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Autore: KatherineWinchester    29/12/2013    4 recensioni
''Figlio di...'' Le parole gli morirono in gola. L'interno della cabina era immenso. Esattamente al centro di essa vi era posta una console di comandi a forma esagonale.
''Ma è.. è...''
Il Dottore di sporse in direzione di Dean, come per invitarlo a continuare.
''E' più grande all'interno!''
''Oh, sì! Adoro quando lo dicono!''
''Sul serio è..... più grande all'interno!!!''
''Già, come il tuo amico Castiel, dopotutto....''
Dean lo fissò, inarcando le sopracciglia, e il Dottore si limitò a sorridergli.
Genere: Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Fandom: Supernatural/Doctor Who
Personaggi
: Dean, Castiel, Doctor - 10, Donna
Pairing: Dean/Castiel (non molto manifesto, ma c'è!)
Genere:  Generale, Mistero
Note: One shot nata dal nulla e senza pretese. L'unico intento era quello di mettere insieme i miei personaggi preferiti di due dei teleflm che più amo.
Nessuno dei personaggi sopracitati mi appartiene, nemmeno Castiel e Ten purtroppo ç__ç




 

"SALVE, SONO IL DOTTORE."
 


Dean se ne stava per i fatti suoi, seduto su una panchina, intento a divorare un enorme cheeseburger, quando sentì il portafogli scivolargli dalla tasca posteriore dei jeans e cadere per terra con un leggero tonfo. Non ebbe neanche il tempo di abbassare lo sguardo nel punto in cui il portafogli era appena caduto, che un ragazzo glielo soffiò davanti agli occhi, dandosela a gambe.

''Ehi!!! Eeeehi!!!'' gli urlò contro Dean.
Gettò via – a malincuore - il suo pranzo e si precipitò all'inseguimento del giovane ladro.

''Brutto figlio di puttana!!! Torna subito qui!!! Giuro che se ti prendo ti stendo a suon di calci e pugni!!!''

Il cacciatore continuò la sua 'caccia', senza smettere di inveire contro il ladruncolo neanche per un secondo. Il ragazzo, però, era troppo veloce per lui, e riuscì a seminarlo facilmente.
''Figlio di puttana....'' sputò d'un fiato Dean, mentre rallentava la sua corsa, arrestandosi poi definitivamente per riprendere fiato, la schiena piegata in avanti.

Contrariato, fece per tornare sui suoi passi, quando nell'aria iniziò ad echeggiare uno starno suono, un suono 'stridulo' – non riusciva a trovare un altro aggettivo per descriverlo.
L'intensità del suono aumentò sempre di più e dal nulla iniziò ad apparire l'immagine sfocata di una cabina blu, una di quelle cabine telefoniche della polizia tipiche delle città britanniche degli anni '50.
L'immagine si fece sempre più nitida, finché la cabina blu apparve a qualche decina di metri da Dean in tutta la sua tridimensionalità.
''Ma che diavolo...?'' disse Dean tra sé e sé.

''Laaaaas Vegas, baby!'' La porta della cabina si aprì all'improvviso, e un tizio alquanto strambo fece la sua comparsa. Aveva i capelli scuri sparati per aria, gli occhi da folle e indossava un completo gessato marrone nascosto da un lunghissimo cappotto che scendeva fino ai piedi, ai quali portava delle Converse rosse. L'entusiasmo iniziale si trasformò presto in delusione. Fece alcuni passi in avanti, guardandosi intorno e realizzando che il posto in cui si trovava sicuramente non era Las Vegas.
Una chioma rossa fece capolino dall'entrata della cabina. Una donna. ''Las Vegas? Questa sarebbe Las Vegas?''
''Beh... Magari siamo in periferia...'' rispose lui, con poca convinzione.
La donna uscì dalla cabina e diede una leggera spinta all'uomo accanto a lei.
''Già.. La 'famosa periferia' di Las Vegas.'' La voce della donna era piena di sarcasmo. ''Dillo.. Ti sei perso.. di nuovo.''
''Io non mi sono perso. E' solo che non penso di conoscere questo posto.''
''Ergo: ti sei perso.''
''Se il TARDIS ci ha portati fin qui, un motivo ci sarà.''

Dean, ancora fermo in mezzo alla strada, si ritrovò ad ascoltare il battibecco tra quei due tizi sbucati dal nulla, finché non sembrò attirare l'attenzione dell'uomo.

''Guarda, Donna. C'è qualcuno laggiù. Scusi, buon uomo..''
Dean sapeva che quell'uomo si stava rivolgendo a lui, ma si voltò d'istinto indietro per vedere se ci fosse qualcun'altro.
''Dico a lei! Mi saprebbe gentilmente dire dove siamo?''
Dean non riuscì a dire una parola. Lo fissava a bocca aperta.
L'uomo si avvicinò a lui e gli sventolò una mano davanti agli occhi. ''Riesce a comprendermi? Strano, il TARDIS di solito traduce tutti i linguaggi.'' Rivolse l'ultima frase più a sé stesso che a Dean.
''Magari l'hai spaventato.'' La donna dai capelli rossi lo aveva raggiunto. ''Lascia provare me.''
Si parò davanti a Dean, scansando leggermente il compagno. ''M i  s a  d i r e  d o v e  s i a m o?'' Scandì le parole lettera per lettera, gesticolando, come se stesse parlando con un bambino o con un sordo.
Dean riprese lucidità e rispose a tono alla prima osservazione della donna. ''Spaventato io? Ma fatemi il piacere!''
I due stranieri non fecero in tempo a replicare che udirono un battito d'ali. ''Dean!''
Dean si voltò e vide Castiel con in mano il suo portafogli.
''Cas? Quello è il mio portafogli?''
Castiel non prestò molta attenzione all'amico. Stava fissando l'uomo con il cappotto. Senza togliere gli occhi di dosso a quest'ultimo, porse a Dean il portafogli.

''Castiel!'' esclamò meravigliato l'uomo misterioso.
''Dottore.'' Castiel fece un cenno con la testa.
Dean si rivolse a Castiel. ''Ma cos.. Lo conosci?''
L'angelo gli rispose con un semplice ''Sì'' e si rivolse poi al misterioso 'Dottore'.
''Che ci fai qui?''
''Non lo so, Cas. Dimmelo tu.''

Cas. L'aveva chiamato Cas. Dean non poté fare a meno di indispettirsi. Solo gli amici lo chiamavano Cas, e da quello che sapeva, gli amici di Castiel si potevano contare sulle dita di una mano.

''Il TARDIS avrà rilevato un segnale proveniente da questa zona e ci ha fatti atterrare qui. Magari ha intercettato le frequenze di Radio Angelo..'' continuò il Dottore.
''Oh... Giusto.'' Castiel sembrava aver capito il motivo per cui il Dottore fosse finito lì. ''E' tutto a posto. L'allarme è rientrato. Però! Avevo dimenticato quanto fosse reattivo il TARDIS.''

A Dean, che fino a quel momento si era limitato ad ascoltare quella conversazione per lui assurda, stava scoppiando la testa.
''Woh woh woh.. Fermatevi un attimo. Si può sapere di cosa state parlando?'' Si rivolse a Castiel, indicando l'uomo davanti a lui con il pollice. ''Chi è questo tizio?''
L'angelo fece per aprire la bocca e rispondere, ma fu anticipato.
''Ma certo! Che maleducato.. Non mi sono neanche presentato. Salve, sono il Dottore. E lei è Donna.'' Indicò la donna al suo fianco.
''Dottore? Dottore chi?''
Il Dottore fece un risolino. Quella domanda gli era stata posta così tante volte..
''Dottore e basta. E tu sei...''
''Dean.'' rispose prontamente Castiel, anticipandolo. ''Dean Winchester.''
''Dean.. Dean, Dean, Dean... Oooh!! Dean!'' Il Dottore sembrava su di giri. ''Lui è Dean!'' disse rivolgendosi a Donna. ''Il famoso Dean...''
Dean era confuso. Si rivolse prima a Castiel e poi al Dottore. ''Sono famoso?''
''Beh.. Castiel mi ha...'' fece per dire il Dottore, interrompendosi per una frazione di secondo vedendo Castiel fare cenno di no con la testa in modo agitato, ''...mi ha parlato dei fratelli Winchester e di come hanno sventato l'Apocalisse..'' Concluse così la frase.
Castiel, che aveva temuto che il Dottore rivelasse qualcos'altro, si rilassò visibilmente.

L'angelo gli aveva sì parlato dell'Apocalisse e del ruolo che i Winchester avevano avuto in essa, ma aveva raccontato altre cose, cose personali su Dean, e preferiva che non venissero divulgate.

''Che cosa carina..'' continuò il Dottore, ''riuscire ad evitare UNA fine del mondo...'' Sottolineò il termine 'una'. Sorrise. ''Davvero carina... Comunque, mi pare di aver capito che non c'è bisogno di me qui, perciò, se volete scusarci, io e Donna avremmo un casinò che ci attende. Dean.. E' stato un piacere. Cas, il piacere è tutto tuo.'' Fece l'occhiolino in direzione dell'angelo, il quale se fosse stato un semplice umano, sarebbe sicuramente arrossito. Dean non sembrò notarlo.
''Donna.. dopo di te.''
Donna sorrise e fece cenno con la mano a Dean e Castiel, per poi dirigersi in direzione del TARDIS, seguita dal Dottore.

I due visitatori rientrarono nella cabina blu, sotto gli occhi sbalorditi di Dean, il quale non aveva capito nulla di quello che era appena successo, di quello che avevano detto, di come fosse possibile che quelle due persone si trovassero all'interno di quella cabina telefonica che era apparsa praticamente dal nulla.
''Un momento!'' esclamò Dean, prima che il Dottore chiudesse la porta.
''Dean!'' urlò Castiel, ma Dean si era già precipitato verso la cabina.

''Figlio di...'' Le parole gli morirono in gola. L'interno della cabina era immenso. Esattamente al centro di essa vi era posta una console di comandi a forma esagonale.
''Ma è.. è...''
Il Dottore di sporse in direzione di Dean, come per invitarlo a continuare.
''E' più grande all'interno!''
''Oh, sì! Adoro quando lo dicono!''
''Sul serio è..... più grande all'interno!!!''
''Già, come il tuo amico Castiel, dopotutto....''
Dean lo fissò, inarcando le sopracciglia, e il Dottore si limitò a sorridergli.

Il cacciatore ispezionò con lo sguardo ogni centimetro dell'interno della cabina, rivolgendosi poi al Dottore. ''Ma tu chi diavolo sei?''
''Lui è il Dottore.'' Castiel era apparso al fianco di Dean, il quale trasalì leggermente. Detestava quando l'angelo appariva in maniera così improvvisa.
''E questo è il TARDIS.'' disse Donna.
''Time And Relative Dimension In Space.'' esclamarono all'unisono il Dottore e Castiel.
''Wow! E' fantastico!'' Dean era sbalordito. ''Non sarai mica un alieno!?''
''Preferisco Signore del Tempo.''
''Signore del Tempo..'' disse tra sé e sé Dean. Suonava tutto così assurdo per lui.

''Il pianeta da cui provengo si chiama Gallifrey, e si trova nella costellazione di Kasterborous..'' continuò il Dottore. ''Io viaggio nel tempo e nello spazio e questa'' indicò lo spazio che lo circondava ''è la mia astronave/macchina del tempo.''
''Wow!'' esclamò Dean. ''Perciò conosci Cas, ma com'è che non ho mai sentito parlare di te?''
''Oh, beh.. Io e Cas abbiamo i nostri.. trascorsi...''
Dean corrugò la fronte. ''Trascorsi...''
''Non capiresti..'' Il Dottore accennò un sorriso.

''Ehm.. Dean..'' Mentre il cacciatore e il Signore del Tempo parlavano, in un angolo del TARDIS, Castiel era stato praticamente assalito da Donna, la quale gli stava ad un palmo dal naso, e non faceva altro che accarezzargli i capelli, le guance, la cravatta, il trench... e tutti quei gesti erano accompagnati da paroline dolci.
''Ma lo sai che sei proprio carino?''.. ''Hai proprio un visetto d'angelo..''.. ''Questo trench ti sta davvero bene...''
Dean li guardò divertito.

''Donna!'' esclamò il Dottore, un misto di stupore ed esasperazione nella voce.
''Uffa! Cosa c'è?''
''Smettila.''
''Oh, ma andiamo.. Mi hai fatto visitare decine e decine di pianeti pieni di creature spaventose! Adesso che ho trovato finalmente un'essere attraente...''
''Ma tu ci viaggi con un essere attraente!'' Il Dottore indicò sé stesso. ''Vuoi ancora andare a Las Vegas?''
''Certo!''
''Allora molla l'angelo e vieni qui!''
Donna si allontanò controvoglia da Castiel e si accostò al suo compagno di viaggi.
Castiel fece un sospiro di sollievo.

''Beh, adesso dobbiamo lasciarvi, a meno che non vogliate venire con noi..''
Sul volto di Dean si dipinse un sorriso a trentadue denti. Era tentato. Molto tentato. Andare a Las Vegas e avere dalla propria parte un alieno ed un angelo sarebbe stato il massimo, ma l'euforia scemò subito non appena incontrò lo sguardo duro di Castiel.
''Ehm.. No, grazie.'' Fu tutto ciò che riuscì a dire. ''Guasta feste..'' esclamò poi in modo che solo Castiel riuscisse a sentirlo.
''Bene, allora...'' Il Dottore strinse la mano a Dean. ''Ci vediamo!... Cas.'' Diede una pacca sulla spalla all'angelo e gli fece l'occhiolino.
''Dottore...''

Dean e Castiel si avviarono verso la porta. Si voltarono a fare un ultimo cenno di saluto ai due viaggiatori. Donna ammiccò verso Castiel, il quale si sentì in imbarazzo. Dean non riuscì a trattenere una risata. Il Dottore aveva iniziato ad armeggiare con la console.

Usciti dalla cabina, si chiusero la porta alle spalle.

''Allons-y!''
Fu l'ultima cosa che sentirono dire al Dottore, prima che il suono del TARDIS si espandesse nell'aria e la cabina iniziasse a scomparire gradualmente.

Dean fissò Castiel con un mezzo sorriso stampato sulle labbra.
''Cosa c'è?'' chiese l'angelo.
''Perché non mi hai mai parlato di questo 'Dottore'? Sembra un tipo simpatico. E, a sentire lui, voi due avete dei 'trascorsi'..'' lo stuzzicò Dean.
''Oh, per l'amor del Cielo, Dean..'' Castiel alzò gli occhi al cielo.
''Andiamo... Dimmi qualcosa..''
''Non è come pensi tu.''
''Che ne sai tu di quello che sto pensando?''
''Ti conosco bene, e sicuramente non è come pensi tu...''
Dean si arrese. ''Va bene, ho capito. Non ne vuoi parlare. Comunque mi piacerebbe tanto sapere cosa intendeva quando ti ha detto 'Il piacere è tutto tuo'...''
''Uh? Oh, non saprei.. sai, è un tipo particolare, e la maggior parte delle volte nessuno capisce quello che dice.''
''Sì, certo...'' Dean non era convinto della risposta dell'angelo, ma preferì non indagare oltre.

''Adesso devo andare. Ero venuto solo a restituirti il portafogli.''
''Già, grazie.''
''Dovresti avere più cura delle tue cose.''
''Tanto ci sei tu che mi guardi sempre le spalle, no?''
Castiel sorrise. ''Già...'' Scomparve.
Dean guardò in alto e sorrise a sua volta.
''Già...''

 

 

 

  
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