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Autore: MedusaNoir    02/01/2014    1 recensioni
«Ricordi la sera in cui mangiammo biscotti di zenzero?»
«Che stai dicendo?»
La mano di Finn fece capolino sopra il quotidiano che Gethin stava leggendo e abbassò la carta, costringendo il ragazzo a guardare negli occhi l’attore che sedeva di fronte a lui – al solito bar, al solito tavolo in fondo accanto alla finestra.
«I biscotti di zenzero, Geth.»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Finn Jones, Gethin Anthony
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sera in cui mangiammo biscotti di zenzero




Dedicata a Finn e Ce, buon anno ♥

«Ricordi la sera in cui mangiammo biscotti di zenzero?»

«Che stai dicendo?»

La mano di Finn fece capolino sopra il quotidiano che Gethin stava leggendo e abbassò la carta, costringendo il ragazzo a guardare negli occhi l’attore che sedeva di fronte a lui – al solito bar, al solito tavolo in fondo accanto alla finestra.

«I biscotti di zenzero, Geth.»

«Continuo a non capire di cosa stai parlando.»

Finn arricciò il naso, contrariato. «Lo scorso Natale. Alla fine delle riprese.»

Per tutta risposta, Gethin stese di nuovo il giornale e finse di riprendere a leggere. «Mi dispiace, non mi viene proprio in mente.»

Invece sapeva bene a cosa Finn si stava riferendo. Ma, per una volta, aveva deciso di non dargliela vinta.

 

 

«Geeeeeeth!»

Sospirò: non aveva fatto in tempo a uscire dal bagno che la voce di Finn lo aveva raggiunto. Aveva paura a tornare in cucina, così aveva temporeggiato di fronte allo specchio per un paio di minuti: sapeva che avrebbe trovato farina sparsa ovunque, scodelle sporche e almeno un tuorlo d’uovo sul pavimento. E non rimase deluso, perché non appena ebbe varco la soglia della cucina Geth poté apprendere, con amarezza, che la situazione era proprio quella.

Con l’aggiunta di un Finn cosparso di farina da capo a piedi.

Allora pensò – con una fitta allo stomaco, perché lui e Finn avevano appena cominciato a essere quellacosalà e Gethin non ci capiva nulla – che il motivo per cui stava temporeggiando in bagno era l’ansia al pensiero di rivederlo. Anche solo dopo cinque minuti di lontananza, anche a distanza di una parete talmente sottile che Gethin aveva potuto sentire Finn che fischiettava e indovinare anche quale motivetto fosse.

«Qui c’è scritto “350 grammi di farina”, però questa non basta.»

«Bastava, prima che decidessi di indossarla.» Gethin sospirò, cercando di nascondere il divertimento, e prese un’altra confezione ancora chiusa da uno scaffale in alto. «Tieni, cerca di fartela bastare.»

«Ma è solo mezzo chilo!»

«Quanta hai intenzione di rovesciarne per terra?»

«Cercherò di farmela bastare.»

Poi Finn lo baciò sulla guancia e Gethin pensò che avrebbe potuto spargere su tavolo, credenza e pareti tutta la farina del mondo.

Tossì e finse di leggere la ricetta scarabocchiata su un foglio, cercando di darsi un contegno. «Che altro ti manca, oltre la farina?»

«Hai della noce moscata?»

«Mh… No, mi dispiace.»

«Cannella?»

«Neanche.»

«Fiori di garofano?»

«Non mi pare, ma ora controllo.»

«Non importa, basta che ci sia lo zenzero.»

«Di quello me ne hai fatto comprare a vagonate.»

Finn sorrise, passandosi una mano sulla fronte e impiastricciandola di farina; Gethin dovette distogliere lo sguardo, perché era arrossito violentemente – e ancora non riusciva a capacitarsi delle reazioni del suo corpo. Come poteva trovare sexy un ragazzo cosparso di farina?!

Lavorarono ai biscotti un intero pomeriggio, alternando la preparazione della pasta a spezzoni di film di Natale in tv; non appena arrivava la parte interessante, Finn voleva cambiare canale, perché si stava stufando. Gethin si divertiva ad assecondarlo, perché aveva notato che al suo amico indispettiva il calo di concentrazione nei confronti dei biscotti – e per estensione di Finn. Ed era bello vedere la sua buffa espressione falsamente annoiata quando gli chiedeva di mettere un altro film.

Alla fine – in quale modo non fu mai chiaro a Gethin – riuscirono ad avere gli omini di zenzero pronti per essere infornati. Finn ne stava osservando un paio con particolare attenzione, cercando il modo migliore di decorarli.

«Passami la glassa gialla.»

«Perché?»

«Fidati.»

E tracciò sopra la testa di uno degli omini una linea orizzontale, interrotta di tanto in tanto da minuscole linee verticali; poi prese la glassa di cioccolato e compose una chioma disordinata intorno alla testa dell’altro omino. Quando il risultato gli parve soddisfacente, unì le braccia dei due biscotti e si era allontanò per godere dell’effetto finale.

«Sì, sono perfetti!»

«Mi sono perso qualcosa?»

«Guardali, Geth! Più vicino, così noti i particolari.»

«Quali particolari? Vedo solo una donna e… boh, un uomo con vassoio di spine sulla testa?»

«È una corona, Geth.»

Di colpo Geth realizzò e il suo cuore ebbe un sussulto più potente degli altri. Finse di riflettere ancora un po’ e infine esclamò: «Ah, giusto! Questi sono Renly… e Margaery.»

Si aspettava che Finn battesse i piedi a terra, gridandogli offeso che quell’omino non era Margaery, ma al posto di quelle lamentele arrivarono un paio di braccia a cingergli la vita, mentre il capo di Finn chinò sulla sua spalla e la sua bocca sussurrò: «Loras. Renly e Loras. Non ti permetto di fare regina nessun’altra.»

D’istinto Gethin si voltò e gli prese il volto tra le mani, baciandolo con veemenza; Finn si lasciò subito andare rispondendo al bacio e Gethin ne approfittò per spingerlo sopra il tavolo e insinuare le mani fra i suoi ricci – che lo facevano impazzire, perché ogni volta che vedeva dei ricci il suo cuore mancava un battito per Finn, e allora lui si sentiva scemo e allo stesso tempo felice e anche senza speranze, ma era bello quando mancava quel battito, era bello quando stringeva i ricci di Finn e assaggiava le sue labbra che, a fine serata, sapevano di zenzero.

 

 

«Non posso credere che te lo sia dimenticato!»

Gethin venne riportato bruscamente alla realtà dalla voce infastidita di Finn e dovette usare il giornale per nascondersi, perché sapeva di avere assunto un colorito estremamente imbarazzante e non voleva che lui lo scoprisse e ne godesse. No, quel giorno non voleva dargliela vinta.

Sapeva però che Finn si era offeso; allora allungò la gamba sotto il tavolo e sfiorò la sua, finché a fare capolino sopra il giornale fu un biscotto di zenzero.

Aveva una coroncina sulla testa.







BUON ANNO!
Questa storia è stata scritta per rispondere alle letterine che Finn e Luthien hanno inviato a Babbo Natale per l'iniziativa Caro Babbo Natale... dello Pseudopolis Yard: entrambe avevano chiesto una Finn/Gethin, ma Finn voleva anche che usassi(mo) il promtp "biscotti allo zenzero"... ed ecco qua il risultato! Un piccolo appunto: il biscotto che Finn mostra alla fine della storia non è quello cucinato un anno prima; Geth ci tiene a farvi sapere che il "procione di Finn l'ha mangiato a fine serata".
Oggi quei due sono in Texas per una convention, quindi preparate Tumblr nei prossimi giorni. Così, tanto per dire, io vi avviso!
Spero che la storia vi sia piaciuta (e che il regalo sia stato gradito!) ♥

Medusa, a Lannister
   
 
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