Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: _Krzyz    17/12/2013    11 recensioni
[Interattiva]
Una storia di speranza, di 24 ragazzi che vanno incontro alla morte, di sangue, di amore, di luci colorate e di dolore.
La storia di un'edizione fantasma.
La storia dei 47esimi Hunger games.
I Tributi sono al completo!
Cercasi Mentori!
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Altri tributi, Caesar Flickerman, Presidente Snow
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

E la Falce Calò
-
IV Parte

 

- Distretto 10 -

I verdi pascoli del distretto 10 si srotolavano per kilometri, coperti da un sottile mantello nevoso. Il cielo grigio chiaro continuava a far cadere piccoli fiocchi gelati che si attaccavano ai tetti delle case, ai manti degli animali, al terreno freddo. La neve sciolta sulle strade sterrate aveva formato una poltiglia fangosa e appiccicosa, che impediva ai carri di passare. Nella piazza del distretto centinaia di giovani si ritrovavano schiacciati l’uno contro l’altro, avvolti in mantelli di pelo e giacche di lana, a proteggersi dal freddo. Dal palco, Justitia fissava la moltitudine di persone accalcate, scrutandoli silenziosa da dietro gli occhiali tondi dalla montatura in oro. Era da molto che quella capitolina estraeva i tributi del distretto 10, e ogni anno sembrava più vecchia e più scontrosa di quello precedente. Aveva i capelli lunghi e grigi, tranne per qualche ciocca bordeaux qua e la, raccolti in una complessa acconciatura che la faceva sembrare ancora più severa di quanto non fosse. Aveva un trucco insolitamente leggero per un’abitante di Capitol City, giusto un po’ di rossetto. Se ne stava avvolta in un mantello di pelliccia bianca leopardata, seduta su una sedia imbottita di velluto rosso. Che gente miserabile e priva di classe, quella del 10! Pastori e allevatori sporchi , sudici e ignoranti! Justitia mal sopportava quel posto, ma non c’era verso di schiodarla da li. Si alzò e con passo rigido si avvicinò al microfono. Con voce severa e composta cominciò:
-“Buongiorno, abitanti del decimo distretto. E’ per me un onore e un privilegio darvi il benvenuto alla Quarantasettesima Edizione degli Hunger Games.”-
Si avvicinò all’urna femminile, impettita e rigida. Lentamente vi infilò una mano e lesse il nome della sfortunata.
-“Signorina Valerie Elise Frieda Orwell, è pregata di raggiungermi velocemente.”-
No. No. No. Valerie era fuori di se. Lei non doveva essere estratta, lei non poteva essere estratta! Essendo la nipote del Sindaco , la diciassettenne non aveva mai preso tessere, non un singolo biglietto in più era stato messo nell’enorme boccia di vetro per lei. Eppure ora sarebbe dovuta andare a scannarsi in un’Arena per il divertimento degli stupidi capitolini! Maledizione, c’era una possibilità su un milione di venire estratte, perché proprio lei? Si avvicinò al palco a denti stretti, serrando i pugni a tal punto che le nocche sbiancarono. La neve si adagiava lentamente sui suoi soffici capelli color grano, lunghi e ben curati. Sul suo viso da bambola di porcellana si stagliavano due grandi occhi verde prato, contornati da ciglia lunghe. Un naso piccolo e due labbra rosee, velate da un filo di lucidalabbra, completavano il ritratto di quella che sembrava essere una bambolina in carne ed ossa. Salì i gradini che conducevano al palco battendo pesantemente i piedi e si affiancò alla capitolina.
Justitia inarcò un sopracciglio, vedendo lo sguardo torvo della giovane, ma non ci fece caso. Con passo cadenzato si preparò ad estrarre il ragazzo.
-“Signorino Barry Rogers, raggiunga la sua compagna di distretto immediatamente.”-
Valerie sgranò gli occhi. Era colpa di quello, era senz’altro colpa di quello se lei si trovava su quel palco ne era sicura! Barry salì sul palco, curvando le labbra carnose in un sorriso beffardo. I suoi occhi , sottili e a mandorla , profondi come pozzi, erano ora fissi sulla ragazza. Due sopracciglia folte li mettevano in ombra ed erano a loro volta celate dalla foltissima chioma di capelli scuri e mossi, che portava lunghi e ribelli. Un filo di barba percorreva il viso squadrato, ma non troppo. Dietro l’orecchio era visibile una sigaretta. Era molto alto e dal fisico asciutto.
-“Buongiorno, dolcezza!”- disse Barry rivolto a Valerie, ma la bionda rispose solamente trucidandolo con lo sguardo.
Quel maledetto bastardo! E pensare che lei una volta ci stava male per lui!
Perché quei due non erano estranei. C’è stato un tempo in cui quei due si amavano. A modo loro, battibeccando, litigando, avendo sempre qualcosa da ridire l’uno dell’altra, ma si amavano. Era una cosa strana, la loro storia, un giorno erano insieme, il giorno dopo non lo erano più.
Si erano conosciuti alla scuderia del fratello di Barry, Daniel, per il quale Valerie aveva preso una sbandata pazzesca.  Così si recò in quel posto per affittare un cavallo, con lo scopo di compiacere Daniel . Però, una volta giunta al maneggio, ad accoglierla non ci fu il suo sogno proibito , ma il fratello minore di quest’ultimo, Barry, che fumava immerso in una sacrosanta beatitudine, rischiando di dare fuoco a tutta la scuderia. Rimanendo delusa da ciò, affitta comunque un cavallo,  fingendosi un’esperta cavallerizza. Comincia a darsi delle arie e a pavoneggiarsi, facendo parzialmente girare le scatole al moro. Ma il caso, o la sfiga, volle che Valerie quel giorno cadesse da cavallo e piantasse il culo per terra tra le risate del ragazzo. La ragazza, seccata e piccata da quell’essere, si alzò e gli sputò in faccia quello che pensava, rispondendogli per le rime, per poi andarsene infuriata.
Da li una cosa tira l’altra e presto i due cominciarono a frequentarsi, senza smettere di puntigliarsi a vicenda, e dopo un po’ la cosa evolse in una storia d’amore un po’ strana, fatta di litigi, malizie, paroline dolciose nascoste e insulti che non stanno ne in cielo ne in terra, un tira e molla continuo. E tanto ma tanto porno.
Fino a quando , durante una festa paesana, Valerie scopre Barry imboscato in un fienile con una brunetta che non aveva mai visto. Da allora i due si odiano a vicenda, non sopportano l’uno la vista dell’altro e  si urlano in faccia appena si incontrano per strada. Siccome tutto ciò non bastava, ora arrivano anche gli Hunger Games a complicare le cose!
Il moro prese posto vicino alla capitolina. Si sfilò la sigaretta dall’orecchio sbuffando e pescando un accendino dalla tasca del suo giubbotto di pelle nera. Provò ad accenderlo un paio di volte, ma quel dannato coso non voleva saperne di funzionare. Si rivolse a Justitia chiedendole, con spavalderia:
-“ Scusami, signora Cosa, hai mica da accendere?”-
La capitolina lo fulminò e rispose severamente:
-“Non rivolgerti a me con quel tono, signorino. E in ogni caso no, non ho nulla.”-
-“Ok, sorella, ma stai calma, eh!”-
Justitia alzò gli occhi al cielo, trascinando via i due tributi, che avevano cominciato ad insultarsi sottovoce, e lasciò il distretto 10 in un limbo silente, coperto da un filo di neve , che scendeva fredda e bianca come la morte.

- Distretto 11

C’era paura, negli occhi dei ragazzi del distretto 11. Se ne stavano spalla a spalla nella piazza davanti al Palazzo di Giustizia, troppo piccola per contenere tutte quelle giovani anime spaventate. Un sole caldo brillava in un cielo senza nuvole, mentre in sottofondo si udivano gli schiamazzi e i rumori della gente che non poteva smettere di lavorare neanche un minuto, se ci teneva alla pelle. Sterminati frutteti si alternavano a campi e si srotolavano a vista d’occhio.
Jules era elettrizzato. Era un famoso teatrante di Capitol City, offertosi come accompagnatore per girare fra i distretti e percepire quel senso di folle dramma che tanto amava. Le sue gambe tremavano e non riusciva a fare a meno di continuare a toccarsi la chioma color canarino. L’emozione , la tensione….si avvicinò esaltato al microfono!
-“Bonjour, distretto 11, e benvenuti a questi meravigliosi 47esimi Hunger Games? Cosa vi aspetterà? Paura, sofferenza, amori, gloria? Chi può dirlo! Bien, e ora la nostra fortunata estratta è…”
Le ragazzine allineate trattennero il fiato, sperando con tutto il loro cuore di non essere estratte.
“… Mademoiselle Iris Phoenix! Sublime!”-
La quindicenne sgranò gli occhi verdi, mettendo in evidenza la corona dorata che le circondava le pupille.
Era probabile che venisse estratta, lo sapeva. Sapeva che però vincendo avrebbe guadagnato molti soldi. E molti soldi significavano salvare sua zia dalla morte, dato che era malata di malaria. Sua zia, tutta la famiglia che aveva. Suo padre era morto schiacciato da un ramo quando lei era piccola, e sua sorella era andata a sostituirlo al lavoro. Purtroppo aveva preso le tessere e venne estratta per gli Hunger Games. Inutile dire che se sei una dodicenne proveniente da un distretto remoto la fortuna non è esattamente a tuo favore. La ragazzina infatti morì quasi subito. La madre di Iris, depressa per la morte della figlia maggiore, si lasciò andare e pochi mesi dopo se ne andò anche lei. Rimasta sola, la ragazzina andò a vivere con la zia. E poi, l’ennesima tragedia: sua zia si ammalò di malaria, a causa delle pessime condizioni igieniche che c’erano al distretto.
Iris cercava sempre di fare ciò che poteva per aiutare sua zia, lavorando nei frutteti e vendendo erbe medicinali di contrabbando per guadagnare qualche spicciolo in più, ma le molte tessere non giocavano a suo favore.
In pochi secondi il suo sguardo tornò impassibile e la quindicenne prese posto di fianco a Jules. I suoi capelli erano castani , portati in una coda di cavallo. Per la Mietitura aveva usato il succo di alcune bacche particolari per tingersi una ciocca di capelli di colore blu elettrico. Indossava una camicia azzurro scuro, di sua zia, aperta su una canottiera verde, dei pantaloncini blu e dei sandali di cuoio.
-“Ma che belle fille che abbiamo qua! Vuoi dire qualcosa, mon chéri ?”-
Iris scosse la testa.
La tensione, la freddezza dello sguardo di quella ragazzina, tutto così Poetico!
-“Non importa, mademoiselle! E ora…il nostro coraggioso ragazzo! Signore e signore…Monsieur Quintus Maddox!”-
Un ragazzo , assopito nella fila dei diciassettenni, si svegliò di soprassalto trovandosi un centinaio di occhi piantati addosso.
-“Monsieur Quintus Maddox?”-
-“Chi?Maddox”- rispose il ragazzo.
-“Oui, ho detto Maddox!”-
-“Quale?”-
-“Come quale?! Mon dieu, Quintus Maddox!”-
-“Sicuri che sia proprio Quintus? Ce stanno tanti altri Maddox! C’è Zwei , Tris , Fourth… Primus no, poraccio, è schiattato in un’edizione precedente!”-
 -“Ho detto Quintus Maddox, Sacre Bleu!”-
-“Ma chi è Quintus Maddox, sicuri che esista?”-
La folla cominciò a sbellicarsi dalle risate.
-“BASTA! Pacificatori, trascinate qui quel Quintus Maddox, ORA! Mon dieu, che esasperazione!”- urlò Jules.
Il ragazzone venne trascinato da due pacificatori sul palco. I suoi capelli erano color arancione acceso , pettinati a casaccio, difficili da non notare in un mare di pelli olivastre e chiome scure. Gli occhi di Quintus erano di un verde bellissimo, grandi e allungati. Il suo viso , ovale e scarno, dagli zigomi sporgenti, è tempestato di lentiggini, così come le spalle. Il suo naso era curvato verso il basso e aveva le labbra fini. Alto all’incirca un metro e ottanta, possedeva un fisico magro, dai muscoli ben delineati ma non eccessivi. Aveva due piercing ad orecchio e la pelle era inchiostrata di vari colori per via dei  moltissimi tatuaggi. Quello che si notava di più in assoluto era la scritta , fine e per nulla volgare, che recitava profeticamente “SUCK MY DICK”, impressa sulle nocche delle mani.
-“ Oh, finalmente! Vuoi dire qualcosa, Monsieur Maddox?”
-“Lasciamo stare le parole! Volete vedere qualcosa di veramente grosso?”- disse , sarcastico, mentre si slacciava la cintura.
Jules, offeso, lo colpì in testa con l’asta del microfono, facendolo svenire. Cercando di recuperare un minimo di dignità esclamò:
-“ Felici Hunger Games! E possa la fortuna essere toujours a vostro favore!”-

- Distretto 12

Polvere. Polvere nera. Polvere di carbone, che veniva trascinata da un vento tagliente  nelle strade deserte del distretto 12. Lacrime che scendevano lungo i visi di centinaia di madri, padri, bambini, ragazzi. Perché nel 12 un’estrazione alla Mietitura equivaleva a una condanna a morte, a un biglietto di sola andata per il macello. I ragazzini stavano in file composte sotto un cielo grigio. Ma non una goccia d’acqua scendeva a lavare via la paura, e le uniche cose che quel giorno si muovevano erano le chiome degli alberi e i capelli delle persone. E la polvere di carbone, mossa dal vento.
-“Benvenuto, popolo, a questa meravigliosa Mietitura! Che gran giorno, eh?”-
A parlare era stata Marthia, storica accompagnatrice del distretto delle miniere, quest’anno avvolta in un accecante abitino rosa fluo e con una altrettanto accecante parrucca fucsia sulla testa. Era una donna vivace e insopportabilmente positiva, e la maggior parte delle persone pensava che non avesse un minimo di cervello. E probabilmente era così.
-“Sono giunta, come sempre, da Capitol City per estrarre e guidare due giovani verso la gloria! E dunque , senza indugiare oltre, è per me un onore comunicarvi che la ragazza fortunata è…”
Pausa. Una pausa interminabile e silenziosa, l’unico rumore era la moltitudine di cuori impazziti, per paura o per amore, delle ragazze.
-“…Annalisa Vinkler!”-
Una ragazza si staccò dalla fila delle sedicenni e salì velocemente sul palco, venendo accolta da Marthia. Di statura media, la giovane aveva lunghi capelli neri ricciuti , dalle punte colorate di blu, probabilmente con una qualche erba o polvere di pietre speciali, e occhi grigi, grandi. Era magra, ma per nulla gracile, e tonica. La sua pelle era olivastra, “da Giacimento”, come dicevano gli abitanti nel distretto.
Tutti al distretto sapevano della sua famiglia. Erronamente, i coniugi Vinkler vennero accusati di complottare contro Capitol City, e vennero trascinati via dai Pacificatori quando Annalisa aveva solo 9 anni. Sua madre , prima di venire portata via per sempre, le disse : -“Nali, piccola mia, tu devi essere forte. Vivi, resisti, lotta con tutte le tue forze e non lasciarti mai andare!”-
E Annalisa aveva resistito, vivendo sola, cacciando qualche piccolo animale per nutrirsi.
Marthia le si avvicinò.
-“Ma che ragazza meravigliosa! Che vuoi dire al tuo distretto, mia cara?”-
-“Che tornerò! Tornerò per mia madre!”-
-“Così mi piaci! E ora il ragazzo è… Raphael Dustfleet!”-
Un dodicenne si avvicinò al palco tremando come una foglia, incontrollatamente. I suoi capelli rosso fuoco lo facevano sembrare ancora più bianco di quanto non fosse. Gli occhi erano sbarrati e vuoti. Marthia gli strinse la mano, ma lui subito si accasciò a terra.
-“Mio dio! Qualcuno lo aiuti! Aiuto!”-
Ma non c’era nulla da fare, Raphael era deceduto per un attacco di cuore. Una lacrimuccia scese lungo la guancia dell’accompagnatrice, che estrasse un fazzoletto da una tasca e disse con voce spezzata.
-“Che cosa orribile, la morte di un ragazzino così piccolo…ma lo show deve andare avanti! Il nuovo tributo dunque è…Charlie Stevenson! Forza, caro!”-
‘Boom’.
Questo era il soprannome di Charlie, ‘Boom’.
‘Boom’ aveva fatto il ragazzino dai capelli rossi mentre si accasciava sul pavimento di assi del palco, morto.
‘Boom’ aveva fatto l’esplosione che aveva strappato la vita a suo padre e a suo nonno.
‘Boom’ faceva l’hovercraft che aveva portato via sua madre,perché venne beccata nei boschi a cacciare.
‘Boom’ piangeva sua sorella Leslie, di tredici anni, mentre scoppiava in un pianto disperato.
‘Boom’ urlava sua nonna, l’unica parente che gli era rimasta oltre a Leslie.
E ‘Boom’ aveva risuonato la voce della capitolina che gli intimava di salire sul palco.
Il quindicenne si trascinava, affiancandosi alla vivacissima accompagnatrice. Era alto, fisico asciutto ma non denutrito. Aveva una zazzera corta di capelli scuri e la classica pelle da Giacimento. Ma i suoi occhi…i suoi occhi erano azzurri, con qualche pagliuzza gialla, ereditata da sua nonna che era originaria del Centro. L’unica fortuna che aveva avuto era quella di avere una nonna che possedeva un negozio di biancheria, e quindi di non aver mai sofferto la fame.
Ma era una fortuna misera, considerando le mille sventure che lo avevano colpito.
-“Splendido!”- sentenziò Marthia. –“Vuoi dire qualcosa caro?”-
-“…Leslie, ti prometto che tornerò…Boom…”-
I due tributi si strinsero la mano.
-“Felici Hunger Games! Spero possiate entrambi tornare vincitori!”-
Tornarono vincitori, due del 12. Ma quella è un’altra storia. E ora nel 12 rimanevano solo sollievo per chi non era stato estratto, disperazione per i familiari e un cielo plumbeo. E Polvere.

E la Falce Calò, un'ultima volta.

-------------------------------
IL KACTUS DI KRZYZ

E finalmente abbiamo finito le Mietiture! Ricapitolando, i tributi e i rispettivi proprietari sono:


D1 - Luxury Spark (emily_me) ; Bitt Lee Jeuse (Tinkerbell92)
D2 -  Maysilee Leanna Mathilda Bianca Swan (_cashmere); Zachary Twins (Fyamma)
D3 - Evelyn Wring (Bolide Everdeen) ; Kyte Densmith (Claireroxy)
D4 - Cornelia Watson (Lola_Black) ; Christopher Cross (Fred_Deeks_Ben)
D5 - Eileen Stilte (musike) ; Jasper Lossman (Mr. Apricot)
D6 - Maryse Steel (darkangel98) ; Matthew Phelps (_Magika)
 D7 - Holly Zirkon (maple) ; Carlos Django Velasquez (Lady Luna Rose)
D8 - Seta Velour (kirlia) ; Osher Bonnar (_mik_)
D9 - Amethyst Rowe (PervincaViola) ; Aleksei Devon Spencer (Iamthedandelion)
D10 - Valerie Elise Frieda Orwell (Ivola) ; Barry Rogers (pandamito)
D11 - Iris Phoenix (Blackswan Hawthorne) ; Quintus Maddox (wackymacky)
D12 - Annalisa Vinkler (Annalisa_Nali) ; Charlie Stevenson (_12)

Teneteli bene a mente perchè dal prossimo capitolo iniziano le sponsorizzazioni!
Proprio così :D le modalità le spiegherò più avanti!

Inoltre do ufficialmente il via al concorso"Crea un mentore"! Esatto, siccome non so che pesci pigliare coi mentori potete crearne uno voi, a patto che inviate la scheda entro una settimana (altrimenti li faccio io)  :)
Potrenno crearla sia chi non ha tributi sia chi ne ha (però se ne avete non potete creare i mentori dello stesso distretto del vostro tributo!). Alcuni saranno già fatti.
La scheda è :

Nome:
Cognome:
Edizione vinta:
Distretto:
Aspetto fisico (per favore, siate realistici D:) :
Tattica:
Atteggiamento verso i tributi:

I mentori disponibili ancora sono:
D1- /
D2 - / e M
D3 - F e M
D4 - Mags - /
D5 - solo M (la femmina è occupata perchè sennò la storia non si sviluppa!)
D6 - /
D7 - /
D8 - / - Woof
D9 - / e M
D10 - / e M
D11 - Seeder - M
D12 - /

Questo NON è al fine di ricevere più recensioni, se volete creare un mentore mi mandate la scheda per MESSAGGIO PRIVATO!

Oh, nel prossimo capitolo ci sarà la sfilata, dunque se volete un abito particolare non esitate a contattarmi!
Grazie mille per le recensioni, le preferite, le ricordate e le seguite! Grazie davvero!
Alla prossima!
Un abbraccio e Saluti dal Kactus! :D
_Krzyz

 
  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: _Krzyz