La sera in cui mangiammo
biscotti di zenzero
«Ricordi
la sera in cui mangiammo biscotti di zenzero?»
«Che
stai dicendo?»
La
mano di Finn fece capolino sopra il quotidiano che Gethin stava
leggendo e
abbassò la carta, costringendo il ragazzo a guardare negli
occhi l’attore che
sedeva di fronte a lui – al solito bar, al solito tavolo in
fondo accanto alla
finestra.
«I
biscotti di zenzero, Geth.»
«Continuo
a non capire di cosa stai parlando.»
Finn
arricciò il naso, contrariato. «Lo scorso Natale.
Alla fine delle riprese.»
Per
tutta risposta, Gethin stese di nuovo il giornale e finse di riprendere
a
leggere. «Mi dispiace, non mi viene proprio in
mente.»
Invece
sapeva bene a cosa Finn si stava riferendo. Ma, per una volta, aveva
deciso di
non dargliela vinta.
♠
«Geeeeeeth!»
Sospirò:
non aveva fatto in tempo a uscire dal bagno che la voce di Finn lo
aveva
raggiunto. Aveva paura a tornare in cucina, così aveva
temporeggiato di fronte
allo specchio per un paio di minuti: sapeva che avrebbe trovato farina
sparsa
ovunque, scodelle sporche e almeno un tuorlo d’uovo sul
pavimento. E non rimase
deluso, perché non appena ebbe varco la soglia della cucina
Geth poté
apprendere, con amarezza, che la situazione era proprio quella.
Con
l’aggiunta di un Finn cosparso di farina da capo a piedi.
Allora
pensò – con una fitta allo stomaco,
perché lui e Finn avevano appena cominciato
a essere quellacosalà e
Gethin non ci
capiva nulla – che il motivo per cui stava temporeggiando in
bagno era l’ansia
al pensiero di rivederlo. Anche solo dopo cinque minuti di lontananza,
anche a
distanza di una parete talmente sottile che Gethin aveva potuto sentire
Finn
che fischiettava e indovinare anche quale motivetto fosse.
«Qui
c’è scritto “350 grammi di
farina”, però questa non basta.»
«Bastava,
prima che decidessi di indossarla.» Gethin
sospirò, cercando di nascondere il
divertimento, e prese un’altra confezione ancora chiusa da
uno scaffale in
alto. «Tieni, cerca di fartela bastare.»
«Ma
è solo mezzo chilo!»
«Quanta
hai intenzione di rovesciarne per terra?»
«Cercherò
di farmela bastare.»
Poi
Finn lo baciò sulla guancia e Gethin pensò che
avrebbe potuto spargere su
tavolo, credenza e pareti tutta la farina del mondo.
Tossì
e finse di leggere la ricetta scarabocchiata su un foglio, cercando di
darsi un
contegno. «Che altro ti manca, oltre la farina?»
«Hai
della noce moscata?»
«Mh…
No, mi dispiace.»
«Cannella?»
«Neanche.»
«Fiori
di garofano?»
«Non
mi pare, ma ora controllo.»
«Non
importa, basta che ci sia lo zenzero.»
«Di
quello me ne hai fatto comprare a vagonate.»
Finn
sorrise, passandosi una mano sulla fronte e impiastricciandola di
farina;
Gethin dovette distogliere lo sguardo, perché era arrossito
violentemente – e
ancora non riusciva a capacitarsi delle reazioni del suo corpo. Come
poteva
trovare sexy un ragazzo cosparso di farina?!
Lavorarono
ai biscotti un intero pomeriggio, alternando la preparazione della
pasta a
spezzoni di film di Natale in tv; non appena arrivava la parte
interessante,
Finn voleva cambiare canale, perché si stava stufando.
Gethin si divertiva ad
assecondarlo, perché aveva notato che al suo amico
indispettiva il calo di
concentrazione nei confronti dei biscotti – e per estensione
di Finn. Ed era
bello vedere la sua buffa espressione falsamente annoiata quando gli
chiedeva
di mettere un altro film.
Alla
fine – in quale modo non fu mai chiaro a Gethin –
riuscirono ad avere gli omini
di zenzero pronti per essere infornati. Finn ne stava osservando un
paio con
particolare attenzione, cercando il modo migliore di decorarli.
«Passami
la glassa gialla.»
«Perché?»
«Fidati.»
E
tracciò sopra la testa di uno degli omini una linea
orizzontale, interrotta di
tanto in tanto da minuscole linee verticali; poi prese la glassa di
cioccolato
e compose una chioma disordinata intorno alla testa
dell’altro omino. Quando il
risultato gli parve soddisfacente, unì le braccia dei due
biscotti e si era allontanò
per godere dell’effetto finale.
«Sì,
sono perfetti!»
«Mi
sono perso qualcosa?»
«Guardali,
Geth! Più vicino, così noti i
particolari.»
«Quali
particolari? Vedo solo una donna e… boh, un uomo con vassoio
di spine sulla
testa?»
«È
una corona, Geth.»
Di
colpo Geth realizzò e il suo cuore ebbe un sussulto
più potente degli altri. Finse
di riflettere ancora un po’ e infine esclamò:
«Ah, giusto! Questi sono Renly… e
Margaery.»
Si
aspettava che Finn battesse i piedi a terra, gridandogli offeso che
quell’omino
non era Margaery, ma al posto di
quelle lamentele arrivarono un paio di braccia a cingergli la vita,
mentre il
capo di Finn chinò sulla sua spalla e la sua bocca
sussurrò: «Loras. Renly e
Loras. Non ti permetto di fare regina
nessun’altra.»
D’istinto
Gethin si voltò e gli prese il volto tra le mani, baciandolo
con veemenza; Finn
si lasciò subito andare rispondendo al bacio e Gethin ne
approfittò per
spingerlo sopra il tavolo e insinuare le mani fra i suoi ricci
– che lo
facevano impazzire, perché ogni volta che vedeva dei ricci
il suo cuore mancava
un battito per Finn, e allora lui si sentiva scemo e allo stesso tempo
felice e
anche senza speranze, ma era bello quando mancava quel battito, era
bello
quando stringeva i ricci di Finn e assaggiava le sue labbra che, a fine
serata,
sapevano di zenzero.
♠
«Non
posso credere che te lo sia dimenticato!»
Gethin
venne riportato bruscamente alla realtà dalla voce
infastidita di Finn e
dovette usare il giornale per nascondersi, perché sapeva di
avere assunto un colorito
estremamente imbarazzante e non voleva che lui lo scoprisse e ne
godesse. No,
quel giorno non voleva dargliela vinta.
Sapeva
però che Finn si era offeso; allora allungò la
gamba sotto il tavolo e sfiorò
la sua, finché a fare capolino sopra il giornale fu un
biscotto di zenzero.
Aveva
una coroncina sulla testa.
BUON ANNO!
Questa storia è stata scritta per rispondere alle letterine che Finn e Luthien hanno inviato a Babbo Natale per l'iniziativa Caro Babbo Natale... dello Pseudopolis Yard: entrambe avevano chiesto una Finn/Gethin, ma Finn voleva anche che usassi(mo) il promtp "biscotti allo zenzero"... ed ecco qua il risultato! Un piccolo appunto: il biscotto che Finn mostra alla fine della storia non è quello cucinato un anno prima; Geth ci tiene a farvi sapere che il "procione di Finn l'ha mangiato a fine serata".
Oggi quei due sono in Texas per una convention, quindi preparate Tumblr nei prossimi giorni. Così, tanto per dire, io vi avviso!
Spero che la storia vi sia piaciuta (e che il regalo sia stato gradito!) ♥
Medusa, a Lannister