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Autore: _Terens    31/12/2013    0 recensioni
[Missing moment dal capitolo 5, de "Il bacio proibito"]
Dal testo:
Sapeva di tabacco e di caffè. Una combinazione azzardata, ma non mi dava fastidio... anzi. Tutt'altro.
Il sapore delle sue labbra era dolce, e rassicurante. Era incredibile. Riusciva a baciarmi, senza farmi sentire un attimo a disagio, era come se fosse nato per quello.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il bacio proibito'
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Tabacco e caffé

Se avessi potuto descrivere quella serata in una parola, sarebbe stata strana. Strana e basta.
Quel signore al cinema non faceva altro che provocarmi, il che era appunto strano. Va bene che effettivamente avevo fatto un po' di casino al cinema, giusto un pochino, ma alla fine nessuno si era lamentato più di tanto. Mi ritrovai a scuotere la testa, non riuscendo a dare un senso a quell'assurda discussione.
Non mi andava di pensarci... e poi ero completamente ubriaca per formulare almeno un pensiero logico.
Ryan aveva insistito perché non comprassi la birra, diceva che non reggevo l'alcohol. Il che da una parte era vero, però cominciavano seriamente a darmi sui nervi i suoi modi da fratello protettivo.
Se avesse continuato così avrei chiarito la situazione. Lui non era mio fratello, e non era neanche mio padre. Di conseguenza non aveva il diritto di dirmi cosa potevo e cosa non dovevo fare.
-Mi annoio.- esclamai dopo un po', con la voce lamentosa. Sorseggiai un altro po' di birra, per poi scoppiare di nuovo a ridere.
Fissai Ryan e Ester, che camminavano a disagio, e sembravano due statue di cera. 
 -Insomma, guardatevi. Sembrate due morti!-
Mi avvicinai a loro, continuando a parlare a voce alta e a gesticolare con le mani, attirando l'attenzione di alcuni passanti -Ne volete un po'? Su che un po' di alcohol non vi farà male!-
-Grazie ma passo.- che altro mi potevo aspettare da Ryan? Mi sarei sorpresa se mi avesse strappato la birra di mano e si fosse scolato il contenuto in pochi secondi.
-Già, per questa volta passerò anche io.- non conoscevo bene Ester, così decisi di non insistere.
-Ei! Ma dove corri? Aspetta che ti raggiungo!- cominciai a correre, non sapendo bene se stessi inseguendo Ryan oppure Ester, ma ebbi un giramento di testa, così inciampai e caddi a terra. Mi tastai la fronte dolorante, mentre continuavo a lamentarmi. Mi era anche caduta la birra!
Ryan fu subito da me, e mi aiutò a rialzarmi. -Dannazione. Vuoi stare un po' più attenta?-
La sua voce era irritata, ma sembrava che stesse nascondendo la preoccupazione. Ecco che assumeva di nuovo quel ruolo da fratello maggiore, che avevo sempre odiato.
Comunque non feci molto caso a quello che aveva detto. Rimasi un po' a guardarlo, senza dire una parola.
Il moro mi guardò irritato e allo stesso tempo imbarazzato -Che c'è?-
Mi avvicinai a lui, fino a quando non fummo praticamente a pochi centimetri di distanza. Non mi ero mai accorta che avesse gli occhi verdi. Insomma, erano scuri, quindi avevo sempre dato per scontato che fossero marroni, ma questo perché non li avevo mai visti da vicino. Infatti, ora che era a poca distanza da me, era impossibile dire che i suoi occhi fossero marroni. I suoi occhi erano di un verde foresta, e tutto quello che riuscivo a pensare era che fossero bellissimi. E non so per quale motivo, ma cominciai a tirar fuori quello che pensavo.
-Sai, non l'avevo mai notato, ma mi piacciono i tuoi occhi. Sono così verdi e mi piacciono.- buttai le parole giù di lì, strascicate a causa dell'alcohol.
Ryan si grattò la nuca a disagio e spostò lo sguardo altrove. Ero davvero ubriaca, perché né il corpo, né la mia bocca, rispondevano più delle mie azioni.
-Sì, in fondo sei proprio un bel ragazzo.- mi avvicinai ancora di più e mi portai un dito davanti la bocca. -Ma shhhh, non dire alla me sobria che te l'ho detto.-
Ok, io ero completamente andata, mentre Ryan ormai era completamente rosso in faccia. Nel frattempo io scoppiavo di nuovo in una fragorosa risata. -Ma guardati! Stai arrossendo, sei adorabile!-
E la cosa che mi preoccupava di più è che lo pensavo veramente. Forse la mia vista si era annebbiata per la troppa birra bevuta. Sì, era sicuramente la versione più plausibile.
Se fossi stata sobria non avrei mai pensato, neanche lontanamente, tutte quelle cose. Almeno mi convinsi che sarebbe stato così.
Ryan si allontanò da me, superandomi di qualche passo.
Lo raggiunsi faticandomi addirittura di tenermi in piedi. Feci comunque questo sforzo.
Mi guardai intorno, poi diedi voce ai miei pensieri. -Ester dove è finita?-
Il moro si fermò di colpo, accortosi anche lui della sua assenza. -Su, andiamo a cercarla.-
Annuii, mentre lo seguivo. Era davvero difficile stargli dietro, ma a pensarci era difficile anche solo camminare.
Dopo un po' riuscimmo a scorgere una ragazza dai capelli scuri. L'avevamo trovata.
-Ester!- la mia voce era ancora impastata, non ero ancora del tutto lucida. -Ma dove eri...-
Non finii la frase. Rimasi pietrificata di fronte a quell'orrendo scenario che si apriva di fronte a me. Mi portai le mani davanti la bocca, completamente paralizzata dal terrore.
Era tutto così strano. E innaturale. 
Quelle foglie continuavano ad alzarsi minacciose, formando quasi una muraglia, mentre io mi dimenavo nella presa di Ryan, come al solito protettiva, che tentava invano di calmarmi.
Per quanto odiassi i suoi modi da fratello maggiore e iperprotettivo, ringraziai mentalmente che fosse così, perché la sua stretta, salda e sicura, non mi fece perdere del tutto la poca lucidità rimasta.
Ma per quanto ostentasse sicurezza, sapevo che anche lui era rimasto visibilmente scosso.
Mi mancò l'aria, quando non sentii più le mani calde di Ryan, che si stringevano sulle mie spalle. Rischiavo seriamente di avere un attacco di panico.
-Non ho mai visto niente del genere!- esclamò, da una parte impressionato, dall'altra spaventato, molto probabilmente.
-Ryan, porta via Jen da qui!- io davvero non riuscivo a capire come Ester, potesse apparire così calma in un momento del genere. A volte mi ricordava proprio Roxanne.
E poi come poteva dirci di andarcene senza di lei?
-Scusa, ma andiamo via tutti insieme, no?- 
-Ryan, andateveme via subito! Capito?- questa volta non la riconobbi. E capii che la calma di poco prima, era soltanto una maschera.
-Ester vieni via!- Ryan insistette ancora, ma la mora sembrava davvero irremovibile.
Ma come pensava di stare lì, da sola, ad affrontare quella 'cosa'? Qualunque cosa fosse.
Urlai. Più forte che potetti. Sentii di nuovo la presa di Ryan su di me, e mi ritrovai a ringraziarlo di nuovo mentalmente, perché sapevo che senza di lui non ce l'avrei fatta.
-Per favore, non lasciarmi!- dissi in preda alle lacrime.
Sentivo il suo respiro caldo sui capelli. Era spaventato, ma non lo dava a vedere, perché cercava di dare coraggio a me.
Eppure quello che avevamo visto era davvero impossibile.
Le foglie, che prima si erano distese in una grande muraglia, si erano avventate tutte contro Ester, fino a formare un turbine intorno a lei.
Continuai a singhiozzare, mentre Ryan mi accarezzava i capelli -Va tutto bene. Va tutto bene.-
Sapevo che lo diceva più per convincere se stesso, che me, ma la mia gratitudine verso di lui era immensa.
D'un tratto le foglie caddero a terra, come se niente fosse. E lì distesa in mezzo alla strada c'era Ester, priva di sensi.
Alla vista della mia amica, completamente inerme, riacquistai un po' di lucidità, giusto quella necessaria, per correre da lei.
Ryan corse subito accanto a me. Io continuavo a disperarmi, portandomi le mani tra i capelli, in preda al panico. Non era da me, però era assolutamente innaturale quello a cui avevo assistito.
-Va tutto bene, Jennifer.- una voce irruppe nel silenzio.
Mi feci prendere ancor più dell'ansia, sentendo la voce di uno sconosciuto che mi chiamava per nome. E non c'era nessuno lì.
Mi alzai in piedi, e strinsi subito il braccio a Ryan.
-Sono dietro di voi.-
Ci prese un colpo ad entrambi, a sentire di nuovo quella voce, così vicina. Ci voltammo, e il primo istinto di Ryan, fu quello di stringermi ancora più forte a sé. Io d'altronde non opposi resistenza.
Avevo bisogno di quel contatto. Solo così sapevo che non avevo perso del tutto la testa.
La figura davanti a noi si presentò. Era un ragazzo tutto in nero, non seppi definire esattamente di che età. Aveva i capelli di un biondo innaturale, erano quasi bianchi.
Gli occhi erano chiarissimi. Non avevo mai visto occhi così azzurri. 
Ma la cosa che mi preoccupava di più, e che mi spaventava, era l'aura che sembrava circondarlo. Era scura, sbagliata.
Si avvicinò a noi come se nulla fosse. Tremavo, avevo paura che mi facesse del male. Perché ne ero sicura, non sapevo in che modo, ma era stato lui a fare del male ad Ester.
Arrivato davanti a me, prese il mio volto tra le mani e mi asciugò le lacrime.
-Non farmi niente, per favore!- singhiozzai, ormai non facevo atro.
La voce, fredda e tagliente di Ryan, mi spiazzò totalmente -Non toccarla!-
Il ragazzo tutto in nero mi lasciò stare, e spostò la sua attenzione su di Ryan. Adesso stavo pregando perché non facesse del male a lui.
-Ma quanto siete prevenuti voi umani! Non voglio farvi del male... guardate se non vi fidate, faccio giurin giurello e...-
Ryan lo interrompe bruscamente, con un astio che non gli avevo mai visto negli occhi -Ci stai prendendo per il culo o cosa?-
Il ragazzo biondo scosse la testa e disse qualcosa a bassa voce, che non riuscii a sentire. Poi rivolto di nuovo a noi, disse -Per questa volta, farò finta di non aver sentito.-
Ci venne di nuovo davanti, e improvvisamente desiderai guardarlo negli occhi. Non so perché, ma pensavo che fosse un suo potere, perché era davvero troppo straordinario e spaventoso per essere umano.
Con la coda dell'occhio, vidi che neanche Ryan riusciva a togliergli lo sguardo di dosso.
Lo sconosciuto di fronte a noi sorrise entusiasta -Ecco bravi, così! Adesso, vi devo dire giusto due cose. Poi vi lascio liberi.-
Deglutii alla sua ultima parola. Perché, ci aveva fatto in qualche modo prigionieri?
-Allora, questa serata è stata pazzesca per tutti e due, direi innaturale. Le si addice meglio, non credete? Comunque quello che avete visto, era qualcosa a cui non dovevate assistere. Per questo ve lo dovete dimenticare. Tra pochissimo, voi sarete di nuovo al cinema, da soli. Non sarete preoccupati perché Ester vi avrà già avvisato che sarebbe andata via, perché si sentiva poco bene. Tutto quello che dovrete fare, sarà tornarvene a casa, e tornare a vivere la vostra stupida e banalissima vita da mortali! E se, per puro errore, dovrebbe ricapitarvi in mente, quello che avete visto stasera, saprete che non è reale, ma è solo frutta della vostra testa, ok? Perché voi umani sognate tanto, e vi perdete così tanto nella vostra immaginazione che vi sembra che quella sia la realtà. Ma non lo è. Sono stato abbastanza chiaro?-
Mi ritrovai ad annuire, completamente stregata dalla sua voce ipnotica. 
-Perfetto. E adesso sparite.-
Finalmente avevo ripreso controllo del mio corpo, e riuscii a sbattere le palpebre.

*****

Quando riaprii gli occhi, stavo davanti al cinema, accanto a Ryan. Certo, dove altro potevo trovarmi?
Nonostante ciò, mi sentii piuttosto confusa, e in più avevo un mal di testa lancinante. Notai Ryan accanto a me, anche lui abbastanza scosso, che poi non si sa per cosa.
Lo vidi che sbatteva le palpebre un paio di volte, come ad accertarsi che quella fosse la realtà.
Scossi la testa. L'intera giornata era stata del tutto stressante, e di sicuro era la stanchezza a farci reagire così.
Il moro, dopo un po' venne accanto a me. -Ester aveva detto che se ne sarebbe andata. Non si sentiva poco bene. Dai, è buio. Ti riporto a casa.-
Nonostante odiassi le sue continue attenzioni, quasi fraterne, accettai, perché non ero mai entusiasta di tornare a casa da sola, soprattutto con quel buio.
-Prima fammi prendere una birra!-
Una birra era proprio quello che ci voleva. Mi sentivo strana e soppressa da qualcosa che non riuscivo a capire. Una sbronza era proprio ciò che faceva al caso mio.
Ryan scosse la testa esasperato -Dai, aspetta qui. Tanto devo comprare le sigarette.-
Tornò poco dopo, con una bottiglia di birra in mano, e un pacchetto di Marlboro rosse in mano.
Mi lanciò la bottiglia, che presi al volo e cominciammo ad incamminarci.
Era tutto tremendamente strano. Nessuno dei due proferiva parola. Eravamo preoccupati, confusi e scossi per qualcosa che non riuscivamo a capire.
Mi decisi di aprire la birra, mentre Ryan si accendeva una sigaretta, guardando dall'altro lato.
Al primo sorso, mi ritrovai a tossire e a sputare tutto a terra.
Il moro si voltò verso di me, guardandomi serio. -Tutto bene?-
Annui poco convinta. Che diavolo mi era preso? Non era la prima volta che bevevo, ma in quel momento, era come se lo stomaco rifiutasse anche la quantità più minima di alcohol.
Ero tremendamente cocciuta, e avevo voglia della mia birra. Così tentai di nuovo.
Questa volta buttai giù, tutto insieme, un gran sorso. Sentivo lo stomaco bruciare, in fiamme, e se avesse potuto gridare, avrebbe detto: "Smetti di bere quella cazzo di birra!"
E alla fine lo feci. Strizzai gli occhi per la fatica di mandare giù quel sorso di birra.
Era come se avessi già bevuto, come se mi fossi già riempita di alcohol, e il mio stomaco si rifiutasse di sopportarne ancora altro.
Il che era strano. Non avevo bevuto per niente, durante quella serata. Ma il mio stomaco non sembrava del mio stesso parere.
-Dovresti smettere di bere!- mi ammonì Ryan, guardandomi truce.
Eccolo di nuovo il fratello maggiore superprotettivo!
-E tu allora dovresti smetterla di fumare!-
Touché.
Colto sul vivo.
Lui cominciò a indispettirsi. -Che c'entra, lo sanno tutti che l'alcohol fa male al fegato!-
-E tutti sanno anche che il fumo fa male ai polmoni! E ti fa venire il cancro!- aggiunsi io indispettita.
Ryan non seppe trovare altro, con cui ribattere. 
-E poi io mica bevo sempre! Solamente qualche serata! Tu invece, a momenti neanche ti fai bastare un pacchetto di sigarette al giorno!-
Poi fece qualcosa che non mi aspettai. Scoppiò a ridere.
Folle. Quella serata era strana e folle.
Sembrava che i ruoli si fossero invertiti. Io a sgridarlo, e lui che non mi prendeva sul serio e mi scoppiava a ridere in faccia.
Ora capivo cosa si sentiva ad essere dall'altra parte. Ma io non ero Ryan, eh no. Lui mi avrebbe ascoltato.
-La smetti di ridere ritardato! Non è divertente. E' della tua salute che stiamo parlando!- 
Sì, e se lui si comportava come un fratello maggiore che mi stava sempre alle calcagna, a volte io mi calavo nella classica madre isterica che cerca di far ragionare invano il figlio.
-Hai ragione. Ora smetto.-
Ma appena mi guardò in faccia scoppiò di nuovo a ridere. Allora io gli diedi una botta dietro il collo. -Coglione!- eh sì, ero proprio una principessa.
Le persone intorno a noi, si fermavano a guardarci curiose, altre divertite, altre ancora scocciate per il chiasso che facevamo.
-Lo so che vuoi ridere anche tu!- 
Mi morsi le labbra a forza, mentre cercai di fare l'indifferente -Non è vero.-
-Sì, che è vero!- continuò lui, avvicinandosi sempre di più -E' solo che hai bisogno della giusta motivazione.-, non ebbi il tempo di capire cosa volermi fare, che mi fu subito addosso, mentre lo imploravo di smettere. Continuavo a ridere senza sosta, e lui con me, completamente divertito dalla situazione.
Ad un certo punto mi toccai lo stomaco, che prese di nuovo a farmi male -Cazzo, fa male!-
Ryan smise in un secondo, e mi aiutò a tenermi in piedi. -Tutto bene?- mi chiese sinceramente preoccupato.
Alzai lo sguardo e sorrisi furba -Meglio quando mi sarò vendicata... fossi in te comincerei a correre!-
Lui non se lo fece ripetere due volte e mi superò in pochi secondi. Io gli fui subito dietro, e gli urlai, fregandomene delle persone che si stavano seriamente spazientendo per lo spettacolo che stavamo dando.
-Tanto ti raggiungo subito! Non hai fiato! Lo sanno tutti che le persone che fumano, non resistono due secondi nella corsa!-
E avevo dannatamente ragione. E' per questo che Ryan non partecipava a gare di nessun tipo a scuola.
Continuai a corrergli dietro come una scema, ripetendogli -E' un motivo in più per smettere!-
La sua risata, così viva, mi colse in pieno, e mi ritrovai a sorridere come un'ebete.
-Tu prima cerca di prendermi! Poi forse potrei prendere in considerazione la tua idea!-
Allungai il passo, e presi a correre più forte di prima. Dio, se mi stavo divertendo.
Sembravamo dei poppanti delle medie, ma non mi importava. Mi piaceva sentirmi così. Mi sentivo così libera, priva di pensieri. Così viva. Ed era da tanto che non mi sentivo così.
Finalmente dopo un altro po', riuscii a raggiungerlo e lo placcai, così che lui finì contro un albero.
-Ho vinto!- esclamai entusiasta.
-Non avevo dubbi. Tu hai vinto, e io ho perso. E' giusto che tu mi faccia fare qualcosa.-
-Ci devo pensare.- scoppiai a ridere, mentre senza accorgermene, mi avvicinai sempre di più a lui, che adesso si ritrovava completamente contro l'albero.
Così da vicino, non potei non fare caso ai suoi occhi. Avevo sempre dato per scontato che fossero marroni, non mi ero mai posta il problema. Mi sbagliavo.
Erano di un verde foresta. E in quel momento non riuscivo a capire cosa significasse il suo sguardo.
Eravamo tutti e due con il fiato corto, e quella vicinanza non aiutava molto. Mi chiesi come fosse possibile, che mi sentissi a disagio con Ryan.
Voglio dire, proprio con Ryan! Quel Ryan, che ricopriva sempre il ruolo da fratello rompipalle!
E così, per un solo attimo, mi passò per la mente, che se fossimo stati davvero fratelli, avrei voluto che non lo fossimo. E non perché non gli volessi bene, anzi...
Non avevo mai fatto caso ai sentimenti che provavo per Ryan. Solo in quel momento ci riflettevo. Sapevo soltanto che era una delle poche costanti della mia vita, insieme a Roxanne. E avevo dannatamente bisogno di lui. Questo però non glielo avrei mai detto.
-Allora?- mi chiese lui, un po' imbarazzato, per rompere il silenzio.
Tornai alla realtà e mi allontanai da lui. Poi misi una mano avanti. -Facciamo così, visto che hai perso ora mi dai il tuo pacchetto di sigarette e cercherai di non fumare fino a domani pomeriggio!-
-Dai, non puoi farmi questo!-
-Metti in discussione le decisioni della vincitrice? Su, dammi il pacchetto!- 
Alla fine, mi porse rassegnato le sigarette. Sorrisi soddisfatta. -Bravo!-
Dopo un po' si fece di nuovo serio e mi disse, senza guardarmi negli occhi -Dai, ora ti riporto a casa davvero!-
Come se avessi voluto tornarci a casa...
Così ci ritrovammo di nuovo per strada, di nuovo in silenzio. Io odiavo il silenzio. Non sapevo perché si era creata quella situazione di disagio tra noi.
Ok, forse era dovuto al momento di imbarazzo che avevamo avuto poco prima... ma era passato, no?
Buttai la mia birra in un secchio, rassegnata perché davvero non riuscivo a berla. Ryan parve sorpreso, ma non lo potetti sapere con certezza, perché volse di nuovo lo sguardo avanti a sé.
Così, giusto per stuzzicarlo un po', e perché ero delusa visto che non avevo potuto bere la mia birra, mi accesi una delle sue sigarette con non-chalance.
Finalmente riuscii ad avere la sua attenzione. -Lo sai che mi stai proprio torturando! E poi tu neanche fumi! Ci hai proprio preso gusto a fare la stronza, eh?-
Risi, buttando la sigaretta a terra. -Tu non sai quanto! E poi volevo che mi parlassi, e l'unico modo era sprecare una delle tue amate sigarette!-
Il moro scosse la testa irritato, ma riuscii a scorgere anche un sorriso. Ecco, così andava meglio.
-Perché avevi tanto voglia che ti rivolgessi la parola?- 
-Mi dava fastidio che mi tenessi il muso... andiamo! Soltanto io posso tenere il muso alle persone!-
-Non cambierai mai, eh?-
-Tu vuoi che cambi?- la mia domanda lo colse alla sprovvista, e in qualche modo lasciò spiazzata anche a me. Ma che diamine, andavo a chiedergli?
Non rispose, si limitò a guardare da un'altra parte, cercando di deviare il discorso. E da una parte gliene fui grata, non avrei sopportato l'ennesima persona che mi diceva che voleva che cambiassi. 
Soprattutto se quella persona era Ryan. E seriamente, non riuscivo a capire perché per me, avesse così importanza il suo parere...
Durante il tragitto rimasto, parlammo per tutto il tempo, più per non far ricreare la tensione, che per parlare davvero.
-Siamo arrivati.- commentò lui alla fine.
Annuii e pregai davvero che mi tenesse ancora impegnata lì fuori. Non volevo entrare a casa. Un giorno sarei impazzita lì dentro.
-Comunque riguardo la domanda che mi hai fatto prima...- lo sapevo, anche lui doveva dirmi per forza che non gli stavo bene così, e che avrei fatto meglio a cambiare.
-Non vorrei mai che tu cambiassi.- la sua rivelazione, mi lasciò senza parole.
-Insomma... vai bene così.- aveva una luce strana negli occhi, ma cercai di non pensarci. -Insomma, preferisco che resti un'adorabile rompipalle, invece che diventare una vecchia acida!- fu il suo commento finale, che mi fece scoppiare in una fragorosa risata.
-Grazie mille adorabile merda!-
Rise anche lui e per un attimo mi ritrovai a pensare che fosse bello. Solo un fottuto attimo, ma quel pensiero era già entrato prepotente nella mia testa.
-E' per questo che siamo migliori amici, no?- gli chiesi titubante.
-Già... è per questo.- parve deluso, non sapevo perché. Poi trovai la conclusione da sola. Probabilmente avrebbe voluto un'amica migliore di me, che le sbagliavo tutte quante.
-E la ragazza che ti piace?- non so come me ne uscii, ma avevo voglia di sapere.
-Che ti importa?- d'un tratto era diventato volubile e scorbutico. E poi dicevano a noi ragazze che eravamo complicate!
-Ho solo voglia di sapere chi è... ma se non vuoi dirmelo, va bene. Solamente, secondo me a lei dovresti dirlo.-
-Dici davvero?-
Annuii e una fitta di dolore mi attraversò a pensare a Ryan, insieme a una qualsiasi ragazza. Evidentemente il dolore allo stomaco era tornato. Era sicuramente quello.
-Il fatto è che lei non capisce. Insomma... l'hanno capito tutti e io non ho idea di come farglielo sapere!- sbottò esasperato.
-Non lo deve per forza venire a sapere con delle parole! A volte anche dei semplici gesti, possono farlo capire! Non so, ma inventati qualcosa!-
-E secondo te quando glielo dovrei far sapere?-
-Il più presto possibile. Non ci hai mai pensato? Se lei ricambiasse, potreste passare un sacco di tempo insieme, da subito!-
-E se lei non ricambiasse?- cominciava seriamente a darmi sui nervi. Ma poteva comportarsi così da ragazzino?
-Tira fuori le palle!- poi, dopo essermi accorta di quello che gli avevo detto, mi affrettai ad aggiungere -In senso metaforico ovviamente! Devi correre il rischio se ti piace davvero...-
Lui parve convinto dalle mie parole, così gli chiesi -Allora, che hai intenzione di fare?-
Ryan, riscosso dai suoi pensieri, alzò lo sguardo su di me, e i suoi occhi così determinati mi sorpresero. -Questo.-
Non capii cosa stava succedendo. D'un tratto, sentivo le mani calde di Ryan sul mio viso, e poi le sue labbra premute contro le mie.
Mi stava baciando. E io non lo stavo respingendo.
Ero stata colta alla sprovvista, ma adesso potevo respingerlo. Potevo, ma mi ero accorta che non volevo.
Non volevo davvero interrompere quel contatto.
Attirai ancora di più Ryan su di me, mentre lui mi stringeva il bacino, e io andai a posizionare le mie braccia intorno al suo collo, cominciando ad accarezzargli i capelli.
Si staccò di nuovo da me, guardandomi per un attimo negli occhi. Poi riprese a baciarmi.
A baciarmi davvero. Approfondii di più il bacio, fino a che non fui completamente stordita dalle piacevoli emozioni, e dal sapore che aveva la sua bocca.
Era calda, e sembrava adattarsi perfettamente alla mia. Sembrava creata apposta per baciarmi. Sapeva di tabacco e di caffé. Una combinazione azzardata, ma non mi dava fastidio... anzi. Tutt'altro.
Il sapore delle sue labbra era dolce, e rassicurante. Era incredibile. Riusciva a baciarmi, senza farmi sentire un attimo a disagio, era come se fosse nato per quello.
Presa da quelle nuove emozioni, di cui non credevo di fare a meno, lo strinsi forte. Lui continuava a baciarmi, dolce e lento, provocandomi mille brividi di piacere, mentre mi cullava dolcemente tra le sue braccia. E in quel momento non ebbi dubbi.
Il mio posto era lì. Tra le sue braccia.
E non sapevo perché lo stavo pensando, ma quel bacio mi aveva completamente stordita, facendomi provare emozioni del tutto sconosciute a me.
Ogni volta che si staccava da me, per riprendere fiato, poggiava di nuovo la sua bocca sulla mia, e io mi potevo sentire di nuovo bene. Stordita com'ero dal piacere.
Non seppi esattamente quanto durò, poggiò solo un'ultima volta le sue labbra sulle mie, questa volta in un semplice e casto bacio.
Mi stringeva i capelli con una mano, mentre l'altra era ancora sul mio bacino. Mi guardò intensamente, e accennò ad un sorriso. -Adesso lo sai.-
Ero io. Ero io e non me ne ero accorta.
-Buonanotte.- alla fine mi lasciò andare lì, mentre me ne stavo impalata davanti casa, guardandolo andare via.
D'istinto, mi portai le dita a toccarmi le labbra, e sentii ancora il sapore di tabacco e caffé... Sapore che sapevo, non sarei riuscita più a farne a meno.
E di nuovo mi lasciai cullare da quelle splendide emozioni, che non avrei mai pensato di provare.





Angolo dell'autrice:
Come promesso, vi avevo detto che avrei scritto un missing moment! E' il primo che scrivo e non so esattamente com'é venuto.
Comunque abbiamo il punto di vista di Jennifer, e quindi avete un po' visto come ragiona.
Questo missing moment l'ho scritto per farvi capire in che modo Raphael avesse sistemato le cose, ma soprattutto perché volevo dedicare un po' di spazio a Jen e Ryan. Tante di voi si erano accorte subito che Ryan avesse una cotta per Jen. E be', in effetti era abbastanza ovvio :3
Ve lo aspettavate quello che è successo? Secondo voi è stato troppo banale? Troppo sdolcinato? Troppo pesante?
Fatemi sapere, e se vi è piaciuto tornerò con piacere a scrivere di nuovo su di loro due.
Un bacione, buon anno nuovo e buone feste in generale <3
  
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