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Autore: flors99    29/12/2013    9 recensioni
Ronald Weasley ha preso una grossa cotta per una ragazza del suo anno e chiede a Hermione di aiutarlo a conquistarla.
Aggiungeteci pure una scatenata Ginny Weasley e quell'imbranato del suo migliore amico...
Dal testo:
- Potresti scriverle una poesia! - suggerì Hermione.
[...]
- "All'una ho pensato alla luna,
alle due al bue,
alle tre al re,
alle quattro ho smesso di pensare, perché la rima non sono riuscito a trovare."
- ...
- Ti vedo scossa, Hermione, la mia poesia, per caso, non ti è piaciuta?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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 Un altro giorno volò via. Il Ballo dell’Arcobaleno, ormai imminente, si sarebbe tenuto quella sera stessa e Hermione si sentiva sempre più distrutta. Aveva creduto che andare al ballo con Ron sarebbe stata una buona idea, ma, sinceramente, forse avrebbe preferito rimanere nella sua camera a prendere a pugni il cuscino. Sicuramente non avrebbe voluto vedere Ron fissare costantemente Megan durante i pasti, le lezioni, o qualunque altra occasione lo permettesse. E, onestamente, in quel momento avrebbe voluto starsene un po’ in pace, da sola in Sala Comune, senza che Ginny le chiedesse continuamente come stesse, che Ron la guardasse come se fosse una malata terminale e che Harry…senza che Harry avesse quel maledetto sguardo che pareva dirle “ho capito tutto”. Era sul punto di alzarsi in piedi e gridare un sonoro “smettetela di fissarmi, voglio restare in pace!” quando una bambina del secondo anno raggiunse timidamente la parte della Sala Comune in cui Hermione e i suoi amici si trovavano.
- Sc-cusate. – borbottò timidamente, con voce flebile.
- Sì?
- Un-na ragazza ha chiesto di poter entrare nella nostra Sala e v-vorrebbe parlare con v-voi. – incespicò, a disagio.
- Oh, grazie mille, piccolina. – la ringraziò Ginny con un sorriso dolce. – E chi ci cerca?
La ragazzina indicò con la mano una giovane alle sue spalle e Hermione, in quel momento, fu più che sicura che se non fosse uscita fuori di testa quella volta, sarebbe stato soltanto per un miracolo divino. La bambina si dileguò in fretta, tornando dalle sua amichette, lasciando una Megan alquanto imbarazzata di fronte a quattro paia di occhi allucinati.
- Ciao. – provò a dire, anche se nessuno inizialmente rispose al suo saluto.
Fu Harry il primo a prendere parola.
- Ciao, Jones.
- Io…sono qui, perché…vorrei parlare un attimo con te, Ron. – disse, guardando il ragazzo in questione che, in quel momento, era arrossito fino all’inverosimile.
- E perché? Hai rifiutato il suo invito, cos’altro devi dirgli?
Hermione si tappò una bocca con la mano. No, non poteva averlo seriamente detto ad alta voce, anche se era proprio quello che stava pensando. Ma, stranamente, non era stata Hermione a sputare fuori una simile domanda.
- Ginny! – la richiamò Harry a bassa voce, stranito dal suo comportamento ostile.
- Non ti sto accusando, Megan, sia chiaro… - prese la parola la rossa, di fronte alla faccia sconcertata della Tassorosso. - …sono semplicemente curiosa. Trovo strano questo tuo comportamento incoerente.
- Ginny smettila! – borbottò Harry.

Ma Ginny smettila cosa? Ginny continua! Quella stronza se lo merita!

Hermione preferì tenere quel pensiero per sé.
- N-no! Ha ragione! – convenne Megan stranamente. – Io…sono qui per...io voglio spiegarti perché… – sussurrò, parlando flebilmente. Si sentiva davvero a disagio di fronte a quei ragazzi, soprattutto perché il ragazzo con cui desiderava parlare non sembrava in alcun modo intenzionato a dire alcunché.
Hermione voltò la testa di scatto.
- E cosa c’è da spiegare, di grazia? – si lasciò scappare la giovane Grifondoro, prima di riflettere sulle sue parole.
- C’è un motivo se…non ho accettato l’invito di Ron, Granger. – rispose Megan, con un po’ di più convinzione e con una frustrazione ben evidente nella voce. – E voglio spiegarti il motivo, Ron, se me lo concederai. – chiarì, voltandosi di nuovo verso di lui.  
- Ehm…o-ok, p-parla pure. – riuscì a balbettare.
- Non è che non volessi o perché…tu non mi piacessi. – cominciò arrossendo man mano che andava avanti con le sue parole, e facendo arrossire anche lui. – Cioè, tu mi piaci, dico davvero! – si ritrovò a confessare, mentre a quell’affermazione Hermione stringeva i pugni talmente forte che le nocche sbiancarono.
Ginny, a differenza sua, si limitò a piegare la testa di lato.
- Sei già impegnat-a, i-immagino… - disse Ron, strozzandosi con la sua stessa saliva. Megan Jones gli aveva sul serio detto che provava qualcosa per lui?
- No! No, sono liberissima, ma…Solo che…io…solo che…
- Solo che cosa, per Merlino? – esclamò la giovane Weasley, che non ci stava più capendo niente. Non era sua intenzione essere così sgarbata, ma Ron in quelle settimane era stato molto male e si era ripreso soltanto da pochi giorni; e non le sembrava affatto giusto che Megan, dopo aver fatto soffrire suo fratello e aver fatto i suoi comodi per tutto quel tempo, adesso venisse lì e cercasse di spiegare i motivi per cui lo aveva rifiutato.
Hermione era semplicemente indecisa se scoppiare a piangere per il fatto che Megan corrispondesse i sentimenti dell’amico o se scappare il più lontano possibile da quel luogo. Comunque tutte e due le ipotesi erano decisamente una prospettiva migliore piuttosto che rimanere ad ascoltare quella stupida ragazzina che le diceva quanto le piacesse il suo migliore amico.

Il migliore amico di cui si stava innamorando.

Io mi sto innamorando di te.

- Io ho sempre rifiutato tutti gli inviti che mi sono stati proposti. – borbottò Megan. – Non ho mai partecipato a un ballo, perché…mi vergognavo.
Nei secondi che passarono, tutti quanti si resero conto che stava dicendo la verità: Megan Jones non era mai stata vista a un qualsiasi ballo. A pensarci bene, neppure al Ballo del Ceppo, dove erano presenti tutti.
- È vero. Non partecipi mai ai balli. – mormorò pensieroso Harry.
- Io non…credo di capire. – riuscì a dire Ron, ancora incredulo che la ragazza che gli piaceva così tanto fosse lì davanti a lui.
- Il fatto è che…io non so ballare, ecco, l’ho detto. – confessò alla fine Megan, arrossendo di vergogna e quasi tentata di coprirsi il viso con le mani. -  Non so ballare e, nonostante abbia provato ad imparare, non sono mai andata più in là di tre passi consecutivi. Cioè…io…sono un’imbranata! Sembro un elefante quando ballo e…e-ecco perché ti ho detto che non potevo.
Un silenzio innaturale si diffuse per tutta la Sala Comune dei Grifondoro. Quasi nessuno dei presenti riuscì a credere alle proprie orecchie.
Di fronte a quel mutismo, Megan si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, schiarendosi la voce.
- E se non te l’ho spiegato subito è perché... io…non l’ho mai detto a nessuno, soltanto le mie amiche più care lo sanno e…io…me ne vergogno. Mi vergogno sul serio di questa mia mancanza e…
A quel punto una risata risuonò per la Sala Comune.
E cosa ancora più sorprendente, quella risata proveniva da Hermione.
- Tu…non hai …accettato l’invito di Ron, perché ...non sai ballare? – disse, tra i singhiozzi che la scuotevano, mentre rideva.
- I-io…sì, ecco…
La risata isterica di Hermione continuò ad rumoreggiare tutto intorno, mentre la ragazza tentava di ricomporsi.
 - Benissimo, perché anche Ron è un elefante a ballare! – si ritrovò a dire, senza riflettere sulle sue parole. – Bene, benissimo, giusto Ron? Allora puoi andare con lei! – esclamò, mentre un singhiozzo la scuoteva ancora. Un singhiozzo che voleva soltanto sfociare in amare lacrime, ma che Hermione si stava sforzando di nascondere dietro una risata ai limiti dell’isteria.
- Megan, credo che sia meglio che tu te ne vada. – intervenne Harry, mentre appoggiava una mano sulla spalla dell’amica. – Subito.
Di fronte a quel tono perentorio, alla Tassorosso non rimase altro che rivolgersi a Ron con un “più tardi ne parliamo, ok?” e, quando lui ebbe fatto cenno con la testa, si congedò e sparì il più in fretta possibile.
- Hermione… - il borbottio di Ron non arrivò neppure alle orecchie dell’amica, presa com’era a cercare di ignorare il suo cuore che andava pian piano in frantumi.
- Credo che anche per noi sia meglio andarcene. – Sussurrò Harry a Ginny. – Hanno bisogno di parlare.
Quando la giovane Weasley non rispose, ma anzi si lasciò docilmente condurre lontana dagli altri due Grifondoro, Harry seppe che aveva capito.
- E chi se lo aspettava, eh? – esordì Ron, grattandosi la testa imbarazzato. – Allora le tue lezioni sono servite, giusto?
L’idea di fare una battuta parve improvvisamente al giovane Weasley parecchio pessima, di fronte a un’occhiata a dir poco inquietante che Hermione gli rivolse.
- Cosa hai intenzione di fare? – gli chiese senza troppi giri di parole, quando fu riuscita a ricomporsi. 

Non sperare, Hermione, non sperare.

- Beh, io…non saprei, non…

Non sperare.

- Non abbiamo tutto il pomeriggio, Ron. – sbottò inacidita. E non ce lo avevano per davvero, dato che quella sera ci sarebbe stato il ballo dell’Arcobaleno e tutti dovevano prepararsi.
- I-io ormai avevo detto che ci andavo con te… - mormorò, un po’ intimorito. Quella frase ebbe il potere di far recuperare alla ragazza qualche frammento di cuore.

Non sperare, Hermione, non sperare!

- …però…io…insomma…Megan, ecco…mi piace così tanto che... Insomma, tu ci rimarresti male se io andassi con lei?
Il cuore di Hermione si spezzò definitivamente.

Ci aveva sperato.

Certo. In fondo, lei cos’era per lui? Era solo la sua migliore amica, giusto? Forse neanche quello. Una bambola di pezza sarebbe stato più appropriata come apposizione. Lo aveva aiutato, prima con le “strategie di conquista” e quando Megan aveva rifiutato il suo invito, era stata disposta a mettere da parte i suoi sentimenti per confortarlo e sostenerlo, non solo dal punto di vista umano, ma anche scolastico. Avevano deciso di andare al ballo insieme…e soltanto perché la smorfiosetta era venuta a scusarsi con lui dopo vari giorni, Ron la scaricava così il giorno stesso del ballo, come se fosse un misero oggetto?

Ci aveva sperato, maledizione.

Tirò su col naso, avvertendo gli occhi pizzicare.
- Hermione… - la chiamò Ron, notando la sua espressione. - …Hermione, io…
E alla fine la ragazza scoppiò. Un cuore ferito non può resistere a lungo dallo scatenare una bufera.
- Hermione! Hermione, cosa?! – gridò, facendo fare a Ron un salto all’indietro. – Perché tutti ripetete costantemente il mio nome? Perché tutti mi chiedete consigli su cose che non posso sapere?!
- Ma…io….
- Tu niente, Ron! Sei …sei… non capisci niente! IO ti ho aiutato, IO ti sono stata accanto in questi giorni, IO ti ho consolato ogni volta che ne avevi bisogno e tu non hai idea di quanto sia stato difficile starti accanto, mentre… - Mentre mi stavo innamorando di te. – …mentre tu eri in quello stato! – si corresse all’ultimo secondo, mentre la testa le pulsava dalla sforzo. Non voleva rivendicare su Ron chissà quale possesso, non ne aveva alcun diritto, voleva semplicemente fargli capire che, al di là di tutto, lei era la sua migliore amica e non era in quel modo che gli amici si trattavano.
- Non sono un oggetto, Ron!
- Non …non lo penso assolutamente, Hermione! – rispose, sconvolto da quello scoppio d’ira.
- Certo. Peccato che le tue azioni dimostrino il contrario!

Peccato che tu continui ancora a pensare a lei.

- Hermione, non voglio litigare…
- Ron, vattene via. – ordinò, con un gesto secco della mano. – Vai da Megan, dille quello che vuoi.
- Ma…se a te dispiace…io…vengo con te, Hermione.
- A me non importa nulla di quello che fai! Voglio soltanto che tu vada dalla tua adorata ragazza e che mi lasci in pace!

Se a te dispiace, io vengo con te.

Non perché vuole venire con me, ma soltanto perché gli faccio pena.

- Non ti capisco, Hermione. – sibilò Ron, aggrottando le sopracciglia.
- Sai che novità. – disse, sarcastica. – Tu non capisci mai niente.
Gli occhi del giovane Weasley s’indurirono.
- Si può sapere cosa ti prende? Sono giorni che sei strana, miseriaccia! Ma che hai?! Le tue cose?!
Se la Grifondoro ne avesse avuto la forza si sarebbe messa a ridere. In confronto a quello che provava, il suo ciclo mestruale non reggeva affatto il confronto.
- Non ho niente, Ron. – disse alla fine, abbassando il tono. – Voglio soltanto che tu te ne vada.
La ragazza ebbe un sussulto quando Ron rispose con un “lo farò”, lasciando sola e depressa in un Sala troppo grande, e allo stesso tempo troppo piccola per contenere tutto quel dolore lancinante che la investì.

 


   
 Decisamente non era così che Ginny si era immaginata di passare le ultime ore prima del ballo dell’Arcobaleno. Non che avesse pensato di impiegare le varie ore a prepararsi, come invece sapeva che avrebbero fatto alcune sue compagne di dormitorio, ma sinceramente credeva che almeno un’ora per rendersi presentabile le sarebbe stata concessa.
Non prevedeva certo che avrebbe impiegato il prezioso tempo a consolare la sua migliore amica.
Quando era arrivata a comprendere quello che stava succedendo a Hermione, e finalmente a spiegarsi il suo strano comportamento in quelle settimane, il suo primo istinto era stato quello di salire nella sua stanza e di scuoterla fino allo sfinimento, per capire se fosse sana di mente. E in effetti era salita di corsa nel suo dormitorio, pronta a urlare un bel “Cosa diavolo ti salta in mente di prenderti una cotta per mio fratello?!”,  ma lo spettacolo che le si era parato di fronte l’aveva fatta desistere dal suo intento. Motivo per cui, in quel momento, si ritrovava a poggiarle una mano consolatoria sulla spalla, sussurrandole parole rassicuranti. Doveva ancora capire cosa Merlino fosse passato per l’anticamera del cervello di Hermione, che l’aveva indotta a provare qualcosa per l’ameba del fratello, ma non era decisamente il momento di appurare quelle dinamiche.
- Ron è un coglione, Hermione.
- No. – borbottò l’amica, tirando su col naso. – È solo uno stronzo.
- Non è che ci sia proprio tutta questa differenza nel significato dei termini…
- Non credevo che mi avrebbe scaricato così…solo per…per una… - sussurrò, mordendosi il labbro con forza e sforzandosi di non scoppiare a piangere a dirotto per la seconda volta nella giornata. – Che stronzo! – ripeté, scacciando via le lacrime.
Ginny le accarezzò i capelli.
- Quando ho insultato Ron non mi riferivo al fatto che avesse preferito andare con Megan al ballo, scaricandoti proprio all’ultimo minuto. Ha sbagliato, certo, ma me lo aspettavo da lui. – sospirò la giovane Weasley. – Non ha il minimo tatto e, al di là dei tuoi sentimenti, non ha pensato che la cosa potesse ferirti, in qualità di amica. 
- E allora di cosa parlavi? – domandò, mentre annuiva mentalmente al discorso che aveva appena pronunciato l’amica.
- Ron è un coglione perché non ha capito niente di quello che provi per lui.
- Anche tu non avevi capito niente, Ginny. – le fece notare ironicamente la più grande delle due ragazze, alla quale la più piccola scoccò un’occhiataccia.
- Io l’ho capito però! Un po’ tardi…ma l’ho capito! E comunque avevo già dei sospetti. – sentenziò solennemente, incrociando le braccia. – Solo che li ritenevo alquanto improbabili.
- Se lo dici tu…
- Certo che lo dico io. – le rispose a tono la rossa, facendola sorridere.
Hermione ridacchiò, appena un po’ più serena e si distese sul letto, stropicciandosi gli occhi.
- Vai pure, Ginny. So che è tardi e che devi prepararti. – sussurrò, dopo aver scoccato un’occhiata all’orario.
- Ma…!
- Non preoccuparti per me, sto bene. – cercò di sorridere, ma le venne fuori soltanto una smorfia.
- Non voglio lasciarti in queste condizioni, Herm. – spiegò Ginny, nonostante il tempo a disposizione fosse sempre meno.
- Ginny… - borbottò la Caposcuola. - …per quanto mi faccia piacere la tua presenza, sai bene quanto me che niente potrebbe farmi stare meglio in questo momento. Dico sul serio, vola a prepararti!
- No! Non posso lasciarti così. – ribatté ostinata.
- Cosa penserà Harry quando ti vedrà tutta in disordine e spettinata? – chiese ironicamente Hermione, pur sapendo che a Harry non sarebbe importato nulla di quanto potesse essere arruffata la sua ragazza.
Ginny sembrò pensarci qualche secondo.
- Bah… - si sventolò una mano davanti al viso. - …non penso che Harry soffrirà più di tanto.
- Ma… - cercò di controbattere Hermione a quella risposta che non si aspettava.
- Insomma, Herm, la mia migliore amica è più importante di una messa in piega o di un vestito! Non tentare di convincermi, perché non ci riuscirai!
Quelle parole colmarono il cuore della riccia di un così grande sentimento d’affetto che in meno di un secondo si era già buttata tra le sue braccia.
- Grazie.
- Mh. – borbottò Ginny, mentre stava soffocando.
- Dico sul serio. – chiarì Hermione, rafforzando la stretta.
- No, no…ci credo…che dici sul serio. – incespicò la rossa, chiedendosi quanto ancora avrebbe resistito senza respirare.
Finalmente la più grande delle due ragazze la lasciò e la giovane Weasley notò come il suo viso fosse più sereno e disteso rispetto a qualche ora prima.
- Perché non vai anche tu al ballo con qualcun altro, Hermione? – chiese, di punto in bianco, facendole spalancare gli occhi.
- Ginny, stai scherzando? Non sopporterei di vedere Ron con…con quella.
- Magari ti distrarresti…ho saputo che Nicholas ti ha invitato e…
- Lascia perdere, Ginny, per favore.
- Come vuoi. – borbottò, sapendo quanto fosse inutile insistere.

 


 
 Non era certo in quel modo che Harry Potter aveva immaginato di passare la sera del ballo dell’Arcobaleno.
Sapeva che Ginny si sarebbe fatta attendere, ritardataria com’era – come tutte le ragazze d’altronde – ma non credeva che sarebbe rimasto come un pesce lesso nella Sala Comune Grifondoro per più di un’ora, con Ron al suo fianco che si lamentava di chissà cosa.
- Ron, non…dovresti…andare da Megan? – biascicò Harry, constatando quanto fosse tardi. Fece un po’ di fatica a porre quella domanda, sia perché, Megan, non gli era mai stata particolarmente simpatica, sia perché non voleva credere che il suo migliore amico non provasse davvero niente per Hermione, e l’avesse scaricata così di punto in bianco.
- Eh? Chi? Ah, Megan…No, io ti aspetto! – esclamò, agitato mentre passeggiava in lungo e in largo per la Sala Comune.
- È molto tardi, Ron. – disse ragionevolmente l’amico. – Che senso ha che tu aspetti me e Ginny? Dovresti andare, alle donne non piace aspettare, sai? – questo lo aveva imparato a sue spese, quando una volta si era presentato otto minuti dopo a un appuntamento con la giovane Weasley, e per poco la ragazza non l’aveva sbranato.
- Oh. – borbottò Ron. – Sì, in effetti…Ma…H-hermione v-viene? – non riuscì a trattenersi dal domandare.
L’occhiata che Harry gli lanciò fu eloquente, ma, nonostante tutto, non fu capace di rimanere zitto in quell’istante.
- L’hai scaricata tre ore prima del ballo, per andare con un’altra, Ron. Dubito che abbia trovato un altro accompagnatore in così breve tempo. – rispose, un po’ arrabbiato. – E, comunque, non dovrebbe interessarti. – concluse, ripensando alle lacrime di Hermione. Contrasse leggermente la mascella, guardando Ron e sperando in una sua qualche reazione.
- Credi…che ci sia rimasta…male? – domandò appunto il rosso, rendendosi forse conto di quanto fosse stato egoista.
- Credo che tu stia facendo un grosso errore, Ron. – fu la pragmatica risposta dell’amico. – E credo che, se ci tieni davvero, dovresti andare da Megan. A meno che tu non ti sia reso conto che non è quello che vuoi.
- Non…non è lei quello che voglio? C-certo che è lei! Ma…e poi di che errore parli?
Harry sospirò. Decisamente discutere di queste cose con Hermione era stato più facile.
- Niente, Ron. – borbottò, infilandosi le mani nelle tasche e pregando che Ginny scendesse presto, per poter mettere fine a quella pietosa discussione. – Fai quello che vuoi.
- Allora…vado…eh…
- Non devi mica chiedermi il permesso, sai? – lo canzonò Harry, vedendo quanto fosse indeciso.
Ron arrossì leggermente, più confuso che mai. Il poveretto si grattò la testa, chiedendosi cosa mai stesse succedendo in quelle settimane: dai comportamenti strani di Hermione, alle occhiatacce di sua sorella e infine ai discorsi criptici di Harry.

Miseriaccia, cosa Merlino hanno tutti quanti in questo periodo?

Con il cervello che fumava per la concentrazione, Ron spostò l’arazzo e uscì fuori dalla Sala Comune.
Altri 29 minuti e 14 secondi dopo, finalmente Ginny fece la sua apparizione.
Harry inclinò la testa di lato, stropicciandosi gli occhi per il sonno che lo aveva colto all’improvviso.
- Per Godric, ma dove eri finita? – le domandò sbadigliando.
Un colpo ben assestato gli arrivò sulla testa.
- Ahia!
- Per tua informazione… - Ginny gli puntò un dito contro, minacciosa. - …sono stata tutto il pomeriggio e gran parte della sera a consolare Hermione, perché quell’idiota di mio fratello è un grandissimo stronzo che…
- Ginny, uhm…calmati…ehm…hai insultato Ron due volte nella stessa frase, credo che dovresti...
- Mai dire a una donna di calmarsi, Harry Potter. – scandì per bene Ginny afferrandolo per il colletto della camicia. – Mai.
- O-ok. – incespicò Harry, arrossendo.
- Scu-scusate… - borbottò una voce dietro di loro, esitante.
- Oh, Nicholas, ciao. – lo salutò Ginny, recuperando tutto il suo buonumore e il suo bel sorriso, lasciando andare Harry, che fissava il nuovo arrivato interrogativamente.
- N-nicholas? – sussurrò Harry.
- Ehm…Hermione? – domandò il giovane Corvonero, in imbarazzo.
- È di sopra, ti sta aspettando. – rispose Ginny, affabile, mentre Harry strabuzzava gli occhi.
- Grazie. Ma…ehm…le scale?
- Oh, giusto. – Ginny afferrò la sua bacchetta, mormorando qualcosa e facendo sì che le scale non scivolassero al passaggio del ragazzo.
Nicholas mormorò nuovamente un grazie imbarazzato, mentre fissava Harry e deglutiva pesantemente; poi sparì sulle scale, giusto in tempo prima che la mascella di Harry si spalancasse e andasse a toccare il pavimento.
- Per Merlino, Harry Potter, e sorridi un po’! – lo brontolò Ginny. – Hai messo in soggezione quel povero ragazzo!
Harry pensò che l’ultima cosa che lui poteva fare era proprio mettere in soggezione qualcuno: il suo aspetto ingenuo e impacciato, difficilmente, mettevano qualcuno a disagio.
- Ma…io…
- Hai sconfitto Tu-Sai-Chi, è ovvio che tu metta in soggezione le persone. Devi sorridere di più! – chiarì, gesticolando.
 
Mah…
 
- Comunque, quello chi era? – domandò confuso.
- Nicholas Anderson*: un Corvonero del sesto anno che ha chiesto a Hermione di andare al ballo con lui. È carino, vero?
Harry fece una smorfia, contrariato.
- Carino… – borbottò Harry. - …Normale, ecco.
- Che cos’hai? Sei geloso? – lo canzonò la sua ragazza, dandogli un bacio sulla guancia.
- Mmm… - mormorò il Grifondoro, che aveva compreso, dal sorriso di Ginny, che stava soltanto cercando di provocarlo. – Davvero ha chiesto a Hermione di andare al ballo con lui? – domandò cambiando argomento.
- Cosa vorresti dire? – Ginny lo guardò improvvisamente in cagnesco. – Solo perché quell’ameba di mio fratello è un idiota e non si accorge di Hermione, non si significa che la suddetta Hermione non sia una donna e in quanto tale merita di essere guardata anche da altri ragazzi!
- Hei, hei…i-io non dico che…Hermione non sia carina e… - mormorò Harry. - …e che non possa essere notata da qualcun altro ma…
- Ma?
- Credevo che Hermione avesse rifiutato il suo invito.
- Infatti è così. – chiarì Ginny, scrollando i lunghi capelli.
- Quindi…
- Ho chiamato io Nicholas. Spero che la convincerà ad allontanarsi dalla sua stanza e a staccarsi dal suo cuscino.
Harry, sempre più perplesso, si chiese se la sua ragazza non avesse qualche problema.
- E Hermione non ne sa niente, vero?
- Proprio niente niente non direi!
Harry alzò eloquentemente le sopracciglia.
- Oh, insomma, sono la sua migliore amica, dovrebbe aspettarsi che io faccia qualcosa per tirarle su il morale, no?
- Ginny…lo sai che Hermione ti ucciderà, per averle infilato un ragazzo in camera? – rispose con un’altra domanda, sperando di farla rinsavire. La rossa sventolò una mano, come a voler scacciare un insetto fastidioso.
- Mica li ho rinchiusi lì a fare cosacce. Voglio solo che Nick la convinca a venire al ballo.
Harry si schiaffò una mano sul viso.
Prevedeva guai per quel Ballo dell’Arcobaleno. Grossi guai.
Ma, tutto sommato, non riuscì a non sorridere nel guardare la sua ragazza darsi tanto da fare, per aiutare gli altri, anche se, a parer suo, era in grado di combinare più disastri che altro.
- Beh? Cos’hai da dire sul mio geniale piano? Guarda bene a come rispondi, perché potrei…
Prima che potesse terminare la frase, Harry le si avvicinò, facendo toccare le loro fronti e facendola arrossire violentemente.
- Tu sei tutta matta. – sussurrò, sfiorandole le labbra con le proprie e sentendola rabbrividire sotto le sue mani. – Ma ti amo, anche per questo.
Il respiro di Ginny si bloccò improvvisamente, non percependo più alcun suono intorno a sé, come se un grosso panno si fosse premurato di coprire tutti i possibili suoni che davano loro fastidio. L’unico rumore percepibile fu il suo cuore battere impazzito, così forte che Ginny credette che le avrebbe stroncato la gabbia toracica.

Ti amo.

Aveva aspettato sette anni di sentir dire quelle parole da Harry. Le aveva aspettate così ardentemente e così a lungo che non le parvero nemmeno reali in quel momento.

Ti amo.

Le venne quasi da piangere. Percepì chiaramente il viso colorarsi di un rosso cremisi e gli occhi farsi lucidi, mentre le gambe rischiavano di cederle e farla scivolare a terra come una marionetta.
- È la prima volta che…me lo dici. – fu tutto quello che riuscì a pronunciare, emozionata come non mai in vita sua.
- Scusa se ho aspettato tanto. – le rispose Harry, guardandola negli occhi scuri e sentendosi uno stupido per aver atteso quasi un anno per rivelarle quello che provava davvero per lei.  
Fece appena in tempo a pensare a quanto fosse bella Ginny in quel momento, col viso arrossato e i capelli lasciati liberi lungo la schiena, prima che la ragazza lo afferrasse per la nuca e avvicinasse le loro labbra.
Nello stesso momento, un urlo spaventato risuonò per la Sala Comune.
In fondo, Harry l'aveva previsto.

Guai. Grossi guai.
 







 
 
Angolo Autrice

 *Il personaggio di Nicholas è puramente inventato. Prendetela come una licenza poetica, ma non avevo tanta voglia di andarmi a spulciare i nomi su wikipedia, per inserire un personaggio che la Rowling ha inserito davvero nella storia :P 

Ohi, ohi….se rileggo quello che ho scritto nelle note d’autore dell’ultimo capitolo, mi vengono i brividi e mi vergogno a morte.
“Due settimane al massimo.” – Oddio, mi sento uno schifo. Non dovrei neanche avere la spudoratezza di aggiornare, mi dispiace così tanto ::>.<::
Spero che ci sia ancora qualcuno disposto a seguirmi, nonostante la mia irregolarità. Purtroppo, come vi ho già spiegato, sono strapiena di impegni e l’unico momento in cui ho tempo è ora, durante le vacanze di Natale.
Ringrazio tutti quelli che hanno aspettato questo capitolo, nonostante il ritardo esorbitante, chi continua a seguire questa storia senza toglierla dalle seguite/preferite/ricordate. Grazie a tutti, davvero.
Ringrazio inoltre quei dolcissimi raggi di sole che hanno recensito lo scorso capitolo: Franci8, yoo_bro, Soly Dea, MyLittleMuffin, Ilovemusicandwrite_, MimiRyuugu e Nunaxx.
Inoltre, colgo l’occasione per augurare a tutti
BUONE FESTE E FELICE ANNO NUOVO!!!!!
Un abbraccio stritola-costole,
flors99
  
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