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Autore: letmepurr    17/12/2013    1 recensioni
Louis guardava l’orizzonte aspettando. Sapeva che prima o poi sarebbe arrivato, veniva fin troppo spesso in quegli ultimi giorni. Era a conoscenza anche del fatto che lo faceva per non far sbiadire i ricordi che aveva di loro.
Sorrise lievemente; aveva amato Harry rasentando la follia, aveva cognizione di aver trovato un’anima alla sua affine, lusso che non tutti si potevano permettere. [...]
E Harry a pochi passi da lui alzò lo sguardo verso il cielo che lo sovrastava: sentì sulla pelle il sorriso di Louis dolce come una coperta in un freddo mattino d’inverno.
Harry rimase fermo lì, non percependo il suo amato di fianco a lui, ma sentendolo comunque più vicino come da troppo tempo non succedeva. [...]
Addio, un sussurro.
E Louis se ne andò.
Genere: Drammatico, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dear Darling...
                                                                                                                                                                                   by let me purr
 







 


 
 


 
«…La verità è che mi manchi, nonostante io cerchi di andar avanti; ma la tua assenza e il vuoto che ho nel cuore è ciò che fa più male. »
 
A te,
amore mio infinito, mia ragione d’essere, mio pensiero continuo; stella che m’illumina e m’indica la via, angelo senz’ali sceso dal cielo solo per me, creatura intoccabile che Dio mi ha concesso anche se per troppo poco tempo.
Scusami, se la mia mano sta tremando sbavando l’inchiostro, ma non riesco a fermarla, e per favore, per favore, fermati un attimo a leggere questo scritto.
So che è speranza vana ma ciò non m’impedisce di continuare, quindi presta attenzione.
Mi ricordo ancora il primo giorno in cui ci incontrammo, ero giovane all’epoca, molto più d’adesso, ma questo non cambia le emozioni che mi suscitasti.
Non ho dimenticato quando i nostri occhi s’incrociarono per la prima volta, e venni sommerso dall’azzurro; pensai veramente che gli angeli mi avessero donato qualcuno che mi avrebbe salvato dall’Inferno, e probabilmente fu proprio così.
Il tuo sguardo tempesta mi tormentò per i giorni a seguire e, soltanto in seguito, compresi che tutto quell’azzurro in eccesso era indice di quanto disperatamente ti volessi vicino.
Mi ci volle un altro incontro con te per capire fino in fondo, e fu delirante alla stregua dell’insano.
Ma quel giorno, oh, è tuttora fresco di stampa nella mia memoria, tale fu il dolore di assimilare che tu non fossi mio.
Fu un male subdolo e sordo che ben presto intaccò anche il mio cuore.
Eri in un campo, circondato da rose, una magnifica visione; a rompere quel quadro perfetto fu lei, elegante e splendida nel suo abito foresta.
Lei, a cui era permesso prenderti per mano e ridere e scherzare con te, amor mio.
Me ne andai correndo sentendo il dolore sciogliersi in lacrime, mentre qualcosa d’indefinito si diffuse per il mio corpo, asservito già a quell’amore, mangiandomi dall’interno come il più viscido dei demoni.
Quell’amore che mi rese schiavo, ma felice, fin troppo, tant’è che sapevo già che non sarebbe durato; ero deciso però a godermi fino all’ultimo dei suoi attimi.
Iniziò così la nostra storia in un soleggiato mattino d’Aprile, quando la Primavera fiorì e destò la terra dal suo lungo sonno uggioso, e come un fiore anche il nostro amore sbocciò e destò in me una parte recondita e latente.
Quel mattino correvo, assaporando il profumo della rinascita, e intento a gustarlo in ogni sua minima parte, non mi accorsi di te.
Inutile scriverti come ti feci cadere, scontrandomi con te.
Comico ad uno sguardo esterno, mortificante per me che già ti conoscevo e, oserei dire, infinitamente doloroso per te, avvertimento forse di come anche l’amore che sarebbe nato poi, potesse essere distruttivo.
Tu borbottavi insulti a mezza voce - tant’è che non potei arrestare un sorriso genuino – verso il maleducato che ti aveva spinto a terra con assoluta malagrazia, e rimanesti sorpreso, quando proprio la mano di quell’impertinente entrò nel tuo campo visivo offrendosi di aiutarti.
Alzasti lo sguardo e ancora una volta fui scosso da quella tempesta a stento trattenuta nei tuoi occhi; non potei nuovamente impedire al mio cuore di correr al di fuori del mio corpo per innalzarsi verso il cielo, superar le nubi e ringraziar la schiera d’angeli per il gentil consenso di conoscerti.
Afferrasti allora la mia mano, e in quel momento, te lo giuro, quando entrammo in contatto, sentì una scossa scendermi lungo la schiena come se ci riconoscessimo, anime predestinate ad un affetto simile ad una rosa: splendida bellezza che, se non si sta attenti, può farti sanguinare.
Sentì i nostri cuori collidere come due mondi, Venere e Marte, provocando in te un terremoto profondo che sgretolò le tue convinzioni.
In quel momento sorridesti e potei sentir il mondo fermarsi per un istante a guardarti.
Son passati mesi or sono da quel giorno, mesi da quando ti fu diagnosticato il male che ti strappò inclemente dalle mie braccia, ma solo pochi giorni da quando te ne sei andato.
Scrivo per ricordarmi di te, che mi hai fatto provar sentimenti contrastanti, il cui ricordo sta andando svanendo; ma soprattutto per richiedere un’ultima grazia: sono consapevole che gli angeli difficilmente tornano mai sulla Terra, ma come ultima richiesta, un ultimo addio concedetemelo.
Non posso, non voglio, vivere senza lui; non voglio dimenticarlo, è impossibile da dimenticare.
Brucerò questa lettera e ne disperderò le ceneri nel vento sperando che esse giungano fino a te.
Non mi sono pentito di averti amato, ma pensar che tu m’abbia o potessi anche ricambiarmi, quella sì, che sembrò all’inizio una gigantesca barzelletta, un folle desiderio che al contrario delle aspettative si tramutò in realtà.
Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile al mio sogno di divenire realtà. Quindi grazie. Grazie.
E non per ultimo a te, unico al mondo, con il quale il nostro amore fu annoverato tra quelli che posson ridurre il mondo in cenere o innalzarlo alla gloria.
Per sempre tuo,
Harry

 
Una brezza leggera accarezzava la baia, facendo ondeggiare i capelli di un giovane ragazzo seduto scalzo con i jeans arrotolati sulle caviglie sul promontorio del faro.
Era il tramonto e mai esistette un panorama migliore.
Louis guardava l’orizzonte aspettando. Sapeva che prima o poi sarebbe arrivato, veniva fin troppo spesso in quegli ultimi giorni. Era a conoscenza anche del fatto che lo faceva per non far sbiadire i ricordi che aveva di loro.
Sorrise lievemente; aveva amato Harry rasentando la follia, aveva cognizione di aver trovato un’anima alla sua affine, lusso che non tutti si potevano permettere.
Strinse i pugni, pentito della malattia che gli aveva lasciato così poco tempo e che aveva stroncato sul nascere la loro storia.
Rilassò le dita e si passò le mani sui capelli sentendo della cenere fra di essi.
Tese una mano per afferrarne quanti più ne poteva … e allora sorrise.
E quando capì, sorrise di pura gioia come mai aveva fatto.
E Harry a pochi passi da lui alzò lo sguardo verso il cielo che lo sovrastava: sentì sulla pelle il sorriso di Louis dolce come una coperta in un freddo mattino d’inverno.
Harry rimase fermo lì, non percependo il suo amato di fianco a lui, ma sentendolo comunque più vicino come da troppo tempo non succedeva.
Seppe allora che le sue parole l’avevano raggiunto e lasciò che le lacrime solcassero le sue guance, testimoni della sua felicità.
Addio, un sussurro.
E Louis se ne andò.

 
Dear Darlin’, please excuse my writing.
I can’t stop my hands from shaking cos I’m cold and alone tonight.
I miss you and nothing hurts like no you.
And no one understands what we went through.
It was short. It was sweet. We tried. […]

So if my words break through the wall to meet you at your door, all I could
Say is:
“Boy, I mean them all.”

 
Caro Tesoro, scusa per favore la mia scrittura.
Non posso fermare le mie mani dal tremore perché sono freddo e solo stanotte.
Mi manchi e niente fa male come la tua assenza.
E nessuno capisce che ci abbiamo provato.
Era breve. Era dolce. Ci porvammo […]
Quindi se le mie parole attraversano il muro per incontrarti alla tua porta, tutto
Quello che potrei dire è:
“Ragazzo, ci credevo davvero.”

-Dear Darlin’, Olly Murs
(http://www.youtube.com/watch?v=oQ3sIs-LACU)
 
 
“…And if my words break through the wall; All I could say is ‘Girl, I mean them all’.”
 
Amo questa canzoneeeee! Scusate, ma è tutto il giorno che è in replay, mi è entrata in testa senza che ne potrà mai più uscire. Post metto che è una OS molto antiquata e ottocentesca etc.
Non a tutti piace il genere ma nonostante ciò spero che l’abbiate apprezzata!
Grazie per averla anche solo letta; ora m’interesserebbe un vostro piiiiccolo parere ma piccino picciò proprio eh! :*
Grazie a chi lo farà (e ne avrà la voglia lmao).
Ora, i ringraziamenti alle mie colonne portanti che hanno permesso la pubblicazione di questa storia: a OneD_LM, a Silvia Vismara, a Andreea Drew Rosu, a lunatic1D, e alla mia Larry Shipper preferita nonché mia amica Alessia Castelli (sorrami ma non mi ricordo il tuo nome su EFP T.T).
Un gigantesco abbraccio e un “Massive thank you” a loro.
Un applauso! :*
@let me purr on twitter
  
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