Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: MelaChan    16/12/2013    3 recensioni
-Sai cos’é che mi ha fatto star male di più, Sherlock? Il fatto di non poterti prendere a schiaffi- soffia con astio, stringendosi nella coperta. –Oltre al fatto di non sapere dove eri, con chi e quando saresti tornato.-
[Adlock] [Parentlock]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Irene Adler, Sherlock Holmes
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NOTE DELLO SPELACCHIOTTO

Buonasera a tutti/e!
Mentre aspettiamo la terza stagione che ora più che prima sembra non arrivare mai l’ispirazione non cala, anzi! Per questo nei piccoli ritagli di tempo che riesco a trovarmi tra la traduzione di A Study In Texting e un altro lavoretto che ho in mente ho voluto scrivere questa Adlock Parentlock. So cosa state pensando, verrete travolti da un mare di OOC, but who cares!
Innanzitutto voglio ringraziare tutti coloro che leggeranno questo robo (?) e un grazie speciale alla mia figliuola NCSP, che mi regala tante belle IronFrost e Stony da malati psichiatrici da leggere, e herion, a cui dedico questa shot anche se non mi parlerà per giorni data la mia ricaduta nell’Het.

Comunque, spero vi piacerà e se volete lasciatemi un commento, ne sarei davvero felice e grata :)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Posso venire a sedermi con te sul divano? SH

Solo se porti con te delle scuse e una tazza di the. IA

 

Sherlock solleva per un breve momento le labbra in un sorriso e si allunga sul letto a posare il telefono sul comodino, alzandosi e mettendosi la vestaglia sulle spalle. Esce dalla camera e si dirige in cucina, prendendo una tazza. Accende il bollitore e prepara la miscela di deteinato per la compagna. Si muove in punta di piedi fino allo stipite della porta per sbirciare nell’altra stanza, trovando la donna rannicchiata in posizione fetale sul divano, avvolta in una coperta. Sospira, mordicchiandosi il labbro inferiore, e torna  a finire di prepararle la bevanda in silenzio. Quindi la prende, assicurandosi che non sia bollente, e va nel soggiorno. Si siede sul sofà accanto ad Irene e si volta ad osservarla, è visibile solo la folta chioma scura ed un paio di occhi gonfi e tristi.

-Scusa, ti ho preparato il the- dice, sporgendole la tazza.

La donna emette un lungo sospiro e si tira faticosamente a sedere, la coperta che le scivola dalle spalle a rivelare il suo enorme pancione. Afferra il recipiente, evitando accuratamente il suo sguardo, e prende un sorso tirando su con il naso.

-Per cosa ti stai scusando? Per avermi preparato il the o cosa?- gli domanda in un sussurro, la voce arrochita dal pianto.

-Mi scuso per  essere uscito di casa senza averti prima avvertita- ammette lui, abbassando lo sguardo sul pavimento, colpevole. Irene annuisce e schiocca la lingua sul palato.

-Sai cos’è che mi ha fatto star male di più, Sherlock? Il fatto di non poterti prendere a schiaffi- soffia con astio, stringendosi nella coperta. –Oltre al fatto di non sapere dov’eri, con chi e quando saresti tornato.-

Il detective la ascolta e deglutisce, torturandosi le mani.

-Ero terrorizzata. Mi sono svegliata da sola, e questo posso ancora fartelo passare, ma quando non rispondevi alle chiamate o ai messaggi mi hai fatto uscire di testa. Non posso uscire a cercarti, on posso quasi alzarmi dal letto da sola, ero bloccata qui dentro impotente e inutile. Non posso nemmeno chiamare quell’ispettore di polizia o il dottor Watson perché non ho i loro numeri, cos’altro avrei potuto fare?- esplode l’altra, posando la tazza sul tavolino di fronte  a loro. Sherlock registra il movimento e si morde l’interno guancia, incapace di reggere il suo sguardo. Sgrana gli occhi quando sente due braccia stringersi intorno alla sua vita e un solletico al collo causato dai suoi capelli.

-Non farlo mai più. Mai- mormora contro la spalla dell’uomo, nascondendo il viso ed inspirando profondamente il suo odore.

-Mi dispiace- dice lui, allargando le braccia ed abbracciandola. Quindi le fa scorrere una mano lungo la schiena e le appoggia il mento sulla testa, dopo averle sistemato la coperta sulle spalle.

-Non sai come mi sono sentita, Sherlock, odio sentirmi impotente e non avere il controllo della situazione, specialmente ora- aggiunge a donna, cercando inutilmente di trattenere le lacrime. L’altro si allontana e le prende il volto tra le mani, asciugandole le lacrime con i pollici.

-Sono qui- dice semplicemente, ma con tono fermo, riuscendo a calmarla almeno in parte.

-Non so cosa farei senza di te. Thomas ha bisogno di un padre che sia presente e si prenda cura di lui, e io ho bisogno di un uomo da amare e che mi faccia sentire amata. Tu sei lui- continua, guardandolo fisso negli occhi e con la voce rotta dal pianto.

-Sono qui- ripete Sherlock, posando le labbra sulle sue e la mano destra sul suo pancione, ricevendo un calcetto vivace in risposta.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: MelaChan