essere una vera e propria domanda, ma solo un osservazione così da poter avviare una conversazione, tuttavia l'intonazione non riuscì a rendere l'effetto desiderato.
- Non sono sempre stato un Grigori - sussurrò appena l'altro - Quando ero piccolo io e mio fratello eravamo molto uniti... - raccontò.
- E poi che è successo? - chiese.
- Semplicemente è cresciuto! - rispose - Sviluppò il dono e io mi trasformai nel fratellino appiccicoso - concluse infine - Per fortuna che esistono gli amici, yeah - si consolò. Tutta la saggezza che lo aveva avvolto fino a pochi istanti prima era svanita sostituita da una velo tristezza.
- Non sembri molto convinto -
- È una storia passata e non sono il tipo che piange sul latte versato - la voce dura come la roccia e fredda più del ghiaccio.
In silenzio camminarono per la foresta del tutto ignari che qualcosa alle loro spalle li stava seguendo. Ovvero, non stava tallonando esattamente loro. Il suo obbiettivo era infatti lo Stiles del proprio "tempo", tuttavia nessuno dei due viaggiatori percepì quella presenza estranea fino a quando il rumore di un ramo che si spezzava non riempì l'aria.
Tutti si bloccarono. Congelati sul posto. I cuori che martellavano come motori.
- Dottor Deaton? - chiamò l'ombra del ragazzino passato - E lei? - domandò guardandosi attorno.
Chace mise un braccio attorno alle spalle del suo accompagnatore - Credo che sia arrivato il momento tanto atteso - serio in volto e con occhi che frugavano nell'anima cercava di dare conforto all'amico con il contatto fisico - Te la senti di proseguire oltre? - chiese con vero interesse.
- Che domande! Ovvio che non sono pronto - sorrise incerto Stiles, molto preoccupato - Ma voglio sapere! -
La strega annuì.

Scott fissò il volto ciondolante dell'amico che, caduto in trance, si sporgeva in avanti come se stesse dormendo - Dici, che ha funzionato? - domandò irrequieto.
La donna li studiò per un attimo - Sì, credo proprio di sì -
- Quanto pensi che durerà? - continuò il ragazzino impaziente.
- Non ne ho proprio idea, credo che ci metteranno il tempo necessario - rispose placidamente Marin.
L'alpha era visibilmente agitato - Francamente tutta questa storia non mi convince, insomma registri akashi, trance... - sospirò.
- Sei stato per troppo tempo al fianco di Deucalion, non dirmi che ti ha contagiato? Solo perché non conosci qualcosa non significa che sia necessariamente pericolosa o del tutto priva di utilità! Devi cercare di allargare le tue vedute se vuoi sopravvivere in questo mondo - lo rimproverò l'emissaria - Druidi e Streghe ne sono consapevoli fin dalla notte dei tempi, è per questo che collaborano strettamente -
Collaborazione o no, Scott desiderava unicamente che il suo migliore amico rimanesse fuori di guai il più possibile. Da quando era riapparso, il neoalpha provava un forte senso di protezione verso di lui come mai ne aveva provato prima. Un istinto secondo solo allo stesso che aveva nutrito per diversi mesi verso la sua ex ragazza e che ancora continuava a provare. Scott amava Stiles. Lo amava come avrebbe amato un fratello se ne avesse avuto uno, e tutto il passato che suo padre aveva riportato a galla con il proprio ritorno, lo rese ancor meno incline a voler subire altre perdite. Letteralmente parlando, Scott era terrorizzato all'idea che Stiles potesse uscire dalla sua vita, e stiamo parlando dello stesso terrore che lo aveva attanagliato la notte in cui il darach aveva rapito sua madre.

L'ombra spirituale dello Stiles passato era tesa come come una corda di violino - Cos'è questa, una prova? Se è la fuori, signore, le chiedo di uscire allo scoperto a meno che non vuole avere sulla coscienza un ragazzino che muore d'infarto o forse ripensandoci desidera essere chiamato maestro fin da ora? - avvertì parlando con l'aria, la paura s'insinuò nella sua mente strisciando - E nessuno risponde, bene! Mi piace parlare da solo. No, non è vero stai solo facendo la figura dell'imbecille Stiles e tra poco qualcuno uscirà con una telecamera e riderà a crepapelle, vero - lo sproloquio isterico continuò fino a quando una figura si stagliò contro la pagliuzza luminosa di luna calante calamitando l'attenzione di tutti i presenti all'evento, sia regolari che no.
- Chi sei? - gridò preso ala sprovvista.
La figura stava ferma immobile. Il ragazzino avanzò di un passo con audacia - Chi sei? - la figura lo imitò silenzioso - O mamma... - imprecò sussurrando con la mano sulla fronte - Ti prego dì qualcosa, qualunque cosa - pregò sottovoce parlando con se stesso.
Inavvertitamente la figura sembrò udirlo - Non è tardi per passeggiare nella foresta? - la voce grave.
- Non è educato rispondere con un altra domanda. Ti ho chiesto chi sei - provò a fingersi spavaldo attingendo a quella riserva di coraggio che conservava per le occasioni speciali come ad esempio salvare una Lydia menomata da un inferocito alpha postconvalescenza, investire un kanima pluriassassino con la propria jeep oppure sacrificare la propria vita per quella di un povero padre vedovo in compagnia di altri due "simili".
Chace percepì il suo compagno piegarsi in due con lamento - Che succede? -
- Non saprei... una fitta... ma sto bene. Era solo passeggera - spiegò riprendendo fiato - Chi pensi che sia? -
- Non lo vedo bene è coperto dalla luna -
La figura camminò descrivendo una linea circolare, aggirò il suo interlocutore e poi si sistemò in maniera da non essere più controluce - Ti stavamo cercando - esordì uscendo allo scoperto - E finalmente ti abbiamo trovato -
La figura si rivelò essere una giovane donna non molto alta e con un aspetto non esattamente ordinario o normale per un comune essere umano. Gli occhi arrossati contrastavano sulla pelle pallida e cadaverica e labbra emaciate come quelle di uno zombie incorniciavano una bocca da cui fuoriusciva un alito fetido, di morte. Nel complesso la figura metteva estrema soggezione.
Le gambe di Stiles vacillarono a quella vista, ricacciando indietro la saliva e tentando di mantenere la calma, provò a distrarlo facendo domande tentando al tempo stesso di guadagnare tempo per elaborare un piano di fuga - Chi è che mi sta cercando? Il dottor Deaton? -
Additandosi per avvalorare le proprie parole la donna rispose piatta - NOI -
Era inquietante il modo in cui parlava, ma ancora di più era il suo modo di esprimersi.
- Che cosa intendi dire con "noi"? - balbettò appena.
- La nostra presenza, naturalmente - rispose continuando ad additarsi.
- Come vi chiamate? - curiosò ancora Stiles mentre un brivido glaciale corse lungo tutta la sua spina dorsale. "Lo sto veramente chiedendo?" pensò in cuor suo.
- Siamo soliti definirci Legione - si presentò finalmente.
- Beh, è stato un piacere conoscerla, cioè... conoscervi, ma il punto è che in questo momento avrei già un appuntamento perciò se non è troppo disturbo io non vorrei essere in ritardo... - iniziò a retrocedere spiegandosi facendo sorrisini nervosi.
- Fermo! - ordinò imperiosa la donna - Tu non vai da nessuna parte! - tuonò rabbiosa.
Quelle parole furono il tacito segnale della fuga. Non appena le sentì pronunciare, il ragazzino iniziò a scappare senza nemmeno voltarsi come se le gambe pensassero autonomamente.
Udì chiaramente la sconosciuta ridere di quel patetico tentativo - Così mi rendi tutto più emozionante! - la risata maligna echeggiò intorno dando nuova energia al fuggitivo - Ti prenderemo! - urlò infine. Detto ciò si diede all'inseguimento percorrendo lo spazio a grandi falcate.
I due viaggiatori allibiti li seguirono decisi a scoprire di più. Erano entrambi sbigottiti. Non aveva senso ciò a cui avevano assistito, ma un piccolo sospetto incupiva il volto del più grande, il quale ancor più preoccupato dava anima e corpo in quella folle corsa che aveva gia intuito come sarebbe finita. Se le sue supposizioni fossero state esatte allora Stiles era stato... non voleva proprio pensarci.
Continuò a correre freneticamente dietro le due ombre finché senti il compagno più indietro piegarsi in due gemendo come scosso da dolorose fitte addominali - Stiles, muoviti! Che fai? - lo incitò ad alta voce.
- Niente e solo un'altra fitta - rispose quest'ultimo con un filo di voce.
- Ti aiuto -
- No, sto bene, è passata, tranquillo! - lo rassicurò riprendendo l'inseguimento, ma il suo viso era stravolto. Standogli vicino, Chace lo spronò tirandoselo appresso con cautela, ma le fitte di Stiles aumentavano passo dopo passo come se più si avvicinassero alla verità più il suo corpo la rigettasse - Ma che ti succede? - domandò retorico.
- Amico quando lo scopro magari te lo dico... - fu la risposta - Ho la sensazione di aver appena concluso una maratona e la testa... - si lamentò - Sembra voler scoppiare da un momento all'altro... -
Dalla loro posizione sentirono che, più avanti, la fuga si era arrestata e che la strana donna stava parlando sebbene non compresero il messaggio. Impaziente di sapere Chace si scusò, mollò la presa e, lasciato il ragazzino a stendersi per terra, si diresse immediatamente verso la sorgente delle voci, ma la conversazione si era interrotta sostituita da suoni strozzati e gorgoglianti come di qualcuno che sta affogando.
Un gruppo di alberi ostruiva parzialmente la vista dell'accaduto, tuttavia man mano che il grigori si avvicinava la scena si rivelò nel suo completo e macabro splendore.
A Chace prese un colpo e poco ci manco che vomitasse. Si fermò di botto coprendosi la bocca spalancata con entrambe le mani. Ciò che stava vedendo era la personificazione dell'oscurità, la sua massima espressione.
Stiles era a terra con la schiena sollevata ed il volto a pochi centimetri da quello della donna inginocchiata e... dalla bocca della donna fuoriuscivano una miriade di moscerini, mosche e tafani, completamente neri, i quali s'infilarono nella cavità orale del povero ragazzino come se si stessero trasferendo da un ospite all'altro. Il basso ronzio di migliaia di ali che sbattevano confusamente colmava l'aria di una bassa melodia inquietante.
Lo sciame ci mise una manciata di minuti prima di concludere la migrazione.
- Bello, non è vero? - domandò improvvisamente una voce grave alle spalle della strega spaventandola.
Chace si voltò lentamente guardando Stiles, non più dolorante, in piedi con una luce pericolosa negli occhi - Legione? - domandò timidamente con un filo di voce.
Il ragazzino sorrise macabramente mentre le pupille dei suoi occhi si dilatavano fino a coprire totalmente le iridi color nocciola chiaro - Dimmi qualcosa che non so! - lo sfidò. L'espressione da pazzo sul viso rendeva tutta quella situazione estremamente terrificante.
Facendo ricorso a tutto il potere che albergava dentro di se, per pochi attimi Chace sopraffece la volontà del suo interlocutore imponendosi di uscire da quella dimensione e fu quello che fortunatamente accadde. Una calda luce bianca li avvolse facendo svanire tutto il resto.

I due ragazzi in trance cominciarono a risvegliarsi dal loro sonno ipnotico con grande entusiasmo da parte dell'alpha, il quale tutto contento esclamò - Finalmente, era ora! Avete idea di quanto tempo siete stati lì dentro? - domandò sorridendo mentre afferrava l'amico per un braccio così da sollevarlo in piedi.
Chace, intanto, ripresosi dall'intontimento iniziale quasi istantaneamente, notò l'espressione pericolosa negli occhi ghignanti di Stiles e, rammentando ciò che era accaduto all'interno dei registri, senza nemmeno pensare alle possibili conseguenze gridò a pieni pomoni - Scott allontanati! -
Il resto accadde tutto fin troppo velocemente.
Una mano chiara afferrò saldamente il lupo per la collottola drizzandolo in alto con forza disumana, lasciandolo con i piedi penzoloni ed una espressione atterrita sul viso, per poi scaraventarlo immediatamente via, il più lontano possibile facendogli compiere un volo di dieci metri interrotto unicamente dalla presenza di un tronco d'albero dall'aspetto secolare nonché piuttosto ramoso. A questo punto l'attenzione di Stiles si focalizzò sulla consulente studentesca la quale, intimorita dalla piega inaspettata che avevano preso gli eventi, era caduta a terra inciampando su di una radice dopo essere indietreggiata nel tentativo di allontanarsi dal ragazzino il quale adesso la sovrastava. Ma la strega si era prontamente frapposta tra i due reggendo in mano un piccolo oggetto trasparente agganciato all'estremità della catenella fissata ad uno dei passanti dei suoi jeans. Inaspettatamente, alla vista di quell'oggetto il giovane Stilinski si ritrasse quasi terrorizzato. Ciò diede all'altro il tempo necessario a pronunciare alcune parole veloci, il cui effetto invisibile portarono l'aggressore alla fuga confondendosi sempre più tra la vegetazione a mano a mano che si addentrava nella riserva, fino a quando non scomparve completamente dalla circolazione.

Scott strinse i denti così forte da spezzarsi quasi la mascella dallo sforzo quando Marin gli sfilò il ramo secco che gli si era conficcato nel corpo trapassandolo da parte a parte, tuttavia non appena la carne viva entrò in contatto con l'aria non riuscì a trattenersi ed un grido disumano saturò il circondario. Fortunatamente per la donna, le mani dell'alpha erano serrati nella morsa d'acciaio della strega il quale tempestivamente aveva provveduto a poggiare il proprio palmo sopra il fianco agonizzante del lupo incrementandone i poteri rigenerativi mormorando a bassa voce una vecchia sequenza di litanie guaritive - Kruciatum non sentis, Celeriter kontagionem domo, Propugnakkulum et Risano. Kruciatum non sentis, Celeriter kontagionem domo, Propugnakkulum et Risano... - il primo di essi era utilizzato per diminuire la percezione del dolore, il secondo permetteva di combattere le possibili infezioni mentre gli ultimi due servivano rispettivamente per aumentare le difese immunitarie e stimolare la rigenerazione cellulare di una qualsiasi parte anatomica.
Quando capì di essere arrivato al punto in cui i poteri del mutaforma potevano benissimo operare da soli, si staccò dal gruppo ed estratto il cellulare dalla tasca avviò una chiamata. I movimenti del suo corpo dapprima nervosi e scattanti tornarono di colpo fluidi e ben calcolati. Il volto risoluto di un guerriero pronto alla battaglia - Alan, abbiamo un problema - sentenziò - Ascolta attentamente quello che ti dico... - per poi sciorinarsi in dettagli piuttosto articolati.
Poco più in là, uno Scott confuso e frastornato dal dolore sussurrò debolmente all'emissaria - Ma che è successo? -
- Non ne sono sicura, è una cosa di cui ho sempre e solo sentito parlare -
Aguzzando l'udito, il ragazzo percepì l'altro dettare a qualcuno delle misure di sicurezza nei confronti del signor Stilinski per poi fissare urgentemente un'incontro che si sarebbe tenuto da lì a un'ora. Gli eventi stavano precipitando. Percepì a pelle che stava succedendo qualcosa molto più grande di lui e che oramai, volente o nolente, vi era immischiato dentro fino al collo. L'unico problema? Non aveva la minima idea di che cosa avrebbe affrontato.


BEACON HILLS ANIMAL CLINIC ore 19:05
Era proprio incredibile, ma quella sera il branco al gran completo era riunito sotto lo stesso tetto. Quindici persone tutte stipate dentro la piccola clinica veterinaria. Vagamente atterrito, Scott notò che la stanza in cui erano stati tutti riuniti era la stessa in cui circa due settimane prima sia lui che Stiles ed Allison erano stati sacrificati in nome di un affetto superiore. E, triste a dirsi, a quanto pare se adesso si trovava di nuovo lì era anche a causa di quella scelta. Analizzando la situazione, vide che l'ex sceriffo (occhi vacui ed espressione assente) era l'unico dei partecipanti ad essere seduto, mentre il resto della compagnia poggiava contro i diversi banconi dello studio, curiosi di conoscere il motivo di quell'incontro così improvviso nonché quasi bizzarro. Brusii di ogni genere affollavano quelle quattro mura stuccate di bianco tacendo solo non appena un ragazzo, poco più che ventenne, tossì per richiamare l'attenzione su di se.
- Per chi ancora non lo sapesse, mi chiamo Chace Lunford e sono una strega nonché la persona che ha voluto riunirvi qui - si presentò. Piccoli commenti volarono a destra e a manca contenenti parole come "strega?" o "è giovane" e Scott giurò perfino di aver sentito "è sexy" - Questa sera è successa una cosa che definire pericolosa è piuttosto riduttivo. E riguarda una persona che voi tutti conoscete: non meno di un'ora fa Stiles Stilinski ha manifestato una possessione - il silenziò rumoreggiò ancor più dei brusii precedenti.
- Cosa? - domandò Scott spezzando l'incantesimo.
- Dodici giorni fa, il vostro amico si è ritrovato vittima di un'essere spirituale, un demone, il quale ne ha posseduto il corpo e la mente con cui poter liberamente interagire nel mondo esterno. Questo demone, Legione, è così che si fa chiamare, ha ripreso nuovamente il controllo totale sul ragazzo e adesso non abbiamo alcuna idea di dove si trovi, è perciò di essenziale importanza che mi segnaliate immediatamente la sua posizione qual'ora dovreste incrociarlo. È pericoloso non sapete nemmeno quanto, credetemi... -
- Come fai ad esserne sicuro? - lo interruppe il signor Argent.
- Tu sei un Cacciatore di professione. L'addestramento ti ha reso in grado di fiutare e riconoscere facilmente minacce sovrannaturali, perciò penso dovresti riuscire a comprendere un grigori. La nostra preparazione ci qualifica come esperti esorcisti. So quello che dico. Stiles è soggetto ad una possessione di secondo grado: cambio di voce, midriasi, avversione alle reliquie sono tutti sintomi di questa condizione... -
- O mio dio, ma stiamo parlando di religione?! - esclamò Lydia.
- Stiamo parlando di stregoneria senza contare che ho assistito personalmente al bacio infernale - puntualizzò Chace - Tuttavia esiste qualcosa di ancor più preoccupante. Legione non è un singolo demone, ma un congrega che agisce come un'unico organismo, il che rende la sua possessione di dubbia classificazione -
- Spiegati meglio - lo esortò Alan.
- Ecco... esistono tre tipi di possessione. In quella di primo grado il demone è latente e si limita ad alterare gli atteggiamenti e le reazioni del posseduto instillando al contempo sentimenti di disperazione e depressione. Quella di secondo grado è più evidente: si manifestano cambi di voce, midriasi, fenomeni preternaturali e sovrannaturali, inoltre il posseduto da chiaramente prova di avere un'altra personalità. Mentre una possessione di terzo grado si ha lo spirito maligno, solitamente più di uno, assume un dominio tale della persona che è quasi impossibile da interrompere. In questo caso i tratti somatici del ricettacolo possono perfino essere alterati orribilmente da diventare raccapriccianti così come il suo odore o la temperatura... - spiegò.
- Arisa Peterson è morta solamente trentadue ore prima di essere rinvenuta - sussurrò debolmente l'ex sceriffo.
- Esatto è quello che stavo pensando. La donna è stata il precedente involucro di Legione e le condizioni in cui versava erano impossibili da replicarsi in così poco tempo, il che mi dice che possibilmente siano state le stesse alterazioni a condurla alla morte. Ho paura che possa capitare lo stesso anche a Stiles. Un corpo umano in generale non ha la forza di poter reggere un simile potere... - continuò il grigori.
- Sono passati ormai dodici giorni da che era scomparso fino ad ora e mi pare di aver capito, inoltre, che durante questo periodo l'entità è rimasta sotto gli occhi di tutti, ma a ben pensarci la scomparsa della donna è stata denunciata solo due giorni prima del suo ritrovamento... - osservò Derek.
- Legalmente si può sporgere una denuncia di scomparsa solo dopo quarantott'ore dall'avvenimento, non prima. A conti fatti Arisa Peterson mancava da casa da ben quattro giorni quando il suo cadavere è stato rinvenuto nella riserva - precisò l'ex sceriffo.
Silenzio totale. Chace capì che ognuno stava facendo incastrare nella propria testa gli eventi recenti, in maniera da capirci qualcosa, ma fu Lydia la prima a collegare il tutto - Il Nemeton. Deve avere qualcosa a che fare con esso. Questa donna scompare da Seattle e con tanti posti in cui andare viene qui a Beacon Hill dove senza perdere tempo scompare Stiles. Tutto deve essere iniziato a Seattle o almeno nelle sue vicinanze -
- Hai ragione! - esclamò la strega - Legione doveva trovarsi a Seattle quando il Nemeton è stato risvegliato e a quanto pare la cosa era tanto importante per lui da precipitarsi immediatamente qui non appena la scintilla di energia si diffuse nell'aria - continuò - Ma perché proprio da Washington? Cosa c'è lì di così importante? -
- Sapevo che avrebbe costituito una calamita per il sovrannaturale ma non mi aspettavo che avrebbe agito così velocemente. Cosa potrà mai volere una creatura del genere da quel sito? - parlò il dottor Deaton.
- Ho idea che ci sia una lista infinita di cose che si possano fare con tutto quel potere a disposizione, vero? - disse Peter rivolgendosi alla strega che annuiva alle sue parole, poi guardando i gemelli continuò - Non dimentichiamoci della Blake, se non sbaglio è stata l'unica ad essere riuscita a mettervi in serio pericolo o sbaglio? - piccoli mormorii sparsi qua e là confermarono le sue parole. Se non fosse stata per la scintilla che tingeva i loro occhi di un rosso feroce molto probabilmente i due ragazzi non sarebbero sopravvissuti alla ferita mortale che il darach aveva loro inflitto. Come conseguenza di quell'evento i gemelli avevano, infatti, perso completamente la loro abilità di fondersi in un unico essere mostruoso ed erano tornati ad essere due semplici omega. Avevano perso tutto.
- Riassumendo: qual'è lo scopo di questa assemblea? - andò subito al nocciolo Allison - C'è un piano per, non so... esorcizzarlo oppure... -
- Lo scopo era mettervi al corrente dei fatti così da farvi capire perché prendere le distanze dal vostro amico, almeno fino a quando non avrò elaborato un metodo per riuscire a rendergli la libertà. Legione è sempre stato uno degli unici demoni a comparire sempre, seppur sporadicamente, nei nostri registri annali senza che nessuno riuscisse mai fare qualcosa contro di lui e la sua comparsa sempre stata indice di una sola cosa: grossi guai! Legione è un'entità ostica e altamente pericolosa, ripeto non cercate di stabilire un contatto soprattutto se da soli. State in gruppo, molto probabilmente potrebbe ripresentarsi spacciandosi per il solito Stiles - spiegò Chace.
- Un po' come ha fatto fino adesso - osservò Scott.
- No, non ho dubbi sul fatto che quello che ho conosciuto fosse realmente Stiles, ma non so dire per quale motivo Legione non era ancora emerso. Forse attendeva un qualche momento propiziatorio... - lo rassicurò.
- Mi ha scaraventato in aria con una forza che non penso di possedere nemmeno io, e sono un alpha... -
- Ok, questo è delirio puro - s'intromise Isaac - Puoi ripetere? -
- Giusto, dimenticavo di dirvi una cosa fondamentale: sotto possessione Stiles, o meglio Legione, possiede abilità fisiche in grado di tener testa a quelle di un licantropo - raccontò.
- Ma tu sei riuscito a metterlo in fuga - rammento Marin.
- È una storia lunga e non saprei da dove partire, ad ogni modo nulla che possiate replicare - si giustificò Chace.
- Debolezze? - domandò Chris.
- Mi piace il modo in cui voi Argent andate al dunque, davvero. In effetti hanno anch'essi i loro talloni d'Achille. Ecco... -
La conversazione continuò fin quasi a tarda sera e, quando tutti decisero di fare ritorno alle proprie abitazioni, Melissa propose all'ex sceriffo di dormire in casa sua piuttosto che tornare alla propria abitazione col rischio di imbattersi nel figlio. Ciò prese Scott contropiede quando sentì l'uomo accettare, ma ormai era piuttosto evidente che tra i due stava nascendo del tenero.


DA QUALCHE PARTE quasi CONTEMPORANEAMENTE
Il magazzino abbandonato era in fermento. Scuri capelli color mogano ondeggiavano freneticamente al ritmo dei passi veloci di una ragazza non molto alta. La mora aveva la pelle diafana e i lineamenti così delicati da far risaltare perfino nella penombra gli occhi castani screziati d'oro e le labbra rosate, tuttavia un piccolo cipiglio corrugava la sua fronte - È passata ormai quasi una settimana e ancora non si sono fatti sentire, sono preoccupata - sospirò.
- Non l'avrei detto - fece del sarcasmo un biondo ragazzo dai lunghi capelli scompigliati, mentre leggeva un giornalino patinato stravaccato in maniera scomposta sul proprio giaciglio arrangiato alla bell'e meglio. Sentendo il commendo, il gemello che gli stava steso affianco sbuffò allegramente dandogli una gomitata.
- Scherzi a parte, Debby ha ragione. Che facciamo se fosse successo loro qualcosa? - domandò un altro ragazzo dai capelli rossicci e riccioluti.
- Tranquillo Sean, quelli hanno più assi nella manica di un baro, fidati! A quest'ora, sono sicuro, si staranno gustando i "piaceri della carne" - assicurò il gemello in vena di buon umore mimando con le dita un paio di virgolette.
- Non abbiamo tempo per queste sciocchezze! - tuonò una voce grave all'improvviso - E voi lo sapete - tutti si voltarono verso la fonte della stessa che nel frattempo se ne stava appartata nell'ombra.
La ragazza in piedi tirò un sospiro di sollievo nel constatare l'infondatezza delle sue paure e con voce autoritaria gli rivolse la parola - Cosa ti è successo? - domandò a braccia conserte.
- Colpa di questo ragazzino, il corpo che abitiamo ha una volontà piuttosto forte da averci sopraffatto, ma tranquilli non si ripeterà più! -
- Lo spero! - rispose il rosso - Anche perché altrimenti quelli appena trascorsi non sono altro che cinque mesi andati a puttane se sai cosa intendo - continuò serio.
- Non c'è più pericolo che riaccada - assicurò Legione - E per quanto riguarda il contatto, consideratelo come gia avvenuto - informò.
- Cosa?! - esclamarono in coro i due gemelli.
Legione fece una smorfia di sorpresa - Beh, ve l'abbiamo detto che eravamo stati sopraffatti o no? -
- E lui? Ha spifferato... - domandò la ragazza allarmata con un tono di voce più alto del normale.
- Ragazzina, ci consideri davvero dei dilettanti? -
Leggermente offesa dalla maniera in cui era stata apostrofata, Deborah si voltò indietro. Non sopportava lo sguardo che Legione manifestava nei LORO confronti. Uno sguardo di chi sa di essere superiore. Era incontestabile che in quella stanza, l'essere era l'unico ad aver compiuto di gran lunga più giri intorno al sole eppure sopportare quello sguardo riflesso attraverso gli occhi di un suo coetaneo la metteva profondamente a disagio e non c'era nulla che poteva fare contro questi sentimenti che le annebbiavano le facoltà di ragionare, perchè in fondo sapeva che sebbene fossero dalla stessa parte, quella "cosa" era innaturale.
Un abominio.
Malgrado ciò, represse le sue sensazioni più cupe relegandole nelle parti più intime del suo Io e, nuovamente pronta a sostenere la situazione, tornò dagli altri - Ad ogni modo l'hai preso? -
- Sì, eccolo - disse Legione porgendole una fiala di vetro piena di sangue etichettato "Grant" che la ragazza afferrò delicatamente riponendola al sicuro nella sua borsa di pelle - E la bionda? - domandò poi l'essere.
- Oh, è in giro a familiarizzare con il posto, sai non è molto abituata ai paesini di provincia. Un anno è troppo poco per dimenticare Los Angeles - rispose uno dei due gemelli.
I demoni mugularono tra loro - Non ci piace molto quella ragazza. C'è qualcosa in lei che ci preoccupa! - esclamò infine - È come se esercitasse un cattivo ascendente sul nostro ospite - osservò a bassa voce.
- In che senso? - s'interessò Sean.
- Non ne siamo del tutto convinti, ma pensiamo sia stata la sua curiosità a far riemergere la coscienza dell'ospite - concluse.
- Wow! A quanto pare la nostra sorellastra emette un'onda anti-demone - sogghignò sarcastico l'altro gemello.
- Per voi è tutto uno scherzo? - esplose all'improvviso esasperata Deborah - Chris da quando siamo qui non hai fatto altro che ridere di ogni cosa - disse al gemello sbagliato - E tu, Doug, fai del sarcasmo su tutto, ma c'è l'avete un pizzico di serietà? Abbiamo già perso due occasioni e non ho alcuna intenzione di farmi scappare anche questa da sotto le mani - stringeva i pugni come se volesse strozzare qualcosa o qualcuno e la sua voce era tesa come una corda di violino - Coraggio, ci manca tanto così dal realizzare il piano di nostro padre! - esclamò alla fine della sua sfuriata avvicinando il pollice all'indice per poi accasciarsi sulla sua cuccetta in preda ad un esaurimento. Le mani tra i capelli.
- Onda anti-demone o no, penso che la cara sorellina abbia fatto l'unica cosa giusta della serata - mormorò il ragazzo dai boccoli ramati. Tutti lo fissavano come se parlasse un'altra lingua - Stare chiusi qua dentro non ci è di alcun beneficio - poi, alzandosi dal piolo della scala su cui sedeva, s'incamminò senza indugi verso l'uscita del magazzino per poi scomparire silenziosamente nell'oscurità.


CASA McCALL ore 21:30
La serratura si dischiuse nervosamente accompagnata dal tipico rumore metallico ticchettante ed infine la porta si aprì lasciando entrare nell'abitazione tre persone. Due adulti e due ragazzi. Melissa faceva gli onori di casa scusandosi per il possibile disordine che ci sarebbe potuto essere mentre faceva strada all'ex sceriffo. Scott, invece, supplicava Chace di restare.
- Oh grazie, ma non vorrei essere invadente... - rispose la strega - Soprattutto non questa sera... - e con il mento indicò i due adulti già dentro.
- Ti sto pregando proprio per questo... - spiegò l'alpha - Isaac passerà tutta la notte da Allison, mia madre ha il signor Stilinski e credimi lo avrei chiesto a Stiles, ma... non voglio restare da solo. Non stanotte! - ammise. I suoi occhi non mentivano. Come specchi rotti riflettevano l'animo spezzato dell'alpha rivelando molto più di quello che si poteva dire a parole.
Deglutendo a fatica Chace si arrese a quella richiesta. Ma si Alan e Marin se la sarebbero cavata senza di lui.


CASA MARTIN ore 22:05
Le braccia bollenti di Aiden cingevano la carne chiara e delicata della banshee trattenendola sempre più a stretto contatto con il suo corpo. Gemiti sommessi e poco pudici saturavano l'aria calda della stanza. L'odore del sesso impregnava qualunque cosa. Improvvisamente Lydia si sentì piacevolmente trascinare sotto quell'ammasso di muscoli che ora le faceva da coperta e senza rendersene conto ecco che la lingerie di seta nera veniva gettata dalla parte opposta del letto dopo essere stata sfilata ruvidamente da quelle mani forti e roventi. Nel frattempo impegnata com'era a sfilare la cinta dei jeans dal lupo che la sovrastava, ecco che la rossa allacciava le gambe tornite attorno alla figura ardente del mutaforma. I morbidi seni sodi premuti contro pettorali definiti. Ogni cosa di quelle creature, a cominciare dal temperamento lussurioso privo di mezzi termini, la soddisfaceva. E in un batter d'occhi la cinta si ritrovò a fare da compagnia al solitario capo di biancheria intima mentre le mani candide della ragazza vagavano liberamente per quella schiena così vigorosa.
Tutto a un tratto la temperatura di Aiden iniziò a scendere vertiginosamente e la sua pelle cominciò a ingrigirsi. Le labbra di Lydia baciavano ancora in modo febbrile il collo del suo ragazzo quando l'odore di morte la investì come un tir. La ragazza scossa da ciò che fiutava rallentò i suoi movimenti e aprì gli occhi di scatto. Il corpo che la dominava non apparteneva assolutamente a chi credeva.
Un cadavere cinereo incombeva ora su di lei.
Urlando disperata la ragazza si ritrasse spingendo lontano da se quel corpo carbonizzato. Lacrime di terrore le solcavano le guance morbide, mentre si chiudeva a riccio su se stessa con le mani che le coprivano il viso. La morte aleggiava tutta attorno a lei.
- Lydia! Lydia! - la chiamò disperato Aiden afferrandole le braccia - Lydia, che succede? -
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NOTE dell'AUTORE
Ciao a tutti miei carissimi lettori. Scusatemi per il ritardo pazzesco con cui pubblico questo aggiornamento, ma ultimamente il nuovo lavoro mi ha assorbito così tanto da non avermi concesso molto tempo per dedicarmi alla storia. Tuttavia meglio tardi che mai.
Dunque, finalmente abbiamo scoperto cosa è successo quella fatidica notte anche se purtroppo a discapito del nostro preziosissimo Stiles. Legione non sarà una gran brava entità, ve lo dico fin da subito. Ad ogni modo il mistero di questo crossover sarà presto svelato nel prossimo capitolo sebbene ho già lasciato diversi indizi strategici qua e la. Chissà se qualcuno di voi avrà capito qual è la seconda serie televisiva con cui ho ibridato questa storia...
Per quanto riguarda le nuove condizioni dei gemelli non è nulla di mia invenzione, ma è una cosa che ho letto negli spoiler ufficiali di "Teen Wolf stagione 3 parte B".
Che dire riguardo ai misteriosi figuri del magazzino? Leggete il prossimo capito ancora in fase di scrittura e lo saprete. Intanto eccovi i loro prestavolti: Debby (Hilary Duff), Sean (Kyle Gallner) e i gemelli (Jamie Campbell Bower).
E Lydia cosa le è successo? A chi apparteneva il cadavere che temporaneamente aveva preso il posto di Aiden, interrompendo il loro magnifico momento di intimità?
Quante domande a cui dare risposta...
Per adesso chiudo qui dicendovi solo che il titolo di questi due ultimi capitoli è ripreso dal thriller paranormale di Gena Showalter che descrive una minaccia da parte di alieni. Credo che possiamo paragonare un demone ad un alieno, no? In fin dei conti entrambi non sono umani, giusto? Almeno, non nel vero senso del termine. Penso.
A voi l'arduo compito di giudicare la mia operetta e non importa quale sia il responso purché ce ne sia uno o, meglio, più di uno. Vi prego commentate in tanti ed un grazie esagerato va alle mie due più care fan che mi dedicano sempre una parte del loro tempo. Sto parlando di "chibisaru81" e "Cri Cri" grazie mille ragazze per il vostro affetto incondizionato che mi incoraggia tantissimo. Vi voglio un mondo di bene e spero di non deludere mai le vostre aspettative!
Una splendida nottata a tutti, passo e chiudo.
  
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