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Autore: lady hawke    11/12/2013    1 recensioni
Vincent dipinge, pensa e vive con la consapevolezza del luminoso futuro che avvolgerà il suo nome, ma non è nella fama che lui vive. Dopo la visita del Dottore e di Amy tutto è cambiato, ma solo nella sua testa. Perciò Vincent vive, nutrito solo dal sapere che la sofferenza si può tradurre in bellezza, e che l’arte ripaga chi a lei si vota. Eppure è alto il prezzo dell’isolamento.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vincent Van Gogh
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Ladyhawke
Fandom: Doctor Who
Titolo:  Il dolore sboccia come un fiore
Personaggi: Vincent Van Gogh
Riassunto:  Vincent dipinge, pensa e vive con la consapevolezza del luminoso futuro che avvolgerà il suo nome, ma non è nella fama che lui vive. Dopo la visita del Dottore e di Amy tutto è cambiato, ma solo nella sua testa. Perciò Vincent vive, nutrito solo dal sapere che la sofferenza si può tradurre in bellezza, e che l’arte ripaga chi a lei si vota. Eppure è alto il prezzo dell’isolamento.
Rating: Pg13
Word:  447
Generi: Introspettivo, drammatico, ma penso di poter dire anche angst. Dove c’è angst c’è gioia!
Avvisi: No, non è a lieto fine, proprio no.
Note: Vincent e il Dottore è una puntata che mi ha così colpito e sconvolto che non potevo non scriverla, soprattutto essendo io stessa una storica dell’arte. Insomma, questo episodio aveva tutto per farmi morire di feelings, e dunque eccomi qua.
Beta: Nessuno.

Il dolore sboccia come un fiore

Dipingeva con furia, Vincent, usando i colori come se fossero creta, mischiando giallo e verde, blu e nero. Pareva un pazzo; lo sembrava così tanto che ci si sentiva lui stesso, nonostante tutti i suoi tentativi di rimanere lucido e saldo. Aveva fretta, come se lo inseguissero, come se stesse fuggendo da un alieno che solo lui poteva vedere. Di nuovo. Disegnava corvi uno dopo l’altro, mentre li osservava levarsi in volo dal campo di grano e planare verso di lui, come pessimi presagi.
Aveva una pistola in tasca, mentre lavorava. Se la portava dietro da un po’, perché sapere di averla lo tranquillizzava. Sentiva che l’avrebbe usata presto, e ogni volta che si immaginava il metallo dell’arma addosso provava come una sensazione di sollievo.
Era stato bene con Amy e il Dottore: erano stati capaci di dargli fiducia e speranza. L’avevano reso felice ed appagato come nessuno era mai riuscito a fare. Ciononostante questo non era sufficiente. Vincent aveva ancora nei suoi occhi l’immagine di quella mostra a lui dedicata, e pareva un sogno quasi troppo bello per essere vero. Ricordava le parole della guida, ricordava e sapeva che il dolore genera bellezza. Ciononostante, il dolore lo consumava e non c’era nessuno, lì accanto a lui, in grado di lenirlo. Vincent dipingeva e parlava poco. Scriveva a Theo e stringeva i denti, cercando di consolarsi con quello che il suo nome avrebbe rappresentato. La bellezza nasce anche dov’è impensabile che possa manifestarsi, ma ha sempre un prezzo alto.
Vincent continuava a dare pennellate violente, pensando a capelli rossi, ai girasoli, e a una tristezza inesprimibile che gli faceva venire voglia di piangere. Aveva posato tavolozza e pennelli, osservando la sua opera. Non sarebbe piaciuta a nessuno, almeno per un po’.
Prese dunque la pistola e si sparò un colpo, sperando di morire sul colpo. Si ritrovò seduto e sanguinante sul suo sgabello. Sofferente e vivo. Raccolse i pennelli e il colore, prese la tela e tornò alla locanda. Non parlò con nessuno, ma camminò a testa china, pensando che il sangue doveva aver creato una macchia enorme sulla sua camicia lisa. Sperò che somigliasse ad un fiore che sboccia, ma non osò abbassare lo sguardo per controllare. Si chiuse in camera e si stese a letto.
Non riusciva a morire. Non voleva vivere, o forse semplicemente non poteva.
La sofferenza regalava bellezza. Vincent aveva sofferto tanto e probabilmente il prezzo per diventare così grande com’era destino che divenisse, prevedeva quella lenta agonia. Chiuse gli occhi e pensò al colore arancione: un colore vivo e vivace. Un colore felice. Ripensò ai corvi che gli volavano attorno, e si chiese se il Dottore, l’unico in grado di fargli dl bene, sarebbe venuto per lui, ma poi scacciò il pensiero.
Sarebbe morto solo, pensando al colore spesso come creta, pensando a parole gentili al momento troppo lontane per raggiungerlo. 
  
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