Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Kengha    24/12/2013    11 recensioni
"Anna!" La voce della sorella la riportò coi piedi per terra e senza che se ne accorgesse si ritrovò di nuovo a soffocare i singhiozzi tra le sue braccia.
"E’ tutto a posto. Ci sono io". La rassicurò Elsa, accarezzandole lentamente la schiena. "E’ tutto a posto". Ripeté.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: Appena uscita dalla sala del cinema ho cominciato a farmi domande su come si sarebbe evoluto e ricostruito il rapporto tra Anna ed Elsa ora che non c'erano più segreti tra di loro. Ho cominciato ad immaginare vari momenti e questo è ciò che uscito quando ho deciso di mettere per iscritto una delle idee. Spero che vi piaccia! :)

Winter's Nightmare
 
C’erano ghiaccio e neve nel fiordo, una lastra sottile aveva gelato la baita e i commerci erano fermi da giorni, ormai. Eppure era strano pensare quanto una cosa apparentemente così fragile potesse essere in realtà tanto problematica. Perché nonostante la trasparenza era difficile rompere il ghiaccio.
Gli abitanti di Arendelle lo sapevano bene e avevano imparato a proprie spese che non era bene sottovalutare la forza dell’inverno. O il potere della loro regina.
Nella baita, Anna saltava senza timore da una piccola rupe di ghiaccio all’altra, dando il giusto tempo alla sorella di farne crescere di nuove sotto i suoi piedi. Era stata Elsa a proporre questo strano gioco, era parsa così entusiasta all’idea di dover fare una cosa così semplice che all’inizio Anna era rimasta un po’ perplessa, nonostante alla fine non avesse avuto il cuore di dirle rifiutare.
<< Però, è divertente! >> Esclamò ridendo di gusto, mentre continuava a saltare da una lastra all’altra, sempre più in alto.
<< L’avevo detto che ti sarebbe piaciuto! >> Rispose la regina con un sorriso, senza smettere di prevedere con sguardo attento ogni nuovo passo della sorellina.
Anna continuava a salire, procedeva sicura e spedita, era così in alto che a tratti le era sembrato di poter sfiorare le nuvole.
<< Anna!>> Il richiamo della sorella, questa volta, fu molto più simile ad un grido e la rossa ebbe appena il tempo di voltare la testa per poter vedere un gruppo di guardie attaccare senza timore la regina.
La ragazza non riuscì a risponderle, il grido le morì in gola quando si rese conto di aver preso a precipitare nel vuoto.
La platinata respinse aggressivamente un paio di uomini e allungò un braccio in direzione della sorella minore, nel tentativo di creare uno scivolo di ghiaccio esattamente sotto di lei. Anna capì, però, immediatamente che non avrebbe fatto in tempo, gli uomini le avevano nuovamente bloccato i polsi e la costruzione era ancora incompleta quando la principessa vi si schiantò sopra. L’impatto fu molto più violento di quanto sarebbe dovuto essere ed Anna continuò a cadere anche dopo essersi scontrata col ghiaccio.
Era così confusa che quasi non se ne accorse subito: non stava cadendo. Stava affondando.
Aveva rotto la lastra che ricopriva la baita e ora affondava negli abissi marini. Nonostante la vista appannata per via dell’acqua salata distinse il volto della sorella dalla superficie.
Poi accadde tutto in un istante, Elsa immerse un braccio in acqua per tentare di afferrarla e non appena le sue dita furono immerse, il mare iniziò a trasformarsi in un blocco di ghiaccio. Le guardie tornarono a prendere la regina e, nell’esatto momento in cui la portarono via, Anna esalò il suo ultimo respiro.
<< Elsa! >> La principessa si svegliò improvvisamente, sudata, col respiro affannato e il cuore che a momenti le sfondava la cassa toracica. Si guardò attorno molto velocemente e, senza attendere oltre, saltò giù dal letto a baldacchino e corse più veloce che poté fuori dalla sua camera. Doveva trovare Elsa, era in pericolo, se le guardie l’avevano presa probabilmente era nelle prigioni.
Correva senza sosta per i corridoi deserti e bui del castello, la vista annebbiata dalle lacrime che continuavano ad uscire e i piedi scalzi dolenti a causa del ripetuto contatto col pavimento freddo.
“Devo salvarla”. Continuava a ripetersi, una frase che da quando si era svegliata era diventata una sorta di mantra. Era così assalita dalla paura e così in balia delle sue emozioni che a malapena si accorse di essere andata a sbattere contro qualcuno. Non sbatté forte, ma perse ugualmente l’equilibrio.
Mai come in quel momento, Anna fu felice di notare il ghiaccio della sorella a sostenerla.
<< Tutto bene? >> Le chiese la regina, guardandola preoccupata.
<< Oh, Elsa! >> Riuscì a biascicare la principessa tra le lacrime, mentre si fiondava ad abbracciare la sorella maggiore.
<< Ehi, piano o mi farai bruciare tutto >>. Ridacchiò la platinata, alludendo alla candela che teneva in mano e che per poco non aveva fatto cadere sul tappeto a causa dell’eccessiva euforia della sorellina.
<< Ero così preoccupata >>. Biascicò Anna senza smettere neppure per un istante di singhiozzare.
<< Anche io, ti ho sentita urlare >>. Rispose flebilmente Elsa, allontanandosi appena per poter prendere tra le mani il volto della rossa. << Mi chiamavi con una voce terrorizzata. Temevo ti stesse accadendo qualcosa di brutto >>.  Aggiunse con voce tremante, mentre un’ombra le attraversava il viso pallido.
<< N-non volevo spaventarti… è solo che… era tutto così reale >>. Balbettò la più piccola, con le lacrime che ancora le solcavano il volto.
<< Stai tremando >>. Constatò con evidente preoccupazione la regina.
<< I-io… >>.
<< Vieni, andiamo a metterci vicino al fuoco >>. Le propose, accingendosi a portarla via dal corridoio freddo. Con velocità e decisione, la più grande accese il camino della sala tè del castello, dopodiché vi avvicinò più che poté il divano. Una volta sicura che il fuoco fosse abbastanza vivo, si riavvicinò ad Anna e con delicatezza disarmante la condusse attraverso la stanza e la fece distendere sui cuscini, le mise addosso una coperta e dopo avergliela rimboccata per bene indietreggiò di qualche metro per potersi accomodare su una sedia poco distante, nella penombra.
<< No, siedi qui, per favore >>. La supplicò Anna, con gli occhi ancora lucidi.
<< Non credo sia il caso, non smetteresti mai di tremare con me vicina >>. Sorrise l’altra.
<< Non smetterò mai di tremare con te lontana. Ti voglio accanto a me, Elsa >>.
La maggiore parve indugiare appena sulle sue parole, per poi finalmente convincersi e alzarsi in piedi, camminando a passo lento verso la sorellina. Si accomodò dolcemente al suo fianco e, senza esitazioni, Anna posò la testa sulle sue gambe, alla ricerca di maggiore contatto.
Ne avevano avuti così pochi durante quegli anni che oramai ogni occasione veniva colta.
<< Cosa ti ha fatto gridare? >> Chiese la regina con un filo di voce, mentre accarezzava lentamente i capelli fulvi della sorella.
<< Non lo so… credo sia stato un incubo >>. Rispose la principessa, guardando il fuoco che scoppiettava davanti a lei.
<< Sì, suppongo di sì >>. Concordò la maggiore << Ma che cosa hai sognato? >> Aggiunse, rendendo esplicita la vera domanda.
Anna deglutì senza accorgersene e il suo corpo venne pervaso da nuovi brividi al ricordo dello scherzo che il suo inconscio le aveva giocato poco prima, improvvisamente le sembrò che il fuoco volesse divorarla, con le sue fiamme bollenti, la stanza prese a girare vorticosamente e il respiro si accorciò nuovamente.
<< Anna! >> La voce della sorella la riportò coi piedi per terra e senza che se ne accorgesse si ritrovò di nuovo a soffocare i singhiozzi tra le sue braccia.
<< E’ tutto a posto. Ci sono io >>. La rassicurò Elsa, accarezzandole lentamente la schiena. << E’ tutto a posto >>. Ripeté.
<< Volevano farti del male, ti stavano portando via da me >>. Riuscì a dirle, ancora rannicchiata contro il suo petto.
<< Chi? >>
<< Degli uomini… delle guardie reali. Non erano di Arendelle, forse… forse erano al servizio di Hans >>. Balbettò ancora la principessa, la mente invasa dalle immagini della sorella circondata.
<< Anna, guardami >>. Ordinò soavemente Elsa, convincendola per la prima volta da quando si era svegliata ad alzare lo sguardo e puntarlo nei pezzi di cielo che erano gli occhi della regina.
<< Siamo tutti un po’ scossi dagli eventi recenti, ma è finito, non ci sono segreti e non ci sono paure, va tutto bene ormai >>. Le sussurrò con tono materno << E comunque nessuno mi porterà mai via da te >>. Aggiunse poco dopo.
<< Me lo prometti? >> Biascicò la più piccola, senza smettere di guardarla.
<< Hai la mia parola >>. Asserì la regina.
Anna l’abbracciò di nuovo, un abbraccio più lento e dolce, privo di ogni paura e disperazione. << Ti voglio bene >>. Le sussurrò appena in un orecchio, come se si trattasse di una cosa preziosa, che nemmeno i muri avessero il diritto di sentire.
<< E io ti amo >>. Rispose la sorella, sfiorandole la guancia con le labbra, lasciandole un bacio che portava i colori riflessi dal ghiaccio e il calore emanato dal fuoco.
Sciolsero l’abbraccio dopo alcuni minuti e la regina fu la prima a prendere la parola:
<< Direi che è ora di tornare a dormire >>. Annunciò dopo aver notato che il pendolo della sala segnava le 2:30. Si alzò in piedi, venendo presto imitata dalla sorella minore.
Dopo essere uscite dalla stanza ed aver richiuso la porta alle loro spalle, Elsa prese la mano di Anna e senza dire una parola iniziò a camminare per il corridoio.
<< Credo che tu stia sbagliando, la mia camera da letto è dall’altra parte >>. Tentò la rossa, dopo aver riconosciuto l’ala del castello in cui si stavano dirigendo.
<< Lo so, ma immagino che per questa notte potremmo fare un’eccezione >>.
Anna rifletté un attimo sulle sue parole, per poi illuminarsi dopo qualche secondo: in normali circostanze, una ragazza si sarebbe offesa e magari anche sentita presa in giro se il fratello o la sorella maggiore le avessero proposto di dormire insieme per farla stare tranquilla; Anna, però, si sentiva emozionata e commossa dal gesto ricco di premura e assolutamente privo di giudizio di Elsa. Erano una famiglia, in quanto tale si sarebbero sempre sostenute l’un l’altra.
<< Sicura che posso? >> Chiese la più piccola, che da quando aveva raggiunto la camera della regina era rimasta sulla porta a guardarsi attorno, esitante.
Elsa posò la candela su un cassettone e poi, sorridendo, porse nuovamente la mano alla sorella.
<< Certamente >>.
Si distesero l’una accanto all’altra e quasi immediatamente Anna allungò appena una mano in una tacita richiesta di un abbraccio che non le fu negato, poi appoggiò la testa sulla spalla dell’altra e chiuse gli occhi, felice per quella nuova piccola conquista.
<< Ti avverto, prova solo a darmi un calcio ed è l’ultima volta che vedi queste coperte! >>. La minacciò scherzosamente Elsa, in un atteggiamento che sembrava tutto fuorché regale. Nonostante gli occhi chiusi, ad Anna parve di vedere il sorriso dipinto sulle sue labbra rosee.
<< Faccio la brava, promesso >>. Biascicò, già quasi tra le braccia di Morfeo.
<< Bene >>. Rispose la platinata, senza spegnere il sorriso sul suo volto.
<< Elsa, domani ti faccio vedere un gioco. Me l’hai insegnato tu stanotte, sarà divertente >>. Sussurrò Anna addormentandosi, senza avere il tempo di ascoltare la risposta.
<< Non vedo l’ora >>. Sorrise la sorella maggiore, lasciandole un bacio sulla fronte e immaginando già di quale gioco stesse parlando.
Poi, con un ultimo, leggero, movimento delle dita della regina delle nevi, la candela sul cassettone si spense e anche l’ultima stanza illuminata di Arendelle si abbandonò a quella notte d’inverno.

 
   
 
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