Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: nexttokidrauhl    02/01/2014    3 recensioni
- Se facessimo un gioco? – chiese, sogghignando.
- Un gioco? – Alice fece una smorfia, valutando con cautela le parole di lei, per scovare eventuali doppi sensi a cui non voleva assolutamente andare incontro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

As your shadow crosses mine.
 

La ragazza le prese la mano.
Da quando aveva perso la testa per lei, nessuna di quelle che prima considerava certezze avevano più un senso. Non molto tempo prima avrebbe trovato rassicurante la luce del corridoio mentre sprofondava nel sonno, la musica alta quando era a casa da sola, il vocabolario durante un compito di latino, o semplicemente un’amica vicina durante un esame.
Ma da quando l’aveva vista entrare in classe, quella mattina di tre mesi prima, la sua concezione di certezza era cambiata notevolmente. Il suo ideale di certezza, punto fermo, faro nel mare durante una tempesta o caminetto e cioccolata calda quando fuori nevica era una testa bionda, due occhi marroni, talvolta accompagnati da un paio di occhiali enormi e due mani capaci di stringere le sue come mai nessuno aveva fatto.
La ragazza la guardò, rivolgendole uno dei suoi sorrisi capaci di sciogliere un ghiacciaio. – Allora, signorina, dove vuole andare? – le chiese, mettendosi a posto gli occhiali, che quella mattina aveva scelto di indossare.
Era ricreazione, la classe deserta e gli alunni sparpagliati per la scuola. Alcuni in giardino fumavano dietro ai radi cespugli, sperando di non essere beccati dai professori. Per essere solo metà novembre, fuori faceva freddissimo, e Alice non ci pensava proprio ad uscire.
- Perché non rimaniamo in classe? – propose, facendo labbruccio. – Potremmo stare sole, una volta tanto –
La ragazza la guardò e pensò che quando faceva quel visino dolce proprio non riusciva a dirle di no. Le mise le mani sui fianchi e l’attirò a sé, perdendosi in quegli occhi verdi che tanto le piacevano. – Non mi sembra una cattiva idea – rispose, avvicinandosi ulteriormente e dandole un bacio sul naso.
Alice sentii il corpo sciogliersi, dimenticando tutto il freddo che aveva sentito durante le prime tre ore di lezione, seduta su quella sedia gelida. Fu mentre lei si perdeva nelle sue solite riflessioni che la ragazza la guardò, inclinando la testa, e stringendo le labbra. Sembrava stesse avendo un’idea geniale, così Alice rimase in silenzio, ancora stretta a lei, aspettando che la ragazza prendesse la parola.
La riflessione non tardò molto ad arrivare.
- Se facessimo un gioco? – chiese, sogghignando.
- Un gioco? – Alice fece una smorfia, valutando con cautela le parole di lei, per scovare eventuali doppi sensi a cui non voleva assolutamente andare incontro.
Lei se ne accorse, e scoppiò a ridere, dandole un buffetto sulla testa. – Sempre a pensare male, tu – disse, coprendosi la bocca con la mano destra.
- Colpa tua e dei tuoi numerosi doppi sensi – commentò lei, a mezza bocca, scatenando un’altra ondata di ilarità nella ragazza. – Dai, spara – aggiunse.
Lei si illuminò. – Te lo dimostro – disse.
Successe tutto in una frazione di secondo. La ragazza la sollevò e la mise seduta sul banco, inserendosi nello spazio tra le sue gambe. – Ora chiudi gli occhi, bellissima – le soffiò sul viso.
Alice stava per chiudere gli occhi, ma poi un briciolo di lucidità, nascosto chissà dove, uscì fuori e la costrinse a reagire all’improponibile. Aprì la bocca per parlare, ma fu subito fermata dalla ragazza, che ridacchiò. – Non sto per farti assolutamente niente. Fidati, lo vorrei davvero tanto – e qui si guadagnò un pugno sulla spalla, seguito da una sua imprecazione – ma non ti farò niente, lo giuro! – alzò le mani, in segno di resa.
Alice chiuse gli occhi, sbuffando.
La ragazza sorrise, soddisfatta. – Ora traccia i miei lineamenti – ordinò, con dolcezza e fermezza al punto stesso. Era certa che Alice avesse capito, e questa, dopo un attimo di esitazione, alzò tremante le mani e cominciò ad accarezzarle i capelli, un gesto che amava fare quando la ragazza si sdraiava sulla sua pancia nel giardino di casa di suo padre.
Fece scendere lentamente le mani, tracciando con le dita le sue sopracciglia, per poi scendere e passare le dita intorno agli occhi, attenta a non farle male. Procedeva spedita, senza esitazione. Conosceva i suoi lineamenti a memoria e anche con gli occhi chiusi riusciva a visualizzare la ragazza in piedi di fronte a lei.
Scese ancora un poco, accarezzandole le guance morbide, e si sporse in avanti per baciarle entrambe. La ragazza mugugnò, desiderando un contatto maggiore che però non arrivò.
Alice sorrise e tracciò lentamente il contorno delle labbra della ragazza, che si schiusero al suo contatto. Desiderava così tanto baciarla, ma si impose di rimanere ferma e di continuare il gioco che la sua ragazza aveva proposto.
Scese, accarezzandole il collo, e poi facendo scorrere le dita sulle ossa sporgenti della clavicola, dove indugiò un po’ più del necessario. Poteva sentire il cuore della ragazza battere a ritmo con il suo. Tracciò la linea delle spalle, poi scese, sfiorando le braccia, e infine incontrò le sue mani. Aveva completato l’esercizio, e scommetteva qualsiasi cosa, passato il test. Stava per aprire gli occhi, ma la ragazza la bloccò. – Beh, che fai? – la rimproverò.
- Ho finito il gioco, posso aprire gli occhi ora! – esclamò lei, che sentiva gli occhi pizzicare.
- Assolutamente no – replicò la ragazza. – Hai portato a termine il gioco, ora ti meriti un premio – concluse.
Alice sentì la ragazza avvicinarsi sempre di più, e stringerle con maggior forza entrambe le mani. Sentiva il suo respiro fresco sulla pelle, e riusciva a perdersi nei suoi occhi persino senza vederli.
La ragazza appoggiò le labbra sulle sue e il tempo si fermò, come se qualcuno avesse tolto le batterie all’orologio della cucina. I loro respiri si unirono, si strinsero ancora di più l’una all’altra finché non si poteva distinguere dove iniziasse Alice e dove finisse Sara.
Quando si separarono la campana era appena suonata, e già si sentivano, in fondo al corridoio, le voci dei loro compagni di classe che si riversavano sulle scalinate.
Sara guardò Alice negli occhi, permettendole di godere degli occhi marroni più belli che avesse mai visto. – Insieme? – chiese, lasciandole un altro bacio fugace e leggero sulle labbra.
- Insieme – rispose Alice, mentre il tempo riprendeva lentamente a scorrere. 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: nexttokidrauhl