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Autore: 13Sonne    18/05/2008    2 recensioni
"I nostri antenati sono stati stupidi ed ingrati, è vero, ma non abbiamo pagato abbastanza? Quanto deve continuare, ancora?"
"Abbi pazienza. Quando l'Eletto e i Guardiani compariranno, allora noi verremo salvati."
Genere: Generale, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Naka-oh

.:La Nascita:.

 

Si racconta che agli inizi dei tempi Naka-Oh usò i propri poteri per creare l’Universo; che abbia creato varie forme di vita, all’inizio grezze e pietose, con il solo scopo di divertirsi.
Quando la sua bravura nel creare divenne abbastanza buona, Naka-Oh mise in pratica ciò che aveva imparato creando gli umani e il mondo in cui essi vivevano.
Felice di ciò che era riuscito a fare, Naka-Oh si intristì vedendo che gli umani che aveva creato non gioivano della loro creazione.

“Forse è perché il luogo in cui si trovano è freddo e inospitale!” pensò il dio, guardando le sue creazioni che tristemente si spostavano da un capo all’altro della terra senza trovare alcuna pace, “E sia! Creerò per loro un meraviglioso giardino che li faccia incantare e stupire ogni qualvolta ci posino sopra gli occhi, darò loro due luci, una che possa riscaldarli e rischiarare il cammino e l’altra più tenue, che non li disturbi mentre riposano ma che non li lasci mai nel buio completo.”

Detto questo Naka-Oh si mise all’opera; creò il sole e la luna, il giorno e la notte, splendidi alberi dai fiori più delicati, distese di tenera erba su cui poter riposare, oceani e mari dalla maestosa grandezza e montagne dalla cima perennemente innevata.
Vedendo ciò che aveva fatto gioiva il dio, stupendosi di ciò che aveva creato.

“Sicuramente ora gli umani saranno felici e festeggeranno con me questo lieto giorno!”, disse Naka-Oh battendo le mani l’una all’altra per la contentezza.

Tanto fu lo stupore quando vide che gli umani ancora vagavano senza meta, infelici e insoddisfatti, come se nulla attorno a loro fosse cambiato, e di nuovo si porse quella domanda: “Perché non gioiscono della loro fortuna?”.

Forse si sentono soli!” esclamò Naka-Oh, “Ma certo! Darò loro gli animali, cosicché possano tenersi compagnia! Saranno utili e obbedienti, e in nessun caso si rivolteranno contro di loro.”

Detto questo Naka-Oh si mise di nuovo all’opera. Le prime maldestre creazioni si limitarono a nascondersi sotto terra per la vergogna, ma a poco a poco l’abilità del dio migliorò, finché non arrivò alle sue creature più perfette: gli uccelli, padroni indiscussi del cielo, i pesci, imbattibili nell’acqua, i lupi, che rimanevano nel gelo senza indebolirsi, e i gatti, attirati dal calore più di ogni altra cosa.

Rise il dio, mentre osservava le sue nuove creazioni giocare fra di loro pacificamente. “Gioiscono e festeggiano queste mie nuove creazioni! Sono cosi belle e piene di vita che contageranno sicuramente anche gli umani! Finalmente saranno felici e festeggeranno insieme a me questo lieto giorno!” disse Naka-Oh ridendo per la felicità.

Eppure gli umani ancora non erano felici, ancora vagavano insoddisfatti insieme ai loro nuovi amici animali. Perché non gioivano della loro fortuna? Naka-Oh non riusciva a capire quel incomprensibile comportamento, e la stanchezza lo colse come se avesse lavorato senza sosta da un’eternità.
Si creò una propria casa nel Nulla che ancora rimaneva, cosi bella e splendida che al sol sguardo poteva abbagliare, e pensieroso si sdraiò, cercando di pensare sul da farsi.

“Com’è possibile? Com’è possibile?” si domandò ad alta voce, penando sugli umani appena creati e sulla loro infelicità,Eppure hanno tutto ciò che si possa desiderare! Splendidi paesaggi, terre fertili e bellissimi animali! Perché non sono felici? Perché non gioiscono assieme a me?”

Fratello, forse non possono gioire, disse una voce cristallina che sembrava uscita dal nulla. Il dio scattò in piedi, spaventato, cercando attorno a se ma non vedendo nessuno.

“Mostrati, voce, e spiegami che cosa intendi dire! Perché non potrebbero gioire gli umani? Rispondi!” urlò il dio facendosi coraggio. Una dolce risata gli solleticò le orecchie, una voce così bella che sicuramente doveva appartenere ad un essere della sua stessa specie, ma che Naka-Oh non riusciva a vedere.

Non puoi vedermi, fratello, ancora non ho un corpo. Dammi un involucro, e io ti apparirò sotto le mie vere sembianze: dopodichè potremmo parlare! Disse di nuovo la voce con una nota di dolcezza fraterna.

Naka-Oh si mise subito all’opera con il poco che era rimasto; prese la creta e la modellò alla bell’e meglio in una forma vagamente umana, preso com’era dalla fretta e dalla curiosità di scoprire a chi appartenesse quella voce così gentile.

“Ecco,” disse il dio quando ebbe finito, pochi minuti dopo, “Può bastare?”

La voce rise di nuovo, mentre la creta sembrava prendere vita sotto gli occhi attenti di Naka-Oh, in attesa di scoprire chi gli dava ordini e se sapesse perché gli umani erano così infelici.
La rozza forma che il dio aveva appena modellato si sciolse, rivelando un essere dai tratti dolci e graziosi; l’apparenza fragile nascondeva un potere enorme di poco inferiore a quello di Naka-Oh.

“Chi sei?” esclamò Naka-Oh stupefatto mentre l’altro gli donava un bonario sorriso denso di affetto, “Com’è possibile che tu sia nato dalla mia mente?”

Io sono sempre esistito assieme a te, spiegò pacato il nuovo dio, Solo non avevo un corpo mio. Sono tuo fratello, siamo nati nello stesso giorno e nello stesso istante. Io sono Averis.

Naka-Oh gioì, rendendosi conto di non essere più solo, ma ricordandosi degli umani si trattenne dal festeggiare, ansioso di scoprire cosa potesse angustiarli.

Bada bene, fratello, questo è solo il mio pensiero, disse cauto Averis, ma se gli umani non potessero gioire perché non sanno come si fa? Sei sicuro siano stati dotati di emozioni e intelletto?

“Ma certo!” esclamò Naka-Oh ridendo “Come ho fatto a non pensarci prima? Nessuno dotato di emozioni e intelletto potrebbe non appezzare e gioire di una simile fortuna!”

Fratello, disse Averis ridendo felice del fatto che Naka-Oh fosse convinto, perché non lasci fare questo a me? Ti sei già troppo stancato, mentre io non ho fatto nulla.

Naka-Oh fu lieto di dare una simile occasione al fratello, che subito si mise al lavoro: li dotò del gusto della scoperta, diede loro la capacità di costruire nuovi attrezzi e, affinché potessero godere appieno di tutto ciò che li circondava, fece in modo che potessero provare le emozioni.
Ora Naka-Oh era convinto che gli umani avrebbero gioito della loro fortuna, ma ancora una volta le sue aspettative vennero deluse. Non più tristi e sperduti erano gli umani, ma troppo occupati nel scoprire ciò che li circondava per essere felici nel modo che il dio sperava.

Non preoccuparti, fratello, vedrai che fra un po’ le cose andranno a posto disse Averis gentilmente, distraendo il dio da quella mezza delusione, in fondo, non sono più tristi e sperduti come prima!

Naka-Oh annuì, convincendosi delle parole del fratello, quindi ritorno alla propria casa. Crearono assieme nuovi dei, affidando a ciascuno di loro un compito, e festeggiarono per tre giorni e tre notti, senza guardare gli umani nel loro mondo.
Quando all’alba del quarto giorno Naka-Oh e il fratello Averis posarono di nuovo lo sguardo sul mondo degli umani, l’orrore li immobilizzò impedendogli di gridare.
Gli umani nessun rispetto avevano avuto per la natura, e gli animali che tanto fedelmente li servivano erano stati crudelmente trattati, mangiati e uccisi a sangue freddo senza alcun pensiero.
Senza esitare Naka-Oh impugnò la spada e si preparò a distruggere il mondo e gli abitanti che in esso abitavano, ma Averis fermò la sua mano in tempo, mosso dalla pietà.

Fratello, ti prego! Andrò in mezzo a loro e rimetterò le cose a posto, ma non fare nulla di avventato, disse Averis a Naka-Oh, placando momentaneamente la sua ira.

Tutti gli dei salutarono Averis, augurandogli i migliori auspici, e appena se ne andò Naka-Oh si intristì, promettendo che non si sarebbe più mosso fino a quando il fratello non fosse tornato dal suo viaggio.
Dopo diversi mesi di attesa, Naka-Oh ricevette la visita dello spettro di Averis, ucciso dagli umani e disperso nel mondo. Terribile fu il racconto che dovette sentire il dio, e quando la povera anima del fratello sparì, ormai troppo indebolita, Naka-Oh urlò con tutta la sua forza, disperato per la perdita.
Quando l’urlo finì, negli occhi del dio svanì la luce allegra che fino a poco tempo prima li abitava e al suo posto le fiamme dell’odio comparvero, mutandolo irrimediabilmente.

“Umani!” tuonò Naka-Oh, “Vi ho creato, e voi non eravate felici! Vi ho donato un mondo meraviglioso, e voi non ne gioivate! Vi ho dato gli animali, ma per voi non era abbastanza! Vi abbiamo dato ingegno ed emozioni e voi lo avete usato per distruggere ciò che vi ho dato e ciò che non avevate il diritto di toccare!! D’ora in poi gli animali vi saranno ostili, la morte vi prenderà dopo una vita di stenti e fatiche e la terra sarà riarsa dal sale! Ora avete un motivo per essere infelici, rosi dalla disperazioni di non poter mai più tornare indietro!”

Lacrime sgorgarono dagli occhi del dio, ed esse andarono a terra, rendendola salata e arida; gli animali si ribellarono ai loro padroni, uccidendoli.
Da allora l’umanità soffre, infelice, scontando la sua meritata pena, con l’unica speranza che un giorno Naka-Oh perdoni la loro ignoranza.

(+*-_-,.,-_-*+)

Note d'Autore: Questo capitolo mi ha distrutto dentro. Non guarderò mai più la Bibbia allo stesso modo: dare una parvenza mitologica ad uno scritto è terribile. Ah, il rating è arancione, ma non credo che sia appropriato… nel senso, penso di sovrastimare la violenza e i contenuti, MA è sempre meglio abbondare.
Oh bhè, ditemi come vi sembra. Il prossimo capitolo è il vero inizio della storia, che per mia fortuna non sarà più a mò di Vangelo: voi, la mia anima e Dio ringraziano.
  
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