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Autore: Akane Chan    15/12/2013    1 recensioni
E per un attimo vide il vuoto, la morte, tutto davanti ai suoi occhi. Ma non cadde, non vide sangue, non sentì le sue urla. Sprofondò nel buio assoluto, nelle tenebre più profonde. Due ali nere la circondarono, come per proteggerla, come se volessero attutire le sua caduta. E sentì una voce, una voce profonda ma sicura, una voce fredda e allo stesso tempo calda come una giornata all'inferno. E poi fece un patto con Satana, era tutto ciò che ricordava di quella notte buia, senza nemmeno una stella in cielo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era notte fonda. Amy si guardò intorno per capire dov'era. Stava camminando su un viale circondato da alberi mossi dal vento, cipressi molto probabilmente. Tra gli alberi si intravedevano delle case, molto vecchie e molto colorate,se la vista non la ingannava. Doveva essere finita nella parte vecchia della città.Continuò a camminare senza una meta precisa.Infondo al viale c'era una vecchia chiesa imponente, che si elevava al di sopra di tutto come una fortezza. La chiesa delle anime, pensò. Era la chiesa piu grande della città, non l'aveva mai vista prima di allora ma ne aveva sentito parlare. Sua madre diceva che da giovane ci andava spesso per pregare, ma lei era atea, e non aveva bisogno di fare una cosa così inutile. Una folata di vento improvvisa le scompigliò i lunghi capelli neri e rischiò di farla cadere. Non appena il vento cessò si soffiare tanto violentemente Amy riaquistò l'equilibrio e si pentì di essere scappata di casa. O almeno, si pentì di essere scappata di casa senza una meta e sopprattutto senza una felpa. Stava congelando. La ragazza fredda come il ghiaccio stava congelando per un un pò di vento. Bene, sono nella merda pensò. Non voleva ammetterlo, ma cominciava ad avere paura. Non sapeva dov'era, che ore erano e non aveva nemmeno degli spiccioli per usare un telefono e chiamare casa, ma continuava a camminare. Senza rendersene conto si ritrovò davanti all'entrata della chiesa, proprio in mezzo alla strada. Si era fermata a guardare l'immesità della cattedrale gotica che si innalzava davanti ai suoi occhi quando all'improvviso vide arrivare una macchina a tutta velocità. Una macchina che non aveva intenzione di fermarsi. Cercò di spostarsi dalla strada,ma le sue gambe erano paralizzate. Il panico si impossessò dei suoi occhi azzurri ghiaccio, ma li abbandonò subito dopo, quando vide la macchina che prendeva una svolta a sinistra. Non ebbe nemmeno il tempo di fare un passo che qualcosa la colpì violentemente, facendole provare un dolore allucinante. Nei soi occhi, subito dopo il panico e il sollievo, prese posto la paura..paura di morire. E per un attimo vide il vuoto, la morte, tutto davanti ai suoi occhi. Ma non cadde, non vide sangue, non sentì le sue urla. Sprofondò nel buio assoluto, nelle tenebre più profonde. Due ali nere la circondarono, come per proteggerla, come se volessero attutire le sua caduta. E sentì una voce, una voce profonda ma sicura, una voce fredda e allo stesso tempo calda come una giornata all'inferno. E poi fece un patto con Satana, era tutto ciò che ricordava di quella notte buia, senza nemmeno una stella in cielo. Ora ci credeva, a Dio, eccome se ci credeva, ma lo odiava. Non l'aveva accettata in paradiso, la morte era la pena per i suoi peccati, era destinata all'inferno. Ma lui ci credeva in lei. Lui l'aveva salvata, aveva attutito la sua caduta, aveva impedito al suo sangue di spargersi inutilmente, aveva capito il suo odio e l'aveva alimentato. Non era mai stata angelo, ma era un angelo caduto...caduto e salvato. Ora veniva chiamata demone, ma non lo era. I demoni erano quelli morti, ma lei era ancora viva, lo sapeva che infondo era ancora viva. Ed era viva d'odio, come lo era sempre stata. La felicità, la libertà, la bontà divina...tutte illusioni, solo delusioni. Odiava tutto. Odiava sua madre, per quello che le aveva fatto. Odiava Dio, perché mentiva sempre. Odiava l'amore...si, odiava l'amore più di ogni altra cosa...perché un angelo l'aveva attirata nella sua trappola, una angelo l'aveva amata...lo stesso angelo che aveva cercato di ucciderla durante la battaglia...lo stesso angelo che aveva buttato negli inferi prima di cadere in questa pozza di sangue scarlatto. E ora stava morendo, ma non le importava, perché si sentiva bene. Da quando era nata le era stata assegnata una vita d'odio, i suoi occhi erano ormai rossi come tutto il sangue che aveva versato,però, come si dice...Meglio regnare all'inferno che servire in paradiso.
  
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