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Autore: Akrois    15/12/2013    5 recensioni
Perché io credo, mie cari lettori, che se qualcuno può immaginare tanta dolcezza e affetto nella miseria e calore nel freddo nell'inverno, questi siete voi. Ed è per questo che oggi porto a voi questa storia, a voi e a nessun’altro.
[...]
Ma, come Billa Baggins presto scoprirà, questo mondo è fatto in modo buffo. Quando non sei tu ad andare verso l’avventura, allora l’avventura arriverà in casa tua.
Più o meno.
[always-a-girl!Bilbo, ergo Billa Baggins è come la luce dei miei occhi, la cannuccia del mio milkshake e la pantegana nel mio fosso]
[Questa storia è una commedia perché non riesco ad essere seria. No. Non ci riesco e basta. Ma è anche malinconica, perché quando sono seria sono MOLTO seria.]
Genere: Commedia, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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02

 

Miei cari lettori!

Spero che il nanico deretano del capitolo precedente non vi abbia spaventato troppo. Sì, capisco, non è esattamente quello che qualcuno vorrebbe vedere dopo cena, o dopo pranzo, o prima dei pasti, o in un qualunque momento della propria giornata e della propria vita, ma è parte integrante della storia e con ciò è stato necessario mostrarlo.

Passiamo quindi alla parte interessante della nostra storia, miei lettori.

Che non è il sedere di Thorin, anche se sono consapevole di quanto ciò v’intristisca.

 

 

Billa si sentì soddisfatta solo quando il terzo tacchino arrosto assunse una perfetta doratura che nessuno a questo mondo avrebbe mai e poi mai potuto criticare. Neanche Lobelia Sackville-Baggins. Soprattutto Lobelia Sackville-Baggins. Oh, Valar nel Valinor, quanto odiava Lobelia Sackville-Baggins.

Chiuse gli occhi e prese un lungo respiro profondo, cercando di calmarsi. Non posso dire che ci riuscì davvero, miei cari lettori, ma si buttò anima e corpo nell’impasto per la torta al cioccolato, riuscendo a sfogare un poco del nervosismo accumulato.

In quel momento, un nano e i suoi due nipoti si stavano facendo il bagno nella sua vasca.

Nel suo bagno.

Nella sua casa.

Aveva contato tutti i pezzi dell’argenteria otto volte, (tanto per essere sicura) prima di dedicarsi alla tavola, conscia che un nano e due bambini (che probabilmente non vedevano un pasto completo da almeno un paio di giorni) non poteva accontentarsi della zuppa leggera che si era fatta come spuntino. La mise in tavola comunque, assieme al terzo tacchino, alla torta alla vaniglia, a un chilo e mezzo di carni di vario tipo, quattro tortini di dimensioni e ripieni variabili, della frutta, della verdura, delle altre zuppe e altre cose che non mi perderò ad elencare, miei cari lettori, ma sappiate che tutti noi pagheremmo per poterci sedere al desco di Billa Baggins almeno per un giorno. O per un pasto. Un pasto sarebbe sufficiente.

Ora che la sua tavola era apparecchiata con abbastanza cibo da sfamare all’incirca due milioni di locuste e lasciarle stese per terra a ruttare, Billa si accorse che mancava qualcosa.

Mancavano precisamente tre nani e il pane di grano.

Sospirò e si diresse verso la dispensa, sicura di averci sistemato una teglia di pane di grano proprio quella mattina.

Si fermò a osservare la sua dispensa, rallegrandosi per l’ennesima volta di quanto questa fosse splendidamente fornita e ben organizzata. Ovviamente, la teglia di pane al grano era esattamente dove si ricordava di averla messa. Si avvicinò la teglia di viso e annusò leggermente, deliziandosi dello splendido odore del pane di grano.

In quel momento, Billa sentì una voce. Anzi, due voci.

- La cucina è da questa parte. – disse una voce – Ho sentito la voce della hobbit, prima.

- Cio- disse una voce leggermente più acuta – non credo cia da quella parte. Anche Cee concorda con me, cero, Cee?- momento di silenzio – Cisto?

Grugnito dalla prima voce. Venivano indubbiamente dal corridoio dietro la cantina. Billa si sporse dalla porta, trovandosi davanti tre nani malamente strizzati negli abiti più grandi che era riuscita a trovare – Mastro nano!- esclamò la hobbit – Cosa ci fate qui? La cucina è da tutt’altra parte!

- Cisto?- disse il bambino biondo tirando la stoffa dei pantaloni di Thorin (che comunque, in verde e blu non stava male per niente) che piansero amaramente quando la piccola mano li tirò impietosamente – Era dall’altra parte!

Il nano grugnì di nuovo (probabilmente si esprimeva a grugniti) coprendo la mano del bambino con la sua – Ci chiedevamo, signora hobbit, se non aveva per caso qualcosa da mangiare, viaggiamo da svariati giorni e i miei nipoti- entrambi i nipoti lo guardarono male, ma il nano li ignorò bellamente – sono molto affamati.

Il viso di Billa s’illuminò – Ma certamente, non temete, ho giusto cucinato qualcosina per voi mentre vi facevate il bagno, venite, ve ne prego, seguitemi!

 

I nani rimasero immobili sull’uscio della sala da pranzo – Perdonatemi, signora hobbit - disse il nano– per aver interrotto i vostri programmi. Immagino che i vostri ospiti arriveranno a momenti. Il tal caso, noi possiamo ritirarci in una stanza e attendere lì fino alla fine del vostro incontro.

Billa si voltò di scatto, osservandolo come se le avesse appena suggerito di mettersi a sferruzzare calzini, lucidare delle scarpe o altre amenità del genere – Ma cosa dite, mastro nano? Questo l’ho cucinato per voi mentre facevate il bagno, ve l’ho detto, no?

- Per noi.

- Sì.

- Mentre facevamo il bagno.

- Ovvio!

- Mentre facevamo il bagno. – ripeté il nano muovendosi cautamente verso la tavola, mentre i suoi nipoti stavano praticamente sbavando con gli occhi inchiodati a un vassoio di meringhe alle fragole. Billa poggiò il pane sul tavolo, avvertendo il viso farsi caldo – A mia discolpa posso dire che avete fatto un bagno estremamente lungo. – disse rigirandosi un nastro del grembiule fra le dita -Inoltre, ho pensato che vi poteste sentire affamati e, ecco, insomma, volevo solo- abbassò il capo e strusciò un piede a terra, improvvisamente insicura del suo gesto. Magari offrire del cibo a dei nani era considerato offensivo.

Sotto il suo sguardo angosciato Thorin sollevò i due bambini da terra e si mise su due sedie, prima di sedersi a sua volta. Con estrema lentezza e cura, i tre nani iniziarono a sbocconcellare degli scones con la marmellata. Billa si sentì improvvisamente rincuorata – Oh, bene. Mangiate pure. Poi, se volete, ho altro cibo pronto da cuocere.

Il nano (che d’ora in poi avrò la premura di chiamare col suo nome, giacché “il nano” mi sembra terribilmente impersonale) alzò lo sguardo – Altro cibo?

- Certo.

Miei cari lettori, ora, guardate Thorin. Questo nano forte e coraggioso, che aveva portato in spalla i suoi nipoti verso il “porto sicuro” suggerito da un mago (che poteva quindi essere la casa della hobbit o la grotta di un troll di montagna, insomma, sapete come sono i maghi) a suo tempo si era sentito fortunato se riusciva a mettere insieme un paio di pasti al giorno. Presentare tre pasti diversi al desco familiare era motivo d’orgoglio.

E ora quella hobbit gli presentava davanti tutto quel cibo, affermando di averne anche altro. Potete capire perché il povero Thorin si sentì più o meno come un grumo di sputo di troll contro un vetro.

Ma il cibo è cibo. E Thorin aveva nello stomaco una mezza radice bollita da qualcosa come due giorni.

Mentre Thorin rimuginava Kili e Fili avevano già iniziato a mangiare col candore tipico dei bambini, spazzolando via scones, meringhe, torte salate, marmellata, salumi e tacchini a una velocità a dir poco allarmante. Tutto questo accadeva sotto lo sguardo attento e vigile della padrona di casa, che riforniva i piatti dei due bambini ogni qualvolta questi iniziavano a vuotarsi.

Quindi ogni due minuti circa.

Thorin si sedette lentamente a tavola, osservano la hobbit che ripuliva una macchia di panna dalla guancia destra di Kili – Mangiate più piano- disse Billa sorridendo – il cibo non scappa. È tutto cotto a dovere.

Fili ridacchiò a bocca piena e Kili, beato cucciolo innocente, si mise a guardare il tacchino in maniera molto minacciosa, pronto a scattare alla sua rincorsa.

Thorin si servì, sempre molto lentamente, un piatto ben poco abbondante di tacchino e lo pungolò con una forchetta per qualche secondo – Voi non mangiate, signora hobbit?

Billa alzò lo sguardo verso di lui, il mestolo colmo di minestra a mezz’aria e Fili che attendeva con la scodella tra le mani – No, mastro nano. Questa cena è per voi. Io mangerò qualcosa dopo aver sparecchiato.

- Ha preparato tutto questo e non l’assaggia neanche?- domandò Thorin indicando la tavola con la forchetta – Si sieda e mangi con noi. I miei nipoti sono abbastanza grandi da servirsi da soli.

- Mastro nano- Billa versò attentamente la minestra nella ciotola – se c’è una cosa importante per noi hobbit, questa è l’ospitalità. Se mi sedessi ora potreste sentire le grida di dolore dei miei antenati fino alla prossima alba. Quindi- buttò senza troppi complimenti una coscia di tacchino nel piatto di Thorin – fate silenzio e mangiate.

Thorin fece esattamente quello che gli era stato detto.

 

 

 

Fili e Kili dormivano davanti al fuoco nella fumeria, i panciotti aperti e le facce soddisfatte. Thorin fumava vicino alla finestra della cucina. Billa sospirò e si accinse a lavare la catasta di piatti che si era formata sul tavolo.

Buttò la prima bracciata di piatti nel tino e iniziò a lavare senza troppa energia.

Dopo qualche minuto pesanti passi l’avvisarono dell’arrivo di Thorin che, per qualche magia, si materializzò al suo fianco in maniera relativamente poco minacciosa.

Lo guardò attentamente dall’angolo dell’occhio, osservando il nano (anche lui col panciotto slacciato) che apriva i polsini della camicia e ne arrotolava le maniche, scoprendo le braccia abbronzate.

Sospirò – Che cosa intendete fare, mastro nano?

- Aiutarvi a lavare i piatti, signora hobbit.

- Siete consapevole del fatto che non sia necessario?

- Certo. Ma credo sia giusto che voi sappiate che i nani non danno mai nulla per nulla e non prendono mai nulla per nulla.

- Con ciò intendete che…?

- Vi laverò i piatti. Possiamo considerarla una ricompensa per la cena, no? Oppure preferite qualcos’altro? Al momento attuale non ho molto, ma le posso assicurare che, se preferisce gemme o metalli, appena avrò ripreso il mio regno- Billa lo fermò con un cenno della mano.

- Oh, abbiate pietà della mia povera anima- sbuffò alzando gli occhi al cielo – la cena l’ho offerta per gentilezza, per educazione e per buon senso. Non c’è bisogno che mi ricompensiate. Gli hobbit raramente chiedono ricompensa per quello che fanno. Quindi smettetela di blaterare e riposatevi.

Thorin, a quelle parole, perse leggermente colore sul viso. Sembrava sinceramente dispiaciuto e sconvolto. Billa sospirò– ma, se ci tenete così tanto, potete aiutarmi a lavare i piatti.

- Aiutarvi a lavare i piatti.

- Magari potete anche asciugarli.

- Asciugare i piatti è una ricompensa sufficiente per voi?

- Lo sarà se asciugherete anche le posate.

 

 

A.Corner___

Ogni volta che aggiorno una fan fiction mi sento come un’elefantessa che guarda la sua progenie.

Ogni. Volta.

   
 
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