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Autore: yoko_kage13    15/05/2008    4 recensioni
E' triste essere soli, ma è più triste sentirsi soli. Avrei dovuto fare quella stupida festa per allontanare questo peso allo stomaco...ma...non ho potuto, non ce l'ho fatta. Continuo imperterrita a mostrare il mio falso sorriso.ONESHOT PER I MIEI 18 ANNI!!!
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oneshot scritta di getto per il mio compleanno 15/05/08.

Per i miei 18 anni.

È la prima fic non yaoi che scrivo, realizzata con il pers. femminile che preferisco di Naruto!

                                       

 

 

 

 

 

 

QUELLA STUPIDA FESTA

 

 

 

 

 

“Il cuore mi fa così male che mi piegherei su me stessa come un serpente che si avvolge nelle sue spire.

Ma so che non avrò il coraggio di smettere di sorridere.

Mi sembra ancora di sentirli con i loro ‘Tanti auguri, Hinata’, ma guardandoli in faccia si capiva che non pensavano nemmeno quelle parole.

È passato ancora tempo. Diciotto anni io non me li sento.

Mi hanno fatto tante proposte, volevano organizzare una festa, grande, bella, ma quando io ho rifiutato mi hanno consigliato qualcosa per pochi intimi.

È stato allora che l’ho sentito, più forte che mai…quel peso allo stomaco che non vuole andare via, che si rafforza se penso a Neji, che mi rattrista se penso a Naruto, che mi schiaccia se penso a Sasuke, che mi soffoca…

A dir la verità nemmeno io so spiegarlo, ma potrei risolvere tutto dicendo che non segnifica niente, che è semplicemente l’abitudine che ho di nascondermi, che una festa in mio onore mi renderebbe troppo visibile.

Invece nessuno deve toccare questo mio dolore.

Per quanto sia sciocco, per quanto sia futile…non voglio.

Dicono che il dolore fa sentire vivi…che grande stupidata. In realtà è solo un altro modo per farmi del male.

Non voglio essere consolata.”

 

 

 

 

-Hinata-chan! Auguri!

Mi giro lentamente, sorridendo.

-Grazie, Kiba-kun.

Akamaru mi salta in braccio, leccandomi la faccia…ed io non posso fare a meno di ridacchiare.

Ora Kiba mi sembra più tranquillo rispetto a pochi secondi fa.

Ha sciolto i muscoli, mi guarda con dolcezza…

Arrossisco, non riesco ad impedirmelo.

-Cosa c’è?

-N-niente.

Lui mi si avvicina, scostandomi gentilmente la frangia dalla fronte, abbassandosi per posarvi un piccolo bacio.

-Ero preoccupato- mi confessa con una smorfia- ti ho vista giù di morale.

Io mi scosto.

-Figurati.

E, voltandomi, riprendo a camminare.

È strano come desideri un suo abbraccio, adesso che non l’ ho vicino a me.

 

 “Ho bisogno di un calore gentile…non mi và di rimanere sola.

Pensavo fosse il contrario…ma la solitudine fa paura.

Ora mi pento di non aver organizzato quella stupida festa perché posso solo immaginare tutte le emozioni che avrei veramente provato.

E ora?

Che ricordo resterà di questo giorno?

…uno come tanti altri…

Maledizione a me! Perché sono stata così stupida!”

 

 

Così Naruto mi trova.

Sono raggomitolata dietro un angolo…forse piango.

Non ne sono sicura perché ha preso a piovere e non capisco se quelle che scendono sulle mie gote siano lacrime o gocce.

Eppure cessano quando sento una mano premuta gentilmente sulla mia spalla.

Mi giro e i miei occhi incrociano quelli azzurro cielo di Naruto.

Lui mi sorride gentilmente attirandomi in un caldo abbraccio ed io mi stringo a lui.

Per un attimo mi vergogno.

Mi sto dimostrando debole davanti al mio idolo…che figura ci faccio?

Ma no, non ha importanza.

Lui mi guarda con una tale dolcezza…sono sicura che manterrà questo piccolo segreto.

Non mi chiede niente, semplicemente mi fa alzare e cominciamo a correre, bagnandoci sempre di più.

Io non penso a niente, se non al fatto che lui tenga gentilmente la mia mano.

In questo momento, giuro, Naruto è come un’ancora di salvezza.

È forte, fermo, solido…sono certa che non scomparirà come tutti gli altri.

Dov’è Neji, dove Shika, dove Sakura, dove Shino…dove sono tutti?

Non dovrebbero essere qui…con me?

Finalmente ci fermiamo.

Siamo entrambi leggermente affannati e fradici, ma la cosa non mi dà fastidio.

È strano quanto il calore di un amico riesca a sollevarti il morale ed è strano quanto prima la solitudine mi desse un vago senso di libertà.

Rispondo al suo sorriso felicemente, senza falsità…non ce n’è bisogno.

Ora sto bene.

Non potrei stare meglio…o almeno così credo, perché, quando Naruto apre la porta, il mio sorriso si spegne lasciando posto alle lacrime.

Una serie di “Auguri, Hinata” mi inondano e, ancora una volta, capisco di non essere mai stata sola.

 

“Grazie della sorpresa.”

 

                                                                                                                                   Hinata Hyuga

 

 

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